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La religione degli Egizi.

  • Messaggi
  • Ljub@
    00 11/12/2005 00:09


    Il mondo degli dèi.

    In egiziano “dio” si dice ntr, una parola il cui significato originario non è stato chiarito. Alcuni lo hanno accostato alla parola per “soda” e , dato che la soda veniva usata come sapone, hanno dedotto come significato fondamentale “puro”. Questa spiegazione è stata però abbandonata, così come quella che vede in questo geroglifico ntr un’ascia come simbolo di potere.

    Il mondo degli dèi egiziani è variopinto e svariato. Visto dall’esterno, colpisce il fatto che la maggior parte degli dèi venga raffigurata sotto forma umana con testa di animale. Alcuni studiosi ritengono che la spiegazione sia nell’immutabilità della specie animale: tutti gli individui della specie sono uguali fra loro; lo zoomorfismo impersonerebbe quindi la stabilità e l’immutabilità del divino.

    Ciò che colpisce inoltre è che la maggior parte degli dèi egiziani siano dèi locali, che venivano venerati solo nella loro città, anche se in seguito, occasionalmente, gli sviluppi politici e religiosi portarono al riconoscimento di divinità locali in tutto il paese; è difficile perciò parlare di un pantheon egiziano nel vero senso della parola.

    Una delle divinità più importanti era la dea del cielo Nut, consorte del dio della terra, che viene raffigurata in piedi piegata su di lui e che nel culto funebre è rappresentata dal coperchio del sarcofago. Esiste pure l’immagine della vacca celeste che ogni sera inghiotte il sole, per partorirlo di nuovo ogni mattina sotto forma di vitello.

    Il dio-falco, Horo, compare in diverse forme, in rapporti speciali con il sole e viene perciò spesso identificato come dio-sole con il nome di Re-Horachte.

    Seth è una delle figure più enigmatiche del pantheon egiziano. Dai tempi più remoti viene rappresentato sotto forma di una animale di cui non si è riusciti a definire la specie. O si tratta di un essere favoloso o è talmente stilizzata che si sottrae a qualsiasi identificazione, anche se successivamente lo troviamo anche sotto forma di asino. E chiamato signore, dei cieli, signore dell’uragano.

    Nei testi delle Piramidi si parla di frequente delle lotte fra Horo e Seth, durante le quali Horo perde un occhio (la luna) e Seth i testicoli. Thoth, altra divinità, rappacifica i due nemici e li guarisce, e ambedue si incarnano nel faraone, che riceve il titolo “i due signori”. Il mito dell’occhio di Horo, sparito o ferito, ma reintegrato da Thoth, ha avuto sempre un ruolo importante, ove si allude naturalmente al susseguirsi delle fasi lunari.

    Il dio della terra si chiamava Geb. Nella cosmogonia di Eliopoli ha il ruolo di consorte della dea celeste. All’inizio era congiunto a lei, poi venne però diviso da lei dal dio dell’aria Shu, per il resto rappresenta semplicemente la terra, senza avere un ruolo speciale.

    Anche il Nilo era venerato come dio, si chiamava Hapi ed era celebrato come colui che dà il nutrimento. Spesso veniva collegato alle acqua primordiali, Nun, quale sorgente di vita.

    Thoth, già citato prima, è il dio di Ermopoli, ed appare sotto forma di ibis e di babbuino. Guarisce l’occhio ferito di Horo e quindi è un dio che difende e ristabilisce l’armonia del cosmo, il dio saggio che protegge l’arte della scrittura e le scienze.

    Come dio dei defunti il dio-sciacallo Anubi raggiunse importanza universale, signore della necropoli, che entra in scena come aiutante nel momento dell’imbalsamazione ed altri riti funebri. Il dio dei defunti vero e proprio è Osiride, forse il più famoso degli dèi egiziani e nello stesso tempo uno dei più misteriosi. Appare sempre sotto forma umana ed è ritenuto un buon re. La sua potenza si manifesta fra l’altro nel grano che cresce, nelle acque e nella terra.

    Il mito di Osiride aveva varie versioni, la più famosa delle quali è quella di Plutarco. Secondo il suo racconto, Osiride era un re buono e mite, perseguitato da suo fratello Tifone (Seth). Dopo un pasto in comune, con l’inganno, Seth riesce a far entrare Osiride in un cofano, che chiude subito con un coperchio e gettato in acqua. Iside, la moglie, trova il cofano, Seth scopre il cadavere, lo taglia in quattordici pezzi, che disperde, ma Iside, una volta trovati i pezzi, fa costruire 14 sepolcri. Osiride risuscita ma non riprende la sua antica dignità di re, suo successore rimane il figlio Horo, e Osiride si ritira invece nel regno dei morti, diventandone re.

    Iside, sua consorte,è presentata quindi come una dea dei morti, pratica di magia, invocata quindi in diverse pratiche magiche.

  • Venetus
    00 11/12/2005 10:44
    Interesting...

    non me ne intendo molto di Egizi, ma è interessante cmq ^^
  • Lucifero
    00 11/12/2005 15:27
    www.societa-ermetica.it/old_societa_ermetica/cosmogonia.htm

    www.societa-ermetica.it/old_societa_ermetica/mito%20osi...

    E' sempre la solita minestra condita con salsa diversa [SM=g27817]

    Ciao
  • Ljub@
    00 11/12/2005 20:50
    Mitologia: cosmogonie, storie di dèi.


    In Egitto esistevano diversi luoghi, le cui divinità avanzavano la pretesa di essere dèi primordiali e creatori.

    Conosciamo tre tipi fondamentali di cosmogonie: la eliopolitana, la menfita e la ermopolitanp-tebana.

    A Eliopoli, Atum e Khepri erano considerati divinità primordiali, interpretati come nomi o forme del dio sole.
    “Salute a te, Atum, salute a te, Khepri, autogeneratosi”. Sei grande in questo nome: collina. Ti formi in questo tuo nome “nascente”.”
    Qui si allude all’immagine della collina primordiale, cioè la prima terra che si sollevò dalle acque primordiali, (oceano primordiale, Nun).
    Si credeva quindi che il dio primordiale o fosse identico alla collina o fosse apparso su di essa.

    Sull’origine della prima coppia divina dal dio primordiale esistono due versioni.

    Secondo la prima, Atum “è diventato un masturbatore a Elaiopoli, prese il suo fallo nel pugno per suscitare piacere: venne genearata una coppia di fratelli, Shu e Tefnut” (Pyr, § 1248). [SM=g27819]
    Shu è l’aria, Tefnut l’umidità.
    Un’altra versione invece afferma “Atum-Khepri, eri alto come collina. Eri apparso come Benben nella sua casa ad Elaiopoli.
    Sputasti come Shu ed espettorasti come Tefnut.
    Li abbracciasti con il ka, affinché il tuo ka fosse il loro”.
    Cosa significa?

    Benben è la pietra sacra a Eliopoli, che rappresenta la collina primordiale nel culto.
    Le parole per “espettorare” e “sputare” ricordano nel loro suono i nomi Shu e Tefnut.
    In questo gioco di parole l’egiziano trovava l’espressione di una verità teologica. Il ka rappresenta la natura del creatore; l’abbraccio alludeva alle due braccia del geroglifico per ka, tutto ciò voleva dire che l’essenza del creatore passava ai suoi figli, il padre vive del figlio ed il figlio è nel padre.

    Come successiva coppia si formò Geb e Nut, terra e cielo. Si accenna che all’inizio erano uniti, ma che furono divisi da Shu; nelle illustrazioni Nut è spesso piegata su Geb, mentre Shu sostiene il suo corpo con ambedue le mani.
    Così si formò il mondo secondo il concetto eliopolitano. Più tardi a queste divinità si aggiunsero le quattro divinità del mistero di Osiride: Osiride, Seth e Nefti, e si formò dunque la cosiddetta enneade eliopolitana, ossia le nove divinità.

    La teologia menfita è conservata sulla pietra di Shabaka, e cerca di far risaltare il dio Ptah come il primo ed il più nobile degli dèi. Il dio Ptah pensa ed esprime, e la sua parola crea, è il dio primordiale che pronuncia la parola creatrice. Le nove divinità eliopolitane di cui parlavamo prima sono però presenti come denti e labbra. In un linguaggio che ricorda la creazione biblica, si afferma che “così vennero eseguiti tutti i lavori e tutte le arti, l’agire delle mani ed il procedere dei piedi…E così Ptah fu contento, dopo aver fatto tutte le cose ed aver detto tutte le parole divine…”
    Ptah parla, crea, ed è felice per le sue opere.

    Diversa è la cosmogonia nei testi tebani.
    Qui abbiamo all’inizio otto divinità, 4 maschili e 4 femminili, rappresentate sotto forma di rane e serpenti, i cui nomi rappresentano coppie di concetti astratti, l’oceano, l’oscurità, ecc…
    Il mito di Osiride, e della lotta fra Horo e Seth, sono stati riportati nel post precedente.

    Il “Libro della vacca celeste”, conservato in quattro copie in tombe di re, raconta come gli uomini si indignarono con il dio sole che stava invecchiando.
    Re, su consiglio degli dèi, decise di inviare il proprio occhio, sotto forma della terribile dea Hathor-Sachmet, per punirli. Quando la dea, dopo aver ucciso molti uomini, ritornò, il dio sole si pentì e volle risparmiare il resto dell’umanità.
    Fece preparare della birra rossa e la versò sui campi, e quando arrivò la dea per continuare la sua opera, la bevve credendo fosse sangue umano, ubriacandosi e non distinguendo più gli uomini. Poi, proseguendo, narra che Re si stancò degli uomini e si sedette sulla schiena della mucca Nut, di giorno la vacca si sollevò e divenne il cielo.
    Questo racconto, da alcuni studiosi, è stato paragonato al racconto biblico del diluvio universale, anche se altri rifiutano di vedere il nesso, trovandovi invece la spiegazione per cui durante il culto di Hathor si bevessero bevande inebrianti.

    Altro mito è quello dei due fratelli, Anubi, famoso dio dei defunti, e Bata, una scialba divinità locale.
    Bata è il fratello minore di Anubi, la moglie di questi vuole sedurre Bata, ma costui si rifiuta, accusandolo di stupro presso il marito (simile a Genesi 39, Giuseppe e la moglie di Potifarre). Bata si rifugia nela “valle dei cedri”, dove Re-Horachte gli fa dono di una bella moglie.
    La donna viene però rapita dal mare e portata in Egitto, dove alla corte del faraone, trama contro il marito. Bata ha conservato il suo cuore in cima al cedro; lei fa tagliare il cedro e fa cercare il cuore. Bata si tramuta in toro che viene infine portato in Egitto per essere sacrificato. (poveraccio!tutte a lui!) Da due gocce di sangue nascono due begli alberi. Quando questi vengono tagliati per farne dei mobili, una scheggia va a finire in bocca a sua moglie che rimane incinta e partorisce un figlio che infine diventa re d’Egitto.

    Queste sono le più importanti storie degli dèi egizi.
    Ciao
    Ljuba


  • Ljub@
    00 13/12/2005 10:24
    Il culto egizio: i templi
    Il culto veniva celebrato nei templi.
    Il tempio egiziano non era però un luogo in cui i fedeli si radunavano per il culto, ma era la dimora della divinità, dunque un luogo sacro, costruito secondo il piano di una casa di abitazione.

    Come si può dedurre da antiche raffigurazioni e segni grafici, i templi più antichi erano semplici capanne, di cui non è rimasto nulla. [SM=g27813]

    I templi dell'epoca storica erano spesso degli impianti grandiosi. Il "cammino di dio", che da ambedue i lati era ornato da statue raffiguranti animali sacri, portava al tempio. L'area del tempio era circondata da un alto muro di mattoni. L'entrata era formata da un portale fiancheggiato da due grandi torri, il cosiddetto pylon. Dietro questo portale si trovava un cortile aperto circondato da un colonnato nel quale di solito si trovava l'altare.
    Seguiva una sala a colonne, dove venivano celebrate determinate cerimonie. Dietro di questa si trovava il sancta sanctorum, la stanza nella quale era situata la statua del dio.
    Qui regnava l'oscurità più profonda; solo il sacerdote aveva accesso alla statua del dio.

    Le pareti e le colonne del tempio erano ornate di bassorilievi ed iscrizioni variopinte.
    I templi al sole della V dinastia si staccavano da questo tipo fondamentale. Consistevano in grandi cortili aperti, sul cui sfondo si elevava l'obelisco, ritenuto la sede del dio e, come la pietra Benben a Eliopoli, rappresentava la collina primordiale sulla quale era apparso il dio primordiale.

    Al tempio e alle sue parti di solito veniva attribuito un significato cosmico. Il tetto simboleggiava la volta celeste ed era quindi ornato di stelle; il sancta sanctorum rappresentava l'orizzonte orientale, oppure la collina primordiale, il luogo di apparizione del dio sole.

    La costruzione di un tempio iniziava con una cerimonia che era chiamata "la stesura della corda di misurazione".
    In linea di massima veniva celebrata dal re.
    Ai quattro angoli dell'area del tempio venivano posti dei pali, fra questi veniva stesa una corda per circoscrivere l'area del tempio.
    Il re faceva con le proprie mani quattro mattoni per gli angoli dell'area.
    Venivano offerti sacrifici e ai quattro lati del tempio veniva scavato un fosso; infine venivano posate le pietre angolari.

    L'edificio finito veniva intonacato dal re e consegnato alla divinità. Quest'ultimo rito era ripetuto ad ogni capodanno; si accendevano ceri e "la casa veniva consegnata al suo signore". Un'altra cerimonia, la cosiddetta apertura della bocca, trasmetteva vita alle statue del tempio, cerimonia che veniva poi ripetuta giorno per giorno, durante il culto.
  • Ljub@
    00 15/12/2005 09:26
    I sacerdoti
    Esistevano varie classi di sacerdoti.
    Ogni tempio aveva il proprio. Da lui dipendevano i "servi di dio", una qualifica che in greco corrispondeva a "profeta" e che li doveva forse qualificare come interpreti della volontà divina.

    Una classe inferiore era formata da " i puri"; i servi di dio erano i sacerdoti di professione, i puri laici che eseguivano determinate funzioni rituali.

    Inoltre c'erano specialisti d'ogni genere, come cantanti, musicisti, lettori, ecc...

    Nelle funzioni religiose le donne avevano mansioni speciali come cantanti e danzatrici. Venivano spesso scelte dalle famiglie più nobili ed erano considerato "le dame dell'harem del dio" [SM=g27828]

    La più distinta fra loro era considerata la consorte del dio.
    A Tebe la regina era nello stesso tempo "consorte del dio" Amun; più tardi saranno le principesse a servire come "adoratrici del dio".

    I sacerdoti erano considerati particolarmente "puri" (come al solito... [SM=g27828] ). Per raggiungere questa purezza si sottoponevano ad abluzioni ed altri riti di purificazione.
    Dell'ordinazione sacerdotale faceva parte anche la circoncisione.
    Il sacerdote doveva inoltre evitare certi cibi e durante il periodo di servizio al tempio era obbligato........emm, alla castità. [SM=g27818]

    Un testo del tempio di Edfu illustra i suoi obblighi:
    Com'è fortunato colui che celebra la tua maestà
    Oh grande dio,
    E che ti serve senza posa nel tempio.
    Che aumenta il tuo potere, che eleva la tua grandezza,
    Che riempie il suo cuore di te...
    Che cammina sulla tua strada e pensa ai tuoi piani,
    Che adora la tua anima come si conviene a un dio,
    Che pronuncia il tuo rituale...
    Che esegue il servizio quotidiano ed il servizio festivo senza ignoranza..........
    Tutto il bene è là dove lui si trova:
    Queste sono le pietanze rimaste dalla sua mensa,
    questo il cio di colui che mangia le sue offerte.
    Non c'è malanno per colui che vive dei suoi bene,
    non c'è dannazione per colui che lo serve.

    Da questo testo risulta anche che i sacerdoti potevano mangiare i doni sacrificali, dopo che gli dèi se ne erano saziati.

    Baci.....in egiziano [SM=g27828]
    Ljuba

  • ljub@
    00 17/12/2005 10:07
    Il servizio religioso quotidiano
    Sembra che nei templi egiziani, il culto venisse svolto secondo un medesimo rituale, tramandatoci, in tre versioni.
    Lo svolgimento del rituale del mattino era il seguente: dopo che il sacerdote si era purificato al sacro stagno, si avvicinava alla cappella del dio, rompeva il sigillo d'argilla che durante la notte aveva protetto la porta, rimuoveva il chiavistello ed apriva la porta.
    Tutte queste azioni venivano accompagnate da parole che interpretavano gli atti in modo simbolico.
    Ora il sacerdote si trovava al cospetto del dio, vi si prostrava e salutava :
    Destati, o grande dio, in pace!
    Destati, sei contento!

    Il sacerdote abbracciava la statua e "le dava la sua anima".
    Poi ripeteva per quattro volte la formula:

    Io ti adoro, maestà, con parole scelte,
    Con preghiere che aumentano la tua stima
    nei tuoi grandi nomi
    E nelle tue sacre forme, nelle quali appararisti
    Nel primo giorno del mondo.

    Ora venivano offerti in sacrificio insenso e miele, inoltre veniva presentata un'immagine dellla dea Maat, cioè tramite il sacrificio veniva mantenuto l'ordine cosmico.
    I cibi sacrificali venivano posti sull'altare e, dopo che il dio se ne era servito in maniera spirituale, servivano da cibo ai sacerdoti.

    Il sacerdote prendeva la statua della cappella, le toglieva i vecchi vestiti, la lavava e la ungeva,la rivestiva e la truccava.
    Tutto ciò rinnovava, per così dire, la vita del dio e gli dava la facoltà di svolgere il suo ruolo di sostenitore dell'ordine cosmico.
    Poi la cappella veniva purificata con aspersioni d'acqua ecc., la porta sprangata e il sacerdote si allontanava incensando e cancellava le sue tracce con una scopa.

    La funzione del mezzogiorno era molto più breve.
    La porta non veniva aperta, non venivano offerti cibi.
    Serviva soprattutto per sottolineare il momento nel quale il sole raggiungeva il punto più alto del cielo ed iniziava a scendere.
    In linea di massima il rituale consisteva in aspersioni ed incensamenti.
    Il rituale della sera era di nuovo più completo, ripetendo quello del mattino, solo che non si apriva la cappella.
    C'è da aggiungere che tutta la cerimonia era di competenza del re: il sacerdote la eseguiva in vece sua, e il popolo non vi partecipava.

    Baci...in egiziano
    Ljuba
  • ljub@
    00 28/12/2005 14:11
    Le Feste

    In determinate festività l'immagine del dio veniva posta su una barca, portata in città e mostrata al pubblico.
    Questo si chiamava "uscita" o "apparizione". Quest'ultima parola stava a indicare anche l'apparizione del dio sole o dio primordiale all'inizio del mondo o ogni mattina, come pure l'apparizione del re dopo la sua investitura.
    Indicava quindi la vittoria sulle potenze nemiche e la manifestazione della potenza del dio.

    La festa del raccolto di Min è illustrata nel tempio di Medinet Habu. La statua del dio viene portata in processione, un gruppi di sacerdoti regge mazzi di lattuga, la pianta sacra al dio.
    Anche un toro bianco viene condotto in processione. Il dio è insediato sulla sua "scala" e vengono presentate delle offerte. Al re è offerto un covone, che egli taglia con la falce, dal quale gli viene consegnata una spiga.
    Evidentemente si tratta di un rituale del raccolto, per benedirlo e rinnovare la vita rappresentata dalla vegetazione. Nel medesimo tempo viene rafforzato il potere del re e lo si annuncia a tutto il mondo con l'invio di quattro uccelli verso i quattro punti cardinali.
    A Tebe erano particolarmente famose due feste per Amun. La festa dell'Opet che durava ventisette giorni, e consisteva principalmente in un viaggio delle immagini degli dèi sul Nilo. Durante il viaggio si bruciava incenso, si presentavano sacrifici ed il popolo festeggiava le divinità con canti e danze. Ciò che avveniva nel tempio di Luxor purtroppo non è noto.

    Durante la bella festa della valle del deserto Amun attraversava con la sua barca il Nilo e faceva visita ai templi dei re defunti sulla sponda occidentale del Nilo "per versare acqua per i re".
    Meta del viaggio era la valle di Deir el-Bahri con i templi della defunta regina Hatshepsut, che era anche un tempio di Hathor. In questa occasione si svolgevano fra l'altro danze e si esibivano acrobati.

    Per menzionarne un'altra, anche perchè l'elenco sarebbe lungo, citerò le feste celebrate nel mese di Choiak, in onore di Osiride.
    Un'immagine d'oro incavata di Osiride veniva riempita di orzo e sabbia, posta in una vasca di pietra poco profonda e annaffiata tutti i giorni.
    Dopo nove giorni l'orzo e la sabbia venivano tolti dall'immagine e sostituiti con mirra.
    Per quattro giorni, al tramonto, l'immagine veniva esposta al sole. In seguito l'immagine di Osiride veniva condotta in un viaggio cerimoniale, probabilmente sullo stagno del tempio, accompagnata da 34 divinità su 34 barche illuminate da 365 candele.
    Il ventiquattresimo giorno del mese l'immagine veniva riposta in una cassa di legno e portata in una stanza.
    L'immagine dell'anno precedente veniva tolta durante la notte. Nell'ultimo giorno del mese veniva infine eretta la colonna Djed. Questa clonne era il simbolo della vita di Osiride. L'erezione della colonna rappresentava la rianimazione del dio, ma, stranamente, nello stesso giorno l'immagine del dio veniva messa nella tomba fino all'anno seguente. La risurrezione del dio non è quindi la rianmiazione di un giovane e vigoroso dio della vegetazione, ma piuttosto di un re morto, che nella tomba viene chiamato a una forma più debole della sua vita precedente.

    Gli argomenti sulla religione egizia sono tanti, e non voglio dilungare ulteriormente i post, , anzi, la solita minestra, come è stata definita, ..... [SM=g27828] .
    Sperando che non vi sia rimasta indigesta, un bacio egiziano da Ljuba

    [SM=g27838]