Ciao! Vi invio alcuni estratti tratti da "la Grande Madre" di Erich Neumann -meraviglioso libro- insieme ad alcune considerazioni.
"I simboli costituiscono l'aspetto manifestatamente visibile dell'archetipo, corrispondente alla sua latente invisibilità. Mentre nell'archetipo primordiale possono sussistere insieme i simboli più vari, contrastanti ed esclusivi per la coscienza, in seguito essi si separano e si ordinano secondo il principio degli opposti. I simboli -come l'archetipo- posseggono una componente dinamica e una contenutistica. E' quest'ultima a mettere in moto la coscienza che, mossa dal simbolo, dirige ad esso il suo interesse, per comprenderlo. Il simbolo porta tensione, oltre che trasformatore d'energia è anche un formatore di coscienza, esso spinge la psiche a elaborare il contenuto inconscio -che proveniente dall'inconscio collettivo- è rappresentato dal simbolo stesso. L'Io come centro della coscienza non è attivo, nè partecipa deliberatamente alla genesi del simbolo o dell'archetipo, la coscienza cioè non può produrre simboli, nè esperire archetipi. L'archetipo primordiale, la cui azione e la cui manifestazione sono tanto più possenti e prepotenti quanto maggiore è la connessione degli opposti all'interno di esso, appartiene a una coscienza e a un Io incapaci di distinguere. La sua natura è paradossale, esso è invisibile e non rappresentabile.
L'Urboro è il simbolo della condizione origiaria, in cui la coscienza e l'Io dell'uomo sono ancora piccoli e non sviluppati. In quanto simbolo iniziale contenente gli opposti, l'Uroboro è il 'Grande Cerchio', in cui sono fusi elementi negativi e positivi, maschili e femminili, appartenenti alla coscienza e ostili ad essa, o inconsci. In tal senso è anche il simbolo dell'inestricabilità del Caos, dell'inconscio e della totalità della psiche, che viene vissuta dall'Io come un'esperienza limite. La totalità uroborica, che appare anche come simbolo dei genitori primordiali uniti l'uno con l'altro, dai quali in seguito si distaccano le figure del Grande Padre e della Grande Madre, è dunque l'esempio perfetto dell'archetipo primordiale ancora indifferenziato. Il 'Grande Cerchio' include in sè ogni mutamento, l'essere naturale soggiace ad esso. Rappresenta il predominio archetipo della natura e dell'inconscio sulla vita. Il movimento dinamico, all'interno di qs Grande Cerhio, appartiene al carattere trasformatore del femminile; esso produce un unico movimento, la trasformazione all'interno del serpente circolare, l'Uroboro. All'inizio infatti l'Uroboro non è solo il cerchio, ma la ruota che gira su se stessa, e' il serpente che nello stesso momento genera, produce e divora.
La transizione tra l'Uroboro e l'archetipo primordiale del Femminile è fluida, così come tra l'archetipo primordiale del Femminile e quello della Grande Madre.
...Esaminandone la componente femminea vediamo come, nella sua polivalenza simbolica, l'Io appartenente alla situazione originaria esperisca la protezione femminile materna e, al tempo stesso l'aggressività che uccide. La confusione di tutti gli elementi conduce a una situazione 'invisibile' che non può essere adeguatamente compresa dalla coscienza e si estrinseca nel paradosso dell'imagine simbolica...
Dall'archetipo primordiale è scaturita la configurazione della forma della Grande Madre, in cui si èmanifestato un ordinamento degli elementi. Essa ha Triplice forma: la Madre buona, terribile, e buona e cattiva. Gli elementi femminili (e maschili) buoni configurano la Madre Buona, che, come la Madre Terribile (che comprende gli elementi negativi) può anche distaccarsi autonomamente dall'unità della Grande Madre. La terza forma è quella della Grande Madre che è buona e cattiva e consente l'unificazione di attributi positivi e negativi.
Nel Femminile distinguiamo 2 aspetti: uno elementare e uno trasformatore. Il primo -il carattere elementare- è l'aspetto del femminile, che tende, in quanto 'Grande Cerchio', grande contenente, a mantenere fermo ciò che da esso sorge e a circondarlo come una sostanza eterna. Tutto ciò che nasce dal Femminile appartiene ad esso, rimane sottoposto ad esso e, anche quando l'individuo diviene atonomo, l'Archetipo del Femminile relitavizza la sua autonomia, rendendola una variante secondaria della sua essenza eterna. Il carattere elementare diviene evidente in tutti i casi in cui l'inconscio predomini. E' per questo che il carattere elementare ha quasi sempre una determinazione materna. Di fronte ad esso l'Io, la coscienza , l'individuo, sono infantili, privi di autonomia, dipendenti. In quanto funzione esso è contrassegnato dal 'contenere'. Esso si estrinseca, inoltre, in senso positivo, nell'offrire protezione, nel nutrire, nel riscaldare, in senso negativo attraverso il rifiuto e la privazione....
.. attraverso la frammentazione dell'archetipo l'Io prende coscienza, si rafforza e la coscienza si amplia comprendendo così delle parti dei contenuti archetipici e li incorpora.
L'attività dell'Io cosciente è caratterizzata da un simbolismo maschile, mentre la totalità dell'incoscio è caratterizzatra da un simbolismo femminile....
Ringrazio Neumann e Bachofen per questi interessanti spunti e trovo altrettanto interessante che in Amazzonia, i miti facciano ancora risuonare i propri canti attraverso tabù e riti quotidiani. Presso una tribù Guaranì -ormai in via di estinzione- esiste un luogo dove le donne non possono recarsi senza un'offerta e la protezione di un guerriero. Nel grembo della foresta c'è una grande pietra -l'unica pietra in mezzo a km e km di verde e acqua- in cui la Grande Madre -la Sicurì/la grande anaconda- dorme sognando le antiche Vie.
Ai piedi della grande pietra c'è una piccola sorgente in cui le donne non possono bagnarsi, lì infatti vive l'Ichi, il guardiano della fonte, che ha il compito di riportare le donne alla Grande Madre. Colei che, attraverso le sue spire, guardandola negli occhi, riporterebbe la donna all'Uno, l'Indivisibile, l'Imperturbabile, al di là della terra e del cielo, al di là dello spazio e del tempo...
Sogni verdi a tutti noi, in onore della Triplice Dea.
"The only freedom we have is to choose the influences we submit ourselves.
Let yourself be beautiful,
we must be the change we wish to see in the world"