La morte della superbia
Spot astratto
Quando cala la sera, si diventa più riflessivi. Le cose belle o brutte che si comprendono di giorno vengono capite solo quando la luce del Sole inizia a non essere più visibile ed il buio permette alla mente di ragionare con più sincerità. O almeno, per me è così. Solo alla sera riesco a rendermi conto di essere stato privato di qualcosa, di come un danno possa farmi sentire triste e strapparmi qualche lacrima. Di giorno, prendo tutto con filosofia, la sera non ci riesco, mi sento solo, perso nelle mie riflessioni personali.
Vorrei avere la forza di saper guardare con ottimismo il mio futuro, cancellare ogni dubbio da una mente stanca e stufa di ragionare su ogni argomento. Però, c’è qualcosa che mi scuote, mi sento turbato profondamento. La mia è una delusione astratta, provo un’ira nei confronti di qualcosa che non si può definire. Non ce l’ho con Dio, questa è una certezza, sono anche certo di non provare rabbia nei confronti di qualche persona in particolare o di una collettività. No, forse ce l’ho solo con me stesso.
Io sono la causa dei miei fallimenti, non ci sono attenuanti in grado di farmi puntare il dito verso altre cause. In questo buio riconosco me stesso come un perdente, uno che non ha saputo uscire a testa alta dalla competizione chiamata vita. Sono solo all’inizio della mia strada, probabilmente un giorno non ci penserò più, ma la sera rispecchia i miei sentimenti, la mia intolleranza alle cose spiacevoli. Sono superbo, quello che mi interessa è dimostrare che ci sono e che valgo, proprio per questo finisco per trovarmi a testa bassa una volta che le luci sono spente e nessuno può accorgersi della mia delusione.
Deludere se stessi è triste, può portarti a guardare le cose in maniera diversa. I tuoi maggiori successi iniziano ad essere sminuiti, si attribuiscono ad altri fattori quello che si credeva opera della propria creatività. Non vali più niente, sai di aver avuto “fortuna”, sempre per quanto questo termine possa significare qualcosa nella vita reale. Vedo la vita come un insieme di prove, dalle più piccole alle maggiori e ad ogni prova che si supera se ne presenta una ancora più difficile. Perché non si finisce mai di lottare per qualcosa? Non riesco a comprendere la mia essenza, ho fallito o semplicemente non ho superato la prova? Le risposte non esistono, si passa alle domande esistenziali.
Di fronte a me ci sono ancora tante cose belle, ma per potermele godere devo fare un grosso gesto. Eliminare la superbia, essa mi tiene incatenato ad un ego di dimensioni spropositate. Senza di lei sarò libero di accettare ogni cosa e godermi la bellezza della vita. La sera giunge al termine e ritorna il giorno, il momento adatto per osservare tutto quello che c’è di positivo. Uccidere la superbia è stato facile, mi è bastato essere sincero per liberarmi di un grosso peso. Ora sono felice, sono libero, sono pronto ad iniziare una vita senza la peggior accompagnatrice che esista.
Superbia, ti ho lasciato dietro di me, so che cercherai di seguire le mie ombra, ma ormai sei morta, non ho bisogno di te. L’umiltà è la carta vincente, con essa vivrò le mie giornate, sorridendo alla luce del Sole e guardando la Luna di notte. Felice, voglio essere felice, ora credo di esserlo. Grazie, o vita, per avermi fatto scoprire quanto tu sia bella.
Sono vivo, vivo, vivo!