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La Gnosi nella tradizione Sapienziale





Il concetto di Gnosi deriva dal greco e, si pone, all'attenzione dell'operatore come tema sulla "conoscenza".

Tale consapevolezza è solitamente connessa con l'idea della Salvezza, raggiungibile dall'uomo essa, che è dunque considerata frutto non di attività speculativa bensì di rivelazione divina, ovvero, di illuminazione diretta e immediata.

In senso generale si può affermare che negli ambienti ove tale dottrina viene applicata, l'idea di conoscenza ha un suo ruolo in quanto soggiacente alla trama di rapporti che si instaurano tra l'uomo e il livello sovraumano sulla base di determinate credenze: si parla infatti di gnosi, in quei contesti in cui essa ha un rilievo del tutto fondamentale ai fini della qualificazione di quei medesimi rapporti.

Naturalmente la nozione di conoscenza assume connotazioni diverse in relazione alla specificità dei singoli ambienti, essendo talora fortemente ancorata al livello etico-pratico, talora invece risolvendosi sul piano puramente interiore, attribuendosi efficacia esclusiva alla comprensione intuitiva e immediata di determinate verità.

Nella tradizione biblica veterotestamentaria ed in quella neotestamentaria, la conoscenza di Dio non implica una partecipazione ai misteri divini, bensì il riconoscimento della sua sovranità universale e l'adesione totale dell'uomo. Per cui, la conoscenza si traduce in un assenso intellettuale e nel comportamento etico in obbedienza ai suoi precetti.

In questo contesto, dunque, conoscere significa compiere la volontà di Dio.

Di diverso tipo è la gnosi dello gnosticismo a base dualistica, che consiste nella percezione immediata dell'esistenza nell'uomo di un elemento di natura divina.

Tale conoscenza è l'unico strumento di salvezza, non attribuendo valore alle opere, ai fini e alla determinazione del destino fisico dell'uomo.

Ciò premesso parliamo degli aspetti gnostici appartenenti ad alcune religioni.

Nella tradizione indiana, ad esempio, la gnosi deriva dalla speculazione delle Upanishad sulla liberazione del Karman e dal Samsàra e, alle dottrine yoga fondate sull'idea del raggiungimento della perfetta conoscenza (jnàna) liberatrice attraverso pratiche ascetiche, al Sàmkhya e al Vedànta, quest'ultimo essendo per definizione "la via della conoscenza superiore" (jnanamàraga) che conduce alla salvezza.

I due grandi sistemi Giainismo e Buddismo, da parte loro sono fondati sulla idea della conoscenza salvifica intesa come "illuminazione" totale, e acquisizione immediata della verità suprema.

Da ultimo, la mistica islamica (il sufismo) considera la conoscenza immediata e intuitiva di Dio come frutto dell'unione mistica; essa consiste nella contemplazione della essenza divina e nella partecipazione mistica a tale essenza. Tuttavia questa contemplazione si realizza solo nel terzo, e finale, stadio della esperienza mistica, raggiungibile soltanto da pochi. I primi due gradi, infatti, implicano solo la conoscenza delle opere di Allàh e dei suoi attributi.

Il primo mistico sufi a introdurre la nozione di gnosticismo nella dottrina mistica islamica fu Dhu'n Nun (IX secolo), il cui pensiero fu probabilmente influenzato dalla gnosi.

Tale influenza è particolarmente forte sulla comunità dissidente dei Carnati, presso la quale si riscontra di fatto la nozione della gnosi come illuminazione immediata e presa di coscienza della partecipazione dell'uomo alla sostanza divina, luminosa, da cui deriva tutta la realtà.

Tuttavia ben presto si sentì l'inadeguatezza di un'interpretazione che riduceva la gnosi a un mosaico di "prestiti" e troppo facilmente stabiliva derivazioni sulla base di analogie formali, senza troppo preoccuparsi di valutare la pertinenza dei documenti considerati e i reciproci rapporti storici dei contesti messi a confronto.

H. Jonas ebbe il merito, in una serie di precipui lavori, di porre in luce la fondamentale unità e coerenza della "visione del mondo", così come evidenziata nella gnosi, ovvero la manifestazione della vita fondata sul dualismo anticosmico e antisomatico e sulla nozione di un decadimento del divino.

Alla luce di questa interpretazione, il problema delle "origini"della gnosi acquista una nuova dimensione, poiché non si tratta di individuare l'origine di questo o quell'elemento particolare, ma di indagare il contesto storico e culturale in cui si collochi l'insorgere di una siffatta concezione del mondo e dell'uomo.





Lo Gnosticismo dei primi secoli d.C.

Lo Gnosticismo è un complesso di movimenti iniziatici fioriti nei primi secoli d.C. in varie regioni dell'Impero Romano (Egitto, Siria, Palestina, Asia Minore, Italia, Gallie etc.), accomunati dall'idea di gnosi a carattere salvifico.

Al di là delle differenze anche notevoli delle rispettive formulazioni dottrinali e delle prassi etiche e rituali, le varie correnti comprese nella denominazione di Gnosticismo sono unificabili in un contesto omogeneo in relazione "all'idea della presenza nel cosmo e nell'uomo di una sostanza di origine divina (il pneuma, il nous, intelletto ovvero la psiche, anima), imprigionata nella materia e nel corpo, ma destinata alla salvezza e al ritorno nel superiore mondo divino dal quale, per una colpa o incidente originari, è discesa.

Mezzo e strumento di tale salvezza è appunto la Gnosi, conoscenza (che è insieme illuminazione interiore e rivelazione) da parte dell'elemento divino, il quale prende coscienza di sé, "ri-conosce" la propria natura superiore e l'estraneità ontologica rispetto al mondo materiale e al corpo".

Si afferma dunque una visione dualistica, ossia una netta distinzione e contrapposizione di "principi", a livello teologico, cosmologico, antropologico, e pertanto iniziatico.

Infatti, nella prospettiva gnostica il mondo visibile, materiale, e il suo creatore, il Demiurgo, talora accompagnato da una folla di personaggi minori gli Arconti o Angeli, sono contrapposti ad un mondo spirituale, divino, solitamente costituito da un'entità somma, trascendente e inconoscibile, la quale si manifesta in una serie di emanazioni successive (gli Eoni), con nomi e attributi diversi, esprimenti aspetti e funzioni varie della divinità.

Questo in un movimento nel quale si può vedere la causa ultima di quel processo, visto come un decadimento, che porterà all'imprigionamento di una particella di sostanza divina nella materia solida.

In alcuni sistemi gnostici, come nel valentinianismo, è appunto alla periferia del Pleroma (il mondo divino della "pienezza", costituito da un numero definito di entità divine chiamate "Eoni") che si verifica la crisi e il movimento di degradazione verso il basso. Questo produce la formazione della sostanza materiale (da cui avrà origine il cosmo visibile ed il corpo umano); della sostanza psichica (di cui sarà formato il Demiurgo e l'anima "animale" dell'uomo); ed infine di quella sostanza pneumatica che, imprigionata nel cosmo e nel corpo umano, dovrà purificarsi da questo contatto e, attraverso la conoscenza, fare ritorno al Pleroma divino.

In altre formulazioni gnostiche si ha piuttosto una contrapposizione originaria del livello divino, popolato da vari personaggi di cui è prerogativa essenziale la bontà, la luminosità, la gioia, e il livello materiale tenebroso, in cui sussistono entità demoniache malvagie e aggressive.

A causa della aggressione operata o tentata dalle potenze inferiori si viene ad una "mescolanza" di luce e tenebre, sostanza divina e sostanza materiale, da cui risultano formati il cosmo e l'uomo, che solo attraverso la conoscenza di questa situazione potrà ottenere il riscatto della prigionia cosmica per la scintilla divina e luminosa incarcerata nel suo corpo.

Molto spesso il processo di acquisizione della gnosi salvifica è mediato dalla persona di un Salvatore, la cui funzione essenziale consiste nel rivelare all'uomo tutta la vicenda precosmica che ha fondato le attuali condizioni di esistenza, invitandolo ad aderire alla sostanza divina dissociandosi dal mondo e dal corpo e dalle rispettive attività e valori.

Di fatto, il complesso di nozioni sin qui brevemente enunciate costituiscono il fondamento ideologico di diversi sistemi gnostici che si esprimono solitamente, in misura maggiore o minore secondo i casi, attraverso linguaggi, immagini e personaggi mutati della tradizione giudaica e cristiana.

Così, il personaggio divino sceso nel mondo per disvelare agli uomini la Gnosi è assai spesso identificato con il Gesù dei Vangeli. Con la differenza essenziale che si rifiuta di ammettere che egli abbia potuto assumere un reale corpo umano, una volta che, secondo i presupposti tipici del docetismo, si afferma l'assoluta incompatibilità tra l'essere divino e la sostanza materiale.

Il Gesù gnostico è, dunque, essenzialmente un Maestro di gnosi, la cui vicenda terrena ha avuto il significato fondamentale di indicare la via per fare ritorno al mondo superiore a cui, per principio naturale, anche gli uomini appartengono.

Altro dato caratteristico e ricorrente dei sistemi gnostici è l'identificazione fra il Dio creatore dell'Antico Testamento e il Demiurgo inferiore.

In questo senso si ha dunque una utilizzazione assai ampia dei testi antico-testamentari per illustrare l'attività del Demiurgo e le vicende complesse della storia umana.

All'uopo il contatto tra i primi padri del deserto, quali Giustino, Ireneo, Tertulliano, Ippolito, Epifanio etc., con varie comunità gnostiche e le loro opere prodotte nei primi secoli d.C., hanno al riguardo costituito una fonte preziosa di informazioni sul fenomeno gnostico, sino a quando le sabbie del deserto egiziano non ci hanno restituito presso Nag Hammadi, una raccolta di codici su papiro, contenti proprio opere gnostiche originali, alcune delle quali riflettono la situazione del periodo di massima fioritura dello gnosticismo.

Allo stato attuale, gli orientamenti della nostra materia, anche alla luce dei ritrovamenti di cui sopra, indicano uno specifico parallelismo con un antecedente della tradizione gnostica. La tradizione greca "orfico-platonica", a base dualistica, centrata sull'idea della presenza nel cosmo e nell'uomo di un elemento divino decaduto e tendente alla liberazione della prigionia cosmica e corporea.



Conclusione

Dai concetti menzionati, emerge con evidenza come il Lavoro massonico sia correlato anche a questo aspetto conoscitivo, espressione essenziale della immutabile verità eterna che noi incarniamo, e che dobbiamo sviluppare fino al compimento.

Il Lavoro massonico a cui faccio riferimento, come sostiene il Porciatti e molti altri illustri autori, è l'insegnamento che a cominciare dal XVIII grado del Rito scozzese prosegue nei gradi successivi. Con precetti che risentono dell'orientamento gnostico e dell'orientamento rosacrociano, ghibellino e templare.

Dall'antica Dottrina ermetica, il rosacrucianismo ed il templarismo hanno tratto la medesima essenza; l'uno e l'altro debbono essere considerati come uno gnosticismo pratico, operante, frutto del medesimo principio gnostico inteso alla ricerca della verità con tutti i mezzi. Che si avvale di tutte le culture scientifiche nessuna esclusa. Si tratta di Gnosi applicata; è il concetto teorico portato sul piano della pratica, l'adattamento del principio a quella che è la vita terrena dell'uomo, del "metodo" razionale che perviene dall'aspirazione a bene pensare, a bene operare, a bene fare.

Ecco perché il lavoro massonico deve attenersi alla sostanza del metodo, in quanto la sostanza stessa è Gnosi, è "conoscenza e comprensione delle vie di accesso verso il Mondo interiore". Pertanto è "autocoscienza, cognizione, conoscenza, ri-conoscimento" sino al pervenire dell'Uomo Trascendente.

L'umana natura, in tutti i suoi aspetti, emozionale, morale, razionale e spirituale ha bisogno anche di questo Tronco, base su cui si appoggia la sconfinata Sapienza.

La Sapienza ha carattere universale. Per questo nessuna scuola esclusiva, corrente di pensiero o ideologia può considerarla un proprio patrimonio. Nessuno può credere di monopolizzare la primogenitura di un principio universale, né avanzare precedenze sul suo valore.

La Luce della Verità è Una, ed anche se la verità si manifesta sotto diversi aspetti, i suoi molteplici raggi sono aspetti che penetrano nella mente e nel cuore dell'uomo, illuminandoli e facendovi sorgere il sapere e la conoscenza spirituale.

È detto: "Se il cuore umano cerca la Luce, la Luce vi sarà riversata".

Colui che si sforza di pervenire alla Conoscenza Divina, che si consuma sulla brama di questa Conoscenza, vera scienza perfetta e trascendente, sa che la Gnosi ne costituisce il mezzo.

La Gnosi, interiore sapienza, è la sacra penetrazione dei Misteri Divini: Misteri in cui risiede la vera natura della vera Iniziazione. E solo penetrando i misteri si trova il punto di contatto tra le diverse forme di conoscenza e coscienza spirituale attraverso cui percepire la presenza della Luce. Luce Divina, Universale, Scaturigine Prima e Centro di tutti i raggi di Luce riversati sull'umanità: stupenda realtà di una Provvidenza Superiore e di un disegno Divino, che mai placa la voglia del Grande Architetto di far partecipare a tutto ciò Noi, che siamo i figli suoi creati a Sua immagine e somiglianza, in un effluvio incommensurabile d'Amore e di Energia.

Ciao [SM=g27823]