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Il Comunismo è una Dittatura?

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    daetil
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    00 12/07/2006 00:52
    Re:

    Scritto da: Pertinax 11/07/2006 19.57
    no lui è uno storico fascista, mica si interessa delle cose serie [SM=x751525]



    Veramente costruttive le tue frecciatine.

    saluti
    Daetil

    [Modificato da daetil 12/07/2006 1.29]

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    Pertinax
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    00 12/07/2006 09:31
    il comunismo è una dittatura?


    Una delle accuse più infamanti da sempre mosse al comunismo è di essere una dittatura, avversa ad ogni forma di democrazia e di libertà: Marx stesso parla di “dittatura del proletariato” con l’idea che il movimento operaio debba imbracciare le armi e scendere sulle piazze per abbattere il sistema capitalistico e instaurare un governo dittatoriale capeggiato dal movimento operaio stesso. Tuttavia, la “dittatura del proletariato” delineata da Marx non è il fine ultimo a cui aspira il comunismo, ma è, piuttosto, una fase transitoria che, nel tempo, verrà superata. Marx è infatti convinto che le idee, da sole, non siano in grado di mutare la realtà: viceversa, si tratta di cambiare la realtà per far mutare le idee, giacchè esse sono un prodotto della realtà stessa ( “ non è la coscienza che determina la vita, ma la vita che determina la coscienza ”); e una volta cambiato l’assetto della realtà attraverso la rivoluzione, e dunque instaurato dittatorialmente il regime comunista, muteranno necessariamente anche le idee dominanti, proprio perché esse “ non sono altro che l'espressione ideale dei rapporti materiali dominanti, sono i rapporti materiali dominanti presi come idee ”. Le nuove idee dominanti verranno così ad adattarsi alla nuova realtà storica: nel momento in cui nelle coscienze regnerà l’ideologia comunista e sarà stata abbattuta la divisione in classi degli uomini (e lo sfruttamento che la caratterizza), allora anche lo Stato perderà di significato e dovrà inevitabilmente estinguersi; esso, infatti, altro non è se non lo strumento con cui, nella storia, una classe ha di volta in volta dominato le altre ed è naturale che con l’abolizione delle classi scompaia anche lo strumento mediante il quale esse si dominano a vicenda. Venute meno le classi e, con esse, lo Stato, cesserà di esistere anche la dittatura del proletariato sulle altre classi, proprio in virtù del fatto che non ci saranno altre classi: si esce così dalla fase di dittatura del proletariato per passare a quella ultimale di anarchia, vero obiettivo del comunismo; con l’anarchia torneranno a pulsare con vigore la libertà e la democrazia diretta e l’intera macchina statale finirà “ nel posto che da quel momento le spetta, cioè nel museo delle antichità accanto alla rocca per filare e all'ascia di bronzo ” (Engels, “L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato”). Si possono anche fare altre considerazioni in merito: in primo luogo, è storicamente accertato che nessun Paese comunista sia mai riuscito a passare dalla fase a quella anarchica; proprio in questo (oltre al fatto che non si è riusciti a far dilagare la rivoluzione nel resto dell'Europa) risiede il grande limite della Rivoluzione Russa, che, dopo aver eliminato la divisione in classi e lo sfruttamento di matrice capitalistica, si è sempre più cristallizzata in un rigido e statico apparato dittatoriale che, con Stalin, è giunto al culmine. Altra considerazione, rivolta in particolar modo a tutti quelli che inorridiscono di fronte al comunismo per il suo carattere dittatoriale: ogni forma di governo, anche se può sembrar strano, è una dittatura di una classe sulle altre, giacchè lo Stato è sempre, come abbiamo detto, lo strumento di cui una determinata classe si serve per reprimere gli appetiti delle altre e per esprimere la propria egemonia. Per ciò dittature sono il fascismo, il nazismo, il comunismo (nella sua fase di “dittatura del proletariato”) ma anche la repubblica democratica, intesa come forma di tirannide ordita dalla borghesia a discapito di tutti gli altri ceti; a questo punto si obietterà che, nell’ambito della repubblica democratica, ciascuno è libero ed uguale di fronte alla legge. A queste obiezioni si può, molto semplicemente, rispondere che non ci sarà mai una reale uguaglianza giuridica e politica finchè non vi sarà anche l’uguaglianza sociale. Nella repubblica democratica, infatti, la disuguaglianza tra il lavoratore e il datore di lavoro non sussiste solo malgrado l’esistenza della libertà giuridica, ma, anzi, sussiste in virtù di essa, che consente al datore di lavoro di sfruttare i suoi operai. E’ vero che l’operaio è libero (e non costretto da sanzioni giuridiche) a vendere la propria forza-lavoro, ma se non la vendesse che cosa farebbe? Morirebbe di fame. L’operaio è dunque libero di scegliere il padrone che lo sfrutterà, è libero di non lavorare, cioè di morir di fame, è libero di lavorare 12 ore al giorno, cioè libero di morir di fatica. Allo stesso modo, di fronte alla legge, l’operaio e il capitalista sono uguali solo formalmente: il capitalista che vanta la possibilità di avvalersi dell’avvocato più costoso trionferà sempre e comunque sull’operaio che si vede costretto dalle ristrettezze economiche a schierare un avvocato d’ufficio. Se ne evince che la libertà della repubblica democratica e liberale, tanto acclamata, è solo fittizia: ma, nonostante ciò, non si tratta di aggiungere all’uguaglianza politica e giuridica quella sociale, come credono alcune frange socialiste. Al contrario, per via delle contraddizioni eclatanti affiorate dalle prime due forme di “libertà”, si tratta di abbattere con le armi la repubblica democratica e liberale, perché infetta da ferite insanabili, e sostituirla con la dittatura del proletariato, caratterizzata dalla spiccata uguaglianza sociale. Per ricorrere ad un’immagine alquanto efficace, occorre abbattere l’edificio della repubblica democratica, poggiante su fondamenta instabili, per costruirne uno nuovo: quello comunista. Si può poi far notare che il comunismo, nella sua fase transitoria di dittatura, è sì una dittatura, ma è una dittatura democratica, perché instaurata dalla stragrande maggioranza degli uomini a vantaggio della stragrande maggioranza degli uomini. E si differenzia dalle altre dittature (tipo quella nazista e fascista) non solo perché è temporanea, ma anche per gli obiettivi a cui aspira: si propone infatti di liberare l’uomo dalle catene della servitù e dello sfruttamento; e come di una cura medica si è soliti guardare non tanto alle modalità, quanto piuttosto ai risultati, allo stesso modo è bene non guardare alle modalità con cui il comunismo si realizza, ma ai risultati cui esso conduce. E nel nostro caso, la posta in palio, ovvero la libertà reale del genere umano e il debellamento di ogni forma di schiavitù, è così alta da meritare di essere ottenuta con qualsiasi terapia, anche con le armi. E che si arrivi alla rivoluzione non dipende tanto dalla volontà delle classi subalterne, sfruttate all’esasperazione, quanto piuttosto dalle stesse condizioni generate dal sistema capitalistico.










    non è la terra natale la vera Patria, ma soltanto quella in cui l'Uomo riesce ad esprimere
    il suo animo integrandosi serenamente in una comunita della quale condivide effetti ed idee
    Euripide - Medea




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    00 12/07/2006 18:18
    Re: Re: Re:

    Scritto da: daetil 12/07/2006 0.49

    Magari invece ho letto marx. E magari anche qualche libro di storia. Vuoi negare le stragi perpetrate dai governi comunisti? Pol Pot non ha fatto qualche milione di morto su 7 milioni di abitanti?

    saluti
    Daetil



    Se avessi letto veramente Marx non potresti affermare che "Il comunismo è una dittatura". Se avessi letto Marx capiresti quanto c'entra Pol Pot & C. col comunismo. Mi sembra che la tua unica fonte resta Silvio.










    Chi non conosce la storia è costretto a riviverla.
    "Contro la stupidità, neanche gli dei possono lottare" (Friedrich von Schiller)
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    daetil
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    00 12/07/2006 21:03
    Ma che c'entra marx è solo teoria è imposibile l'applicazione reale del marxismo. Ci sono le stesse possibilità di applicare la "citta del sole". Io parlo esclusivamente a livello pratico. Non mi pare ci sia mai stata una forma di comunismo scevra dalla dittatura. E poi adesso sento dire che Pol Pot non è comunismo una ventina di anni fa i comunisti ne andavano fieri. E su Mao addirittura c'erano adorazioni mistiche. Il libretto rosso veniva sventolato con adorazione dagli stessi che ora ne parlano male. Senza che abbiano fatto un minimo di mea culpa. Una domanda: secondo te uno che è critico verso il comunismo deve essere per forza berlusconiano?


    saluti
    Daetil
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    00 12/07/2006 23:17
    un ignorante è per forza berlusconiano









    non è la terra natale la vera Patria, ma soltanto quella in cui l'Uomo riesce ad esprimere
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    daetil
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    00 13/07/2006 03:36
    Re:

    Scritto da: Pertinax 12/07/2006 23.17
    un ignorante è per forza berlusconiano



    Prendo atto della tua educazione nelle risposte pertinax

    saluti
    Daetil
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    00 13/07/2006 09:53
    non mi riferivo certo a te, era una considerazione generica in risposta alla tua domanda [SM=x751524]









    non è la terra natale la vera Patria, ma soltanto quella in cui l'Uomo riesce ad esprimere
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    00 05/08/2006 12:45
    Filosoficamente non lo è, Marx ne morirebbe.





    E così, nelle operazioni militari:
    Se conosci il nemico e conosci te stesso, nemmeno in cento battaglie ti troverai in pericolo.
    Se non conosci il nemico ma conosci te stesso, le tue possibilità di vittoria sono pari a quelle di sconfitta.
    Se non conosci nè il nemico nè te stesso, ogni battaglia per te significherà sconfitta certa.
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    La storia nostra è storia della nostra anima; e storia dell'anima umana è la storia del mondo.
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    La fede è la più alta passione di ogni uomo. Ci sono forse in ogni generazione molti uomini che non arrivano fino ad essa, ma nessuno va oltre
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    00 20/08/2006 10:18
    Forse è stato scritto già da qualche parte, e premetto (e prometto) che leggerò al piu presto il Capitale, ma che ancora ignoro molto del libro.

    Ma, che io sappia, lo stesso Marx giustificava la dittatura come mezzo (non come unico mezzo, sia chiaro) per arrivare allo stato ideale.

    Quindi, se questo dovesse essere vero e purtroppo non ne sono sicuro, la messa in pratica del Marxismo non sarebbe dittatura ma..come dire..potrebbe accettarne la nascita.

    Ma ripeto, ho bisogno di conferme.
  • = L o r e n z o =
    00 06/09/2006 14:09
    Re: Re:

    Scritto da: Pertinax 11/04/2005 14.10


    sm1 sm1 sm1 come volevasi dimostrare... sma1

    [Modificato da Pertinax 11/04/2005 15.10]




    Però non hai risposto alle domande di dominus9.
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    Vuoi morire...
    00 06/09/2006 18:12
    che domanda?









    non è la terra natale la vera Patria, ma soltanto quella in cui l'Uomo riesce ad esprimere
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  • = L o r e n z o =
    00 07/09/2006 00:36
    Re:

    Scritto da: dominus9 11/04/2005 14.08
    Mi avete chiamato ed ecco il vostro caro mangiacomunisti.
    Allora voi dite che nel socialismo, a livello ideale, la dittatura del popolo è solo una fase di transizione verso il raggiungimento del "paradiso socialista", ma allora perchè tutti gli stati socialisti sono rimasti i questo stato di transizione? Perchè negli stati socialisti non c'è stata mai libertà vera, libertà di espressione e di dissenso?


    Questa domanda.
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    00 07/09/2006 00:44
    il raggiungimento del comunismo fu abbandonato a tempo indeterminato poco dopo la rivoluzione.
    la coscienza dei cittadini non consentiva una soluzione di questo genere. per fare un esempio marx vede il diritto in modo estremamente negativo ma come rinunciarci?
    diciamo che i requisti richiesti non c'erano, ma molti al giorno d'oggi rimpiangono la soluzione socialista, anche se solo di transizione









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    Pertinax
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    00 07/09/2006 18:34

    Scritto da: dominus9 11/04/2005 14.08
    Mi avete chiamato ed ecco il vostro caro mangiacomunisti.
    Allora voi dite che nel socialismo, a livello ideale, la dittatura del popolo è solo una fase di transizione verso il raggiungimento del "paradiso socialista", ma allora perchè tutti gli stati socialisti sono rimasti i questo stato di transizione? Perchè negli stati socialisti non c'è stata mai libertà vera, libertà di espressione e di dissenso?




    lo stato di transizione, il socialismo reale, fu abbandonato in urss dal presidium presieduto da kruschev, lo stesso dicasi per la cina che abbandono il socialismo reale, transitorio, quando i revisionisti presero il potere dopo la morte di mao. a cuba perdura ovviamente per i motivi che tutti conosciamo, cmq non c'è una data prestabilita per il passaggio al comunismo in quanto il passaggio deve prima essere al socialismo realizzato, ribaltando i rapporti abolendo la propieta privata dei mezzi di produzione e via dicendo... un processo lungo ovviamente, per esempio i capitalisti vogliono distrugere la res publica eppure sono già secoli che il mondo vive sotto la diddatura del capitale senza che questo passaggio sia avvenuto, fortunatamente.

    la libertà vera, per tutti non legata al censo, è esistita solo nei paesi socialisti per alcuni decenni, poi il revisionismo e l'opportunismo politico ha fatto si che la liberta diventasse per pochi e balle varie proprio come da noi... la liberta di espressione esiste sotto il socialismo ma non esiste la liberta di stampa per il semplice motivo che il quarto potere non è indipendente nei fatti ne svolge i propositi che gli assegnarono i rivoluzionari francesi, affatto.









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    00 07/09/2006 22:47
    Re:

    Scritto da: Pertinax 07/09/2006 18.34

    Scritto da: dominus9 11/04/2005 14.08
    Mi avete chiamato ed ecco il vostro caro mangiacomunisti.
    Allora voi dite che nel socialismo, a livello ideale, la dittatura del popolo è solo una fase di transizione verso il raggiungimento del "paradiso socialista", ma allora perchè tutti gli stati socialisti sono rimasti i questo stato di transizione? Perchè negli stati socialisti non c'è stata mai libertà vera, libertà di espressione e di dissenso?




    lo stato di transizione, il socialismo reale, fu abbandonato in urss dal presidium presieduto da kruschev, lo stesso dicasi per la cina che abbandono il socialismo reale, transitorio, quando i revisionisti presero il potere dopo la morte di mao. a cuba perdura ovviamente per i motivi che tutti conosciamo, cmq non c'è una data prestabilita per il passaggio al comunismo in quanto il passaggio deve prima essere al socialismo realizzato, ribaltando i rapporti abolendo la propieta privata dei mezzi di produzione e via dicendo... un processo lungo ovviamente, per esempio i capitalisti vogliono distrugere la res publica eppure sono già secoli che il mondo vive sotto la diddatura del capitale senza che questo passaggio sia avvenuto, fortunatamente.

    la libertà vera, per tutti non legata al censo, è esistita solo nei paesi socialisti per alcuni decenni, poi il revisionismo e l'opportunismo politico ha fatto si che la liberta diventasse per pochi e balle varie proprio come da noi... la liberta di espressione esiste sotto il socialismo ma non esiste la liberta di stampa per il semplice motivo che il quarto potere non è indipendente nei fatti ne svolge i propositi che gli assegnarono i rivoluzionari francesi, affatto.



    fu abbandonato formalmente, ma in realtà fu accantonato subito a data da destinarsi nel periodo successivo alla rivoluzione.....









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    00 07/09/2006 22:52
    beh il socialismo era reale prima di krusciev, autogoverno, gestione della produzione, pianificazione economica, uguaglianza, lotta di classe controllata etc etc... che l'obbiettivo fosse stato rimandato dopo la rivoluzione è ovvio secondo me, è un cambiamento di portata storica difficilmente prevedibile e ancor più difficile da attuare visto che il passaggio alla futura societa avverra quando i mali di questa odierna societa saranno battuti e governati tramite i mezzi socialisti, il socialismo reale serve proprio a questo. sarebbe statao ridicolo fissare una data, non so se mi spiego.









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    00 07/09/2006 23:03
    Re:

    Scritto da: Pertinax 07/09/2006 22.52
    beh il socialismo era reale prima di krusciev, autogoverno, gestione della produzione, pianificazione economica, uguaglianza, lotta di classe controllata etc etc... che l'obbiettivo fosse stato rimandato dopo la rivoluzione è ovvio secondo me, è un cambiamento di portata storica difficilmente prevedibile e ancor più difficile da attuare visto che il passaggio alla futura societa avverra quando i mali di questa odierna societa saranno battuti e governati tramite i mezzi socialisti, il socialismo reale serve proprio a questo. sarebbe statao ridicolo fissare una data, non so se mi spiego.



    ah avevo capito che persisteva ancora la volontà fino a krushev di portare a compimento la transizione....









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    Salvatiiii!!!
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    00 16/09/2006 14:32
    Re:

    Scritto da: Pertinax 07/09/2006 22.52
    beh il socialismo era reale prima di krusciev, autogoverno, gestione della produzione, pianificazione economica, uguaglianza, lotta di classe controllata etc etc... che l'obbiettivo fosse stato rimandato dopo la rivoluzione è ovvio secondo me, è un cambiamento di portata storica difficilmente prevedibile e ancor più difficile da attuare visto che il passaggio alla futura societa avverra quando i mali di questa odierna societa saranno battuti e governati tramite i mezzi socialisti, il socialismo reale serve proprio a questo. sarebbe statao ridicolo fissare una data, non so se mi spiego.



    ma perchè secondo te nella russia del 1938,in pieno periodo di purghe il popolo aveva la "libertà vera" [SM=x751545] [SM=x751525]





    « Al futuro o al passato, a un tempo in cui il pensiero è libero, quando gli uomini sono differenti l'uno dall'altro e non vivono soli...
    a un tempo in cui esiste la verità e quel che è fatto non può essere disfatto."
    George Orwell


    "Credi tu, gli chiesi, che io abbia ragione o torto?
    Lei ha ragione...
    E allora perchè dovrei fuggire?"
    Emilio Lussu "Marcia su Roma e dintorni"







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    Pertinax
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    00 18/09/2006 22:31
    dieri proprio di si visto che le purghe all'interno del partito partivano dalla base e non ricordo nessuno stato liberale in cui la popolazione punisce i propri dirigenti politici per incapacita, corruzione etc etc [SM=x751530]









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    00 22/09/2006 22:11
    @ Pertinax: la Francia rivoluzionaria [SM=x751530]

    Comunque...il comunismo mai si é realizzato e mai si realizzerá. Il comunismo ha fallito.
    In nessuno degli stati in cui il comunismo era la forma di governo si é compiuto mai il vero comunismo, poiché irrealizzabile ed utopico.

    Quello che bisogna fare é rinnovare le idee politiche, il sistema, creare una nuova corrente politica che sia capace di distruggere l´oligarchia di partiti nella quale viviamo.
    Nelle oligarchie parlamentari in cui viviamo e crediamo di trovare l´espressione della libertá.
    Per me non é libertá ne potere di decisione quello di votare ogni 4 anni partiti che si perpetuano in continuazione, in un´oligarchia parlamentare che si perpetua in continuazione...come ha ben detto uno all´inizio del topic...che libertá ce, se un governo non ti é piaciuto, votare invece o al partito di centro destra, o a quello di centro sinistra o a quello che per svariati motivi mai vincerá, e hai solo quelle tre opzioni?
    Che libertá ce? Si, ok, risulta che i parlamentari rappresentano la popolazione. Questa é una gran cazzata.
    Perció, ce bisogno d´una rivoluzione, che dia veramente potere di decisione al popolo, il quale sia veramente rappresentato, il quale abbia vera libertá, senza classi sociali, che esistono ancora e non attraverso il comunismo, il quale ha fallito e mai é risultato avvincente per la popolazione e che ha morto sotto il capitalismo.
    Certo...peró bisogna sviluppare questa nuova corrente politica.
    Il problema é che le condizioni non sono quelle precise nelle quali si sviluppi una nuova, nuove, correnti politiche.
    Questo si efettuerá in un momento di estrema crisi del sistema occidentale attuale, in un momento nel quale la popolazione sia semplicemente fino le palle della situazione in cui vivono.
    Cosa che purtroppo non succede ora. La popolazione si accontenta di vivere come dei robot, degli automati...credendo che veramente hanno potere di decisione, che veramente credono che hanno libertá, quando invece nella stramaggioranza si accontenta di una vita nella quale viene sfruttato al massimo possibile, accontentandosi di piccole soddisfazioni materiali, accontentandosi di ricevere una cultura da spazzatura attraverso i mass media, che quando si sconnette dalla merda della TV e i mass media quasi allucinogeni, quando decide di prendersi una cultura, di leggere, viene ingannato, comprando libri nei quali crede di trovare cultura, veritá, e non sono altro che un allungamento dei mass media precedenti, di merdata, di prodotto di consumo massiccio, rimanendo ingannato nuovamente.
    Nella quale riceve un controllo da tutte le parti, rendendolo ignorante, e non sapendo di essere ignorante e vivere ingannato e la tristezza, in cui vive, nel mondo grigio in cui vive.

    Il peggio di tutto é che dove viviamo é il miglior posto dove viviamo al mondo attualmente e nel miglior sistema esistente nella storia.



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    Vuoi morire...
    00 23/09/2006 21:36
    Re:

    Scritto da: Tercio Real 22/09/2006 22.11
    @ Pertinax: la Francia rivoluzionaria [SM=x751530]



    [SM=x751574] quando esattamente la popolazione della I repubblica francese ha avuto la possibilità di effettuare un "salasso" politico?









    non è la terra natale la vera Patria, ma soltanto quella in cui l'Uomo riesce ad esprimere
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    00 23/09/2006 23:01
    Dopo la rivoluzione francese.
    Non mi dire che era il popolo russo a decidere chi moriva e chi no perché non é assolutamente vero.



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    Vuoi morire...
    00 24/09/2006 10:53
    non hai risposto: quando i cittadini della I repubblica hanno avuto il potere reale sulla propria classe dirigente?

    le purghe del partito e dell'apparato politico sovietico erano un "salasso" appunto che partiva dal basso e dall'alto contro i quadri burocratici intermedi, contro i corrotti, i criminali etc etc... piaccia o non piaccia era cosi e lo sdegno che causarono tra i politici borghesi dell'occudente capitalista è dovuto proprio a questa novità: il popolo ha potere effettivo sui quadri dirigenti, li puo estromettere, giudicare, condannare ai sensi di legge! lo sdegno tra i politici paffutelli dell'europa capitalista fu terribile [SM=x751578] [SM=x751578]










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    00 19/07/2007 11:47
    Il comunismo è, e sarà sempre un dittatura.
    Il comunismo è condannato a venir fuori con dei regimi totalitari.
    Perchè il popolo,prima di poter accettare un così grande passo come l'annulamento della proprietà privata ed altre cose comuniste, deve essere indottrinato , o comunque veder soppresse le sue idee più personali che non si addicono alla massificazione che è un intento del comunismo.
    Per aver quindi il controllo delle persone si deve appogiare sulle classi di combattenti ,per poi istaurare un regime totalitario. [SM=x751530] [SM=x751529] [SM=x751530]
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    00 28/01/2008 08:40
    il comunismo è prima di tutto l'annullamento dell'uomo...

    per far accettare agli uomini un sistema sociale non spontaneo e contrario agli istinti umani più naturali è necessario un autentico lavaggio del cervello in modo tale che gli uomini privati della propria coscienza possano prendere il posto che loro compete in una società dove le leggi scritte e i divieti scritti non esistono più in nome di una uguaglianza che è tale solo quando tutti sono uguali ma appunto tutti per forza di cose sono nudi nei confronti del Partito...

    quando il Partito prende possesso di tutti i mezzi di produzione in una società egalitaria e senza alcun contropotere borghese assume già in quel momento la capacità di plasmare a proprio piacimento l'intera società umana poichè i mezzi di produzione sono anche i mezzi di informazione, i mezzi di produzione per la sussistenza, la scuola, ogni istituto possibile insomma...

    e quando il Partito può avere tutto senza una legge scritta può benissimo plasmare il passato quanto il futuro per far sì che il passato non diventi un metro di giudizio per gli uomini per rendersi conto di cosa era sbagliato...

    in questo stato di cose come si può concepire la possibilità di una libertà vera quando non sussistono più elementi per definire un giudizio personale e una presa di coscienza individuale? la libertà comunista in realtà significa essere liberi dal proprio stato di uomini quindi imperfetti per divenire schiavi donando la libertà fatta di rischi e fatica in nome del paradiso quale appunto la morte.



    non abbiate pietà dei nemici! vittoria,vittoria e sempre vittoria!!!!

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    00 06/03/2008 10:47
    In teoria non è una dittatura.
    Lo diventa solo se applicato male,come spesso è accaduto



    "Io non sopporto, non sopporto che il Vaticano abbia vietato i funerali a Piergiorgio Welby, non lo sopporto.

    E invece l'ha permessi a Pinochet, a Franco e a un componente della banda della Magliana.

    Ma ragazzi è giusto così, accanto a Gesù Cristo in croce non c'erano due malati di Sclerosi multipla, c'erano due ladroni"

    -ANDREA RIVERA-
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    00 12/03/2008 20:26
    Re:
    Archita, 28/01/2008 8.40:

    il comunismo è prima di tutto l'annullamento dell'uomo...

    per far accettare agli uomini un sistema sociale non spontaneo e contrario agli istinti umani più naturali è necessario un autentico lavaggio del cervello in modo tale che gli uomini privati della propria coscienza possano prendere il posto che loro compete in una società dove le leggi scritte e i divieti scritti non esistono più in nome di una uguaglianza che è tale solo quando tutti sono uguali ma appunto tutti per forza di cose sono nudi nei confronti del Partito...

    quando il Partito prende possesso di tutti i mezzi di produzione in una società egalitaria e senza alcun contropotere borghese assume già in quel momento la capacità di plasmare a proprio piacimento l'intera società umana poichè i mezzi di produzione sono anche i mezzi di informazione, i mezzi di produzione per la sussistenza, la scuola, ogni istituto possibile insomma...

    e quando il Partito può avere tutto senza una legge scritta può benissimo plasmare il passato quanto il futuro per far sì che il passato non diventi un metro di giudizio per gli uomini per rendersi conto di cosa era sbagliato...

    in questo stato di cose come si può concepire la possibilità di una libertà vera quando non sussistono più elementi per definire un giudizio personale e una presa di coscienza individuale? la libertà comunista in realtà significa essere liberi dal proprio stato di uomini quindi imperfetti per divenire schiavi donando la libertà fatta di rischi e fatica in nome del paradiso quale appunto la morte.




    non mi sembra che gli stati borghesi si astengano da lavaggi del cervello vari contro i comunisti, del resto capitalismo vuol dire divisione di classe e per fare che la classe sotto accetti quella sopra, cosa c'è di meglio che un bel lavaggio del cervello e di un'ossessiva propaganda anticomunista? Il comunismo non vuole l'annullamento dell'uomo, ma l'annullamento del fatto che una determinata inferiorità numerica sfrutti una superiortà numerica e quindi l'annullamento di una società nella quale, come diceva marx, chi lavora non guadagna e chi non lavora guadagna
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    00 12/03/2008 21:33
    Re: Re:
    Caesar91, 12/03/2008 20.26:




    non mi sembra che gli stati borghesi si astengano da lavaggi del cervello vari contro i comunisti, del resto capitalismo vuol dire divisione di classe e per fare che la classe sotto accetti quella sopra, cosa c'è di meglio che un bel lavaggio del cervello e di un'ossessiva propaganda anticomunista? Il comunismo non vuole l'annullamento dell'uomo, ma l'annullamento del fatto che una determinata inferiorità numerica sfrutti una superiortà numerica e quindi l'annullamento di una società nella quale, come diceva marx, chi lavora non guadagna e chi non lavora guadagna



    Sinceramente qui si parla di cose virtualmente ineccepibili,ma che non fanno i conti con le leggi dell'economia...ora non ci vuole molto a capire che in un sistema in qui tutte le aziende sono controllate dallo stato,la concorrenza e la spinta al miglioramento sono pari a zero,e che questo vada ai danni del cittadino stesso...

    Detto questo,il comunismo di per sè non è una dittatura,ma per la completa attuazione dell'utopia deve esserci come minimo un dittatura di un partito,come in cina:se no sarà ovviamente moderato dalle altre forze politiche...


    [Modificato da Armilio1 12/03/2008 21:49]



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    00 12/03/2008 22:31
    beh la storia del migliroamento delle industrie abbiamo visto cosa ha portato in tempo odierno con inquinamenti vari, inoltre Stalin con il piano quinquiennale portò un eccelso miglioramento dell'industria rendendola pari a quella della prime potenze mondiali, stesso discorso per la Cina.

    Per quanto riguarda la storia del minimo di dittatura di partito è secondo me praticamente uguale a quella borghese. Anche la borghesia esercita in qualche modo una dittatura con il suo monopolio dei mezzi di comunicazione; anche se ci sono state proibizioni peggiori: ho letto recentemente che i membri che aderivano al piano Marshall si impegnavano a tenere i partiti comunisti fuori dalle maggioranze di governo. E' ovvio che per la gestione di uno stato comunista sarebbe meglio un minimo di dittatura del partito per preservare la forma economica, ma infine è lo stesso rapporto che c'è tra democrazia borghese e fascismo; il fascismo assicura il perfeto mantenimento della forma economica capitalista, mentre una democrazia risulta giàà più esposta e debole; nello stesso modo un governo comunista con economica pianificata democratizzato (purtroppo non è ancora accaduto) sarà più esposto alla minaccia capitalista, mentre una dittatura comunista non sarà esposta affatto alla minaccia capitalista
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    Ha bruciato la tessera
    00 12/03/2008 22:45
    Re:
    Caesar91, 12/03/2008 22.31:

    beh la storia del migliroamento delle industrie abbiamo visto cosa ha portato in tempo odierno con inquinamenti vari, inoltre Stalin con il piano quinquiennale portò un eccelso miglioramento dell'industria rendendola pari a quella della prime potenze mondiali, stesso discorso per la Cina.





    L'URSS e la Cina maoista avevano un'industria fasulla, la vera industria cinese è quella che è nata negli ultimi 30 anni



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