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Pensieri (Spot Scott Collins per The End of an Era)

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    =CharismaticEnigma=
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    W4E User
    Jobber
    00 18/10/2006 22:29
    Una giornata come un’altra in quel di Toronto. Il classico inverno alle porte, con il vento freddo che sferza le strade della città, le prime piogge, le prime nevicate. La gente che per strada inizia a portare cappotti pesanti, sciarpe vistose per ripararsi dal freddo, ogni sorta di copricapo o altro accessorio per agevolare ancor di più il mantenimento del senso di tepore sul corpo. I cani che faticano sempre più a fare passeggiate salutari, con il fiato che disegna piccole nuvolette bianche mentre essi ansimano alla ricerca del proprio personale gabinetto.

    E’ questo ciò che Scott Collins, da una delle finestre della sua casa, riesce ad intravedere. Una Toronto che è così da sempre. La città nella quale è nato, nella quale è cresciuto, dove ha incontrato i primi problemi e dove ha fondato di fatto il proprio pensiero, quell’ideale che lo spinge ogni giorno a fare quello fa. In particolare quando si tratta di lavoro, sui ring di wrestling, per tenere alto il nome del Canada, e per far piombare il più in basso possibile quello degli altri paesi.

    Improvvisamente, mentre Scott sta ancora osservando il paesaggio, iniziano a scendere i primi piccoli fiocchi, perfette forme create dalla natura sotto forma di piccoli cristalli, ma comunemente chiamati neve. Entro poche ore, se quella nevicata avesse preso ritmo e il terreno avesse accudito ogni singolo fiocco, le strade di Toronto sarebbero divenute bianche.

    SC:”Affascinante la neve. Scende, si appoggia, ma non ha la minima certezza di restare a contatto con il mondo che l’ha abbracciata. Se trova un terreno gentile, può restare, accompagnata da tanti altri fiocchi, e modificare sensibilmente l’ambiente circostante. Se trova un terreno ostile, ecco che nell’immediato, si fonde e smette di esistere, tornando ad essere una misera goccia d’acqua che bagna un’infinitesimale frazione del pianeta. In fondo, anche per gli umani spesso è così…”

    Scott si accorge di non aver solo pensato quelle parole, ma di averle sussurrate, quando scostando il volto dal vetro individua la finestra appannata dal calore del suo respiro. La prima cosa che gli viene in mente di fare su quella piccola tavola da disegno destinata a scomparire a breve, è disegnare in maniera stilizzata la foglia canadese. Una foglia che sebbene per molti possa significare poco, o addirittura niente, per Scott Collins è divenuta una ragione di vita, da sostenere e far conoscere ovunque.

    Camminando con passo piuttosto veloce per essere in casa, Scott Collins si avvia verso il cucinotto, dove con tranquillità mette sul fuoco un recipiente per prepararsi un tè caldo. Un altro semplice metodo per ovviare al freddo che sta iniziando ad invadere anche la sua abitazione. Nell’attesa, il ragazzo volge nuovamente il proprio sguardo verso la finestra…

    SC:”Ancora quei fiocchi di neve. Quest’oggi sembra che per loro vada bene. Il terreno è accogliente, li abbraccia tutti indistintamente, mantenendoli attaccati a sé per imbiancare tutto il paesaggio. E noi uomini invece? Cosa siamo se non versioni più complesse dei fiocchi di neve? Anche noi, non appena vediamo la luce, possiamo sapere entro breve se verremo accettati o meno. In fondo, se un americano, genitori americani, discendenti americani, nasce in Canada, già dovrebbe sapere che non sarà accettato qui. Magari sarà accolto, ma non accettato, e con tante remore, che gli creeranno solo problemi ulteriori. E un Canadese? Se un Canadese nascesse negli United Shits of America, di certo non verrebbe accolto, figuriamoci accettato, di buon grado…”

    L’inconfondibile rumore dell’acqua, con conseguente condensa e la formazione di vapore, bloccano i pensieri di Scott Collins, che si desta dallo stato di torpore dovuto alle riflessioni, e con uno scatto si alza dalla sedia, facendo cadere la tazza che già aveva preparato.

    SC:”Merda! Adoravo quella tazza!”

    Continuando ad imprecare, Scott sistema le cose nella maniera più opportuna, recupera i cocci prima di gettarli e versa il caldo tè al limone in una nuova tazza. Con molta più attenzione rispetto a prima, Collins si appoggia nuovamente alla sedia, iniziando a sorseggiare il tè, ma facendolo in maniera quasi inconscia, perché il suo cervello è completamente dedicato ad altro, ai pensieri che lo stanno avvolgendo da prima.

    SC:”Io, Canadese, convinto e fiero delle mie origini, non potrei mai essere accettato del tutto negli USA. Potrei essere solo inglobato nel grande sistema che accoglie tutti. Senza accettarli. Spesso denigrandoli e disprezzandoli. Ma li prende lo stesso. Forse le due cose sono collegate…”

    Da un istante all’altro, un blocco. Scott Collins non riflette più, appoggia con impeto la tazza di tè, con alcuni schizzi caldi che vanno a spegnersi sul tavolo.

    Il ragazzo si alza, cammina velocemente sui gradini che lo separano dal piano superiore, e apre un armadio. Un luogo che presenta solo una grande dispensa di bandiere. Accanto alle quali poggia, in ordine come sempre ottimo, anche la sua collezione di tenute da combattimento. Un intero arsenale di oggetti apparentemente inutili ma che danno una notevole carica al Canadese, che riesce ad impersonarsi in quei simboli: bandiere e cimeli che ricordano il Canada, bandiere e cimeli che voltano le spalle agli altri paesi.

    Così come gli altri paesi voltano le spalle al suo.
    Così come gli altri individui voltano le spalle a lui.


    SC:”E’ questo che dovevo capire. Qui risiede il mio pensiero su cosa è lo spirito patriottico e su cosa significa accettare o accogliere. Su cosa significa, o qual è la differenza…”

    Continuando a tenere aperto l’armadio, Scott si siede sul letto che risiede poco distante. Sdraiandosi con lo sguardo rivolto al soffitto, egli chiude solo per un istante gli occhi, quasi a immagazzinare con un flash tutto ciò che ha appena pensato.

    SC:”Siamo come fiocchi di neve. Accolti o accettati. Con la sensibile differenza che noi possiamo gestire la cosa. Noi possiamo decidere cosa fare, come farlo e perché farlo. E io…Io ho già deciso che strada intraprendere nella mia vita da questo lato…un giorno dopo l’altro, continuerò a seguire i miei ideali, a mostrarli senza timore a tutti. In fondo, se non vengo accettato mai, perché dovrei accettare sempre? Meglio avere dei debiti, che dei crediti…”

    Sollevandosi dal letto, Scott Collins si avvia all’armadio, estrae una bandiera canadese e con essa si cinge le spalle. Tenendola sulle spalle con cura, si avvia a terminare il tè che ancora giace sul tavolo della cucina…

    In definitiva, quella bandiera è la sua vita…
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    HHHThegame
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    IC Champion
    00 18/10/2006 22:59
    Semplice ma profondo, uno Scott Collins inaspettato che mi ha spiazzato. Veramente bello.
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    DX rulez
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    00 18/10/2006 23:23
    Re:

    Scritto da: HHHThegame 18/10/2006 22.59
    Semplice ma profondo, uno Scott Collins inaspettato che mi ha spiazzato. Veramente bello.



    Non l ho letto, ma dal commento di Dibbio posso intuire che mi è andata bene il mese scorso :asd

    Si vede che Fausto mi teme, si si, mi teme, si si, autoconvinzione, si si, Tensing ha 2 occhi, si si :bash
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    DX rulez
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    W4E User
    US Champion
    00 18/10/2006 23:30
    Re: Re:

    Scritto da: DX rulez 18/10/2006 23.23


    Non l ho letto, ma dal commento di Dibbio posso intuire che mi è andata bene il mese scorso :asd

    Si vede che Fausto mi teme, si si, mi teme, si si, autoconvinzione, si si, Tensing ha 2 occhi, si si :bash



    Attanagliato dalla curiosità alla fine l ho letto, e devo dire che è davvero profondo, un concetto tanto semplice quanto delicato, lo hai espresso davvero bene, molto bravo!

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    cell in the hell
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    The Boss
    W4E Legend
    00 25/10/2006 21:55
    questo è lo Scott Collins che volevo vedere, un ottimo lavoro che mostra tutte le tue qualità. Complimenti davvero. :Sm1: