00 10/03/2007 14:08


LA FATALE DOMANDA

"E’ evidente che la domanda posta in forma così apodittica non aveva che un
solo scopo, quello di mettere in difficoltà l’interlocutore, e che l’insistenza
del conduttore Santoro nel chiedere che il Guardasigilli rispondesse, come se
egli fosse un giudice e il ministro l’imputato, dimostrava soltanto due cose:
la patente prevaricazione del conduttore stesso nei confronti di un ospite pur
sempre autorevole, che avrebbe dovuto essere trattato non con particolare
riguardo, ma con la correttezza che si usa nei confronti di chiunque"
(Giuseppe Brugnoli, "Il partigiano Michele e l’audience all’anno zero", IL CAMPANILE NUOVO, QUOTIDIANO DEI POPOLARI UDEUR, 10 marzo 2007)




*****************************************************************




L'UNITA'
10 marzo 2007
Mai devi domandare
Antonio Padellaro

In televisione, come del resto in molte circostanze della vita, chi scappa non fa una bella figura ma se Clemente Mastella, ministro estroverso e democristiano di lungo corso ha deciso, l´altra sera, di abbandonare precipitosamente lo studio di Michele Santoro avrà avuto le sue buone ragioni. Magari sottrarsi al clima torrido della puntata tutta incentrata sui Dico e sui diritti negati dei gay, anche se a quanto sembra tutto era stato concordato con il suo staff fino nei minimi particolari (compreso il fatto, incredibile, che mai il terribile Marco Travaglio avrebbe dovuto rivolgergli la parola). Oppure che Mastella se ne sia andato sentendosi troppo pressato, lui fiero avversario dei patti di convivenza civile, dall´inconfutabile argomento che i pacs ci sono in tutta Europa. Può anche darsi che abbia considerato poco consona con la sua dignità di ministro, di cattolico, di beniamino delle gerarchie vaticane e di segretario dell´Udeur la visione di alcuni immagini piuttosto hard riproposte con il reportage sul Gay Pride di sette anni fa (firmato dai bravi Giovanna Botteri e Corrado Formigli); e che abbia deciso di tagliare corto approfittando di una tutto sommato innocente battuta di Vauro («sapevo che eravamo una trasmissione comunista ora siamo una trasmissione di froci»). È possibile, infine, che sul momento, sommate tutte queste cose, il ministro abbia pensato di giocare una sua partita politica contando sulla solidarietà (che infatti ha ricevuto) del vasto arco trasversale dei nemici di Santoro e dei nemici dei Dico. Quanto ai telespettatori di Annozero (cifra record di oltre 3 milioni) pensiamo che non abbiano gradito: soprattutto quelli, diciamo così, più benpensanti che davanti ai baci appassionati di ragazzi a torso nudo si sarebbero aspettati qualcosa di più vigoroso di una fuga.

L´episodio, destinato ad esaurirsi come mille altri del genere con una coda di polemiche Rai, e intorno alla Rai, segnala tuttavia anche lo sfogo del temerario conduttore.

Il quale, mentre Mastella usciva dalla comune, così prorompeva tra gli applausi del pubblico: «In questo paese l´arroganza della politica è diventata insopportabile, dovete abituarvi a parlare con la gente».

A parte quel tanto di popolare (e quindi di demagogico) che accompagna ogni accusa rivolta ai politici, sulla incapacità degli stessi a «parlare con la gente» è difficile non essere d´accordo. Del resto, quante volte abbiamo sentito levarsi dai governi, di destra e di sinistra, sofferte autocritiche sulla cattiva comunicazione con i cittadini come causa della conseguente caduta di popolarità? Qui il caso è diverso, visto che Mastella ad un certo punto ha smesso proprio di comunicare, ma le domande di fondo restano le stesse. Come mai, per esempio, un uso così mediocre della parola da parte di persone che nella parola hanno investito carriere e speranze di successo? E poi, che senso ha maltrattare continuamente quella "Polis" che li ha battezzati e che rappresenta la loro stessa ragione sociale? Senza avventurarci in questioni complesse che riguardano la crisi stessa della rappresentanza politica, due sono le possibili risposte che ci vengono in mente.

La prima riguarda noi giornalisti e le pessime abitudini che abbiamo consentito diventassero norma. Basti accennare all´uso a dir poco inflazionato delle interviste, genere che la mitica stampa anglosassone usa con assoluta parsimonia e solo per testimonianze veramente eccezionali. Ma che qui da noi spesso e volentieri si trasformano in paginate stese come un tappeto e dal contenuto raramente memorabile. Questo approccio per così dire simpatetico adagia gli uomini di potere dentro comode certezze e li fa sentire così al sicuro che se, come l´altra sera, un giornalista poco ben disposto ma che conosce il suo mestiere prova ad insistere con delle domande non omologate, apriti cielo. Siamo alla lesa maestà e, nella casta, il coro del come si permette subito si alza in modo da scongiurare altre inaccettabili intemperanze.

Ma c´è un´altra domanda e riguarda coloro che fanno politica al più alto livello e con responsabilità di governo. Quale convenienza hanno a farsi impacchettare dentro una confezione giornalistica prefabbricata e insipida? Forse farebbero bene a ristudiare la lezione del primo Tony Blair (non il secondo che imbavaglia la BBC) quando andava a cercarsi le platee più difficili e le contestazioni più dure perché diceva: a convincere chi è già convinto sono buoni tutti.

Onorevole Mastella, ci creda, noi che pure non condividiamo la sua linea sui Dico avremmo, come tanti, preferito ascoltare i suoi argomenti e le sue ragioni, vederla battersi con passione per ciò in cui ella crede, piuttosto che assistere a quella brutta andata via sbattendo la porta.

apadellaro@unita.it

Pubblicato il: 10.03.07
Modificato il: 10.03.07 alle ore 9.17




*****************************************************************




www.ilcampanileonline.com/home.asp
IL CAMPANILE NUOVO
QUOTIDIANO DEI POPOLARI UDEUR
Direttore responsabile Paolo Festuccia
10/03/2007
Il partigiano Michele e l’audience all’anno zero
di Giuseppe Brugnoli


Sembra, ma forse è soltanto una nostra impressione, che le televisioni italiane riunite, pubbliche e private, non abbiano ancora assimilato il concetto che il governo nazionale, qualche mese fa, è cambiato. Pare proprio che nessuno si sia accorto che, al posto di Berlusconi e della squadra dei suoi seguaci, oggi c’è un’altra compagine, a reggere le sorti del Paese, e se questo è in qualche misura comprensibile per le tre reti Mediaset, dove tutti continuano ad appendere il cappello dove gli ha indicato il padrone di ieri e di oggi, la faccenda suscita qualche interrogativo quando si tratta delle tre reti Rai, che secondo una definizione mai smentita continua ad essere un servizio di Stato. Pare che gli esponenti del centro-destra, ancorché discesi forzatamente dai loro scanni, continuino a presenziare ai vari talk-show come se niente fosse successo, con la stessa arroganza e sufficienza di prima, e che i conduttori, anche i più bravi o perlomeno i più noti, soffrano di qualche complesso di inferiorità, nei loro confronti. Se poi qualcuno, come è successo l’altra sera ad “Anno Zero” di Santoro, ci mette qualcosa di suo, perché magari qualche esponente del centro-sinistra ragiona con la propria testa e non è disponibile a seguire il conduttore dovunque egli voglia portarlo, allora la situazione si ingravida, e nascono scintille.
E’ successo appunto l’altra sera con Santoro, che aveva di fronte il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, il quale, pur usando tutta la sua clemenza nei confronti di una domanda soltanto provocatoria di un giovane interlocutore, non ha ritenuto di rispondere, suscitando le ironie del disegnatore Vauro e la sussiegosa reprimenda del conduttore, finché il ministro ha ritenuto di dover uscire per la comune. La domanda infatti non era una domanda, ma soltanto un’affermazione, che paragonava le coppie di fatto al matrimonio naturale e aggiungeva che mai, da che mondo è mondo, si era stabilita una qualche diversità tra le due forme del convivere. Quale avrebbe potuto essere una risposta, se non un’ampia dissertazione di carattere antropologico sull’esistenza, fin dai primordi dell’umanità, di una famiglia naturale fondata sull’unione tra uomo e donna. Quale contributo avrebbe potuto portare ad una discussione sull’attuale opportunità o meno di approvare i Dico? E’ evidente che la domanda posta in forma così apodittica non aveva che un solo scopo, quello di mettere in difficoltà l’interlocutore, e che l’insistenza del conduttore Santoro nel chiedere che il Guardasigilli rispondesse, come se egli fosse un giudice e il ministro l’imputato, dimostrava soltanto due cose: la patente prevaricazione del conduttore stesso nei confronti di un ospite pur sempre autorevole, che avrebbe dovuto essere trattato non con particolare riguardo, ma con la correttezza che si usa nei confronti di chiunque, e insieme la scelta di campo che, in un dibattito che avrebbe dovuto essere condotto con il minimo di obiettività che si suppone sia regola in queste circostanze, era stata pregiudzialmente fatta dallo stesso conduttore in favore della tesi cui si opponeva il cittadino Clemente Mastella, soprattutto in un tema come questo in cui la divisione tra gli opposti giudizi in nome della libertà di coscienza taglia verticalmente ambedue gli schieramenti, e in particolare il centrosinistra.
Bene dunque ha fatto il ministro della Giustizia a lasciare la scena, occupata da un solo protagonista, Michele Santoro. Resta da aggiungere soltanto che se il suo programma non riesce a decollare ed è ancora, come dice il suo nome, all’Anno Zero in fatto di audience, questo è dovuto all’assidua solitaria occupazione dell’ex parlamentare europeo, che allontana consensi e simpatie per un programma in definitiva ben fatto. Mentre al Senato il disegno di legge Bindi-Pollastrini sui Dico prosegue il suo cammino con difficoltà, mentre la senatrice della Margherita Binetti è minacciata dalle Brigate Rosse per la sua opposizione ai Dico, mentre una telefonata anonima annunciava martedì un bomba (poi risultata inesistente) nella sede dell’Udeur e del Campanile proprio in relazione alla posizione sulle coppie di fatto, mentre l’Arcigay prepara la sua sfilata in sostegno dei Dico e il “family-day” cattolico studia la data migliore per la sua manifestazione, in mezzo a questa bagarre ci voleva proprio la levata d’ingegno di un Santoro per buttare benzina sul fuoco. Se, accanto ai giornalisti televisivi che continuano a fare le interviste “in ginocchio” agli ex ministri del centrodestra, ci si mettono anche i giornalisti del centrosinistra, a cercare di mettere in difficoltà gli esponenti del centrosinistra, allora siamo davvero ben messi.
Giuseppe Brugnoli




INES TABUSSO