«La differenza l’hanno fatta i grandi campioni dell’Inter»
Nonostante la sconfitta, Gigi Cagni elogia la sua squadra
ARRIVA IN SALA STAMPA in compagnia dei «Fichi d’India», che oltre a fare i comici, ora fanno anche giornalisti. Sorride Gigi Cagni, e non lo fa perchè si trova in compagnia di due che basta guardarli... No, il tecnico bresciano è contento della prova della squadra. Sapeva benissimo che a San Siro non sarebbe stato facile, nonostante l’Inter non fosse al 100%. La sua squadra ha interpretato al meglio la partita, ma ha commesso forse qualche errore di troppo. Però, non sono stati questi a far la differenza, non per Cagni almeno...
«COME SPESSO accade in queste partite — spiega il tecnico azzurro — a cambiare le carte in tavola ci hanno pensato i grandi campioni. Prima Julio Cesar, che ci ha chiuso la porta, e poi Recoba, che ha aperto la nostra con un numero da circo, ci hanno steso. Ma sono molto soddisfatto della prova generale della squadra, se è questo che vi interessa. Sono uscito dal campo senza rimpianti, del resto giocavano coi campioni d’Italia». Una squadra, quella nerazzurra, che ha sicuramente dimostrato di essere la più forte, ma che stasera... «Non era al 100% — prosegue ancora Cagni — e, probabilmente, se avessimo mantenuto più a lungo il risultato di parità, la gara sarebbe anche potuta finire in maniera diversa. Se andiamo a contare le occasioni da gol che ci sono state nell’arco della partita, il bilancio è in nostro vantaggio». Gli azzurri però hanno perso. Merito dei campioni, d’accordo, ma come si può non sottolineare i tanti errori in difesa commessi dagli azzurri? Si parte dal primo gol, con Eder che si dimentica di scalare, Raggi che si accentra e Cruz che segna tutto solo, al 2-1 firmato Recoba, figlio di un errore piuttosto evidente, ma perdonabile, di Bassi. «Io penso che la mia squadra — spiega Cagni — sia entrata in campo col piglio giusto. Abbiamo interpretato bene la partita fino al gol dell’Inter. Lì abbiamo perso un pò di equilibrio, ma ripeto: sono soddisfatto della prova dei ragazzi».
TORNANDO a parlare delle tante occasioni da gol create dalla sua squadra, Cagni parla di cinismo. Quello che è mancato agli azzurri, abili a imbastire trame di gioco da applausi, ma altrettanto imprecisi in fase di conlcusione. «Non credo che si tratti di questo — spiega ancora Cagni — penso piuttosto che ci manchi un pò di qualità, personalità e palleggio in certe situazioni. Quando giochi contro squadre del calibro dell’Inter, non puoi certo permetterti di sbagliare così tanto». Fortuna che i prossimi avversari degli azzurri non saranno così forti, almeno sulla carta. «Dobbiamo incontrare squadre più abbordabili — ammette Cagni — ma questo non significa che il nostro sia un compito più facile. Per carità, non significa neanche che faremo sconti: dobbiamo andare in Coppa Uefa, per chi se ne fosse dimenticato». Nessuno, crediamo. Anche se gli azzurri dovranno fare i conti con le motivazioni di chi arriva a quattro gare dal termine della stagione con l’acqua alla gola. In questo senso, il successo del Catania (prossimo avversario dell’Empoli) a Udine non può che far piacere a Cagni. E quando i «Fichi d’India» gli chiedono un aggettivo per descrivere la sua squadra lui risponde, molto semplicemente, «strepitosa».
di TOMMASO CARMIGNANI la nazione
Il rammarico di Raggi: «Non voleva proprio entrare»
«ABBIAMO DIMOSTRATO CARATTERE, e probabilmente non meritavamo di perdere, almeno fino al gol del loro 2-1». Andrea Raggi non ci sta, il suo rammarico è piuttosto evidente perchè si rende conto dell’ottima prova della sua squadra. Certo quegli errori in difesa, però... «Abbiamo concesso qualcosina — spiega ancora Raggi — e voi sapete meglio di me che contro questi campioni gli errori si pagano cari. Vorrei però sottolineare ancora una volta la grande prova della squadra: non ci siamo emozionati di fronte allo stadi pieno e abbiamo messo in campo grinta e determinazione. Purtroppo quella palla non ne voleva proprio sapere di entrare...»
la nazione
Vannucchi: «Esterno? Meglio al centro»
«UN GRANDE EMPOLI per un’ora, poi la qualità dei nerazzurri è venuta fuori, e per noi non c’è stato niente da fare». C’è grande sconforto anche sul volto del capitano. perchè Ighli Vannucchi è lucido nel riconoscere i meriti avversari, ma allo stesso tempo non può non elogiare la prova della sua squadra. «Abbiamo tenuto testa ai campioni d’Italia, creando addirittura tante palle gol. E’ davvero un peccato. La mia prova? Nel primo tempo, quando giocavo sulla fascia, mi concedevano spazio, ed io riuscivo ad andare via con una certa facilità». Già, la fascia. Croce e delizia di Vannucchi... «E’ andata bene — conclude — a testimonianza del fatto che posso giocare anche lì. Ma solo talvolta, perchè al centro mi trovo meglio. E’ lì che posso esprimere al meglio il mio potenziale».
Da un giocatore tecnico a un altro, ecco il pensiero di Eder, il ‘quasi’ debuttante... «Trovarmi in uno stadio così — spiega il brasiliano — è un’emozione bellissima, anche se in passato ho giocato al Maracanà. Come ho giocato? Era tanto che non scendevo in campo, sono abbastanza soddisfatto di come è andata. Alla fine ero un pò stanco, ma va bene così. Adesso spero che il mister abbia ancora bisogno di me. Se sarà così, gli faccio sapere che sono a completa disposizione».
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I rimpianti di Davide Moro «Dovevamo fare più gol»
«PECCATO, POTEVA ANDARE MEGLIO». Davide Moro, uno dei migliori nella gara del «Meazza», non usa giri di parola nel dopo-partita... «Abbiamo avuto molte occasioni — dice il mediano — e penso che l’Empoli abbia disputato un’ottima partita contro una formazione come l’Inter che è fortissima. Loro un po’ scarichi? Può darsi ma restano grandi campioni. Resta il rammarico perchè potevamo e dovevamo fare più gol. Purtroppo non ci siamo riusciti in un primo tempo nel quale abbiamo giocato molto bene e loro, poi, ci hanno punito quando abbiamo commesso qualche errore. Comunque ci tengo a dire che fino al loro terzo gol noi c’eravamo e stavamo giocando la partita. Non credo che siano state molte le squadre capaci di venire a fare altrettanto a Milano». Sarebbe cambiato qualcosa con quel rigore non concesso? «Chi lo sa, forse. Chi lo può dire? Al di là di questo, comunque, è importante che l’Empoli abbia dimostrato di essere una squadra viva, pronta a dare il tutto per tutto nelle quattro partite che ancora restano». Il sogno Uefa resta quindi sempre vivo? «Sicuramente. Dobbiamo giocare le gare che ancora restano con la cattiveria che sappiamo tirare fuori quando conta, tirare fuori quelle armi che ci ha permesso di arrivare dove siamo. Facciamo più punti possibile e poi vedremo».
La chiusura è scontata: concordi con chi ti ha definito il migliore in campo? «No, è stato l’Empoli a giocare alla grande, non il sottoscritto».
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