00 31/01/2006 01:25
ITALIA DEI VALORI - LISTA DI PIETRO
Comunicati
Comunicato n. 2065
del 04.01.2006

DI PIETRO (IDV): “REATO DI ASSOCIAZIONE A DELINQUERE PER CONSORTE MI LASCIA PERPLESSO”

“Credo poco al reato di associazione a delinquere – ha dichiarato Antonio Di Pietro, leader di Italia dei Valori, commentando la notizia dell’accusa ipotizzata dai magistrati milanesi - in casi di questo genere”. Come per Tangentopoli – spiega l’ex pm - così per Bancopoli i profitti sono per definizione personali e non si legano ad ipotesi di associazione criminale. All’epoca dell’inchiesta Mani Pulite, infatti, evitammo con cura di ricorrere a questo tipo di incriminazione, per non correre il rischio di incappare nel vuoto probatorio”.
“Non vorrei che, pur nel rispetto delle scelte della Procura di Milano – conclude Di Pietro - si voglia mettere troppa carne al fuoco, rischiando così di non portare a casa nessun risultato”.

Antonio Di Pietro


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ARTICOLO 21
News del 05/01/2006, ore 15:23
UNIPOL/ DI PIETRO: ORA VERRANNO INDAGATI ANCHE I POLITICI

"La contestazione dell'associazione a delinquere nei confronti di Consorte e Gnutti porterà ad indagare anche parlamentari ed esponenti di 'quel sistema politico che ha circumnavigato intorno ai cosiddetti furbetti del quartierino',Ds compresi". Se ne dice convinto l'ex pm di Mani Pulite e leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro, intervistato da Radio Radicale.
"Per definizione - spiega Di Pietro - non si può non incappare in tutto quel sistema politico che ha circumnavigato intorno ai furbetti del quartierino". Quindi anche esponenti dei Ds? "Per forza - risponde Di Pietro - perché per contestare una associazione a delinquere bisogna attribuire a ciascuno un ruolo
e un compito, cosa facile sul piano investigativo, ma difficile poi da provare sul piano processuale".
A chi gli domanda se si possa definire Consorte un nuovo Greganti Di Pietro risponde: "Consorte è qualcosa di più di Greganti. Greganti era colui che andava con la bisaccia dei soldi. Oggi il sistema è più 'ingegnerizzato', non c'è più bisogno di commettere reati. C'è l'opportunità di gestire un consenso politico
attraverso risultati economici. Una volta era l'azienda che poteva pagare questo o quel partito commettendo il reato di finanziamento illecito. Oggi ci sono aziende di partito, aziende di riferimento, aziende per le quali quando poi si vince una scalata si può dire 'abbiamo vinto'. Ma se questo lo dice l'amministratore delegato di quella azienda lo si può capire,quando lo dice un leader di partito diventa un po' difficile da capire". "Sulla gestione dei Ds del dopo Mani Pulite, perché è da questo che dobbiamo partire visto che poi li ha portati al governo nel 1996 - osserva l'ex pm -, mi pare che la definizione più corretta l'abbia data Marco Travaglio, che fu querelato ma poi assolto.
Travaglio disse che dalla sinistra di Berlinguer si era arrivati alla nuova merchant bank di Palazzo Chigi. Dispiace dirlo ma è così. Che poi Berlusconi si permetta di criticare Fassino - conclude Di Pietro - è come il Bue che non vede le proprie corna e dice cornuto all'asino, Berlusconi non ha il collateralismo perchè concentra tutto nella sua persona con il più grande conflitto di interessi".
INES TABUSSO