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La vicenda del magistrato che fa carriera grazie ai favori del ministro della Giustizia innamoratosi di Gobette dopo uno scambio di persona, si presta a una sottile satira del potere, anche se i protagonisti tengono a precisare come questa sia al più tenuta sullo sfondo, mentre quello che fa elemento trainante dello spettacolo è il puro divertimento.

Divertimento che la Ferilli ha cercato fortemente non trovando ruoli di questo tipo nel cinema, il mezzo con il quale, "pur con tutto il fascino del teatro", sente ancora "di avere un rapporto privilegiato". "Se penso a una grande attrice come Monica Vitti - spiega - al modo in cui creava personaggi comici pur partendo da una figura femminile di grande fascino, mi accorgo che oggi nel nostro cinema manca totalmente, proprio a livello di scrittura. Vengono proposte grandi figure drammatiche o al più brillanti, ma non comiche e io questo volevo".

Lo spettacolo poggia la sua forza su una compagnia di altissimo livello, da Maurizio Micheli a Paila Pavese e Virgilio Zernitz, passando per Miro Landoni e Gianni Cannavacciuolo. Un gruppo di attori che sia Proietti che la Ferilli non mancano di esaltare: "E' una compagnia fatta di grandi persone prima ancora che di grandi attori e che non avrei dubbi nel richiamare in blocco per qualsiasi spettacolo".

E i progetti futuri? La Sabrina nazionale, reduce dallo straordinario successo di "Natale a New York", rimane possibilista su un nuovo film natalizio ("non firmo mai esclusive, se mi dovessero richiamare..."), mentre confessa di avere troppi traguardi ancora da raggiungere per indicarne uno soltanto: "Si accumula esperienza e in base a quello si va avanti e si prendono decisioni, anche se queste a volte impongono di ricominciare da capo. Quello che è certo è che non inseguo sogni, credo che se una cosa non è realizzabile non sia nemmeno il caso di perderci del tempo".