Paolo De Luca e' morto stamani a Napoli, intorno alle 8. L'ex presidente e azionista di maggioranza del Siena era malato da tempo, anche se non aveva mai smesso di occuparsi da vicino della societa' bianconera.
Era arrivato nell'estate 2000, rilevando il 40 per cento delle azioni da Giovambattista Pastorello all'indomani della promozione in serie B e iniziando una straordinaria avventura che si e' chiusa formalmente proprio ieri, con la cessione del suo 96,25 per cento alla CredSec spa guidata da Giovanni Lombardi Stronati e a una cordata di imprenditori senesi. Le sue condizioni di salute erano peggiorate negli ultimi giorni, ma la scorsa notte si sono aggravate in modo irreversibile fino al decesso di stamani, come se il distacco da quello che definiva sempre 'un grande amore' avesse spento le ultime resistenze contro il male che avanzava. De Luca, ingegnere napoletano, aveva 64 anni, compiuti il 12 febbraio. Sposato, con quattro figli, aveva assunto la guida del Siena per pagare un debito di riconoscenza con la citta' dove, ricordava con emozione, era stato curato a lungo il figlio Alessandro. Gli altri tre, Ciro, Dario e Selvaggia, erano stati coinvolti in vari ruoli nella gestione del club.
Un ingresso a pieno titolo al timone della societa' che Paolo De Luca non aveva fatto subito, al momento dell'acquisto delle azioni, ma solo nel gennaio 2002, quando aveva assunto la presidenza. Da quel momento, con la squadra in pessime acque nel torneo di serie B, inizio' la risalita che avrebbe portato il Siena a vincere il campionato cadetto successivo, nella stagione 2002/2003, approdando per la prima volta nella sua storia in serie A, dove avrebbe celebrato il centenario dalla fondazione nel 2004. Tanti momenti di soddisfazione accompagnati dalla grande passionalita' di De Luca, pronto a correre in lacrime sotto la curva dei suoi tifosi dopo una vittoria come a lanciare proclami coinvolgenti: dalla squadra 'con gli occhi della tigre', agli slogan 'Una lucida follia' e 'Sogniamo la serie A' per la campagna abbonamenti dell'anno della promozione, fino ai piu' recenti propositi di approdare in Europa.
Il gusto per la battuta e lo sfotto' lo aveva portato anche a qualche polemica a distanza con alcuni colleghi: celebre quella, poi ricomposta, con Adriano Galliani nata dall'affermazione 'vogliamo battere il Milan perche' siamo una squadra di sinistra'. Ha lasciato la squadra all'apice della sua storia calcistica, al quarto anno consecutivo di serie A. Un regalo straordinario per ripagare la citta' con la quale si sentiva in debito.
ansa
istrionico,un personaggio.... lo ricordo andare sotto la curva del siena ad empoli....ha regalato un sogno, il sogno della serie A al Siena....
condoglianze alla famiglia