00 14/01/2006 00:06
LA STAMPA
13 gennaio 2006
intervista
Dandini: ma Landolfi vuole licenziarmi?

ROMA
«Il ministro Landolfi si lamenta perché la satira colpisce solo la destra? Non so che dire, forse Gasparri gli ha lasciato un decoder della televisione digitale rotto». Serena Dandini per rispondere al ministro si alza dal tavolo dove sta scrivendo proprio battute sul caso Unipol che vedremo alla ripresa della sua trasmissione «Parla con me», domenica 22 gennaio.

Sempre di domenica, stessa rete stesso orario, le 23,15. Ma allora non è vero che, come sostiene Landolfi, le è scaduto il contratto.
«Mi dispiace deludere il ministro Landolfi ma, come da spot in onda, “Parla con me” riparte il 22 gennaio. Era previsto. Forse l’affermazione del ministro è un desiderio o, invece, qualcosa che io non so. Mi devo preoccupare?».
Secondo lei?
«Magari Landolfi vuole fare il mio agente e per questo ha detto che io lavoro per La7, o forse mi ha scambiato per Giuliano Ferrara. Berlusconi lo sa che vado in onda perché mi ha nominato da Vespa a “Porta a Porta” poco tempo fa. Glielo dovrebbe dire a Landolfi, ma forse non si parlano».
Interrompiamo i forse?
«No. Forse Landolfi è stato molto all’estero negli anni passati. Posso fargli avere tranquillamente delle cassette e vedrà Corrado Guzzanti nei panni di Bertinotti, Prodi, Veltroni, Rutelli. Sabina Guzzanti che fa D’Alema. Ficarra e Picone che fanno due militanti disperati della sinistra».
Landolfi si riferiva alla mancata satira sul caso Unipol che ha coinvolto i Ds.
«Neri Marcorè è uno splendido Fassino, attualmente in repertorio nello spettacolo “Amo” con cui stiamo girando l’Italia. Anzi ne approfitto per invitare Landolfi martedì o mercoledì a Sulmona. E alla prima puntata di «parla con me» ci sarà. Non voglio anticipare i contenuti della puntata di domenica 22, ma ci sono delle simpatiche battute a riguardo del caso Unipol. E chi verrà prima a Salmona potrà riderne. E’ assolutamente fisiologico che la satira si occupi dell’attualità. Neri Marcorè-Fassino era già previsto nella prima puntata, abbiamo le prove con le intercettazioni telefoniche delle telefonate tra di noi».
Secondo Landolfi comunque la satira investe più la destra che la sinistra.
«Non è colpa nostra se l’attualità più scottante riguarda esponenti di destra. Ma adesso che l’attualità investe Fassino noi ce lo abbiamo in repertorio. Se uno parla di satira deve conoscere chi fa satira, le cose che hanno fatto, che fanno e che faranno. Ma il ministro non ha visto, per esempio,l’attacco duro a D’Alema sul sito di Beppe Grillo?».
Sempre secondo Landolfi la sinistra è molto più permalosa della destra quando viene toccata dalla satira.

«Quando la satira è tosta sono permalosi tutti, quando è all’acqua di rose ci ridono sopra. Poi ci sono modi e modi di manifestare la permalosità. Si può essere permalosi e basta oppure si può stilare liste di proscrizione. Ognuno ha il suo modo. Si può fare una rabbiosa lettera ad un giornale oppure “dare un calcio nel sedere” alle persone, espressione non mia ma pronunciata da Berlusconi davanti a Ferrara. La satira fatta bene fa comunque venire un po' di nervosismo a tutti».
Inserirà Landolfi nel repertorio?
«Non ci ha dato ancora degli spunti interessanti. Manteniamo ancora Gasparri che ci sembra più interessante come maschera satirica».
INES TABUSSO