00 25/05/2006 21:09
VIAVAI lancia, fra tutti i lettori, un censimento delle “Madonnelle” ospitate nel VI Municipio. Mi spiego meglio: fotografatele e inviateci le foto con l’indicazione del luogo, oppure segnalateci la loro presenza con la precisa ubicazione. Le segnalazioni dovranno pervenire alla redazione di VIAVAI – Via Bufalini, 88 via e-mail (viavai@email.it) o consegnate a mano entro il 15 settembre 2006 corredate, se è possibile, con una breve storia dell’icona in questione. Buona caccia a tutti!

di Vittorio Begliuti
Quanti di noi passeggiando per le vie del centro storico di Roma – ma non solo – hanno potuto ammirare quelle piccole edicole, poste sugli angoli o sulle facciate dei palazzi, che racchiudono immagini della Madonna, di Cristo, di Santi o della Sacra Famiglia? Tanti, certamente tanti. Sono queste le cosiddette “Madonnelle”, testimonianza di un sentimento religioso di un popolo, che si è perpetrato dal Medioevo fino anche ai nostri giorni. Queste edicole nascono per devozione o per ricordare degli eventi particolari e molto spesso si sono arricchite di ex voto per grazie ricevute. Altre volte sono poste con l’intenzione di sottoporre la città o il territorio o il quartiere o semplicemente gli abitanti dell’isolato alla protezione di Colui o di Colei che è effigiato. Le Madonnelle, realizzate con dipinti su tele o con affreschi o in mosaico, sono state da sempre ritenute espressione di un’arte minore da molti studiosi, perché opere di artisti minori di cui, molto spesso, si disconosce il nome. Mi corre l’obbligo, però, di citare solo alcuni nomi di artisti che si sono cimentati in questa “arte minore”: Antonio Sangallo il Giovane, il Moderati, il Berrettoni e il Bargellini. Rappresentano, peraltro, una “pietas” popolare che negli ultimi tempi, purtroppo, sta perdendo la sua valenza, anche quella religiosa. Nel tempo, queste icone in particolari circostanze e ricorrenze, felici e non, venivano portate in processione per le strade dei quartieri per consentire alla popolazione tutta di adorarle e di dimostrare loro la riconoscenza sentita del popolo devoto. Con il passare del tempo le Madonnelle sono divenute oggetto di una particolare venerazione perché ritenute prodigiose. Ad esse sono stati attribuiti veri e propri prodigi e per ciò è salito sempre più alto il fervore religioso, con conseguenti organizzazioni di processioni e atti penitenziali. Ma per le Edicole Sacre non sono stati sempre momenti felici. L’occupazione napoleonica dello Stato Pontificio prima e la fine dello stesso dopo il 1870 poi, hanno favorito l’occultamento e addirittura l’eliminazione di esse dai muri. Agli inizi dell’’800, quindi, si rese necessario proteggerle dai danneggiamenti degli invasori francesi e nella seconda metà del XIX° secolo si dovette intervenire per tentare, a volte inutilmente, di evitare che le immagini sacre venissero estirpate dalle edicole perché si riteneva che offendessero la libertà di coscienza.
Sicuramente eredi della cultura religiosa pagana dei “Lares Compitales”, il cui culto è fatto risalire ai tempi di Servio Tullio, queste edicole hanno trovato la loro fortuna soprattutto a Roma, dove hanno espresso più fortemente il sentimento religioso popolare, ma non solo. Sempre più raramente, oggi, l’architettura moderna ospita questa espressione della religiosità popolare romana che, in tempi passati, aveva trasformato Roma in una specie di santuario a cielo aperto. I nuovi quartieri hanno manifestato sempre più minore devozione e minori testimonianze di fede di carattere esteriore, come è quello per le Madonnelle. E ce ne sarebbe tanto bisogno, oggi!