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Everest : vicende del maggio '96

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    Sittlieb
    Post: 7.267
    Signore della Montagna
    00 20/07/2006 20:02
    Sulle tristi vicende che si sono verificate nell'anno 1996 sull'Everest da leggere assolutamente: il libro "Everest 1996: cronaca di un salvataggio impossibile" di Anatolij Bukreev (ed. Centro Documentazione Alpina) e "Aria sottile" di Jon Krakauer (ed. Corbaccio). Due punti di vista della stessa vicenda.
    Dal canto mio, sono pienamente solidale con l'ormai defunto Anatolij Bukreev.

    Questi libri parlano della tragica salita all’Everest del 10 maggio 1996, quando diverse spedizioni, tra cui molte di tipo "commerciale" si ritrovarono alla base della grande montagna per tentarne la salita alla cima.
    Dopo l’approntamento dei vari campi di alta quota, quattro spedizioni, tra le molte presenti nell’area, si avventurarono il 10 maggio nell’ultimo assalto alla vetta.
    Una tempesta improvvisa provocò la morte di 9 alpinisti, molti dei quali erano nei due gruppi di testa dove si trovavano Jon Krakauer (come "cliente" nel gruppo di Rob Hall, famosa guida neozelandese) e Anatolij Bukreev (come guida nel gruppo di Scott Fischer, famosa guida americana).

    Il libro scritto da Bukreev e dal giornalista Weston DeWalt vuole essere la risposta alle accuse più o meno velate di Krakauer (in "Aria Sottile") nei confronti di Scott Fischer (anch’egli morto sull'Everest come l’altro capo spedizione Rob Hall) e dello stesso Bukreev.

    Per saperne di più:
    www.eneafiorentini.it/irecelib/irec07.html
    www.eneafiorentini.it/irecelib/irec03.html



    [Modificato da Sittlieb 20/07/2006 20.03]

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    "Tu hai una tale voce, o grande montagna, da annullare gli inganni e i dolori, voce non da tutti compresa, ma che i grandi, e i saggi e i buoni interpretano, e profondamente sentono, e fanno sentire agli altri". P.B. Shelley

    "Fatto stupendo o cosa strana! L'orso. La belva si fa umana.
    Stupor maggior che l'uomo nato, in belva or cerchi esser cangiato."
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    Lu.Pe..
    Post: 205
    Amico della Montagna
    Escursionista Avanzato
    00 27/05/2009 13:05
    Letti entrambi, prima la versione di Krakauer, poi dopo lunga ricerca, quella di Bukreev.

    Sono due modi diversi di confrontarsi con la vicenda, come differenti erano le modalità di approccio alla montagna e alla scalata dell'Everest in particolare.

    Personalmente mi rispecchio notevolmente nelle sensazioni/opinioni/giudizi di Bukreev che, burbero (oserei dire "orso") finchè si vuole ma alla fine dei conti capace di scegliere e fare più o meno le mosse giuste nel mezzo di un casino non da poco.
    Certo, il problema principale stava a monte...che tutta quella gente non dovrebbe starci a 8000 metri (un po' il pensiero anche di Messner), ma tant'è... ormai c'erano ed è difficile, per non dire impossibile a mio modo di vedere, deplorare le scelte di Bukreev che, alla fine dei conti, ha riportato a casa tutti i componenti della propria spedizione, se si esclude lo sfortunato (e azzardato, viste le proprie condizioni fisico/salutari) Fisher.

    D'altro canto Krakauer - con stile e saccenza ahimè tipico del giornalista...oltretutto americano - non esita a mettere in cattiva luce Bukreev (prima nel libro, poi nelle ripetute post-fazioni) accusandolo a più riprese, anche dopo la sua scomparsa, l'anno successivo durante una spedizione sull'Anapurna.
    Sono anche due modi diversi di scrivere: più romanzato e lineare quello di Krakauer, meno fronzoloso e più legato alle testimonianze dirette e alle parole dello stesso Bukreev quello di Dewalt: insomma, due libri da leggersi tutti d'un fiato in cui, elemento sicuro, emerge tutta la commercializzazione che ha vissuto l'Himalaya.... e non riesco a non rimanere disgustato nel vedere foto del Colle Sud (8000 e non ricordo più quanti metri) disseminato di bombole d'ossigeno usate e abbandonate...
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    Sittlieb
    Post: 7.267
    Signore della Montagna
    00 27/05/2009 18:25
    Re:
    Lu.Pe.., 27/05/2009 13.05:

    Letti entrambi, prima la versione di Krakauer, poi dopo lunga ricerca, quella di Bukreev.

    Sono due modi diversi di confrontarsi con la vicenda, come differenti erano le modalità di approccio alla montagna e alla scalata dell'Everest in particolare.

    Personalmente mi rispecchio notevolmente nelle sensazioni/opinioni/giudizi di Bukreev che, burbero (oserei dire "orso") finchè si vuole ma alla fine dei conti capace di scegliere e fare più o meno le mosse giuste nel mezzo di un casino non da poco.
    Certo, il problema principale stava a monte...che tutta quella gente non dovrebbe starci a 8000 metri (un po' il pensiero anche di Messner), ma tant'è... ormai c'erano ed è difficile, per non dire impossibile a mio modo di vedere, deplorare le scelte di Bukreev che, alla fine dei conti, ha riportato a casa tutti i componenti della propria spedizione, se si esclude lo sfortunato (e azzardato, viste le proprie condizioni fisico/salutari) Fisher.

    D'altro canto Krakauer - con stile e saccenza ahimè tipico del giornalista...oltretutto americano - non esita a mettere in cattiva luce Bukreev (prima nel libro, poi nelle ripetute post-fazioni) accusandolo a più riprese, anche dopo la sua scomparsa, l'anno successivo durante una spedizione sull'Anapurna.
    Sono anche due modi diversi di scrivere: più romanzato e lineare quello di Krakauer, meno fronzoloso e più legato alle testimonianze dirette e alle parole dello stesso Bukreev quello di Dewalt: insomma, due libri da leggersi tutti d'un fiato in cui, elemento sicuro, emerge tutta la commercializzazione che ha vissuto l'Himalaya.... e non riesco a non rimanere disgustato nel vedere foto del Colle Sud (8000 e non ricordo più quanti metri) disseminato di bombole d'ossigeno usate e abbandonate...



    Domani ti porto il libro di Moro, che parla della morte di Bukreev!


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    "Tu hai una tale voce, o grande montagna, da annullare gli inganni e i dolori, voce non da tutti compresa, ma che i grandi, e i saggi e i buoni interpretano, e profondamente sentono, e fanno sentire agli altri". P.B. Shelley

    "Fatto stupendo o cosa strana! L'orso. La belva si fa umana.
    Stupor maggior che l'uomo nato, in belva or cerchi esser cangiato."
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    Lu.Pe..
    Post: 205
    Amico della Montagna
    Escursionista Avanzato
    00 27/05/2009 23:13
    Grazie mille...se non domani appena puoi che sono moltissimo curioso!

    grazie....