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Budda si trovava in una foresta a Kosambi, in India, dove prese alcune foglie e chiese ai suoi discepoli: “Cosa ne pensate, o fedeli? Quali sono di più: le poche foglie nella mia mano o quelle nella foresta intorno a noi?”
“Signore, davvero poche sono le foglie nella mano del Benedetto - rispose un discepolo - mentre molto più abbondanti sono quelle nella foresta.”
E Budda continuò: “Allo stesso modo, fedeli, io vi ho detto solo una piccola parte di ciò che mi è noto; le cose che non vi ho detto sono molto più numerose. E perché non ve le ho dette? Perché non sono utili, non sono fondamentalmente connesse con la sacra vita spirituale, e non vi condurranno al Nirvana. Ecco perché non ve le ho dette.”
A Budda non interessava discutere di superflue questioni metafisiche che potessero dar vita a problemi immaginari e speculazioni infinite. Considerava simili argomenti “una regione selvaggia dell’opinione”. Allo stesso modo, e per due ottime ragioni, questo lavoro non tratta molti dei soggetti oggi discussi, ricercati, scritti e insegnati con riferimento alla Nuova Età dell’Aquario.



Un giorno gli dei discutevano tra loro e uno disse agli altri : "Dove possiamo nascondere Dio affinché l'uomo non possa trovarlo.Uno di loro rispose :"Nascondiamolo nelle viscere della terra". "Non sarebbe una buona idea" replicò il primo "prima o poi esplorerà anche le viscere della terra e lo troverà".
Un'altro disse :"Nascondiamolo nel profondo del mare", "No" rispose sempre il primo,"l'uomo inventerà macchine capaci di esplorare gli abissi marini e lo troverà"
Un'altro propose:"Nel cielo !Nascondiamolo nel cielo"
"Non è una buona idea!" disse sempre il primo dio "L'uomo inventerà macchine per volare e lo troverà"Quello che era reputato il più saggio di loro sentenziò:Nascondiamolo nell'uomo stesso,affinché possa girare in lungo e in largo e girare intondo come un cane che si morde la coda senza mai trovarlo.