Los Angeles, California
Ore: 03.45 AM
Le nuvole nere e la pioggia incessante negano al piccolo e lurido sobborgo di L.A. quel pò di luce lunare che avrebbe sopperito, anche se minimamente, alla totale assenza di illuminazione. Trovare un palazzo con qualcosa che non sia rotto è oramai un lontano sogno per questo lercio spazio di vita quotidiana. Le pesanti nuvole hanno fatto calare il gelo su tutto il quartiere. Matt Draven però, nel suo piccolo appartamento al 5° piano, non sembra accorgersene. Sembra non sentire più il freddo. Guarda inespressivo la gente camminare infagottata nei cappotti dalla sua finestra preferita, e nella sua mente si apre un sorriso. Pensa che quando passi 15 anni sotto le coperte, senza poterti muovere e senza poter pensare, di caldo ne hai già avuto abbastanza per tutta la vita. Improvvisamente però il sorriso nella sua mente svanisce, per far posto ad una smorfia di dolore; sono 20 anni che va avanti questo inferno. Matt si alza di scatto dalla sedia, rovesciando il tavolo di legno, già provato dalle mille cadute che ha fatto.
"No, no, basta, lasciami in pace ti prego!!! Ti darò la mia mente, se è questo che vuoi, ma lasciami in pace!!!"
Matt è in ginocchio al centro della stanza, si tiene la testa fra le mani. Si rannicchia su se stesso, come già gli è capitato altre mille volte. Si ricorda ancora le parole di quel medico, quel termine, lo assillava. Quando lo sentì la prima volta, a 3 anni, non gli dette molto peso. Ora era tutta la sua vita, ogni suo problema.
Psicopatia. Questo aveva detto quello strano uomo con il camice bianco, di fronte ai suoi genitori.
I suoi genitori...
Matt odiava parlarne, cercava sempre di respingerne il pensiero, ogni qualvolta questo si insinuasse silenzioso nella sua mente.
Quel sangue, quella lacrima....
Matt si sforza di non pensarci. Si accorge che oramai è steso a terra, in posizione fetale. Si rimette lentamente in ginocchio. Mentre si puntella con la mano a terra per rialzarsi, succede quello che succedeva di solito. Un flash, il buio più totale. Le gambe di Matt cedono ancora una volta, rispedendolo ancora a terra.
Ma un insolito sorriso era ora apparso sul suo volto.
Si mette seduto a terra, scosta i capelli dalla faccia e guarda, sempre sorridendo, la parete di fronte a lui.
"Puttana..."
Draven si mette a posto la linguetta degli stivali con noncuranza, e riprende a fissare la parete.
"Si, hai capito bene, ho detto puttana..."
Con un nip up Matt si rialza velocemente. Avanza verso la finestra, stavolta con passo sicuro. Ferma il suo volto a pochi centimetri dal vetro. Può scorgere facilmente il suo volto riflesso, con quella lacrima nera.
"E così mi hai assunto... Puttana, non sei nemmeno lontanamente a conoscenza del pericolo in cui hai messo te, la tua federazione e tutti i tuoi lottatori... No, non lo sai..."
Matt discosta velocemente lo sguardo dalla finestra, e corre verso il divano consumato. Con un balzo ci si sdraia sopra. Non c'è illuminazione nell'appartamento, ma Draven si orienta facilmente. Ora il sorriso si è allargato sul suo volto.
C'è una bottiglia di birra mezza piena sul tavolo. Draven la fissa per qualche secondo. Sorride e ne beve un sorso, gustandone appieno il sapore. Ma con la stessa naturalezza, scaglia violentemente la bottiglia contro la parete, frantumandola in mille pezzi. Sul suo volto ora c'è un espressione satanica.
"Il tuo sangue scenderà caldo dai tuoi occhi, e sarà inarrestabile. Le tue lacrime si confonderanno al tuo sangue, affinchè tu possa provare quel dolore, quel dolore..."
Il volto di Matt diventa una smorfia di vero dolore. Il ragazzo si prende velocemente la testa dalle mani.
"Vai via, ti ho detto di andare via!!! Cosa vuoi? Cosa vuoi? COSA VUOI?"
Il ragazzo è carponi a terra. Sta ansimando.
"Non ci sarà mai una tregua."
Al ragazzo manca il respiro.
"So che la mia vita è condannata. Oh, ma non dovrò soffrire da solo."
Matt abbozza un sorriso.
"Piangerai tutto il tuo sangue... Oh, si che lo farai mia cara Sylvia. Tu, E TUTTA LA WBFF!!!"
Finito di parlare, il ragazzo sviene sul pavimento.
La tempesta fuori infuria sempre di più. Lampi e tuoni sembrano ora avvolgere il piccolo appartamento spoglio, arredato solo dalla grossa figura che giace sul pavimento. Il buio gli è amico. Quel ragazzo sa che sarà così, lui può farci poco. Non ha un Dio, crede solo nel suo destino, e il suo destino è il buio. Ora deve solo trovare un modo per modificare il suo destino, ed è fermamente convinto che in questa missione la WBFF giocherà un ruolo importante.
Il buio è suo amico, e lo resterà, accompagnandolo in ogni suo momento.
Per sempre.
[Modificato da =LionMatt= 18/09/2006 1.10]
[Modificato da =LionMatt= 18/09/2006 1.11]