L'Isola Incantata delle Figlie della Luna Un luogo protetto dalle Nebbie in cui le Fanciulle studiano insieme...

I Fianna

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    Lunaedea
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    00 09/09/2005 15:49
    Penso che tutti loro avrebbero potuto rappresentare degnamente il Dio per noi...

    "Una posizione particolare è riservata al ciclo leggendario dei Fianna, probabilmente l’ultima manifestazione della cultura irlandese medievale prima dall’avvento del cristianesimo sull’isola. Ciò che affascina delle vicende di Finn e delle sue bande guerriere, tralasciando il contenuto delle storie avvincenti, è la caratterizzazione unica di queste figure guerriere, unica poiché non è dato riscontrare, nell’ambito delle più note mitologie europee e nei racconti medievali, nulla di simile alla figura dei guerrieri irlandesi.

    La società irlandese era composta da tre classi principali: i guerrieri, i sacerdoti (drudi) gli uomini liberi contadini e pastori. Alle classi privilegiate appartenevano anche i poeti ( filid e baird).
    Nel guerriero fianna si fondevano le figure del poeta e del combattente.
    Non vi sono elementi certi per affermare che Finn Mac Coul e i suoi guerrieri Fianna siano stati personaggi storici.
    I più antichi storici irlandesi non nutrivano dubbi sulla reale esistenza storica dei Feniani e fornirono quei particolari che, ancor prima delle storie tramandate, ci consentono di delinearne le figure.

    Il ciclo è ambientato nelle province meridionali del Leinster e del Munster ed è ambientato tra il II° ed il III° secolo della nostra era (alcuni annali fanno risalire la morte del capo dei Fianna, Finn, al 274).
    Le Fianna (singolare fian) erano “bande“ di guerrieri indipendenti.
    Essi non erano legati stabilmente ad alcuno dei signori d’Irlanda, ma si ponevano, in ogni caso, un obiettivo comune: la difesa delle coste e in generale del paese.
    Durante l’inverno vivevano acquartierati presso la popolazione, ma con l’avvento della buona stagione si spostavano nei boschi, procurandosi il sostentamento con la caccia e la pesca.

    Vivevano dunque liberi ed indipendenti. Le Fianna erano costituite principalmente da uomini espulsi dai loro clan di appartenenza , senza possedimenti.
    L’ingresso nelle bande era assoggettato a veri e propri riti di iniziazione, prove che i racconti ci rappresentano in tutta la loro difficoltà. Il candidato doveva manifestare la propria destrezza nell’uso delle armi ed il proprio coraggio superando alcune prove mirabolanti.
    Egli doveva, infatti, affrontare, armato di un ramoscello e protetto dallo scudo, nove guerrieri armati di lancia, i quali gli scagliavano contro contemporaneamente la loro arma che il candidato doveva schivare. Superata la prima prova, con un breve vantaggio doveva fuggire nel bosco inseguito da tre guerrieri che gli davano la caccia.
    A queste i racconti aggiungono prove più fantasiose, come il salto in piena corsa di un ramo alto come la sua fronte o il togliersi dal calcagno una spina senza smettere di correre.

    Appare comunque certo che le doti atletiche dei Feniani non fossero comuni. Ma il guerriero fianna non doveva solo essere un eccezionale e coraggioso uomo d’arme. Egli era anche un uomo di cultura ed un poeta, un poeta- guerriero.
    Una volta ammesso nella Fianna, giurava di rinnegare il proprio clan, di non vendicare mai alcuno dei suoi familiari né d’essere mai vendicato.
    Si impegnava a non rifiutare mai l’ospitalità, a non fuggire mai in battaglia, a non insultare le donne e a non pretendere dote dalla moglie.
    Il Feniano è saggio e cortese, amabile con le donne, generoso con gli uomini, dei quali non tradisce mai la fiducia.
    E’ schietto ed immediato, audace e fiero in battaglia. Non abbandona nessuno, egli non è legato ai beni materiali. Il suo bene più grande è la libertà e la natura con la quale fonde la sua identità.

    Questi guerrieri anticipano l’ideale cavalleresco, ma nel cavaliere medievale, anche nella rappresentazione più cortese offertaci dalla tradizione storico- letteraria, manca la fusione tra valore guerresco e cultura, conoscenza dell’arte e della poesia. Il Fianna impugna l’arpa come la spada, e sostituisce con facilità i fendenti con i versi poetici. L’immagine che la tradizione irlandese ci tramanda è quella di un uomo completo, nel corpo e nello spirito, libero, forte e portatore di valori universali.
    Questa particolarità contribuì a rendere le storie dei Feniani così affascinanti da spingere Macpherson a dar vita a quella che, con tutta probabilità è una delle più famose mistificazioni della letteratura: la pubblicazione, tra il 1760 ed il 1763, dei poemi del bardo Ossian (l’Oisin irlandese, un Fianna )."

    (http://www.specchiomagico.net/fianna.htm)

    Che cosa sapete di loro? Concordate con me?



    Poi la fissò con odio. «Tu sei saggia. Vorrei che fossi una sciocca per poterti disprezzare, che tu sia dannata!»

    «Se hanno ragione i tuoi preti», rispose con calma Viviana, «io sono già dannata, e tu puoi risparmiare il fiato.»

    (Le Nebbie di Avalon - MZ Bradley)

    [Modificato da stregaviolet )O( 02/11/2007 23:54]
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    stregaviolet )O(
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    00 09/09/2005 20:07
    si.. erano guardiani e guerrieri eccezionali e per diventare dei Fianna dovevano superare delle prove quasi impossibili per degli esseri umani!
    chi le superava possedeva infatti grandissime abilità, percui entrava a far parte di questo ordine di guerrieri scelti!
    ma anche se un guerriero non è perfetto come loro credo sia comunque degno di rappresentare la divinità..[SM=g27822]

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    stregaviolet )O(
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    00 10/09/2005 03:48
    c'è un capitolone sul libro di Taraglio..
    dice appunto quello che ho detto ed elenca le qualità che un Fianna doveva avere.. e sono tantissime.. in più, oltre a queste qualità e valori, doveva anche superare delle prove davvero difficili, alcune delle quali sono scritte in quell'articolo.
    i fianna erano dunque un'elite di guerrieri scelti tra milioni e dalle abilità eccezionali.
    Inoltre è carina questa cosa.. ve la riporto:

    "L'organizzazione dei guerrieri irlandesi Fianna (o Fenian) è molto particolare e sembra anticipare alcuni ordini cavallereschi sorti nel medioevo. Dal 1° novembre (festa di Samhain che segnava l'inizio dell'anno celtico e della "metà scura") al 1° maggio (festa di Beltane che segnava l'inizio della "metà chiara") essi vivevano presso i villaggi, vegliavano sull'applicazione della giustizia, difendevano le vedove e gli orfani. Dal 1° maggio al 1° di novembre, invece, cacciavano i cervi e i lupi, reprimevano i brigantaggi e aiutavano a riscuotere le imposte.

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    Elke
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    00 13/10/2005 23:33
    Magari fossero ancora così![SM=g27836]

    Vi riporto un'introduzione che sta prima della leggenda "L'ultimo dei Fianna"

    La mitologia Irlandese,al pari delle altre,non può essere valutata esclusivamente inquanto fenomeno letterario,ma costituisce anche una testimonianza cospicua della fase storica,che contraddistinza la società Irlandese medievale.Nata come riflesso immediato di un rivolgimento poltico e sociale,che aveva scosso violentemente l'ordinamento tradizionale,essa ci tramanda il ricordo della reazione decisa opposta al tentativo di sovvertire e soffocare alcuni valori fondamentali,in cui si esprimeva apertamente l'ansia di libertà,di ugualiaza e democrazia.
    Il ciclo degli Dei e dei guerieri comprende i Fianna,guerrieri di professione che avevano un loro esercito in ciascuna delle 4 provincie nelle quali era anticamente suddivisa l?irlanda.Il loro compito era di difendere il Re Supremo e i re locali dalle magie di streghe e dei druidi nemici (e già qua però ci vedo un po di cristianizzazione nel termine "streghe"[SM=g27818] )ma la loro indole non era esclusivamente guerresca;anzi essi sapevano essere sensibili e apprezzavano la piacevolezza della natura,del gioco,della caccia e del corteggiamento amoroso.
    Il ciclo leggendario dei Fianna e del loro leggendario capo,Finn,figlio di Cumhal,l'unico eroe a cui era permesso avere un rapporto paritario con i divini Tuatha de Danaan,costituisce l'ultima espressione della cultura gaelica perima dell'arrivo del cristianesimo in Irlanda nei secoli V e VI;infatti sotto i colpi di questa nuova religione muoiono gli dei pagani e quel mondo magico-onirico che aveva caratterizzato la stessa cultura gaelica.
    Il passagio dal paganesimo al cristianesimo non avviene senza traumi,come è testimoniato dalla seguente leggenda,ma anzi porta con sè smarrimento,dolore,sgomento.Dopo la morte di Finn (a cui la gente si ostinò a non voler credere)infatti si dice che ritorni sulla terra di quando in quadto,fin dai tempi antichi assumendo ogni volta le sembianza degli eroi d'Irlanda sarà il figlio Oisin a dover fare i ocnti con la nuova relatà.Quando Oisin parla a S.Patrizio,il cristianizzatore dell'Irlanda,degli amici e della rpopria vita che si è protratta così a lungo,egli non può fare altro che gridare senza posa contro una religione che non ha nessun significato per lui.
    Egli piange,e le sue parole sono state conservate a lungo nel arco dei secoli:"Piangerò finche avrò lacrime,non per dio,ma perche Finn e i Fianna non vivono più".

    La leggenda riassunta dice che Oisin,figlio di Finn abbandona i Fianna per andare a vivere nella Terra dei Giovani con sua moglie Niamh.Dopo alcuni anni sente la mancanza della verde Irlanda,di suo padre e dei Fianna e chiede a sua moglie il permesso di tornare nella sua terra;Niamh gli concede il permesso ma gli predice che non tornerà mai piu nella Terra dei Giovani,poichè nel mondo reale sono passati secoli mentre in quella terra fatata solo pochi anni e se Oisin poserà i piedi a terra il peso di tutti i suoi anni gli piomberà addosso e non potrà più tornare a rivedere sua moglie.
    Appena tornato in Irlanda incotra alcune persone che gli dicono che i Fianna e Finn sono morti secoli prima ma Oisin,disperato,non vuole creder loro e torna nei luoghi dove i Fianna vivevano e trovando tutto in rovina si dispera fino a dimenticare l'avvertimento di sua moglie e mette il piede per terra,alchè diventa vecchissimo ma sopravvive.
    Successivamente incontra S.Patrizio al quale dice:

    "Fu un brutto viaggio per me.Non trovato nessun segno di Finn e dei Fianna mi sprofondai in un dolore che duerà tutta la vita".Il santo rispose:"Smettidi affliggerti,o Oisin,e versa le tue lacrime per il Dio della Grazia.Finn e i Fianna ormai sono finiti e non hanno più bisogno del tuo aiuto.E' stato Dio a vincerli e non la mano di un forte nemico.Quando ai Fianna sono condannati all'Inferno,insieme a Finn,e a vivere nel tormento eterno."
    "o Patrizio" disse Oisin "mostrami il uogo in cui si trovano Finn e i suoi guerrieri.Non esiste Inferno o Purgatorio che io non riuscirò a distruggere.E se anche Osgard,mio figlio,eroe che tanto coraggioso si dimostrò mrlle duere battagli,si trova lagiù,non c'è all'Inferno o nel Paradiso di Dio un esercito tanto grande che egli non possa distruggere".

    Oisin continua poi dicendo che i suoni della natura,del corno da caccia e della corte di Finn sono molto più dolci e melodiosi di quelli dei monaci di Patrizio.
    Oisin spesso prega il santo di imlorare Dio perche Fin e i suoi compagni non stiano all'Inferno ma il santo non acconsente mai e Oisin non ne capisce il motivo,dicendo che Finn era stato generoso e buono con tutti.Patrizio insulta Finn e Oisin,arrabbiato,gli rispondew che persiono il peggiore dei nemici dei Fianna di un tempo non lo denigrerebbero nel modo in cui fa il santo.

    Parla Oisin:"Non è piu vita non partire per compiere atti di coraggio,come eravamo soliti fare,non giocare piu come faccevano quando ne avevamo voglia e non vedere piu i nostri guerrieri nuotare nel lago.E' tutta la notte che le nubi gravano su di me.Non c'è nessun uomo che viva nelle mie condizioni.Oh com'è infelice la mia esistenza,non sono altro che un vecchio.Sono l'ultimo dei Fianna,sono il grande Oisin,figlio di Finn e ora ascolto il suono delle campane.E' tutta la notte che le nubi gravano su di me."
    Fù cosi con queste parole cariche di malinconia,disperazione e nostalgias,con l animo rivolto a quella che era stata la sua gente e il suo mondio,un tempo felice,ed ora irrimediabilmente perduto,si spens l'ultimo dei Fianna,e con lui tutta un'epoca.