«Sì, è forse il mio anno migliore»
Ighli Vannucchi è sempre più il leader di una squadra da record
UN POTENZIALE grande giocatore lo è sempre stato: ora, man mano che passa il tempo, la fisionomia del capitano sta assumendo sempre di più i toni del leader. Ighli Vannucchi è un calciatore completo, uno che oltre a fare bene il proprio mestiere, sa prendere per mano i propri compagni nei momenti di difficoltà e trascinarli quando c’è da fare piazza pulita degli avversari. Chiedergli se per lui è questo l’anno della consacrazione viene insomma più che naturale...
«Probabilmente sì — ammette lo stesso Vannucchi — anche perchè arriva in concomitanza con una stagione super da parte della squadra. Le mie prestazioni sono forse le migliori di sempre, ma i meriti personali vanno senz’altro divisi con quelli dei compagni».
Adesso però c’è da rialzarsi dopo una sconfitta...
«Ci stava. Anche se l’Empoli, a mio avviso, ha disputato un’ottima partita. Fare risultato a San Siro, contro un Milan così, non è facile per nessuno».
Merito loro o demerito vostro?
«Indubbiamente abbiamo commesso degli errori, ma io penso che siano stati bravi loro a farceli commettere. Sapevamo che non sarebbe stato facile e una volta in campo ne abbiamo avuto la testimonianza».
Come giudichi la prestazione?
«Abbastanza bene. Non dimentichiamoci che avevamo pareggiato, e che nella ripresa abbiamo avuto un’altra occasione importante per riaggiustare di nuovo la partita. Di sicuro, prendere gol un attimo dopo averlo segnato ci ha tagliato le gambe, ma come ho detto in precedenza è una sconfitta che alla lunga ci può stare».
Parliamo del gol di Saudati: come è venuto fuori?
«Ho visto che i difensori del Milan si erano piazzati in area, ho guardato Saudati e ho capito che mi chiedeva il pallone. Gliel’ho pssato, ed è venuto fuori un gran gol».
Tutto molto semplice...
«Insomma...»
Parliamo della trasferta di Cagliari...
«Un’altra sfida insidiosa. Loro vengono da un risultato importante, sono sicuro che vorranno dargli continuità. Anche noi, però, ci teniamo a fare risultato».
Dopo i sardi affronterete l’Atalanta, mentre la Sampdoria, che domenica va a Roma, incontra l’Udinese: troppo complicato?
«Io penso che la possibilità di incrementare il vantaggio ci sia, ma penso anche che non sia facile. La Sampdoria affronterà due squadre difficili, ma anche le nostre avversarie non scherzano: perciò, sarà importante rimanere concentrati per non esaurire il vantaggio che abbiamo».
È vero che l’avversario più temibile per l’Empoli è se stesso?
«È naturale che i risultati passino da noi. L’importante sarà rimanere su questi livelli fino alla fine».
di TOMMASO CARMIGNANI la nazione
LE ULTIME DAL CAMPO IL FORTE DIFENSORE HA ACCUSATO UN PROBLEMA AL GINOCCHIO
Lucchini stop, qualche dubbio sulla formazione
VOLTI SERENI, nonostante la sconfitta di sabato a San Siro, alla ripresa degli allenamenti ieri pomeriggio. La squadra si è ritrovata sul centrale agli ordini del tecnico Cagni, che ha impegnato i suoi in una serie di esercitazioni atletiche prima della consueta sfida in famiglia a metà campo. Assente giustificato Antonio Buscè, che ha beneficiato di un giorno in più di permesso. A disposizione tutti gli altri, almeno fino a dieci minuti circa dalla fine della seduta. E cioè da quando Stefano Lucchini ha abbandonato la partitella per un problema al ginocchio. Una leggera torsione dell’arto rimediata nell’effettuare una chiusura: adesso le sue condizioni verranno valutate meglio, per capire qualcosa in più sui tempi di recupero.
PER QUANTO riguarda la formazione, è però ancora presto per effettuare le dovute valutazioni. Nonostante l’assenza forzata di Pozzi, ai box per squalifica dopo l’ammonizione rimediata a San Siro, non è certo l’impiego di Matteini, anche se quello dell’attaccante livornese sembra comunque l’innesto più sensato. Con lui in campo, Cagni potrebbe sfruttare le due punte, ma anche e soprattutto il vecchio, caro, 4-2-3-1. Tutto dipenderà dalle intenzioni del tecnico bresciano, che potrebbe anche decidere di adottare uno schema un pò meno offensivo.
SE COSÌ fosse, largo a Marianini a centrocampo, con Vannucchi largo a sinistra e Almiron sulla trequarti. Nè più nè meno quello che è successo nel secondo tempo a San Siro, quando lo stesso Almiron si è procurato quella clamorosa occasione per pareggiare. L’impressione infatti è che in quel ruolo l’argentino si trovi più a suo agio, o comunque meno nascosto che a centrocampo, dove anche sabato ha fatto vedere ben poco. Oggi infine allenamento pomeridiano: appuntamento alle 16,00 al Castellani.
t.c. da la nazione