00 23/05/2007 13:04
Si avvicina la gara per l'assegnazione di frequenze radio wimax. Il nuovo sistema di trasmissione internet a banda larga non è ancora partito, ma già fa discutere. Hanno fatto discutere i tempi lunghissimi con cui il ministero della Difesa ha liberato le frequenze (solo una parte per ora) mettendole a disposizione del ministero delle Comunicazioni; fanno discutere le reali potenzialità tecnologiche di questo sistema e ci sarà da discutere di certo sulle regole fissate per procedere all'assegnazione. Il Regolamento è stato approvato ieri dall'Autorità per le comunicazioni (relatori Giancarlo Innocenzi e Michele Lauria), entro l'estate toccherà al ministero delle Comunicazioni indire una gara. Si tratterà di un'asta con rilanci multipli: nel bando il ministero dovrà definire l'importo minimo per ciascuna area geografica e ciascun blocco di frequenze. L'Autorità ha previsto tre licenze, nella banda a 3,5 gigahertz, per ogni area (per i primi due lotti si andrà da un minimo di due a un massimo di 4 regioni). Il terzo lotto sarà limitato a una sola regione e soprattutto sarà riservato agli operatori "nuovi entranti", cioè quelli che non hanno già frequenze per offrire servizi comparabili al wimax.
Un buon passo, su cui però non mancheranno dissensi. Gli operatori medio-piccoli infatti (e con loro l'associazione di settore Anfov) si aspettavano una mossa più coraggiosa, cioè una misura asimmetrica nei riguardi di Telecom Italia e degli operatori mobili con posizione dominante nel mercato dell'accesso telefonico, differendo il loro ingresso nel mercato del wimax per uno o due anni. Ma il regolamento dell'Autorità non lo prevede. Stabilisce invece che per tutti e tre i lotti sia possibile presentare un'offerta per più aree geografiche fino a raggiungere la dimensione nazionale. Da verificare il punto in cui si parla di «criteri di idoneità tecnica e commerciale» per partecipare alla gara: una potenziale barriera che preoccupa i piccoli provider. Saranno previsti obblighi minimi di copertura da raggiungere entro 30 mesi. Secondo quanto annunciato ieri dall'Agcom gli assegnatari pagheranno solo il costo della licenza, che durerà 15 anni, e non un canone annuo.
Il wimax consente sulla carta, in condizioni ottimali,di scavalcare l'"ultimo miglio" di Telecom Italia e portare banda larga in tuttaItalia,aprendo la concorrenza e limitando il digital divide.
Oltre a quella di quasi tutti i gestori di telefonia fissa, c'è l'attenzione di operatori televisivi come Sky e Rai (anche Mediaset potrebbe essere interessata) e di Poste Italiane, che ha già annunciato l'ingresso nella telefonia mobile come operatore virtuale. Per l'asta comunque, vista anche l'esperienza di altri Paesi, si prevedono risultati modesti (qualche decina di milioni di euro). Niente di paragonabile alle spese folli ai tempi delle licenze Umts.
A cura di Carmine Fotina, da: il Sole 24ore