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Intervista a Athos Bagnoli, Unione Clubs

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    CLAY60
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    Registrato il: 06/06/2005
    Città: VINCI
    Compagno di Muro
    00 31/07/2006 11:09
    Ottima sintesi, Alex!
  • Alex ven.
    00 31/07/2006 08:41
    Concordo con Zeman, essere tifosi anzi consiste anche nell'andare contro la Società, qualora s'abbia l'impressione che agisca male, danneggiando la nostra maglia, e poi ricordiamocelo sempre, i tifosi le cose le fanno col cuore e per passione, la Società e tutto ciò che gira intorno ad essa (giornalisti, dirigenti e roba varia) ha sempre ritorno economico............
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    zeman!
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    Registrato il: 23/06/2005
    Compagno di Muro
    00 30/07/2006 10:04
    con tutta la stima e il rispetto che ho per athos,e per coloro che si impegnano giornalmete o quasi perchè il coordinamento funzioni....e funzioni bene.....quasi sempre.....

    mi permetto di dire che non credo, che grazie alla sua intercessione, magari pressante intercessione,io vedrò l'empoli ad empoli.......lo vedrò ad empoli solo e soltanto perchè era più conveniente economicamente, in prima istanza e sportivamente in seconda battuta......

    quindi io non la rigrazio per lo sforzo fatto per restare al castellani, anzi aggiungo non è il centro di coordinamento si è troppo appiattito sulle linee di condotta dettate dal presidente.......essere tifosi non implica non poter mai dire una parolina,nei modi giusti.....ma in dissenzo con il presidente.....
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    WEB RE1976
    Post: 934
    Registrato il: 28/05/2005
    Città: EMPOLI
    Compagno di Muro
    00 28/07/2006 19:23
    L'Intervista di Athos Bagnoli pubblicata da CALCIOTOSCANO.COM

    Empoli, intervista a Bagnoli, presidente dei club azzurri:"Peccato per quella "maledetta" licenza Uefa..."
    Il presidente del coordinamento club azzurri, voce del tifo empolese, Athos Bagnoli racconta a Calciotoscano il pensiero dei tifosi dell'Empoli dalla mancata licenza Uefa alla vicenda stadio fino alle prospettive per la prossima stagione:"Sta crescendo una nuova generazioni di tifosi azzurri con l'Empoli, molto più attaccati alla nostra grande piccola realtà".

    Athos, innanzitutto una domanda d’obbligo: cosa ha provato quando, nel giro di poche ore, ha visto nascere e tramontare il sogno della coppa Uefa. Per una cittadina come Empoli sarebbe stato un traguardo storico, ma quella licenza… Veramente, sul momento, quando ho ricevuto la notizia, ho provato un’emozione indescrivibile. Mi è tornato alla mente quel lontano giorno di venti anni fa quando, anche allora in seguito ad una sentenza sportiva, l’Empoli calcio approdò per la prima volta nella sua storia in Serie A. Ho pensato che il miracolo potesse ripetersi all’ennesima potenza con una sentenza sportiva che ci faceva volare in Europa. Per un piccolo centro come Empoli, esibirsi sui grandi palcoscenici europei sarebbe stato un traguardo davvero incredibile. Poi, però, c’è stato il brusco ritorno a terra. Tutto per una “maledetta” licenza. Sinceramente, più che addossare responsabilità alla società che non poteva immaginarsi il profilarsi di uno scenario simile quando era il momento di presentare la domanda, direi che non c’è stata la volontà da parte della Federazione né della Uefa di sostenere l’ingresso in Europa dell’Empoli. Ed infatti l’esito del secondo grado del processo, con il Milan riammesso in Champions, ha confermato che non c’era interesse ad appoggiare la legittima richiesta della nostra società. Peccato, peccato davvero…

    Torniamo alla realtà dei fatti. L’Empoli è chiamata a bissare la salvezza dello scorso anno. Cosa si aspettano i tifosi azzurri da Gigi Cagni e dai suoi ragazzi?
    I tifosi azzurri si aspettano la serie A. Che, tra l’altro, sarebbe un altro traguardo storico, perché nelle tre esperienza precedenti nella massima serie, dopo una salvezza ottenuta al primo anno, il secondo anno di A ci ha sempre “detto male”, condannandoci alla retrocessione. Quest’anno i presupposti ci sono, sappiamo che non sarà facile permanere in A ma siamo fiduciosi. La squadra non ha fatto grossi acquisti, ma non è neppure cambiata molto. Il gruppo è solido e l’allenatore capace. Speriamo vivamente di smentire il tabu che al secondo anno di A ci vuole in B. Noi ci crediamo.

    Tavano sì, Tavano no. Come sta vivendo la tifoseria la vicenda della cessione di Tavano?
    Egoisticamente parlando sarebbe bello che rimanesse ad Empoli. Bello ed anche importante, visto che l’Empoli senza Tavano perderebbe gran parte della sua fantasia e del suo estro. Certo, non mi meraviglierei se Ciccio partisse verso lidi più blasonati. Del resto, è suo diritto provare a cimentarsi in palcoscenici di lustro. Tavano ci ha fatto divertire molto. La speranza che continui a farlo per un altro anno, è inutile negarlo, c’è. Ma sappiamo che questo potrà anche non avvenire e non ci facciamo illusioni. Siamo abituati ad avvicendamenti di questo genere.

    A proposito di quanto ha appena detto, deve essere difficile per una tifoseria come quella empolese legarsi a qualche giocatore in particolare visto che, ogni volta che un astro sorge sotto la stella azzurra, il passaggio successivo ad una grande del calcio è praticamente scontato. Tutto questo vi unisce nell’attaccamento alla maglia, più che ai singoli, oppure sentite la mancanza di una bandiera?
    Senza dubbio, questo ci lega di più alla nostra squadra. Noi tifiamo per l’Empoli, non per un singolo. Ci uniamo intorno alla nostra piccola, grande Empoli. Una cittadina intera che gioca a calcio, questo è il nostro approccio. E, pensandoci bene, abbiamo anche le nostre bandiere. Che non saranno grandi campioni o numeri 10, che appunto dopo un anno o due in grande ad Empoli migrano verso grandi club, ma sono comunque bandiere che, forse meglio di altre, rappresentano la nostra Empoli. Penso ad uno come Ficini, che fa della combattività il suo stile di stare in campo e fuori. È in giocatori come questi che la tifoseria si riconosce. Gente che induce ad attaccarsi alla maglia. Non ad altro.

    Empoli è un centro con poco più di 40.000 abitanti. Firenze è ad un passo e i tentacoli della Fiorentina arrivano anche al circondario empolese. Non deve essere facile motivare, gestire e far crescere, anche quantitativamente oltre che qualitativamente, una tifoseria in un contesto così difficile.
    È vero, è difficile organizzare il tifo ad Empoli. A volte, sinceramente, non è neppure troppo gratificante anche perché il tifoso empolese medio è abbastanza freddino e fa fatica ad entusiasmarsi per i traguardi calcistici della nostra squadra. Ok, una salvezza non sarà uno scudetto ma per Empoli è importante centrare questi obiettivi e non sempre gli empolesi, se non i veterani della gradinata e gli ultras più appassionati, lo capiscono. Questo è dovuto anche al fatto che, fino a non molti anni fa, i nostri tifosi in realtà si dividevano in più affetti perché magari, oltre all’Empoli che oscillava tra serie A e campionati di cadetteria, tifavano una grande del calcio, Juve, Milan, Fiorentina o Inter che fosse. Adesso, invece, l’Empoli sta dimostrando a tutti che è capace di mantenersi su livelli alti e, in virtù di ciò, sta nascendo una nuova genìa di tifoso azzurro: non più “empolese di rinterzo”, come rincalzo, ma empolese nel cuore. Solo e soltanto tifoso empolese, questa è la trasformazione che sta avvenendo e l’obiettivo a cui anche noi, come coordinamento, puntiamo. Speriamo che i risultati della squadra ci aiutino nell’arduo compito.

    Veniamo alla vicenda stadio. Dal rischio di giocare a Firenze ai lavori del Comune, che tuttavia non hanno accontentato in pieno la società, che perderà la mutualità a causa dell’impianto che avrà meno di 20.000 posti. Qual è il parere dei tifosi? Forse uno stadio da 20.000 posti non avrebbe aiutato neppure voi, dato che già è complicato riempirne uno da 15.000.
    Il discorso è proprio questo. Per noi non ha senso giocare in uno stadio da 20.000 posti, ma neppure da 16.000. Sarebbe sufficiente un impianto moderno con una capienza di 10-12.000 posti. Purtroppo, le leggi del calcio sono quelle che sono, non tengono conto delle peculiarità delle singole realtà e irrigidiscono i meccanismi. Del resto, se mai ce ne fosse stato il bisogno, anche il processo di Calciopoli, appena conclusosi, ha confermato che le leggi del calcio e chi le interpreta non aiutano a creare ordine ma, semmai, aumentano il caos. Occorrerebbe, in questo senso, più elasticità e, per esempio, la mutualità per una società come Empoli dovrebbe prescindere dai posti dello stadio. Speriamo che questo nuovo corso, sinceramente non iniziato sotto i migliori auspici, molli la rigidità e venga incontro alle istanze sacrosante della nostra Società.
    Dal nostro punto di vista, il top sarebbe riuscire ad avere un impianto nuovo, intorno ai 15.000 posti, sul modello di Cesena o di Modena tanto per citare alcuni standard ideali, che peraltro potrebbe divenire un’avanguardia in Toscana dove gli stadi delle altre squadre, Fiorentina compresa, non brillano certo per bellezza. Eliminare la pista di atletica e optare per uno stadio all’inglese sarebbe l’ideale. Del resto, se finora il nostro Castellani era stato un fiore all’occhiello per la polivalenza che garantiva con la pista di atletica, adesso i tempi sono cambiati ed ogni disciplina sportiva ha bisogno dei suoi spazi. Perciò, l’obiettivo a cui tendere è la costruzione di un impianto di atletica praticabile tutta la settimana e di uno stadio di calcio rispondente alle nuove esigenze. A questo proposito, devo dire che l’Empoli calcio ci sta mettendo del suo ed è decisa ad investire per una scelta di questo tipo. Mi auguro che il Comune sia su questa linea e faccia altrettanto: lo stanziamento varato dal Consiglio Comunale alla fine del maggio scorso per la ristrutturazione dello stadio fa ben sperare. Speriamo che alla volontà politica di tutti i soggetti coinvolti, seguano i fatti.

    Ultimo, ma non per questo meno importante: lanci un messaggio a tutti i tifosi azzurri per la prossima stagione.
    Il messaggio è chiaro: fare gli abbonamenti e crederci. Non è di poco conto lo sforzo che, come coordinamento dei club, abbiamo fatto per difendere il Castellani. La società, infatti, in un primo momento, per la vicenda della mutualità, voleva trasferirsi a Firenze per le partite casalinghe. Noi ci siamo battuti convintamente perché questo non avvenisse e alla fine abbiamo avuto la meglio. Adesso tutta Empoli deve dare una risposta, deve esserci ed esserci con passione. È vero, il leggero aumento del costo dell’abbonamento non ci aiuta e, sinceramente, ci fa anche un po’ dispiacere, ma tutti insieme dobbiamo fare in modo che l’Empoli riceva il sostegno necessario per rimanere in serie A. Per una città come la nostra, non è solo una questione di competizione sportiva. C’è in ballo l’identità e il desiderio di essere empolesi, senza sentirsi inferiori a nessuno.