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INDUISMO: Shiva Nataraja (signore della danza)

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    Myntha
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    Viandante
    00 13/01/2006 20:48
    lo so che è un po' lunghetto e forse pure pallosetto, ma a qualcuno può interessare...
    shiva è l'unico dio maschio al quale sono legata. creatore e distruttore, asceta e pornostar ( [SM=g27816] [SM=g27816] [SM=g27819] ), da far girare la testa! mi ha conquistata subito, soprattutto nell'aspetto di nataraja, signore della danza cosmica. a bombay ho comprato anche un batik che lo raffigura e ora campeggia sul mio letto. che fico...
    leggete e vedete un po'...questo brano è tratto da un sito di vedanta, per quello è un po' filosofico...se ci riesco vi mostro una foto.
    baci


    Shiva fra le deità del pantheon indiano è una delle più importanti, più antiche e più complesse. Trattare questa immagine del Divino in maniera esauriente è estremamente difficile, perché nei diversi culti assume diversi significati o aspetti. Pertanto se venisse trattato in maniera univoca vedremmo una serie di aspetti spesso in mutua contraddizione. In realtà la figura di Shiva è così importante in tutti i culti che riveste in ognuno di essi un'importanza non secondaria, portando quindi le diverse connotazioni in una analisi generale. Egli è insieme il distruttore e il restauratore, il primo degli asceti e il simbolo della sfrenata sensualità che turba le mogli degli asceti della foresta, è un benevolo pastore di anime e un pericoloso tentatore, è l'infanticida che uccide il figlio che la moglie Parvati ha creato dagli umori del proprio corpo, affinché ci sia qualcuno che tenga lontani i disturbatori, ma è anche quello che lo risuscita, una volta compreso l'errore, donandogli al testa di elefante e così la sapienza. Alcuni studiosi hanno visto nella sua figura la tipica tendenza nell'Induismo di racchiudere in un'unica figura ambigua delle qualità complementari.
    Simbolismo
    La cavalcatura di Shiva, nonché l'animale a lui dedicato è il toro, Nandi. In ogni tempio di Shiva, di fronte al santuario principale, esiste una scultura di Nandi. Di solito nei templi e negli altari domestici, Shiva è adorato nella forma del lingam (fallo). A seconda del culto in cui viene rappresentato Shiva, nella sculture e nelle immagini, è di color bianco o del biancastro colore delle ceneri, con il collo blu (perché bevve il veleno di Vasuki per evitare la distruzione dell'umanità). I suoi capelli sono arrotolati e raccolti (jatamakuta) sulla somità del capo, adornati con la luna crescente e il fiume Gange (per ricordare come attenuò la caduta del Gange sulla terra). Ha quattro o cinque o tre occhi, con il terzo a simboleggiare la conoscenza interiore, ma capace di distruggere col fuoco ogni cosa quando rivolge o sguardo verso l'esterno. Gli Shivaiti lo raffigurano con la fronte solcata da tre linee orizzontali. Indossa una ghirlanda di crani umani e un serpente circonda il suo collo. Ha due o quattro mani che impugnano un tridente, un piccolo tamburo, una pelle di daino, un mazza con un cranio all'estremità, un'ascia o un fulmine. Talvolta indossa dei serpenti come bracciali.
    Shiva rappresenta nei vari culti vari aspetti del Divino attraverso molteplici forme: lo vediamo in un pacifico ambito familiare con la consorte Parvati e il figlio Skanda; come danzatore cosmico (Nataraja); come asceta nudo e solitario, come mendicante; come yogi; come unione androgina con la sua consorte in un unico corpo, mezzo femminile e mezzo maschile (Ardhanarishvara). Viene spesso identificato con la Divinità vedica Ruda: il Terribile. Egli è anche Hara ("Colui che ottiene", cioè il tempo, o Bharava: "lo Spavento" dai sessantaquattro aspetti.
    Gli epiteti più diffusi per indicarlo sono: Shambhu ("Benigno"), Shankara ("Benefico"), Pashupati ("Signore degli Animali"), Mahesha ("Grande Signore"), and Mahadeva ("Signore Supremo").
    Shiva - Nataraja
    Il culto di Nataraja, così come tutti gli altri, ha due significati, uno essoterico che ricorda la vittoria sul demone Tripura e la selvaggia danza (la Tandava) che Shiva fece sul suo corpo. Ma insieme questo episodio ha un altro significato, esso rappresenta l'intera ciclicità della manifestazione. Viene immaginato danzante nell'eterno presente, è la sua danza che manifesta l'universo, lo preserva e lo dissolve, e all'interno di questo ciclo Shiva manifesta anche il ciclo samsarico, dove i singoli jiva discendono sino alla definitiva liberazione. Vediamo come lui è il centro, la sorgente di ogni movimento nel cosmo (rappresentato dall'arco di fiamme). Lo scopo stesso della danza è la liberazione dell'uomo dall'identificazione col mondo della percezione (ignoranza metafisica o avidya), e il luogo dove questa danza deve compiersi, Chidambaram, chiamato il centro dell'universo, è proprio il cuore, il centro dell'uomo, la sua interiorità. I gesti della danza di Nataraja simboleggiano le cinque attività di Shiva (pañcakrtya): la creazione è rappresentata dal tamburo, la protezione dal gesto di rassicurazione della mano, la distruzione dal fuoco, l'incarnazione del jiva nel mondo dal piede saldo in terra, e infine la liberazione dal piede sollevato.
    Nei templi Shaiva dell'India del Sud è rappresentato in metallo o in pietra (sono famosi i bronzi del periodo Cola del X-XI secolo AD), con quattro braccia e con i capelli all'aria mentre balla su un nano, Apasmarapurusa, che è il simbolo dell'ignoranza umana (purusa significa "uomo", mentre apasmara privo di memoria o sordo) . La mano destra inferiore di Nataraja regge il dammaru (un piccolo tamburello), la mano destra superiore è nella posizione del abhaya-mudra (il gesto di rassicurazione, con il palmo in fuori e le dita che puntano in alto). La mano sinistra inferiore regge il fuoco, agni, in un piccolo contenitore o direttamente nel palmo della mano. Mentre la mano sinistra superiore attraverso il petto nella posa gajahasta (busto di elefante), con il polso molle e le dita puntate verso il basso in direzione del piede sinistro alzato. Le ciocche dei capelli di Nataraja sono proiettati verso l'esterno nella violenza della danza e si confondono con figure che rappresentano il Gange (il fiume Gange è una divinità femminile), dei fiori, un teschio e la luna crescente. La sua figura è circondata da un anello di fiamme, il prabhamandala. Questa forma di danza, che è la più comune forma di rappresentazione di Nataraja, è chiamata, nei classici trattati sanscriti sulla danza, bhujangatrasa (tremore del serpente).
    Le sculture e le immagini rappresentano Shiva anche in altre danze, la selvaggia tandava che balla sui campi di cremazione insieme alla moglie Devi, e la danza serale che Shiva effettuava sul Monte Kailasa, prima dell'assemblea degli Dei, alcuni dei quali lo accompagnavano con vari strumenti.

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    FiorDiMelo
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    Viandante
    00 12/07/2009 18:37
    Interessantissimo questo post! Devo dire che ho solo una conoscenza superficiale del culto induista ma quello che hai scritto mi ha impressionata perchè Shiva ha delle similitudini nel suo aspetto con la divinità maschile a cui io sono molto legata: Viracocha il Dio Inca della Creazione, "Lo Splendente".
    Viene raffigurato come un gigante barbuto dalla pelle bianca e luminosa che ha in una mano un tridente, e nell'altra una catena alla quale è avvolto un serpente mostruoso.