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SECONDA PARTE



Il mambo nella danza sportiva

Per merito di musicisti grandi e piccoli, prima americani e dopo anche europei, dal 1950 in poi il mambo si diffuse in tutto il mondo, ottenendo ovunque notevole successo. Come ballo fu apprezzato dagli esperti e dalle masse, per i movimenti scattanti e per le ricche figure coinvolgenti. Anche quando il boom come genere musicale ha cominciato a declinare, a metà degli anni Sessanta, il mambo-ballo ha continuato ad avere una sua storia ed un suo posto preciso nel panorama della danza sportiva.

Nella esecuzione del mambo sono impegnate tutte le parti del corpo: per questo motivo, dovunque è approdato, ha avuto un grande seguito di appassionati. Oltre ad essere un grande ballo, è un modo piacevole ed armonioso per fare movimento e mantenersi in forma.

Il ventaglio ritmico del mambo oscilla attualmente dalle 46-48 battute al minuto proposte da Iris Del Carmen Calzado Puentes e Luigi Marini (LA TECNICA DELLE DANZE CARAIBICHE, 1995), alle 46-50 consigliate da Gianni Cugge e Andrea Mariani (I BALLI LATINO-AMERICANI CARAIBICI, 1999). Nel corso dei decenni passati è stato suonato anche a ritmi più veloci. Per questo motivo, molti ballerini ne hanno contestato, in diverse occasioni, la eccessiva velocità. A ritmi elevatissimi, solo i competitori riescono a ballarlo armoniosamente. Per i comuni mortali diventa impossibile, dato che oltre le 50 battute al minuto, il mambo si trasforma in un vero e proprio ballo acrobatico. Non è sbagliato suonarlo a 40-44 battute al minuto, come fino a qualche anno fa proponevano gli stessi Maestri Iris Del Carmen Calzado Puentes e Luigi Marini (LE DANZE CARAIBICHE a cura di Katy Mandurino).



Il MAMBO è inserito, assieme a MERENGUE e SALSA nella disciplina italiana denominata DANZE CARAIBICHE, secondo l'articolazione voluta dalle Associazioni dei Maestri di ballo che costituiscono il CIDS. La FIDS, invece, ha istituito la disciplina BALLI SUDAMERICANI, aggiungendo alle tre danze suddette Bachata e Rueda. La IDO (International Dance Organization) inserisce i tre balli Mambo, Merengue, Salsa nel gruppo DANZE TRADIZIONALI INTERNAZIONALI, assieme ad altre danze (vedi settore IDO&WRRC).

A parte i programmi ufficiali, adottati in Italia per le competizioni e per il conseguimento del diploma di maestro, esistono decine di pubblicazioni e videocassette, e centinaia di figure elaborate in vari paesi, soprattutto negli USA.

A proposito delle figure di base, è interessante ricordare che nel manuale LA TECNICA DELLE DANZE CARAIBICHE di Iris Del Carmen Calzado Puentes e Luigi Marini (adottato dall'ANMB) se ne ipotizzano cinque: Passo Battuto

Calcio

Calcio twist

Chassè

Sforbiciata.
Le modalità di esecuzione di queste cinque basi sono riportate alla voce MAMBO, nella sezione DANZE CARAIBICHE.


Gli statunitensi considerano il Mambo una danza appartenente alle loro tradizioni nazionali. Per questo motivo lo hanno inserito nelle danze di stile americano raggruppate nella categoria Rythm. Essi hanno dedicato, nel corso dei decenni, molta attenzione a questo ballo, favorendone la vocazione di incrocio fra melodie del Sud e ritmi del Nord America. Non a caso il mambo, da quando è nato nella sua forma moderna, si è espresso attraverso una molteplicità di combinazioni e di motivi, più veloci e meno veloci. I Maestri Pietro Mormino e Piero Di Liberto nel libro Codice della danza e del ballo (Palermo, Domino Editore, 1955), ci ricordano il bolero mambo, il mambo batirì, la guaracha mambo. Tagliando le danze con l'accetta, essi affermano che questi balli combinati "non sono altro che boleri, guaracha, ecc., poichè il ritmo supera la melodia. Il vero Mambo, quello creato dal celebre pianista e direttore d'orchestra Damaso Perez Prado, ha il tempo del fox moderato".

In più occasioni si è ventilata l'ipotesi di inserire il mambo nella disciplina Danze Latino-Americane, estrapolandolo dalle danze caraibiche. In verità questo è un vecchio sogno di molti rappresentanti della danza USA, i quali vorrebbero portare il mambo alle Olimpiadi. L'unico modo per riuscirvi sarebbe solo quello di inserirlo nelle danze internazionali (olimpiche) portandone il numero da 10 a 11. Per capire e giustificare questo disegno americano si deve valutare il legame affettivo che lega gli statunitensi al mambo. In realtà, quando definiamo il mambo una danza caraibica, diciamo mezza verità. L'altra metà del vero è che il mambo si è fatto Danza con la D maiuscola proprio negli USA. Possiamo dire, obiettivamente, che:

Il mambo è cubano perchè a Cuba esso è stato concepito, e perchè Perez Darnase Prado è cubano. Il Tropicana Night dell'Avana è stato il primo locale in senso assoluto in cui il mambo, appena nato, fu presentato nel 1943, mentre tutto il mondo era immerso nella guerra. Ma il mambo era, appunto, appena nato. Doveva crescere e diventare grande.

Il mambo è americano perchè negli USA è diventato grande. Il Palladium Ballroom, la più grande sala esistente al mondo, a quei tempi, fece del mambo di Perez Darnase Prado la danza più bella e più amata di tutti i tempi.







Solo due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana e non sono sicura della prima