00 23/07/2006 09:16
Un omaggio alla nostra Beat che si trova in quei luoghi incantati.


l' Emisferico (in primo piano) e il Palau des Artes opera dell'architetto valenciano Sebastiano Calatrava: il primo è il planetario di Valencia che ha la forma di un occhio umano aperto verso il cielo, il secondo è un teatro inaugurato l'8 ottobre alla presenza del re Juan Carlos e della regina Sofia a cui è dedicato; sotto, il pendolo di Foucault nel museo delle Scienze "Principe Felipe", dimostrazione pratica della rotazione terrestre.


Valencia è una bellissima città, ha circa 800 mila abitanti ed è la terza città spagnola. é equidistante da Madrid e da Barcellona: entrambe sono a 350 km. Fondata dai romani nel 138 Avanti Cristo. E' una delle città più importanti del Mediterraneo, come testimonia il centro storico che conserva molti monumenti dei suoi più di 2.000 anni di storia.

Esiste una Valencia gotica delle due torri del Serranos, costruite nel XIV secolo che fanno parte delle mura medievali, o la "Plaza de la Virgen" che sta proprio alle spalle della importantissima cattedrale.

Valencia è famosa in tutto il mondo culinario per un'altra cosa: la Paella.

Immaginate un posto dove cresce il riso, dove si allevano gli animali e si pesca il pesce, dove si coltivano tutti i tipi di ortaggi freschi in piccoli e grandi appezzamenti, fertili e rigogliosi. E' con tutti questi ingredienti che pensate a una cucina, che altro non è che l'espressione di questa terra, anzi della laguna appena a sud di Valencia: l'Albufera. Bisogna venire fin quaggiù per conoscere il più famoso dei piatti della cucina spagnola, l'autentica "paella valenciana", con il suo deciso sapore originale.

La paella non poteva nascere in altro luogo, perché furono gli arabi che importarono il riso e lo coltivarono, ma gli altri prodotti che completano la ricetta, sono tutti li. Si dice che i valenciani, per natura, non si mettono mai d'accordo su niente, e anche con la paella non poteva essere diverso. Ci sono quelli che difendono la tesi che si tratta di un piatto popolare, e dunque ognuno l'ha sempre fatta con quello che aveva a disposizione. Per i puristi invece ci sono due tipi di paella valenciana, la "paella de marisco", che si cucina con prodotti di mare e la "paella mixta" dove si mischiano carne e pesce. Quest'ultima, la più conosciuta all'estero, viene considerata dai valenciani, una aberrazione, un prodotto che ha perso la sua anima.

Comunque sia, fino al 19th secolo, il riso alla valenciana, rimase un piatto dei paesi poveri di provincifinchè, con l'arrivo della ferrovia e le macchine, la ricetta sbarca nel capoluogo della regione, Valencia appunto, la terza città della Spagna dopo Madrid e Barcellona. La paella raggiunge subito un grande successo fino a diventare il piatto domenicale di ogni famiglia.

Valencia otre a tutto questo è anche una delle città spagnole più famose per il divertimento e la vita notturna. Proprio alle spalle della cattedrale, nella Calle de los Caballeros, i turisti che passeggiano vengono invitati fin dall'ora dell'aperetivoaprovare la celeberrima "Agua de Valencia" che inrealtaà è un Cocktail fatto di succo di arancia, Cointreau, Vodka e Cava, lo spumante locale.

Valencia è la terza città spagnola e contende a Madrid e Barcellona il primato di regina della nightlife o movida. Ma la movida valenciana è unica: più discreta, meno esibita. é indispensabile, quindi, sapere dove andare. E quando. Perché certe zone vivono straordinariamente una sera e quella dopo diventano un mortorio. Lo stesso locale può cambiare aspetto anche 3 o 4 volte nell'arco di una giornata. E quelli più cool, fino a mezzanotte (in alcuni casi fino alle 3 di notte) sono vuoti, o addirittura chiusi. Le zone più popolate di bar, pub e club sono Cánovas, il Barrio del Carmen (dove c'è il miglior assortimento di locali alternativi e modaioli) e la Ciutat Universitaria, in particolare lungo Avenida de Blasco Ibáñez e nelle vie che circondano Plaza de Xuquer.


Ma sintetizzare l'anima di Valencia con lo stereotipo "movida, sole e paella" è ingeneroso. Valencia la gaudente convive con Valencia la colta, che è orgogliosa del suo passato (il cuore storico risale al 400, quand'era il più grande insediamento dell'Europa cristiana), ma guarda avanti senza timori. I giornali spagnoli parlano di explosión valenciana. L'economia funziona: in media ogni giorno vengono registrate 37 nuove società, 4 mila nel primo trimestre del 2002. Negli ultimi anni la città è stata folgorata da un sussulto di energia e creatività che l'ha profondamente trasformata. Nel centro storico numerosi restauri avveniristici sono riusciti a far convivere avanguardia e tradizione. Come nel caso dell'Instituto Valenciano de Arte Moderna (IVAM), entrato nel gotha dei centri d'arte internazionali assieme al Centro del Carmen, magnifico recupero di un monastero rinascimentale ora consacrato all'arte contemporanea.

Ma l'opera che più ha contribuito al rilancio di Valencia è la Ciudad de las artes y la ciencias progettata da Santiago Calatrava, il figlio più illustre della città, che già nel 1995 aveva realizzato sul letto prosciugato del fiume Turia uno dei più eleganti ponti europei e una stazione del metrò che sembra un'opera d'arte. La Ciudad sarà completata solo l'anno prossimo, ma già ora viene visitata ogni giorno da migliaia di persone.

Pur proiettata nel futuro, Valencia non rinuncia alle tradizioni. Ogni giovedì, a mezzogiorno in punto, davanti alla Puerta de los Apóstolos della cattedrale, si riunisce il Tribunale delle acque, i cui giudici sono anziani contadini avvolti in camicioni neri. Ascoltano le ragioni del contententi (le dispute sono quasi sempre in materia di irrigazione) e poi, senza alcuna autorità giuridica, emettono una sentenza. Inappellabile. Altri omaggi alla tradizione sono la festa di San Juan (24 giugno), quando decine di migliaia di persone trascorrono la notte nella playa de la Malvarrosa attorno a un falò, e la festa delle fallas (dal 12 al 19 marzo), in onore di San José. Le fallas sono enormi statue di cartapesta realizzate da artisti locali. Ogni quartiere costruisce la propria, e le più alte misurano anche 15 metri. Bene: la notte del 19 queste opere d'arte vengono tutte bruciate. Un'enorme, gigantesca pira che illumina a giorno la città. Spesso la follia confina con il genio, dicono da queste parti.


Come si arriva in centro
L'aeroporto de Manises (Tel. 961598500) dista 10 km dal centro, in direzione ovest. Ci sono treni che partono ogni 30 minuti (ogni ora durante il week-end) e che in circa 20 minuti raggiungono la Estación del Norte. Come alternativa, la MetroBus offre un servizio di autobus: ne parte uno ogni 10 minuti e in circa 45 minuti raggiunge la stazione degli autobus in Avenida Menéndez Pidal. Ovviamente il mezzo più comodo rimane il taxi: la corsa dura 15-20 minuti a seconda della destinazione e costa 14-18 euro.

L'Oceanografic..l aquario di Valencia







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