LE ALTRE VOCI Filosofie, Ideologie, Religioni e Culture

Rapporto Bankitalia

  • Messaggi
  • OFFLINE
    Claudio Cava
    Post: 16.648
    Post: 759
    Età: 17
    Sesso: Maschile
    Utente Gold
    00 17/03/2006 00:46

    CONTI PUBBLICI: DEBITO AL 106,4%, IN SALITA DOPO DIECI ANNI

    BANKITALIA: DEBITO/PIL NEL 2005 SALITO AL 106,4
    ROMA - Nel 2005 il rapporto fra debito e Pil in Italia è salito al 106,4% contro il 103,8% dell' anno precedente. Si tratta della prima crescita di questo rapporto dal 1994.

    E' questo il dato contenuto nel bollettino di Bankitalia che quantifica le dimensioni del rapporto sulle base di due revisioni statistiche, relative rispettivamente al debito ed al fabbisogno per gli anni precedenti al 2005. Oltre a questo, sul dato incidono le revisioni apportate al Pil a seguito della nuova metodologia di calcolo dei conti nazionali.

    OCCUPAZIONE, NEL 2005 PRIMO CALO 10 ANNI

    Nel 2005 l' occupazione in Italia calcolata sulla base dei posti di lavoro a tempo pieno è diminuita per la prima volta dal 1995, -0,4%.
    E' quanto rileva il bollettino economico di Bankitalia, aggiungendo che il numero di persone occupate è invece cresciuto dello 0,2%. La divergenza fra le due statistiche è dovuto al fatto che in particolare lo scorso anno si è avuto un 'boom' di posizioni lavorative ad orario ridotto.

    MANCATA CRESCITA DOVUTA A NODI STRUTTURALI

    Lo sviluppo economico italiano negli ultimi dieci anni "ha rallentato sino ad arrestarsi, indipendentemente dallo svolgersi del ciclo mondiale", ed a fermarlo "sono stati i nodi strutturali che riducono la capacità del nostro sistema produttivo di trarre beneficio dalle opportunità insite nei nuovi assetti del commercio internazionale e nelle tecnologie innovative". Lo sottolinea il bollettino economico della Banca d' Italia.

    SERVE STABILE CALO RAPPORTO DEBITO-PIL

    "Ricondurre rapidamente i conti pubblici su un sentiero coerente con la stabile riduzione del rapporto tra debito e Pil è una priorità della politica economica". Lo afferma il bollettino economico di Bankitalia, aggiungendo che quest' obiettivo è indispensabile "anche in vista del fine più generale: trarre l' economia italiana dal ristagno. I due obiettivi sono complementari".

    BOOM DEBITI FAMIGLIE, MA SOTTO MEDIA UE-USA

    Negli ultimi dieci anni si è avuto un boom dell' indebitamento delle famiglie italiane, che in base a dati aggiornati al settembre dello scorso anno ha toccato il 30% del Pil contro il 18% del 1996. Al tempo stesso, peraltro, "questo valore risulta tuttora contenuto nel confronto con l' area dell' euro e con gli Stati Uniti (56 e 90 per cento, rispettivamente)".
    E' quanto sottolinea Bankitalia, che dedica un apposito riquadro a questo fenomeno, sostenuto essenzialmente dai mutui contratti per l' acquisto di abitazioni.

    CONTI PUBBLICI: DEBITO AL 106,4%, SALE DOPO 10 ANNI

    Il rapporto debito-Pil, fissato nei parametri di Maastricht al 60%, torna a crescere in Italia dopo 10 anni. E questo nonostante una revisione dei dati sulla crescita di cui il dato sul debito ha, anche se di poco beneficiato. Si passa così, per il 2005, ad un livello meno alto rispetto a quello indicato inizialmente dal Governo (108,5% era indicato nel Programma di stabilità dello scorso dicembre) con un debito-Pil al 106,4%. Livello che mostra però una crescita di ben 3,4 punti percentuali rispetto al 103,8% del 2004. Insomma si interrompe così "il processo di riduzione in atto da un decennio".

    E' quanto emerge dall'analisi dei dati forniti nel bollettino economico di Bankitalia confrontati con le previsioni del Governo inserite nel nostro programma di stabilità.

    Insomma il debito inverte tendenza e, per la prima volta dopo 10 anni, torna a crescere e più del previsto: nel Programma infatti, prima della revisione dei dati, la crescita tra il 2004 e il 2005 era di 2 punti (dal 106,5 al 108,5). Ora, e nonostante la revisione (positiva) sulla crescita la differenza percentuale é appunto di oltre 3 punti.

    Una situazione questa che richiama l' attenzione di Bankitalia che, non a caso nell'ultimo documento, punta molto l'attenzione sulla necessità di ridurre il debito e aumentare, rendendolo strutturale, l'avanzo primario ormai prossimo allo zero. E più questo indicatore è piccolo e meno si riesce a ridurre il debito. L'avanzo - spiega Bankitalia - è sceso nel 2005 allo 0,5% del Pil dall'1,3% del 2004, proseguendo nella tendenza in corso dal 1998. Gli effetti di contenimento del saldo delle misure di natura temporanea si sono ridotti da circa 1,5 punti percentuali del Pil nel 2004 a circa 0,5 nel 2005. Escludendo tali effetti l'avanzo primario è sostanzialmente nullo, ha segnato un leggero miglioramento rispetto al 2004".

    Nella parte del bollettino economico destinata all'economia italiana Via Nazionale punta dunque con decisione sulla necessità di "ricondurre rapidamente i conti pubblici su un sentiero coerente con la stabile riduzione del rapporto tra debito e Pil". Questa - secondo Bankitalia - "é una priorità della politica economica anche in vista del fine più generale: trarre l'economia italiana dal ristagno". I due obiettivi appaiono infatti "complementari", cioé, se non si riduce il peso del debito non si possono liberare risorse e l'economia non riparte.Per far questo Bankitalia chiama in causa anche le amministrazioni decentrate: occorrono regole di bilancio e meccanismi di finanziamento che le rendano "pienamente partecipi dell'azione di riequilibrio dei conti pubblici".

    Ecco le previsioni sul rapporto debito-Pil, come da Bollettino e Programma di Stabilità, a confronto:
    IL DEBITO/PIL
    2002 2003 2004 2005
    NUOVE STIME 105,5 104,3 103,8 106,4
    (bollettino Bankitalia)
    PRECEDENTI STIME 108,3 106,8 106,5 108,5
    (programma di stabilità
    del governo)

    © Copyright ANSA Tutti i diritti riservati 16/03/2006 18:33


    “Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sè non è forse sufficiente, ma è l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”.
    Joseph Pulitzer (1847-1911), Fondatore Premio Pulitzer
  • Lucifero
    00 17/03/2006 16:44
    Se mi permetti di essere ottimista direi che stiamo andando verso il collasso,in piccolo mi faccio i conti in tasca,e devo dire con franchezza di non essermi mai trovato in condizione economica così triste,devo fare i salti mortali,però conosco realtà di gente in totale sfacelo.
  • OFFLINE
    Claudio Cava
    Post: 16.648
    Post: 759
    Età: 17
    Sesso: Maschile
    Utente Gold
    00 18/03/2006 01:15
    Re:

    Scritto da: Lucifero 17/03/2006 16.44
    Se mi permetti di essere ottimista direi che stiamo andando verso il collasso,in piccolo mi faccio i conti in tasca,e devo dire con franchezza di non essermi mai trovato in condizione economica così triste,devo fare i salti mortali,però conosco realtà di gente in totale sfacelo.



    Luci', se capita qui qualcuno che ha gia' voglia di suicidarsi, tu gli togli gli ultimi dubbi. [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828]

    Ciao [SM=g27822]
    Claudio



    “Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sè non è forse sufficiente, ma è l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”.
    Joseph Pulitzer (1847-1911), Fondatore Premio Pulitzer
  • =pinkpanther=
    00 20/03/2006 17:14
    Re:

    Scritto da: Lucifero 17/03/2006 16.44
    Se mi permetti di essere ottimista direi che stiamo andando verso il collasso,in piccolo mi faccio i conti in tasca,e devo dire con franchezza di non essermi mai trovato in condizione economica così triste,devo fare i salti mortali,però conosco realtà di gente in totale sfacelo.


    Se mi permetti di essere ottimista, non mi pare di stare peggio di qualche anno fa. L'euro ha aumentato tutto ma sta a chi detiene il Mestolo del Potere a non comprare dove si tende a fregare il consumatore.
    Il potere d'acquisto non può fare a meno dell'acquistatore mentre l'acquistatore può fare a meno di acquistare ^^ e fregare così chi cerca di fregarti facendoti venire voglie che in realtà non hai...
  • Michele
    00 21/03/2006 12:58
    Fatturato industriale in rialzo dell’8,4%. Bene il comparto energetico (+23,2%)
    L’Istat non ha dubbi, economia in crescita
    gianmarco gallizzi Forse le cassandre che continuano ad ammorbare il clima pre-elettorale e a creare pericolose distorsioni nei confronti della vulnerabile percezione comune, almeno oggi, non avranno modo di scagliarsi pregiudizialmente contro la situazione economica del Paese e dovranno preoccuparsi di trovare argomenti alternativi sui quali discettare morbosamente.
    Sono infatti stati diramati ieri alcuni dati da parte dell’Istat che non lasciano adito a dubbi. Secondo l’autorevole istituto di statistica il fatturato dell’industria, nel mese di gennaio 2006, è aumentato dell’8,4% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. È aumentato in particolare del 6,2 % sul mercato interno e del 14,5 % su quello estero.
    L'indice degli ordinativi inoltre ha registrato una crescita tendenziale del 9,8%, segnando un incremento del 6,4% sul mercato interno e del 16,6% sul mercato estero. Gli indici generali destagionalizzati del fatturato e degli ordinativi hanno presentato, tuttavia, nel confronto con il mese precedente, una variazione negativa del 3,3% il primo, e dello 0,6% il secondo.
    A trainare maggiormente l’aumento tendenziale è stato il comparto dell’energia che ha registrato un +23,2%, a seguire sono stati i beni strumentali con un aumento del 9,2%, i beni di consumo +6,9% e i beni intermedi +6,1%.
    Quanto all’aumento del fatturato rispetto al mese di dicembre, l’Istat segnala una variazione positiva per l’energia +0,7%, mentre variazioni negative hanno riguardato i beni intermedi -5,1%, i beni strumentali -5,0% e i beni di consumo -0,8%. Variazioni positive inoltre, si sono verificate in tutti i settori rispetto all’anno precedente: gli incrementi maggiori però sono stati registrati nei settori delle raffinerie di petrolio (+27,1%), della produzione di mezzi di trasporto (+19,5%), delle industrie delle pelli e delle calzature (+17,1%) e della produzione di mobili (+ 17,0%). E nello stesso periodo, l’indice degli ordinativi ha segnato gli aumenti più marcati nella produzione di mezzi di trasporto (+26,4%), nell’industria del legno e prodotti in legno (+23,8%) e nella produzione di mobili (+20,9%). L’unica diminuzione ha riguardato la produzione di apparecchi elettrici e di precisione (+9,7%).
    Un commento ai dati diffusi dall’Istat è giunto da parte del sottosegretario al Welfare, Maurizio Sacconi, che ha dichiarato: «Ormai non è più solo una rondine a fare primavera ma sono molti gli indicatori della ripresa. È significativo il fatto che oltre agli ordini sull’estero crescano quelli interni e soprattutto che sia positivo il dato tendenziale sia per gli ordini che per il fatturato». «Non si tratta - continua Sacconi - di assumere un atteggiamento trionfalistico ma di riconoscere quantomeno che la lettura tutta negativa dell’economia italiana non ha fondamento e che al contrario ci sono, per quanto limitati, segnali positivi sui quali il disfattismo agirebbe quale fattore depressivo. Il problema al contrario è quello di accompagnarli con politiche di flessibilità, di liberalizzazione, di intervento sui costi di produzione».

    [Data pubblicazione: 21/03/2006]


    Andrà anche male, ma se un'Istituto come l'ISTAT, di sinistra da questi dati, mi sa che c'è qualcosa che puzza a sinistra? [SM=g27823]


    Michele