00 31/01/2006 22:02

di Marco Travaglio


Un tizio aggredisce un vecchietto che ha appena ritirato la pensione all'ufficio postale e gli intima: «O la borsa o la vita». Il vecchietto gli consegna la borsa e il tizio si dilegua tra la folla. A quel punto il vecchietto chiama la polizia, che difficilmente si complimenterà con lui perché è ancora vivo e dunque ha vinto lui. Ha vinto il tizio, che puntava alla borsa, non alla vita, e l'ha avuta. Ipotizziamo ora - per assurdo, si capisce - che il tizio sia presidente del Consiglio e il vecchietto presidente della Repubblica. Il primo intima al secondo: «O mi prolunghi la legislatura di due settimane, o sposto di due mesi le elezioni». Il secondo prolunga la legislatura di due settimane. Chi ha vinto? Ovviamente il primo, il cui scopo era la proroga, non lo spostamento del voto. Eppure tutti, alleati riottosi e cosiddetti oppositori, si felicitano perché le elezioni restano ferme dov'erano. Come se avessero vinto loro. Intanto il premier se la ride, avendo ottenuto esattamente quel che voleva: farsi i fatti suoi per altri 15 giorni. E comincia subito trasformando le pene carcerarie in comode multe per il vilipendio alla bandiera, così l'amico Bossi condannato per aver detto «Io col Tricolore mi pulisco il culo» non finirà in galera: casomai si sentisse ancora minacciato dall'orrendo vessillo, potrà sparargli direttamente col mitra, grazie alla legge sulla legittima difesa che - osserva Bellachioma - «fa molta paura ai ladri». Lui infatti è terrorizzato.
La protesi di legislatura servirà pure ad approvare un'altra legge di indubbio interesse generale: quella che autorizza le sepolture a domicilio, sbaragliando l'editto di Saint Cloud imposto due secoli fa da quel comunista di Napoleone per impedire a Berlusconi di infilare nel mausoleo di Arcore le salme dei suoi cari. Alla legge ad cadaver seguirà l'ennesima ad personam: quella incostituzionale che il suo onorevole avvocato s'appresta a reiterare per abolire il processo d'appello Sme. Già fatta invece quella contra personam, che proroga l'editto bulgaro per sbarrare la strada della Rai a Santoro anche in campagna elettorale: Santoro ha «fatto politica», come può fare televisione? Mica si chiama Claudio Martelli, Irene Pivetti, Fabrizio Del Noce, Giuliano Ferrara, Massimo Ferrario, Antonio Marano…
Ma, mentre Lui lavora per noi, c'è sempre qualcuno che rema contro. Come l'Alitalia, che decide di fallire proprio adesso. O come l'amico (?) Putin, che decide di tagliarci il gas proprio ora. Due casi - sostiene restando serio Bellachioma- studiati ad arte «per oscurare lo scandalo Unipol». Anche lo tsunami, il buco nell'ozono, lo scioglimento dei ghiacci e la deriva dei continenti, a ben guardare, potrebbero avere lo stesso movente: rovinargli la campagna elettorale. E ci si mette persino Thaksin Shinawatra, il suo gemello thailandese separato alla nascita: fino all'altroieri era l'unico altro premier al mondo a possedere televisioni. Ma ieri le ha vendute per risolvere il conflitto d'interessi. Così almeno dice lui. In realtà l'ha fatto apposta per mettere in cattiva luce Bellachioma,lasciandolo solo al mondo alla vigilia del voto.
Ma Lui non si dà per vinto, e continua a battersi come un leone saltellando da uno studio tv all'altro, con le piaghe da decubito che possiamo immaginare. Lui è abituato a ben altre battaglie, come quella eroica del «Mundialito» giustamente rivendicata l'altra sera al «Senso della vita». Lì ha pure raccontato di mamma Rosa che tutta sola, con le nude mani, piegò il nazifascismo (anzi, il nazismo: il fascismo non è mai esistito) e di papà Luigi «che sotto la guerra si dovette riparare in Svizzera» (manco la guerra fosse un acquazzone e la Svizzera una tettoia). Il suo dipendente Paolo Bonolis, di solito logorroico, assisteva al monologo senz'aprire bocca né muovere sopracciglio, con la stessa vitalità di un vegetale, anzi di un copridivano: al confronto, financo la buonanima di Riccardo Berti pareva vivo.
Poi ci sono gli attentatori, che una ne fanno e cento ne pensano ma per fortuna, visto il formato tascabile del bersaglio, lo mancano sempre. Dopo il kamikaze che voleva polverizzarlo allo stadio, forse travestito da Gattuso, salta fuori un lettore dell'Unità. L'ha smascherato ieri Bellachioma nella 64esima intervista tv in tre giorni, quella in cui annunciava che detesta andare in tv: «Un mattino l'Unità mi paragonò a Saddam, e la sera tentarono di uccidermi». Vedete un po' la prontezza di riflessi di questo nostro lettore: il mattino legge, il pomeriggio confeziona l'ordigno e la sera colpisce. Un attentatore postmoderno, pret à porter.

l'Unità
Nolan van der Meulen


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Mae hen wlad fy nhadau yn annwyl i mi, Gwlad beirdd a chantorion, enwogion o fri;
Ei gwrol ryfelwyr, gwladgarwyr tra mad, Tros ryddid gollasant eu gwaed.