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Se l'uomo impara la prima regola importante,che tutto ciò che esiste è buono in quanto esiste,troverà sempre più pace e tranquillità.E solo in questa pace imparerà a considerare le cose,e queste gli riveleranno il loro significato.Ci si libera gradualmente dalle idee fisse,dall'idea di dover combattere per o contro qualcosa,senza per altro diventare inattivi.Infatti chi è convinto di poter cambiare il mondo con le sue attività,in genere non si accorge che è diventato schiavo delle circostanze e che queste modificano solo lui.La vera attività deriva dalla tranquillità.E' un segno di maturità.A questo punto i più cominciano a ribellarsi;si teme,seguendo questa regola,di passare per minchioni,di diventare il trastullo per gli altri,di andare a fondo senza speranza.Non si vorrebbe rinunciare alle battaglie che in fondo tutti amiamo,si vorrebbe continuare a mostrare agli altri chi siamo,così da esercitare una specie di forza.Anche Pietro non poté fare a meno nell'orto dei Getzemani,di estrarre la spada,e in questo modo è riuscito a dimostrare soltanto di non aver capito fino in fondo gli insegnamenti del Maestro.Chi non è in grado di vivere in armonia con le cose reali,non potrà mai avviarsi al sentiero che conduce alla Luce.La maggior parte della gente si porta dietro un gran peso del passato,consistente di eventi e personaggi con cui si è stati o lo si è ancora,in ostilità.Per chi volesse eliminare questo carico di negatività,può essere utile questo esercizio(da me praticato incessantemente):ci si distenda in silenzio e rilassati e si facciano emergere davanti all'occhio interiore (la ghiandola pineale ,l'Ajna chakra) situazione passate che si ritiene sarebbe stato meglio non aver vissuto.Queste situazioni negative del destino le si consideri insieme alle persone da cui si pensa di aver subito un torto e che si preferirebbe non aver mai incontrato.Mentre si riflette su queste situazioni e sulle persone in esse coinvolte,si consideri che tutto questo non è stato altro che un gradino nella vita che il destino ha segnato per noi e che senza di esso oggi non si sarebbe quello che si è.Si cerchi di capire il significato di quanto è accaduto e si vedrà che lentamente si proverà gratitudine per il fatto che tutto è stato come è stato.Solo quando si sarà riusciti a sorridere sinceramente dell'evento in se stesso e delle persone in esso coinvolte e anche a ringraziarle per l'aiuto che sono state disposte a dare alla realizzazione del nostro destino,solo allora si passi a un'altro episodio.Si lasci che i singoli episodi emergano da sé,non c'è bisogno di starli a cercare con l'intelletto.Si accettino tutti gli eventi,anche quelli meno gradevoli,senza reprimere nulla,neppure le cose con le quali si crede di essersi ricoinciliati da tempo.Bisogna ripetere quest'esercizio,che a certuni all'inizio potrà risultare difficile,e si vedrà che tutto diventerà più facile,che la pressione sparirà.Finché ci si sente contro la parete,si avrà la sensazione che la parete eserciti una pressione su di noi.Se la propria pressione aumenta,aumenterà anche quella della parete.La soluzione consiste nel togliere le mani dalla parete.La pressione allora sparirà da sola.Il paragone per quanto possa sembrare banale,rispecchia pienamente l'atteggiamento di quasi tutti,che si trovano come davanti una parete,premono con tutte le loro forze e si lamentano della pressione della parete.Rinunciare alle proprie resistenze è facile,ma solo in teoria,perché per l'uomo risulta estremamente difficile.Perché tutti sono profondamente convinti di dover premere contro questa parete appunto perché la parete preme contro di loro,e che se smettono di opporre resistenza la parete finiribbe per piombare addosso loro.Ed è qui che si sbagliano.Si provi a realizzare personalmente l'esempio della parete e si capirà il problema fino in fondo.Per rendersi conto dello sbaglio,bisogna aver il coraggio di smettere di far pressione.Chi riconosce il diritto di esistere della parete,non ha più bisogno di esercitare nessuna pressione contro di lei ed essa non lo disturberà più in alcun modo.