Mazinga Nostalgia
Storia, valori e linguaggi della Goldrake-generation
di Marco Pellitteri
Un libro per molti versi straordinario e che l'immediato successo di vendite ha decretato come l'evento più interessante nel mondo della critica del fumetto e dell'animazione. In un solo anno la prima edizione era già esaurita.
Pellitteri aveva già alle spalle un altro importante testo, Sense of Comics. La grafica dei cinque sensi nel fumetto [Castelvecchi, 1998], oltre a numerose collaborazioni con riviste specializzate.
Questo bagaglio di esperienze gli ha permesso di mettere insieme una mole impressionante di materiale sull'animazione giapponese, ma soprattutto di gestirla con competenza seguendo delle tematiche senza lasciare nulla all'improvvisazione.
L'autore, nell'introduzione, dice di dedicare il suo lavoro non solo ai giovani che dal 1978 al 1989 passavano il pomeriggio davanti alla televisione in compagnia dei loro eroi, ma anche ai genitori di quei bambini, nella speranza che questi genitori capiscano come e perché hanno sbagliato nell'opporsi tanto all'arrivo degli anime. La "generazione dei padri" è infatti accusata di essersi lasciata trasportare, nei suoi giudizi, da un ragionamento etnocentrico e velatamente razzista nei confronti dei giapponesi.
Il libro parte descrivendo accuratamente gli eroi dei nostri nonni e dei nostri padri, partendo dai romanzi di inizio '900 per arrivare fino ai primi fumetti italiani (Diabolik, Cattivik e molti altri). Si prosegue poi con un confronto tra le produzioni americane e quelle giapponesi. Si conclude con un dialogo immaginario tra padri e figli, dove questi ultimi portano argomentazioni a difesa dei propri beniamini, ribaltando le accuse infondate dei genitori. Il tutto corredato dagli articoli giornalistici apparsi sulle testate dell'epoca.
Il più delle volte, tali articoli erano dissacratori, offensivi, rozzi e ignoranti. Pellitteri non ha nessuna difficoltà a trovare argomentazioni con cui controbattere. Le affermazioni, a volte, sono talmente ardite e originali che alcuni penseranno alla pazzia per giustificarle, altri giustamente al genio.
Sicuramente il testo non si rivolge solo agli appassionati di animazione giapponese, ma si rivela utilissimo anche per chi studia l'argomento da un punto di vista professionale: una pietra miliare in questo campo. Nello stesso momento riesce ad accontentare tutti, non separando mai il livello discorsivo e teorico dalla consapevolezza di parlare innanzitutto di qualcosa di divertente.
Pellitteri è riuscito a far uscire il tema dell'animazione giapponese da un ghetto culturale. Con il suo testo ci presenta un modo diverso di fare critica, utilizzando strumenti semiotici adeguati al nuovo oggetto di studio: il cartone animato giapponese.
La prima edizione di Mazinga Nostalgia ha vinto il premio "Franco Fossati" 2000 come miglior libro dell'anno dedicato alla saggistica su fumetto, cartoon e media. Inoltre ha ricevuto i consensi della critica con due importanti recensioni di Ermanno Detti e Cristiano Martorella.
Lo scrittore e studioso di fumetti Ermanno Detti riflette così sul ruolo che ha avuto l'animazione giapponese in Italia:
I giovani ma non proprio giovanissimi ormai hanno nostalgia di Mazinga, Jeeg Robot, Heidi, Remì, Lady Oscar, Candy Candy, l'Ape Maia; basta vederli alle mostre del fumetto o del cartoon: si perdono tra gli stand alla ricerca dei loro eroi. Quelli parecchio meno giovani, quelli con un'età che supera i quarant'anni per intenderci, hanno la nostalgia di altri eroi, più occidentali (da Salgari a Topolino, da Mandrake a Tex). Ma che differenza c'è tra queste due generazioni? Semplicemente una: mentre la vecchia non ama, anzi disprezza il fumetto giapponese, la giovane generazione, che con il fumetto giapponese è cresciuta, sa comprendere sia gli eroi vecchi che i nuovi, naturalmente con una propensione per i nuovi. [...] Qui, al di là del titolo che sembrerebbe indicativo di un'attenzione ai soli eroi giapponesi, ripercorre la storia del "mondo della fantasia" dagli inizi del secolo ad oggi con straordinaria competenza, insomma ci presenta una storia dell'immaginario che ci sorprende per competenza e precisione.[1]
Analoga è la valutazione del nipponista Cristiano Martorella, che insiste sulla necessità di non chiudere lo studio dell'animazione giapponese in meandri troppo specialistici e settoriali.
Ci sono libri che segnano un punto di svolta rispetto a un intero campo di studi. Non credo di sbagliare indicando un simile evento nel corposo testo di Pellitteri. Mazinga Nostalgia è un'autentica sorpresa per il lettore abituato ai consueti discorsi riguardo ai cartoni animati. Pellitteri non si limita a ricostruire storicamente l'impatto dell'animazione giapponese sui giovani italiani, ma traccia un intero percorso interpretativo sull'immaginario che parte dal romanzo ottocentesco, da Cuore a Sandokan, per giungere ai cartoni animati, agli odierni Pokémon e Dragon Ball. L'impresa è possibile perché Pellitteri è abbastanza acuto da trattare l'argomento da un punto di vista prospettico privilegiato. Mentre tanti altri critici si sono limitati a descrivere la letteratura e il fumetto utilizzando strumenti tecnici e invocando la necessità della specializzazione, Pellitteri ha evitato di ingannare se stesso e i lettori. Sapeva benissimo che il suo oggetto di studio non era esclusivamente il fumetto o la letteratura, ma piuttosto la fantasia nella sua realizzazione concreta. Per questo l'autore non ha avuto paura ad approfondire questioni psicologiche e sociali, filosofiche e antropologiche, estetiche e musicali, appunto perché l'immaginazione non ha frontiere.[2]
Nipponico.com
E' un libro fatto molto bene che analizza con cura sia il contesto culturale pre anime che la rivoluzione generata. E' corredato di ottime schede sugli anime passati sui nostri schermi televisivi con una forte attenziano all'analisi di essi più che all'esposizione della trama.
[Modificato da cyborg009 05/11/2017 14:54]
Cyborg 009