00 21/04/2006 08:30
Finalmente !!era ora che cominciassero ad aprire qualche spiraglio le mummie [SM=g27828]


Sì all'uso dei profilattici quale "male minore" per contrastare l'Aids; prudenza nell'esprimere giudizi sulla fecondazione eterologa ed invito ad approfondire la strada per l'adozione di embrioni, anche da parte delle donne single, pur di impedirne la distruzione. Non ci sono dubbi che il dibattito tra scienza e fede che ha visto protagonisti il cardinale Carlo Maria Martini, uno dei componenti più autorevoli del Collegio Cardinalizio, ed il chirurgo di fama internazionale Ignazio Marino, farà discutere parecchio. All'indomani della contrapposizione tra laici e cattolici a seguito del referendum sulla fecondazione assistita, l'ecclesiastico getta, infatti, ponti importanti sottolineando il "compito formativo della Chiesa", che "é chiamata a formare le coscienze".
Nel dibattito, che verrà pubblicato integralmente dal settimanale l'Espresso Martini e Marino affrontano a 360° un pò tutti i temi di biotetica - dalla fecondazione assistita all'eugenetica, dall'eutanasia all'aborto fino alla donazione degli organi - mettendo a confronto i loro convincimenti in vista di un "dialogo sulla vita", perché, sottolinea Marino, "non è possibile ignorare gli innumerevoli quesiti etici" legati "alle possibilità che la scienza mette a disposizione degli uomini". Opinione di entrambi è che su "temi così delicati il rischio è di cadere in facili contrapposizioni e strumentalizzazioni", con il rischio "di creare fratture nella societa".
Considerevole l'apertura del cardinale Martini: "Più delle rigidità, spiega, serve soprattutto una formazione della mente e del cuore a rispettare, amare e servire la dignità della persona in ogni sua manifestazione, con la certezza che ogni essere umano è destinato a partecipare alla pienezza della vita divina e questo può richiedere anche sacrifici e rinunce". "Non si tratta - precisa Martini - di oscillare tra rigorismo e lassismo, ma di dare le motivazioni spirituali che inducono ad amare il prossimo come se stessi, anzi come Dio ci ha amato, e anche ad amare e rispettare il nostro corpo".