Gran bel libro scritto da Simone Moro che ha come tema principale l'amicizia nata per caso sul Shisha Pangma nel 1996 con il "gigante kazako" Anatolij Bukreev e la tragedia avvenuta nel Natale '97 sull'Annapurna in cui hanno perso la vita Dimitriv Sobolev e lo stesso Bukreev.
Il racconto di Simone Moro mi ha "preso" particolarmente sopratutto per il rapporto umano che ha avuto con Bukreev; tra di loro è nata subito una grande amicizia, che li ha portati a tentare la traversata Lothse-Everest finita con il ragginugimento del Lothse e alla saggia rinuncia della traversata.
Nessuno avrebbe immaginato che qualche mese dopo sull'Annapurna, una valanga di neve e ghiaccio gli avrebbe separati per sempre...... il racconto di Simone di quei momenti tragici è da brividi. Veder morire un amico in montagna è qualcosa al quale non voglio nemmeno pensare.
Immensa la volontà di vivere di Moro dopo la tragedia e un volo di 800 metri.... in condizioni pietose e al limite della sopravvivenza è riuscito ad arrivare al campo base e da lì (non senza altre difficoltà) a essere soccorso e curato.
Riporto solo un pensiero di Simone dopo la tragedia che vale la pena di essere copiato tale e quale:
"Non riuscii ad odiare la montagna e neppure oggi provo questo sentimento. La montagna assassina esiste solo nello stupido lessico giornalistico. La montagna non uccide, non prende nessuno, non si conquista, non si sfida. Lei rimane immobile di fronte all'uomo e al tempo. In montagna si possono vivere epiloghi di successo, di sconfitta, di morte, ma mai si deve pensare che lei sia la responsabile. E' l'uomo che agisce e sono le variabili che ruotano attorno alla vita di un uomo che determinano la sua sorte, nient'altro!"
Per ultimo volevo riportare una frase di Simone Moro in copertina tanto semplice quanto bella:
"Scalo le vette perchè mi rende felice"
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Sperate sempre in ciò che aspettate, ma non aspettate mai ciò in cui sperate. Credete solo in ciò che vi convince, ma lasciatevi convincere solo da ciò in cui credete.
P. Preuss
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