00 30/01/2006 08:45
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Il professor Alter Lewis Corey entrò nell’aula con un passo deciso ed una espressione seria, che smorzarono in pochi attimi il frastuono che aveva preceduto quel momento.Una volta che ebbe raggiunto la cattedra anche gli ultimi mormorii lasciarono spazio al silenzio più assoluto. Il celebre studioso inglese non doveva avere più di sessant’anni, sguardo fiero e capelli che gli scendevano fino alle spalle. Era lì per tenere un seminario su yoga e tantrismo. Se praticavo lo yoga già da qualche anno, non avevo le idee molto chiare riguardo al tantra. Sapevo che la sua origine si perde nella notte dei tempi e che lo yoga stesso, in un certo senso, non è che un suo adattamento alla civiltà induista. Ma sapevo anche che esiste una corrente dello yoga che al tantrismo si richiama esplicitamente. A.L.C.:-Il termine yoga , nella società occidentale, è associato ad un vago insieme di tecniche di rilassamento e di esercizi fisici praticati per migliorare la propria condizione psico-somatica.In realtà lo yoga è un complesso sistema filosofico-religioso le cui tecniche di ascesi e di meditazione sono state "riprese" da molteplici correnti del pensiero indiano. Esiste uno yoga classico, esposto da Patanjali nel trattato dello yoga-sutra (tra V° e VI° sec.), ma esistono anche molte forme popolari , nonché varianti buddhiste e jainiste (quindi non induiste). D’altra parte alcuni movimenti ne hanno sottolineato l’aspetto magico, altri quello mistico. Tutte queste correnti possono essere riunite in due grandi gruppi, in due vie dello yoga. Per la prima la meta ultima della quiescenza di tutte le funzioni e modalità della mente (cittavrittimirodha) si consegue attraverso un progressivo svuotamento mentale che presuppone una disciplina morale: non offendere nessun essere vivente, rispettare la verità, non rubare, disprezzare la ricchezza, ambire alla purezza dello spirito e del corpo attraverso l’ascetismo, lo studio dei testi sacri e la devozione verso Dio. Lo yoga infatti, soprattutto nelle sue varianti mistiche, ammette l’esistenza di Dio (è una methodus mystica), che non è visto come un principio trascendente cui sottomettersi, ma come un’anima perfetta che spinge l’uomo a liberarsi dei legami della materia...- Accanto a me, nell’ultima fila di quella sorta di piccolo anfiteatro, era seduto un giovane indiano, dai bei lineamenti, che stava maneggiando una sostanza duttile simile, molto simile all’oppio. Mentre lo osservavo alzò lo sguardo e mi sorrise. Contraccambiai il sorriso. A.L.C.:-questo aspetto morale costituisce le due prime "membra" dello yoga (yoganga) : yama, i freni e niyama, le discipline. Le altre sono: asana, le posizioni e atteggiamenti del corpo; pranayama, ritmo e controllo della respirazione; pratyahara , la sottrazione dell’attività sensoriale dall’influsso degli oggetti esterni; dharana, concentrazione; dhyana, la meditazione yoga; e samadhi, il raccoglimento assoluto, l’esperienza enstatica ultima dove scompare qualsiasi dualità tra soggetto contemplante e oggetto contemplato. Si possono distinguere diversi stadi di samadhi, solo nell’asamprajnata samadhi viene meno qualsiasi forma di coscienza e l’insieme delle funzioni mentali viene bloccato...- Domandai all’indiano: - cosa fai?- Lui mi rispose in un ottimo inglese:- una fumata d’oppio. Vuoi assaggiare?- A.L.C.:- Già i samadhi inferiori conferiscono i poteri miracolosi (siddhi), per cui concentrandosi, meditando e praticando il samadhi (ovvero esercitando il samyama, che costituisce le ultime tre membra dello yoga) su un oggetto, o una classe di oggetti, si acquistano dei poteri occulti riguardanti tale oggetto. Così, ad esempio, nello yoga-sutra si dice che praticando il samyama sulla distinzione tra l’oggetto e l’idea, lo yogin conosce le grida di tutte le creature. Praticandolo nei confronti di una nozione, egli conosce tutti gli stati psicomentali che tale nozione può suscitare negli altri uomini. E così via fino ad arrivare a poteri ancora più straordinari, come quello di rendersi invisibile, se l’oggetto del samyama è la forma del corpo. Non ci sorprende allora, a prescindere di quanto siamo disposti a credere in alcune di queste virtù magiche, che lo yogin sia sempre stato considerato, in India, un possessore di poteri occulti, un Uomo-Dio...- - non hai paura che se ne accorga?- L’indiano mi rispose, anzi non mi rispose, con un altro sorriso. Poi accese la pipa. A.L.C.:- anche i Veda (l’insieme delle sacre scritture induiste), riportano descrizioni di personaggi mitici, archetipi divinizzati di asceti e maghi precursori degli yogin. Ad esempio Ekavratya, modello esemplare della confraternita misterica dei Vratya. Misteriosi personaggi vestiti di nero, con un turbante in testa, due pelli di montone sulle spalle (una bianca e una nera), armati di un bastone appuntito (lancia) e di un arco, armi magiche per eccellenza. Essi praticavano un sacrificio particolare, il vratyastoma, durante il quale una pumçali (prostituta) si accoppiava ritualmente con un magadha, o con un brahmacarin: altro personaggio mitico, vestito di una pelle di antilope nera, con una lunga barba, anch’egli dotato di particolari poteri. Durante questa cerimonia venivano eseguiti riti magici di fertilità, che comportavano dialoghi osceni e l’unione sessuale...- L’oppio bruciando emanava uno strano odore dolciastro, che mi ricordava il caramello. Qualche persona davanti a noi si voltò ma l’indiano non li degnò di uno sguardo. Invece si rivolse a me:- ti serve qualcosa? Erba, oppio, altro?- Dopo aver accennato una risata discreta, gli dissi:- volevo chiederti come ti chiami ma penso che ti chiamerò pusher, se non ti offendi...- - non mi offendo, io come posso chiamarti?- Dicendo queste parole mi passò la pipa. - puoi chiamarmi Kyashian - A.L.C.:-... abbiamo testimonianze anche molto più recenti riguardo a queste capacità sovranormali che si otterrebbero con lo yoga. Ancora oggi alcuni yogin si fanno seppellire per più giorni, riducendo la respirazione e la contrazione cardiaca ad un livello possibile solo in prossimità di una morte inevitabile. In un libro del 1852, Hornigbeger riporta il caso di uno yogin rimasto sepolto per quaranta giorni. Wilson invece, dall’Asiatic monthly journal, quello di uno che poteva restare sospeso in aria dai 12 ai 40 minuti, e diverse ore sott’acqua. Ci sono anche testimonianze di incombustibilità del corpo e di molti altri "miracoli"...- Il mio amico ora stava caricando uno shilom con della profumatissima marijuana. A.L.C.:- per quanto riguarda la via dello yoga che qui più ci interessa, quella tantrica, in essa si fa uso di molte delle pratiche ascetiche e di controllo psicomentale appena descritte. Ma vi sono delle importanti differenze che per certi versi la rendono opposta a quella classica...- Mi avvicinai all’orecchio dell’indiano:- ascolta che adesso viene il bello- Lui si stiracchiò come per concentrarsi meglio sul flusso di parole. A.L.C.:- ..il tantra proviene da una civiltà pre-ariana , la civiltà dravidica, che sviluppò una forte conflittualità nei confronti della religione degli invasori indo-ariani, nei confronti dell’induismo. L’india aborigena infatti non ammetteva la divisione in caste, e conferiva un ruolo primario alla Grande Dea, alla Dea Madre(era una società matriarcale). La Shakti, la forza cosmica, è quindi una forza femminile. Questo si può leggere come una riscoperta religiosa del mistero della donna. Ogni donna diviene l’incarnazione della Shakti e l’universo è il risultato dell’unione cosmica tra di lei e Shiva, tra il principio femminile e quello maschile. Tutti i popoli primitivi erano affascinati dal miracolo della nascita, della creazione, per cui la donna era vista come simbolo del mistero della vita. Questo determinò il sorgere di riti della fertilità , molti dei quali incentrati sulla sessualità. Ora la via tantrica, e in particolare la via tantrica della mano sinistra, rese centrali tali pratiche erotiche. Ma lo sviluppo del tantrismo, oltre che essere influenzato dalle sue origini dravidiche, avvenne assimilando elementi gnostici giunti in India attraverso l’Iran. Da qui la simmetria tra tantra e le correnti misteriosofiche occidentali quali la Gnosi, l’ermetismo, l’alchimia greco-egiziana e la tradizione dei Misteri. - Nella fila davanti, alla mia destra, era seduta una ragazza molto bella che si era girata un paio di volte verso di me. Aveva gli occhi così scuri che era difficile distinguere la pupilla dall’iride. La feci notare al pusher. A.L.C.:- ma la centralità del sesso per il raggiungimento della "liberazione" presuppone una visione completamente diversa da quella fondante le vie classiche dello yoga, del brahmanesino e del buddhismo. I testi della corrente tantrica del buddhismo (la scuola vajrayana o "veicolo del diamante")ci permettono di capire meglio tale differenza. In alcuni di essi viene affermata l’inutilità dell’ascesi e della speculazione, e in alcuni anche della meditazione. Il Guhyasamaya-tantra afferma che: "la perfezione si può acquistare facilmente mediante la soddisfazione di tutti i desideri". Poi aggiunge che la lussuria è permessa , così come mangiare qualsiasi carne(anche umana), che si può uccidere qualsiasi animale, rubare, mentire e commettere adulterio. Tutto questo è possibile in quanto , secondo questa scuola di pensiero, male e bene estremo coincidono, così come i concetti di morale e di immorale. Infatti solo il Vuoto Universale è, tutto il resto è privo di realtà ontologica. Questo spiega anche perché molte scuole tantriche prevedono la concentrazione e la meditazione su immagini terrificanti, in grado di risvegliare misteriose forze interiori. Così nel Satatra-tantra viene esposta la visualizzazione della dea Durga: una sorta di montagna nera dal volto terribile, ornata di ghirlande di teschi, la luna sulla fronte, con le anche attorniate da migliaia di mani di morti, la bocca ed il corpo insanguinati, con due cadaveri di bambini come orecchini...- L’atmosfera era molto cambiata, l’aula era ormai quasi ipnotizzata dalle parole del professore. Tutti, compresi il pusher ed io, avevamo visualizzato l’immagine della terribile dea, e ci stavamo lasciando prendere dal fascino di questa visione dell’esistenza. A.L.C.:- Il che spiega la nascita degli estremismi nichilisti delle cosiddette scuole terribili. Come quella degli Aghori, asceti che meditavano nei cimiteri, seduti sui cadaveri, che mangiavano nei teschi umani e praticavano il cannibalismo fino alla fine dell’ottocento. (Così Crooke ricorda il caso di un aghori che nel 1887 si era mangiato un cadavere su un ammasso funerario). Oltre a nutrirsi di carne umana , si nutrivano di qualsiasi tipo di immondizia, compresi gli escrementi umani, affermando la non distinzione tra gradevole e disgustoso, tra bene e male...- - hai sentito Kyashian, si mangiavano anche la merda - - forse i più grandi tabù dell’umanità sono il mangiarsi la merda e la carne umana...- - beh, ve ne sono di altrettanto grandi...- mi rispose il pusher. A.L.C.:- gli adepti di tale ordine seguivano gli insegnamenti di un guru, che aveva un cane sempre al suo fianco...- - allora diciamo tra i più grandi - conclusi io. A.L.C.:- gli aghori ricevevano l’eredità di una confraternita più antica, quella dei kapalika ("portatori di crani"). Nel Prabodha Chandrodaya, un dramma del 1065, l’autore, che aveva conosciuto bene i kapalika, fa dire ad uno di loro: "la mia collana ed i miei ornamenti sono fatti di ossa umane. Io abito tra le ceneri dei morti e mangio nei teschi(...)Noi beviamo il liquore nei crani dei brahmani ; i nostri fuochi sacri sono alimentati con cervelli e polmoni di uomini, mescolati a carni umane, plachiamo il Dio terribile con vittime umane coperte dal sangue fresco che sgorga dalle ferite della loro gola(...)La potenza della nostra religione è tanto grande che io comando a Hari-Hara e ai più grandi e ai più antichi tra gli dei; io fermo la corsa dei pianeti nel cielo; io sommergo nelle Acque la Terra con le sue montagne e le sue città e bevo le acque in un batter d’occhio..." - Il prof. Corey restò qualche attimo in silenzio fissandoci attentamente, il che creò un po’ di imbarazzo nella platea. Poi continuò come se niente fosse: - Nel Dabistan, un testo del 17° secolo, si dice che i kapalika svolgono delle cerimonie in cui è permesso bere vino, usano come coppe dei teschi umane(kapala), affermano che è permesso uccidere qualsiasi animale o uomo , e di notte si recano nei cimiteri dove mangiano cadaveri bruciati, si ubriacano e poi partecipano ad orge collettive...- La bella indiana si voltò nuovamente, ma questa volta non sorrideva, aveva uno sguardo serio che mi mise in imbarazzo, ebbi quindi il riflesso di abbassare gli occhi. Quando li rialzai , un attimo dopo, era di nuovo immersa in quello strano racconto di carne bruciata e di sesso collettivo. A.L.C.:- è probabile che i kapalika abbiano elaborato una pratica ascetica e mistica, comprendente ad esempio la meditazione sui cadaveri, riprendendo l’ideologia di tradizioni più antiche, di culti della vegetazione pre-indoeuropei; di popolazioni che praticavano , tra l’altro, sacrifici umani e la caccia ai teschi. - - pusher, quella ragazza mi intriga..- - dille qualcosa alla fine del corso - fu il suo unico commento. A.L.C.:- senza spingere questa logica a tali estremi , i vamacari cercano di giungere all’identificazione con Shiva e Shakti utilizzando ritualmente il vino, il cibo e l’unione sessuale. Il rito di base del tantra della mano sinistra è il Panch Makaras, il rito delle 5 M, dei 5 makara: Madya , condivisione del vino; Mamsa, della carne; Matsya, del pesce; Mudra, del grano secco; Maithuna, del rapporto sessuale. Sono state date diverse interpretazioni del rito. Innanzitutto esso può essere letto come un’allegoria del rapporto sessuale e dei diversi fattori che concorrono al raggiungimento dell’orgasmo. Il vino rappresenterebbe la saliva, le secrezioni vaginali e lo sperma; la carne (mangiata) la fellatio, eseguita da Shakti sul lingam( fallo) di Shiva; il pesce il cunningulus, praticato da Shiva sulla Yoni della Shakti; il grano la posizione(asana) dei partner durante il rapporto(Maithuna). Ad un altro livello di analisi si è detto che il Makaras avrebbe la finalità di liberare il tantrico dai tabù, dai freni che la società, ed in particolare la religione, gli pone. In questo senso il tantra si configura come sistema che non si preclude nessuna modalità per raggiungere i suoi fini spirituali. In questa ottica si capisce perché il rito implichi il consumo di cibi che a quel tempo erano proibiti per gli indù (soprattutto la carne di vacca). Ma vediamo come si svolge l’unione sessuale concreta: gli adepti si riuniscono in un luogo segreto e ogni Shiva prende un indumento intimo da un cesto, la proprietaria sarà la sua Shakti per il rito. E’ fondamentale che gli uomini abbiano una perfetta padronanza dell’eiaculazione, infatti l’accoppiamento avviene in un cerchio , il Chiakrapugia, che crea un "ciclotrone" collettivo straordinario, in cui ogni io individuale diviene parte del super-io collettivo, il che permette di accedere a livelli di coscienza superiori. In questo senso il ritardamento dell’eiaculazione nel tantra non è praticato nell’ottica di preservare le proprie energie , come nel taoismo, ma in quella del raggiungimento di uno stato di coscienza alterato e superiore. Stato che può facilitare l’ascesa della kundalini: il residuo di energia latente che, una volta liberato, permette di sbloccare i vari chakra, o centri di energia psichica...- Della kundalini, l’energia vitale sotto forma di serpente arrotololato che dimora nel muladhara chakra, alla base della spina dorsale( tra ano e genitali) , sapevo che la sua ascesa avviene lungo un condotto psichico centrale chiamato Shushumna. Condotto che, fisiologicamente, equivale alla cavità situata al centro della spina dorsale(asse cerebrospinale). Questa verticale fa da elemento di equilibrio tra le altre due arterie sottili: Ida(a sinistra, che corrisponde al sistema nervoso parasimpatico),e Pingala(a destra, corrispondente al sistema nervoso simpatico). A.L.C.:- ..per il risveglio temporaneo della kundalini e l’apertura dei chakra, i tantrici fanno uso, a volte, di sostanze psicotrope e psichedeliche come l’oppio, i funghi allucinogeni e l’hashish. Oltre che, probabilmente, di sostanze ancora sconosciute alla medicina ufficiale...- Dicendo queste parole il professore guardò nella nostra direzione. Qualcuno rise. A.L.C.:- ..ma vi è ancora un punto degno di nota. Per il tantra ci sono tre esperienze fondamentali, tre eventi della vita particolarmente significativi. Abbiamo visto la nascita, che ha affascinato talmente le culture primitive da permettere lo sviluppo di visioni religiose centrate sul culto della dea madre. Abbiamo visto l’eros: la spinta ad amare ed ad essere amati, che risveglia energie interiori latenti , e che, in un certo senso, soddisfa il nostro bisogno di amortalità. Ma qual’è l’esperienza ultima, quella che...- - La Morte!- esclamai, senza rendermi conto dell’enfasi con cui ero intervenuto. Quasi tutti mi guardarono, ma non la bella indiana. A.L.C.:- si, la morte. Eros e thanatos sono sensazioni, momenti intimamente legati, dal punto di vista psicologico ma anche fisico. Ricorderò qui solamente che in alcune impiccagioni ,nella caduta, si spezza una protuberanza di un osso del collo, che provoca una eiaculazione nel momento della morte. Ma soprattutto che entrambi sono caratterizzati da un trascendimento dei limiti del proprio sé e, in ultima analisi, della propria esistenza. Anche la morte può permetterci quindi di pervenire a una coscienza superiore, soprattutto se nei suoi confronti si ha un atteggiamento diverso dalla semplice paura. Si tratta di morire in modo cosciente, come fanno alcuni tantrici tibetani, che facilitano la presa di coscienza della morte, esercitando delle pressioni su alcuni centri nervosi nel collo del monaco morente. Questa presa di consapevolezza del morente, del più alto momento dell’esistenza, può far raggiungere l’ultimo stadio del samadhi: l’illuminazione finale.- Morire in modo cosciente, concentrarsi sugli ultimi attimi della propria vita per essere più forti di fronte al grande Mistero, di fronte all’ignoto. Quale terribile prova doveva essere, quale lungo percorso bisognava intraprendere per arrivare pronti a quell’ultimo, inevitabile momento. I miei pensieri , che mi avevano riportato alla dolorosa realtà dell’esistenza, furono interrotti da un brusio generalizzato causato da un brusco cambiamento nel comportamento del docente. Aveva ripreso a parlare, ma il tono era cambiato, era freddo e minaccioso: - ma ora veniamo a qualche aspetto pratico dei riti tantrici. Vi voglio spiegare come avviene il rapporto orale e quello anale nella coppia tantrica. Nella posizione del corvo(kakisana) sia il maschio che la femmina sono sdraiati sul fianco destro, in modo che entrambi abbiano i genitali dell’altro di fronte..- A queste parole ci fu qualche applauso, e anche qualche fischio (di approvazione tuttavia). A.L.C.:- entrambi mettono la testa tra le cosce dell’altro, l’uomo dopo aver chiuso l’ano con l’indice e aver inserito il pollice nella vagina, inizia a leccare, in particolare il clitoride. La donna chiude l’ano dell’uomo con il dito medio, con le altre dita accarezza lo scroto e con la lingua blocca l’orifizio uretrale...- La voce di A.L.C. si faceva sempre più aggressiva ed ipnotica. Tutti, chi più chi meno, si erano fatti prendere da una strana agitazione. Qualcuno gridava. Io ed il pusher eravamo senza parole: - pusher, cosa sta’ succedendo?- Lui mi si avvicinò, quasi in cerca di protezione: - non lo so - A.L.C.:- l’eiaculazione nel retto, durante il rapporto anale, va a nutrire la ghiandola della kundalini, la Dea Serpente. Cosa succede, vi sciocca questa idea? Cosa pensate di essere se non un lungo condotto di carne che va dal vostro culo alla vostra bocca! Siete solo un lungo tubo pieno di ripugnanti sostanze organiche! Stupidi moralisti, intimoriti dalla vostra stessa carne, dal vostro stesso essere! Adesso eravamo tutti in piedi, alcuni erano completamente immobili, altri in preda a spasmi, altri ancora lottavano furiosamente. Anche il pusher si era lasciato prendere dall’ipnosi collettiva, stava caricando la sua pipa automaticamente, senza dire una parola, con lo sguardo fisso davanti a sé. La bella indiana mi venne vicino, iniziammo a toccarci e a baciarci. Quando riaprii gli occhi vidi A.L.C. con una lunga veste nera addosso , tra le mani una spada. A.L.C.:- Portatemi la vergine! Da sacrificare al nostro signore Shiva! - Tre o quattro persone presero una ragazza, che non oppose resistenza e, dopo averla spogliata, la adagiarono sul tavolo davanti ad A.L.C. A.L.C.:- adesso recitate con me: OM NAMAH SHIVAYA! - In quel momento tutti si portarono intorno al luogo del sacrificio e iniziarono a ripetere il mantra. L’invocazione a Shiva risuonava forte nell’aula, ognuno la recitava, a parte il pusher che era rimasto dietro a fumare, con lo sguardo perso nel vuoto, ed io. A.L.C. strinse la spada con entrambe la mani e la portò, con le braccia tese verso l’alto, sopra la vittima del sacrificio. OM NAMAH SHIVAYA! ripeté un’ultima volta il sacerdote. Pensai che era giunto il momento di andarmene e mi avviai verso l’uscita. Mi voltai solo una volta per salutare il mio amico. Gridai perché le voci degli adepti coprivano la mia:- Addio pusher! Prenditi cura di te!- Lui sembrò uscire per qualche attimo dalla trance , per ricaderci subito dopo avermi risposto:- Addio Kyashian! Addio! - Uscii dall’aula, poi dal palazzo. Fuori era l’apocalisse. Molte abitazioni stavano bruciando, la gente correva in tutte le direzioni in preda al panico. C’erano dei cadaveri ovunque, i cannibali si disputavano le loro membra. Continuai a camminare, mentre il fumo nero, dalle case e dalle vetture in fiamme, andava a nascondere il cielo. Arrivai ad una piazza dove un uomo si era dato fuoco, seduto nella posizione del loto. Tutt’intorno si svolgeva una gigantesca orgia tantrica, OM NAMAH SHIVAYA echeggiava ovunque. Allora presi un sentiero che si inoltrava in un campo di terra e di erba bruciacchiata. Inciampai in un cadavere. I suoi occhi erano spalancati, due agghiaccianti globi bianchi mi fissavano dall’aldilà. Un brivido mi percorse la schiena. Ma fu solo un attimo. Dopo aver rivolto una rapida occhiata al sole che, tramontando, colorava d’oro e di sangue il cielo sopra di me, continuai per la mia strada. Di una cosa ero certo. Solo il Vuoto Universale è.


Sette sono le chiavi della grande porta Essendo otto in una ed una in otto

- Alesteir Crowley -

Possa Sarasvati, sposa del Signore Brahma, seduta sul fiore di loto con il meraviglioso libro che risplende nelle sue mani e con i Piedi di loto adorati da dei e demoni , danzare sempre nelle mie parole.

Ciaoo [SM=g27818]