L'Isola Incantata delle Figlie della Luna Un luogo protetto dalle Nebbie in cui le Fanciulle studiano insieme...

La "Venere Mostruosa"

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    stregaviolet )O(
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    Madre dell'Isola
    00 23/08/2005 01:30


    "La 'Venere Mostruosa' una rappresentazione religiosa, la reificazione della Genitrix Vitae. Le parti del corpo che ai nostri occhi appaiono esagerate o grottesche sono quelle parti di lei più significative, magiche e sacre, la fonte visibile e produttiva della continuità ciclica della vita. Le immagini sembrano raffigurare la grande Dea che genera la vita nei suoi vari aspetti e funzioni. L'aspetto della procreazione non era presente soltanto nel ventre gravido o nella vilva, ma anche nelle natiche e nei seni, spesso raffigurati come due uova: Lei era la Dispensatrice di Tutto.
    Queste funzioni furono mantenute dalla Dea del Fato europea e da altre forme successive, in genere degradate, della Dea della Vita, della Morte e della Rinascita, che ancora sopravvivono nel folklore dei popoli europei cristianizzati. Le sue epifanie erano molte: in genere appariva come una donna della specie umana, ma spesso anche come un uccello acquatico, un serpente, una civetta, un rospo, un orso. Era la Madre più che umana. Se viene usato il termine Grande Madre, questo deve essere inteso come Grande Madre Universale, i cui poteri pervadono tutta la natura, la vita umana, il mondo animale e tutta la vegetazione.
    E' quindi probabile che le immagini della Dea venissero prodotte per la rappresentazione di rituali stagionali della comunità e della famiglia.
    Dopo i rituali venivano probabilmente conservate per un certo periodo per garantirsi il benessere. Nella Vecchia Europa venivano tenute sugli altari dei tempietti domestici, sopra i luoghi di cottura all'interno e all'esterno della casa, o in altri luoghi di attività di culto.

    di Marija Gimbutas, tratto da "I nomi della Dea"




    "...Se la torre è di puro diamante resisterà ad ogni tempesta, e dopo la tempesta risplenderà limpida come non mai: la tempesta l'ha provata, la tempesta l'ha lavata, la tempesta l'ha mostrata.
    Kali è la tempesta.
    Dopo di Lei la torre sfolgora di luce nuova.
    Chi a Lei attinge non morirà mai."
    (Laudes)

    Entra nel sito "Il Tempio della Ninfa"...

    [Modificato da stregaviolet )O( 23/08/2005 1.32]

    [Modificato da stregaviolet )O( 24/08/2005 2.18]

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    BoudicaEnergy
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    00 13/01/2009 16:33
    Ecco qui se vi può interessare, una ricerca sulle veneri paleolitiche che avevo già fatto leggere a violet:

    Venticinque mila anni fa l'uomo paleolitico dipendeva dalla caccia per la propria sopravvivenza. Solo con un buon bottino poteva esserci cibo per sfamarsi, pelli per riscaldarsi e ripararsi, ossa da forgiare in utensili e armi. In quei giorni l'uomo credeva in una moltitudine di Dei. La natura imperava. Dal terrore e rispetto per il vento impetuoso, il lampo accecante e il torrente scrosciante, l'uomo attribuì a ciascuno di questi elementi uno spirito, trasformandolo in una divinità...un Dio.
    Questo è ciò che chiamiamo Animismo. Un Dio controllava il vento. Un altro il cielo. Un altro ancora le acque. Ma prima di ogni altra cosa, un dio controllava l'importantissima caccia...un dio della caccia. La maggior parte degli animali cacciati avevano le corna, quindi l'uomo raffigurò anche il Dio della caccia con le corna. Fu in questo periodo che la magia mosse i suoi primi passi incerti insieme a quelli della religione.
    Insieme al Dio della caccia c'era anche una Dea. Se c'erano animali da cacciare, allora dovevano essere fertili. Se la tribù doveva sopravvivere (e c'era un alto tasso di mortalità all'epoca) allora l'uomo doveva avere la capacità di procreare. Anche in questo caso la magia simpatica svolse il suo ruolo. Vennero fatti modelli di argilla degli animali che si accoppiavano, e in un rituale di accompagnamento i membri si univano.
    Vi sono molte rappresentazioni, scolpite e modellate, della Dea della fertilità ancora esistenti. Generalmente note come statuette di "Venere", la Venere di Willendorf è una delle più famose. Altri esempi comprendono la Venere Laussel, di Sireuil e di Lespugne. Tutte hanno un elemento in comune: gli attributi femminili sono esasperati. Grossi seni cascanti, natiche poderose, spesso un ventre rigonfio - come se fossero gravide - e genitali enormi. Con il resto del corpo vi è invariabilmente una totale mancanza di identità. Il corpo non è definito; braccia e gambe, quando non sono del tutto assenti, sono appena abbozzate. Il motivo era che l'uomo primitivo era interessato esclusivamente all'aspetto della fertilità.
    La donna dava alla luce e nutriva la prole. La Dea era la sua rappresentante, colei che vede e provvede; madre natura o madre terra.
    Con lo sviluppo dell'agricoltura crebbe l'importanza della Dea. Adesso vegliava sulla fertilità dei campi cosi come su quella della tribù e degli animali.

    Le "Veneri" paleolitiche quindi sono statuette dove le forme fisiche e, riguardanti la fertilità della donna, vengono accentuate e rappresenta la Dea della fertilità, che da vita ai campi e alla popolazione. Rappresentano la nostra Dea che vive in noi e attorno a noi, la Dea che ci ama e ci protegge e che ci culla dolcemente riempiendoci del suo amore.

    Queste statuette hanno in se l'energia di tre tipi di magia: Una valenza di magia simbolica per rappresentare la natura, e quindi la Dea Madre. Una valenza di magia propiziatoria per propiziare la fertilità della donna, del campo e di tutta la natura. E una valenza di magia simpatica quindi veri e propri incantesimi dove si pregava la Dea affinche la donna potesse rimanere gravida e infatti in questi casi li si regalava la statuetta come talismano propiziatorio affinchè la Dea potesse benedirla riversando su di lei la sua prosperità e la sua fertilità per assicurare una discendenza.

    I ritrovamenti di queste statuette sono numerosi in tutta europa sopratutto francia e zone del nord europa. la più antica fu scolpita circa 31.000 anni fa e venne rivenuta in austria a Galgenberg. I materiale era pietra ma anche ossa e marmo.

    Gli archeologi sostengono che le veneri paleolitiche fossero semplici offerte alla natura, altri che si regalassero alle spose come augurio di prosperità. Tuttavia concordono tutti che quei piccoli idoli furono scolpiti riproducendo un archetipo: la dea della fertilità e perciò la Grande Madre.
    perciò, sono talismani col potere di proteggere e assicurare prosperità e abbandonza propiziando non solo la fertilità umana ma anche degli animali e delle piante.
    Le braccia possono assumere varie posizioni ognuna delle quali ha il proprio significato: se sono attaccate al corpo, propiziano la stabilità e la forza d'animo; se sono aperte a croce, hanno il potere di equilibrare e armonizzare le emozioni; se le braccia sono estese verso l'alto, il loro potere ci aiuterà a proiettarci oltre la realtà per raggiungere il mondo dei sogni. le figurine con le braccia arcuate (le mani unite al di sopra della testa avvolte..)sono la rappresentazione di gaia, la madre terra, e hanno il potere della fertilità e rigenerazione.
    in ogni caso le gambe devono essere sempre unite, per significare che il potere della statuetta è permanente e darà sicurezza a chi la tiene.
    Ognuno può intagliarsi o fabbricare la propria venere introducendo anche dei cristalli per aumentarne il potere o semplicemente per venerare la Dea Madre.

    Il seno, la pancia e la vagina, ricevevano maggiore attenzione dall'artista, mentre il volto, le braccia e le gambe erano soltanto abbozzate.
    Tali scelte stilistiche, erano attribuibili al culto, in cui gli elementi fondanti erano il concepimento e la maternità. Inoltre, si nota in esse, la mancanza di movimento. Anche in questo caso, le scelte dell'artista sono in relazione alla funzione attribuita agli idoletti femminili. Infatti, il loro scopo, una volta infissi nel terreno, era quello di proteggere le abitazioni, usanza ancora attuata tra le popolazioni di cacciatori di renne siberiani. Quindi, la staticità era conseguenza del ruolo attribuito alle statuine. Questa pratica, era un aspetto particolare di un rituale molto complesso, che abbracciava vari aspetti della vita quotidiana e che prevedeva, probabilmente, l'esecuzione di danze all'interno dei Templi specifici, come la grotta della Venere di Laussel. Quindi come osserva Rodriguez: "Coloro i quali hanno considerato quelle statuette come dei feticci con potere innato, sono partiti dal fatto evidente che nella mentalità primitiva, la magia e le sue manifestazioni acquistano un ruolo centrale nella vita collettiva e individuale; ma si deve obiettare, fra le altre considerazioni, che un feticcio non è nulla in sé, se prima un contesto di credenze religiose non gli ha consegnato il potere di rappresentare - e di entrare in rapporto con - la potenza o essere superiore che lo rende attivo" (Rodriguez, ...).

    Bibliografia:

    -Il libro delle streghe di Raymond Buckland
    -Rivista sui cristalli annuale (curarsi coi cristalli)
    -La Dea bianca

    .................................
    "La voce antica della Dea Madre continua a chiamare le sue figlie e figli, risvegliando in loro il fuoco sacro.."