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"Come e perché” avvenne il crollo del MURO di BERLINO?

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  • H'ERMES
    00 10/11/2005 10:53
    “Come e perché” avvenne il crollo del MURO di BERLINO?
    Viaggio nella memoria storica tra il paranormale il reale ed il Comunismo.

    Una delle tante sere come spesso mi capitava dopo cena,
    per i motivi che già in altri racconti ho specificato la ragione,
    prima di uscire per le solite nottate diversamente organizzate con un gruppo di amici,
    mi misi a seguire in televisione i vari concerti rock,
    che si alternavano davanti al muro di Berlino Ovest.
    Questa manifestazione era ricorrenza di ogni anno,
    cosi diceva il cronista televisivo.
    Per me era la prima volta che mi capitava di seguirla,
    principalmente perché non conoscevo l’esistenza di questa commemorativa iniziativa,
    che di riflesso mentale immediatamente approvavo.
    Rivedendo quel lungo Muro che divideva in due la Germania,
    mi ritornavano in mente i racconti che da bambino negli anni 60,
    avevo letto su Selezione del Rider’s Digest.
    Per tristi condizioni famigliari durante tutta la mia infanzia,
    ero stato sempre costretto a girovagare e sostare nei diversi collegi,
    dove per passare il tempo ci riciclavamo per mesi interi,
    tutti i giornaletti o mensili che capitavano sotto mano;
    per noi non avevano una scadenza.
    Questo mensile mi piaceva particolarmente,
    perché era per me rappresentava l’unica finestra aperta nel mondo.

    Per noi bambini chiusi per anni in collegio, (allora senza la TV)
    era difficile conoscere le realtà della vita,
    che succedevano immediatamente fuori dalle sue stesse mura,
    figurarsi poi di quelle oltre la frontiera nazionale.
    Essendo il Selezione del Rider’s Digest diventato il mio mensile preferito,
    che arrivava in abbonamento postale grazie ad un mio compagno della stessa classe elementare,
    quando arrivava il mio turno di lettura che si stabiliva arbitrariamente,
    attraverso nostri accordi interpersonali di scambio multiplo,
    per non essere disturbato durante il giorno dagli stessi, (i compagni)
    rimandavo sempre la sua lettura nelle ore notturne:
    in verità inizialmente mi isolavo per una rapida ed assetata visione.
    Nelle grandi camerate da letto dopo le preghiere della sera,
    tutte le luci si spegnevano ed io nascosto sotto le coperte e lenzuola,
    munito di una lampadina tascabile mi realizzavo e gratificavo nella lettura,
    leggendo anche in racconti che inizialmente non mi interessavano.
    Spesso il tempo della lettura terminava,
    quando le batterie della lampadina tascabile si scaricavano,
    facendo diventare inizialmente la luce fioca,
    per poi oscurarsi completamente alcuni minuti dopo.

    Il Selezione mi affascinava particolarmente per i racconti sui tentativi di fuga,
    di uomini donne e bambini tedeschi dell’Est,
    che con ogni mezzo sotterfugio ingegno e coraggio,
    cercavano di raggiungere la libertà nell’Ovest della Germania,
    oltrepassando quel maledetto Muro di Berlino che divideva in due una realtà nazionale,
    contrapponendoli di fatto in opposte politiche militari sociali e culturali.
    Una nazione veramente democratica era chiamata comunemente Germania dell’Ovest,
    oppure G. Occidentale o puramente G. Federale,
    l’altra purtroppo era sottomessa alla dittatura del partito comunista sovietico,
    senza libere elezioni perché non era consentito ad altri partiti,
    di potersi rappresentare liberamente,
    e chiaramente non permetteva assolutamente a tutti suoi cittadini,
    di oltrepassare liberamente quel Muro che li divideva.
    La dittatura del regime sapeva che se ne sarebbero andati via tutti nella Germania dell’Ovest,
    benché la loro nazione si chiamasse ipocritamente Germania DEMOCRATICA Tedesca,
    o Germania dell’EST, oppure la famigerata D.D.R.

    Di liberal democratico oltre cortina c’era ben poco e tutti lo sapevano,
    per questo molti dei suoi abitanti non accettando la dittatura e schiavitù del partito comunista,
    si inventavano e perfezionavano i più incredibili piani di fuga,
    attuandoli coraggiosamente e tenacemente,
    sapendo in partenza che se andava a buon fine loro guadagnavano la libertà nell’Ovest,
    anche se l’apparato del regime comunista espresso nella polizia segreta dal nome STASI,
    si vendicava con i loro famigliari rimasti li:
    spesso facendone perdere ogni traccia se colpevoli,
    perché sapevano e non gli avevano denunciati alla polizia segreta,
    mentre i famigliari più fortunati perché nulla sapevano in verità della fuga,
    venivano emarginati dalla società ed il partito come esempio pubblico,
    gli cambiava posto di lavoro con uno dei più peggiori e degratificanti,
    continuando negli anni in angherie e soprusi istituzionali di ogni genere.
    Non per tutti andava a buon fine la fuga perché scoperto in anticipo,
    o per colpa di una spiata nell’ambito famigliare,
    diversamente per responsabilità di ipocriti amici e colleghi di lavoro venduti al regime.

    Purtroppo se morivano fucilati durante il tentativo di fuga,
    erano ritenuti anche fortunati,
    perché se restavano in vita e quando malauguratamente succedeva ciò,
    cessava per sempre la loro esistenza di entità individuale,
    perché il silenzio più assoluto calava sulle loro sorti,
    facendo negare anche agli stessi genitori ed amici di sempre,
    la loro parentela, conoscenza, frequentazione ed amicizia.
    Leggendo questi assurdi racconti cominciai a comprendere,
    il vero valore della libertà e della democrazia,
    mentre per la paura e tensione che la narrativa riusciva a trasmettermi,
    mi nascondevo ancor più profondamente sotto le lenzuola:
    con il cuscino sopra la testa.
    Sudato ed accaldato fisicamente cercavo di respirare in silenzio,
    ascoltando attento i rumori strani della notte,
    mentre con la fantasia viaggiavo nei loro crudeli destini,
    che andavano ad ingrossare il numero dei sepolti vivi,
    rinchiusi maltrattati e vilipesi nei diversi e lontanissimi GULAG siberiani.
    Continuavo a nascondermi sotto le coperte per un ricercato senso della mia invisibilità,
    fino a che il caldo diventava asfissiante ed opprimente obbligandomi ha scoprirmi,
    e solo allora mi accorgevo che questo maledetto collegio,
    in confronto era diventato un oasi di pace e di paradiso.

    Ora i ricordi della mia infanzia cambiano,
    perché in TV stanno mandando in onda la musica dei Pink Floyd.
    Questo complesso con la loro celestiale ed armoniosa musica,
    sin dalla lontana adolescenza e crescita della mia vita,
    mi avevano trasmesso momenti intensi di spiritualità musicale,
    regalandomi illusioni di libertà estrema e sconfinata,
    stimolandomi nel sognare la leggerezza del mio esistere,
    nella fusione totale dell’universo infinito,
    facendomi viaggiare senza confini, senza padroni, senza regole da rispettare.
    Con la loro musica erano gli unici capaci di trasformarmi immediatamente,
    nella persona più buona, altruista, ma soprattutto coraggiosa,
    poi con il loro video più rappresentativo ormai diventato famoso,
    (quello dei martelli marcianti vicino al Muro di Berlino)
    mi ricordavano sempre gli anni dell’oltraggioso silenzio dell’intera umanità,
    verso il popolo tedesco diviso dall’arroganza dei vincitori.

    Ormai catturato ed ipnotizzato completamente dalla TV,
    continuavo a seguire le immagini festose che trasmettevano nel frastuono musicale,
    con il riflesso alternato e lampeggiante di luci con colori variopinti.
    Quando le telecamere inquadravano i giovani ragazzi dell’Ovest,
    dai loro volti vedevo trasudare benessere bellezza e spensierata allegria,
    mentre si lasciavano andare al canto ballando al ritmo frenetico della musica,
    mentre altri non più giovani però silenziosi e nostalgici,
    rivedevano la loro adolescenza ormai passata,
    altri ancora ricordavano con amarezza i loro amori ormai consumati dal tempo.
    C’era anche chi più appartato cercava di vivere in solitudine quella notte,
    come una testimonianza rara e preziosa della sua vita.
    Un pensiero però era per tutti uguale e silenziosamente ricorrente:
    “Dietro quel Muro ci sono i nostri fratelli che soffrono: sono tedeschi come noi.”
    “ Quando abbatteranno quel maledetto Muro? ”
    Forse sarà stata la magia della musica oppure la sapienza delle immagini trasmesse dal regista tv,
    cosi ero riuscito a leggere facilmente questo grido silenzioso,
    che era depositato nei loro pensieri più profondi,
    nonostante le telecamere inquadravano come impazzite,
    la diversità della manifestazione nel suo continuo svolgersi ed evolversi,
    nella sua grandezza e partecipazione immensa.

    Per me oggi come ieri è stato sempre inaccettabile e mi violenta il pensiero,
    che un popolo fraterno potesse continuare a vivere separato e diviso da un Muro,
    mentre la collettività mondiale non comprendeva o faceva finta di dimenticare,
    la reale gravità ed assurdità della separazione di un suolo nazionale,
    contro un popolo che aveva la stessa cultura lingua e tradizioni in comune.
    Era anche vero che i fratelli tedeschi nell’ultima guerra mondiale,
    avevano commesso atrocità che nessuno prima di loro aveva mai compiuto,
    però nell’ipocrisia dei silenzi informativi e nella pratica del terrore comunista,
    esisteva chi aveva superato abbondantemente il loro malvagio primato.
    Disumanamente però orgogliosamente avevano creato LA CORTINA DI FERRO,
    nella volontà purtroppo riuscita di dividere e contrapporre per decenni tutti i popoli europei.
    Mai fu tanto oltraggiata nella storia millenaria l’Europa delle Nazioni.
    Tutto era successo dalla fine della seconda guerra mondiale.
    Un inutile castigo lungo 40 anni che mortificava anche,
    chi era nato nel periodo della lunga pace,
    pagata giornalmente con il sangue innocente dei popoli Europei dell’Est,
    privati dalla nascita del loro bene più prezioso: LA LIBERTA’
    Una lunga condanna non può gratificare nessuna coscienza,
    e non può ripagare alcun errore del passato,
    ma alimenta odio e rancore verso chi vorrebbe passare nella storia dell’umanità,
    come il vincitore e salvatore della pace e dei popoli,
    dimenticando che è la saggezza dell’umanità libera che tramanderà la vera storia.

    Spesso mi domandavo come potevano i tedeschi dell’Est,
    accettare silenziosamente di vivere normalmente sapendo,
    di avere una parte della loro famiglia nell’Ovest,
    senza poterla vedere ed incontrare mai più.
    Mi sconvolgeva e si ribellava il mio animo al solo pensiero,
    benché non è difficile conoscere i tanti perché di chi vive oltre quel Muro,
    e comprendere il risultato del perché pochi si ribellano all’arroganza dei vincitori.
    Si chiama Dittatura-Comunista,
    esercitata dal potere usurpato al popolo non più sovrano,
    ma represso ed oppresso dal regime esercitato dai militari al servizio dei comunisti.
    La stagione autunnale ha una prerogativa negativa che vale per tutti.
    Piove di frequente, tira vento e c’è freddo.
    Possibilmente uscendo fuori di casa la sera non trovi nessuno,
    se prima non ti sei creato degli appuntamenti per ritrovarti con qualcuno in specifico,
    almeno questo succede nei piccoli paesi di provincia.
    (siamo nell’anno 1989 ed i telefonini non esistevano ancora)
    Era capitato a me quella sera perché il grande interesse verso quel programma televisivo,
    mi aveva catturato nel lungo percorso della proiezione con ricordi e riflessioni infinite,
    togliendomi ogni entusiasmo nell’uscire ed organizzarmi prima con gli amici.
    Cosi finita la programmazione televisiva rimasi definitivamente a casa,
    andando a dormire nei mille pensieri e ricordi.

    Quella notte sognai di risvegliarmi in astrale nella parte Est del muro di Berlino:
    quella comunista per essere più chiaro.
    Subito l’immagine spettrale e buia di un paesaggio funebre mi colpì incredibilmente,
    per similitudine identico ad un vecchio film storico in bianco e nero,
    come spesso ci capitava a noi occidentali di vedere,
    attraverso i vecchi filmati che la nostra TV aveva mandato in onda.
    Ero entrato realmente in uno scorcio di vita tremendamente irreale,
    che si era fermato al tempo della divisione in due della Germania.
    Per la mia condizione astrale intravedevo ad Ovest oltre quel Muro,
    dove tutto era musica canti luci e colori,
    baldorie allegrie frenesie e rimpianti,
    a contorno di una città viva ed illuminata dalle mille pubblicità,
    inglobata dal traffico caotico di migliaia di auto dissimili e di vari colori.
    Qui ad Est era tutto come in un incubo tremendo,
    senza luci ne colori in un freddo agghiacciante da trasmettere mille paure,
    ed infinite sensazioni con ansie spiacevoli e mortali,
    in un tetro silenzio rotto soltanto OGGI dalla musica rock,
    che oltrepassava il muro grazie ai venti,
    alternando la gradualità del suo volume o i profondi silenzi,
    a seconda del capriccio favorevole o contrario del loro libero soffiare,
    in un contorno di ruderi di case abbandonate e distrutte dai bombardamenti,
    o lasciate all’incuria del tempo che ricordavano indelebili i mali della guerra passata,
    creando nell’insieme un paesaggio fantasma ma reale e tristemente presente.

    Qui ad Est soltanto il perimetro adiacente al muro era illuminato a giorno,
    mentre poco distante dallo stesso esisteva un doppio recinto di filo spinato e pali di cemento,
    creato a funzione di barriera antiumana,
    con graduali garitte fisse posizionate in perfetta distanza e sincronia tra loro,
    con torrette alte munite di grandi riflettori che tagliavano l’oscurità confinante,
    mentre l’abbaiare nervoso dei cani che si udivano in lontananza,
    annunciavano la loro presenza e minaccia costante.
    Eppure in mezzo ai vecchi ruderi immersi nel buio poco distanti dal muro,
    intravedevo un gruppo di ragazzi molto giovani.
    Benché timorosi ed impauriti con sincronia dei loro movimenti,
    con l’udito cercavano di catturare la musica a secondo l’umore dei venti,
    spostandosi velocemente a destra o sinistra avanti o indietro,
    senza far il minimo rumore.
    Nei loro veloci e nervosi sguardi c’era paura,
    nei loro pensieri il terrore di essere individuati arrestati e malmenati dalla polizia politica,
    che sempre pattugliava anche in mezzo ai ruderi,
    essendo la zona vietata alla circolazione e transito dei civili.
    Ma tanta era la voglia di compenetrare e sognare con quella musica,
    che regalava loro l’ illusione di essere ed esistere come uomini veri e liberi.
    Per loro era importante esserci soprattutto oggi,
    sognando di essere oltre quel muro assieme ai propri fratelli tedeschi,
    anche se domani tutto ritornava maledettamente uguale ed il sogno svaniva nei ricordi,
    seppellito e schiacciato dalle pene e sofferenze dell’infausto regime.

    Mentre ascoltavano in sacro e prezioso silenzio le note della musica,
    che leggera viaggiava libera nell’aria sopra di loro,
    io leggevo nei loro cuori e nell’ intimo del loro esistere,
    le infinite sofferenze, privazioni, paure e ricatti:
    della loro preziosa giovane età non sapevano più che farsene.
    Anche se molti non si conoscevano per nome perché quella sfida di essere oggi qui,
    era stata tenuta sempre segreta da coloro che negli anni l’avevano preceduti,
    ed oggi come ieri per tutti dentro i loro cuori c’era un solo grido silenzioso,
    per me assordante violento e tremendo: Libertà, Libertà, Libertà.
    Alcuni si commuovevano reprimendo con forza questo sentimento,
    mostrando l’innaturale durezza dei loro volti acerbi,
    altri in silenzio incapaci di reprimerle,
    lasciavano cadere lacrime copiose dai loro occhi,
    e quando i fari sempre accesi delle torrette di guardia al muro,
    alla cieca gli inquadravano nella penombra degli anfratti dei ruderi,
    per estremo pudore si giravano di spalle ai compagni,
    per tentare di coprire il loro volto bagnato dalla sofferenza:
    altri ancora incattiviti nei loro cuori,
    elevavano un grido sordo di rimprovero e condanna verso DIO.
    “ Dio perché. Dio non è giusto. Se esisti facci ritornare uniti: siamo tutti fratelli!
    Come puoi permettere che l’ingiustizia trionfi sempre, senza che tu non intervenga mai!
    Se esisti veramente dimostramelo, ed imparerò ad essere un credente anch’io.”

    Cosi mi ritornarono alla triste memoria,
    le mie letture adolescenziali su Selezione del Rider’s Digest.
    Oggi dopo decenni ero qui incredibilmente testimone invisibile,
    non più bambino lettore incredulo che si nascondeva sotto le coperte,
    perché impaurito ed oltraggiato da tanta cattiveria umana.
    Durante il mio lungo percorso di vita spirituale nella ricerca delle verità,
    avevo avuto la consapevolezza che DIO per rispetto del nostro libero arbitrio,
    non interviene MAI sugli uomini e sulle cose.
    Ora comprendevo anche perché ero stato chiamato anni fa,
    ad assistere alla visione dell’Arcangelo Gabriele,
    mentre suggeriva al Segretario dell’URRS M. Gorbaciov,
    di riprendere le trattative sul disarmo nucleare.
    La sfida del male va combattuta dagli esseri umani perché creazione degli stessi.
    È nel libero arbitrio che va affrontato combattuto ed annullato.

    Per cui testimone diretto di tanta sofferenza,
    anche se precedentemente negli anni incredibilmente dimenticata,
    spinto dalla rabbia della ragione decisi di intervenire.
    Come uno stratega del paranormale o dell’incredibile,
    se volete anche di un sognatore che ama la giustizia sugli uomini e sulle cose,
    pianificai il mio segreto intervento che gradualmente ed eccezionalmente,
    si andava profilando in chiarezza e particolarità nella mia mente.
    Io ci credevo e sapevo di poterci riuscire prendendo alla sprovvista tutti,
    velocizzando incredibilmente tutti gli eventi consequenziali,
    ritardando o annullando le capacità decisionali dell’altrui malvagio.
    Oggi non sono più quel bambino indifeso e succube degli eventi negativi,
    che la malvagità dei più singoli seppur dall’aspetto umano,
    relega in prepotenza e violenza gratuita ai propri fratelli e sorelle,
    per la vanità del proprio orgoglio e carriera o per i diversi possessi individuali,
    mortificando e soggiogando i più deboli, bisognosi, indifesi, emarginati.

    Non so dove avevo letto o saputo che la musica,
    oltre che ha trasmettere note e sinfonie udibili immediatamente da tutti,
    potevano anche contenere dei messaggi nascosti non udibili dall’orecchio umano,
    però ricettivi dalla mente.
    L’esempio è proprio quel gruppo sparuto di giovanissimi dell’EST:
    nonostante sapevano di rischiare molto, anche la vita,
    stavano li ad ascoltare la musica proveniente dall’OVEST,
    avendo il coraggio e la determinazione di rimanere sul posto per ascoltarla,
    nonostante i grandi rischi che continuamente correvano,
    con le pattuglie in perenne perlustrazione.
    Da parte mia con le facoltà che l’astrale mi contempla ed omaggia,
    dovevo inserire in tutta la musica che sarebbe andata in onda,
    un breve messaggio sublimale,(nascosto)
    che doveva essere percepito da tutti indistintamente dal sesso e dall’età.
    Coraggio – (quello mai avuto)
    Pace – (senza usare armi e forme di violenza)
    Unificazione – (espressione del loro più grande desiderio)

    Tutte le note musicali spaziando con il vento continuamente da Est come ad Ovest,
    dovevano inondare i cieli della città saturandola permanentemente,
    entrando gradualmente nella mente di tutti gli abitanti delle due Berlino,
    trasmettendo e fissando il messaggio sublimale,
    con i tre principi fondamentali in esso contenuti:
    CORAGGIO - PACE – UNIFICAZIONE,
    obbligandoli ad uscire di casa ed andare tutti in una direzione:
    IL MURO CHE DIVIDE BERLINO.
    In garanzia di ciò mi compenetrai astralmente nel vento direzionandolo,
    per raggiungere anche gli angoli più remoti della grande città divisa,
    spaziando da Ovest come ad Est in una continua ed altalenante successione ed inversione.
    Tutte le sentinelle, guardiani, militari e politici del regime comunista,
    compreso i loro massimi superiori in grado in servizio permanente,
    vedendo inizialmente il graduale assembramento e la pacifica invasione bi-direzionale,
    che avveniva attraversando pacificamente la famigerata porta di Brandeburgo,
    nonostante gli ordini intransigenti che da sempre l’obbligavano all’uso immediato delle armi,
    gli stessi non dovevano mai sparare ed opporre alcuna resistenza,
    durante i continuati ingressi ed uscite non autorizzate.
    “ La porta di Brandeburgo o di Berlino,
    dalla nascita del muro segnava il confine strategico con le due Berlino,
    rimanendo l’unico punto di accesso ed uscita per gli alleati e gli stranieri autorizzati.”

    Erano tutti tedeschi come loro, pacifici e senza armi,
    che vogliono la riunificazione della Germania:
    questo dovevano soltanto pensare i diretti interessati presenti al quotidiano servizio.
    Chiunque di ogni ordine e grado superiore, sia militare che politico ora assente,
    però richiamato urgentemente in servizio,
    NON POTEVA e NON DOVEVA dare l’ordine perentorio,
    di sparare contro la folla che attraversava in modo perpetuo la porta di Brandeburgo.
    In un continuo scaricabarile dovevano evitare di assumersi singolarmente,
    la responsabilità dell’ordine di far fuoco contro la folla manifestante,
    perché la storia ed il mondo intero davanti ad una carneficina senza eguali,
    l’avrebbe bollato per sempre come il BOIA DI BERLINO.
    Per tutti i soggetti in carica rimandare la responsabilità,
    dell’ordine ultimo di aprire il fuoco delle armi contro la folla,
    con gli stessi ordini che FATALMENTE DOVEVANO INVERTIRSI,
    nella loro terminale interpretazione favorevole alla continuazione,
    del libero ingresso ed uscita dalla porta di Brandeburgo,
    era possibile tra i mille dissidi, gelosie, vendette ed ipocrisie sempre esistenti,
    tra le forze politiche e le forze militari:
    queste ultime abbastanza responsabili delle numerose difficoltà,
    che avrebbero trovato nel fare eseguire l‘ordine dai propri soldati subalterni,
    nell’aprire il fuoco contro una folla inerme e disarmata composta da donne e uomini,
    che come loro desideravano l’unione pacifica della Germania.
    SAPEVANO (!) di rischiare strategicamente un ammutinamento generale di tutte le truppe,
    e possibilmente una contro rivolta a favore del popolo stesso,
    con amare conseguenze dirette verso loro stessi.

    L’invasione pacifica doveva avvenire con tale rapidità,
    da lasciare interdetti ed incapaci di assumere concrete ed immediate capacità decisionali,
    anche i vertici supremi della NATO e del PATTO DI VARSAVIA,
    sempre concreti nel considerare e praticare disciplinatamente,
    che l’ultima decisione per un intervento armato di questa portata,
    doveva essere presa dal comandante generale in capo del vertice organizzativo,
    non ultimo (per i sovietici) il nulla osta del loro Presidente e Segretario di partito.(M.G.)
    Persone chiaramente difficili da rintracciare nell’immediato,
    che da disturbare senza una chiara descrizione degli eventi in veloce progressione:
    calcolando segretamente che le gerarchie militari dell’Est,
    sono state sempre una perfetta filiera lunghissima.
    Come potevano mai pensare e considerare seriamente,
    una contro rivoluzione cosi straordinaria ed eccezionale del quadro Internazionale?
    Questo pensiero non esisteva nemmeno nella mente fertile,
    del più grande scrittore di romanzi gialli, polizieschi o di fantascienza,
    figurarsi nelle menti dei grandi strateghi,
    abituati a ben altre teorie di attacco e difesa o contro attacco militare.
    Quando tutta questa strategia gradualmente cominciava delinearsi in modo chiaro,
    il succedersi degli avvenimenti dovevano correre più veloci,
    delle loro lunghe, ponderate e sofferte in-decisioni.
    Per noi telespettatori inizialmente increduli della diretta storica dell’evento,
    FU COSA FATTA,
    anche perché nel mondo questa notizia,
    sapevo che poteva raccogliere negli animi e pensieri silenziosi di milioni di persone,
    solo consensi e preghiere di fattibilità reale ed immediata,
    come precedentemente era successo nella Polonia Cattolica di Solidarnosc,
    condotta con coraggio alla ribellione sindacale di massa dall’operaio Lec Walesa,
    che con il suo libero movimento operaio negli anni precedenti,
    aveva risvegliato le coscienze operaie anche nelle vicine nazioni a conduzione comunista.

    Durante la fase delle incertezze del presente nella Germania ancora dal potere indefinito,
    intelligentemente e sapientemente dopo l’Unione Sovietica,
    nella persona del suo Presidente e Segretario di partito M.. Gorbaciov,
    non volendo compromettere la sua politica della trasparenza,
    avviata precedentemente in tutto l’impero dell’U.R.S.S.
    che inesorabilmente aveva compattato nei diversi settori istituzionali sovietici,
    numerosi e silenziosi nemici della futura democrazia,
    scelse coraggiosamente di dimostrare a tutti i popoli e governi della terra,
    la sua volontà pacifista e di vera riforma democratica dell’impero,
    per cui una volta raggiunta con l’aereo la GERMANIA in fervida e paurosa attesa,
    con timori anche internazionali nel conoscere le direttive del governo sovietico,
    quando inaspettatamente e pubblicamente dichiarò:
    “ è un vostro affare interno ”
    autorizzò di fatto l’unificazione ufficiale ed immediata della Germania.
    Bene ha saputo decidere in conseguenza, (sempre M.G.)
    quando una nazione occidentale in perenne mania di grandezza, (Francia)
    già occupante stabilmente un settore della Germania Occidentale,
    fortemente contraria ad abbandonare definitivamente lo stesso suolo tedesco,
    benché l’unificazione ne aveva annullato la necessità ulteriore della loro presenza militare,
    allora ebbe a dichiarare nelle “ non trattative.”
    “ Noi abbandoneremo il territorio tedesco per ultimi,
    quando voi l’avrete abbandonato definitivamente. ”
    Cosi per ultimi i sovietici abbandonarono per sempre la Germania dell’Est,
    con il loro uomini e mezzi militari,
    smontando definitivamente tutte le diverse infrastrutture in loco esistenti.

    A parte gli intrighi ed accordi silenziosi e trasversali della politica vera e propria,
    nel giro di poche ore dalla dichiarazione ufficiale di Gorbaciov,
    una marea umana attraversò la porta di Berlino nelle due opposte direzioni,
    senza violenze, senza sparare un solo colpo,
    ma con allegria, incredulità, e finalmente in massima LIBERTA,’
    frantumando quel muro di cemento che per decenni li aveva divisi,
    a colpi di martello, compressore e pale meccaniche,
    e per chi quel muro negli anni passati aveva rubato un sentimento, un sogno, un futuro, una vita,
    per non dimenticare mai si portò a casa per ricordo perenne,
    un pezzetto di quel muro freddo e duro che tanto aveva odiato nella sua vita..
    Per me è stato emozionante vedere in televisione,
    una coppia di giovani berlinesi baciarsi sotto la porta di Berlino.
    Abbracciati stretti assaporavano il piacere della nuova libertà,
    mentre nei loro occhi si vedeva brillare la certezza di un futuro migliore,
    ed una nuova e luminosa rinascita assieme.
    Non c’è ricompensa migliore nel godere della felicità altrui anche se breve e fugace,
    è sempre un’intensa emozione che vale sempre la pena di vivere,
    perché la parte più profonda dell’animo gode anche della loro felicità,
    repressa da troppi anni di duro ed accorto silenzio delle liberal democrazie.

    A questo sogno lucido, viaggio astrale o desiderio inconscio,
    non è tanto necessario cercare di determinarne il confine invisibile,
    che divide sempre la realtà oggettiva dalla fantasia infinita.
    Provate voi essendo non scrittori come me,
    cercare di abbinare la cronologia storica con il chiarimento specifico degli eventi accaduti,
    per dare al racconto una giusta ma diversa dimensione dell’accaduto.
    L’importante sarà che visionari come me,
    possano continuare ad esistere sempre più numerosi,
    perché nel nostro intimo abbiamo bisogno di continuare a credere,
    di poter cambiare e migliorare il mondo intero,
    magari riponendo più fiducia nei pochi uomini di buona volontà, (spesso denigrati)
    che nei loro silenziosi ideali custodiscono sentimenti di vera sensibilità e rispetto umano, (M.G.)
    non limitandosi al nostro pari soltanto nel sognare e fantasticare,
    ma con coraggio e rettitudine si adoperano faticosamente attraverso le diverse istituzioni,
    con vero amore e rispetto sacrale del proprio popolo.

    Ritengo che la vera importanza da evidenziare e sottolineare in questo racconto,
    è stata la loro immediata e reale libertà nell’unione nazionale riconquistata.
    L’ASSURDO concedetemelo: era la nostra NORMALITA’ nei silenzi.
    Negli anni precedenti ricordavo di aver assistito terrorizzato,
    alle sistematiche, crudeli e mortali invasioni dei carri armati ed eserciti sovietici,
    che sotto l’egida del Patto di Varsavia,
    invasero Nazioni come la Cecoslovacchia ed Ungheria a loro in regime sottomesso,
    perché i rispettivi popoli benché soggiogati e duramente repressi,
    si erano ribellati al governo fantoccio del regime comunista,
    scendendo in piazza per manifestare e gridare pacificamente:
    Libertà, Libere elezioni, Libera Patria.
    In Europa dopo Berlino,
    tutti i popoli oppressi e schiacciati dal grande impero dittatoriale del comunismo,
    ORA dovevano liberarsene al grido unisono di LIBERTA.
    La lotta al comunismo europeo doveva essere vinta senza una guerra,
    senza sparare un solo colpo di cannone,
    perché già troppo sangue e morti i popoli oppressi,
    avevano immolato nel nostro disinteresse e colpevole silenzio.
    Storicamente (questo è successo realmente) nello spazio di un brevissimo tempo,
    in tutti i paesi dell’Est Europeo sottoposti da decenni ,
    alla violenza repressiva e rigida del regime comunista,
    compreso le lontane repubbliche del Caucasio ed Asiatiche,
    quando al GRIDO UNISONO di LIBERTA’ e DEMOCRAZIA,
    come una valanga grandissima potente ed inarrestabile,
    contemporaneamente travolsero tutti i vecchi sistemi governativi,
    consolidati ormai da decenni dagli oltraggiosi regimi comunisti,
    non solo riuscendo a recuperare l’Indipendenza nelle loro singole Nazioni,
    ma abbandonando definitivamente ogni ancoraggio ideologico al vecchio partito oltranzista.

    In conclusione vorrei ricordare a tutti i fratelli e sorelle tedeschi,
    finalmente riuniti dopo il lungo calvario,
    di non dimenticate mai gli anni bui e dolorosi della separazione,
    perché essa rappresentò la divisione del corpo e dell’anima di un popolo fraterno,
    perché ha seguito le diverse vie della malvagità nelle tentazioni ed arroganze ideologiche.
    Spesso si dice senza convinzione che siamo tutti fratelli:
    questo verisimilmente è vero perché siamo tutti fratelli e sorelle Spirituali,
    generati da un unico Padre Spirituale Celeste,
    che non stranamente nelle diverse religioni tutti chiamano DIO.
    Se impariamo a considerare questa primaria verità,
    allora tutti diventeremo dei migliori fratelli e sorelle,
    capaci di affrontare le difficoltà della vita terrena con amore rispetto e pace interiore.
    Alla fine di ogni singolo racconto mi sento sempre domandare,
    se il mio fu un viaggio astrale, sogno cosciente o chissà cosa.
    Sinceramente nemmeno io riesco a dargli una precisa connotazione e proprietà grammaticale,
    anche perché spesso sono state esperienze vissute in tempo reale ed in rapido svolgimento,
    che poi trovavo riprodotte nei diversi contenuti e sistemi dell’informazione,
    quantunque questa specifica realizzazione in narrativa,
    sia stata il più bel regalo che mi sono fatto e donato all’umanità.
    Credo che difficilmente le realtà politiche militari ed economiche di allora,
    avrebbero potuto raggiungere cosi velocemente questo bellissimo risultato.

    P.S.
    Anche l’infame e crudele invasione dell’esercito militare Sovietico contro l’Afghanistan,
    ora doveva assume pubblicamente la conoscenza di tutte le sue caratteristiche negative,
    che da molti anni erano state silenziate a sfavore del popolo afghanistano,
    abbandonato a se stesso, senza un vero esercito, non più sovrano ne indipendente,
    aggredito e sistematicamente annullato mentre gran parte del suo territorio,
    era stato abusivamente occupato dalle truppe sovietiche. (l’ONU compiacendo)
    In Italia incredibilmente esisteva un silenzio politico di tutta la sinistra,
    dettato dalla loro forte influenza ingerenza e possesso del potere informativo,
    sfruttando il percorso ideologico maturato negli anni,
    nei confronti degli ingenui simpatizzanti,
    dove l’evidenza dell’aggressione veniva negata o ingannevolmente motivata.
    Ogni ipocrisia nel dibattito politico (in Italia) convergeva sempre sul ricordo della guerra,
    che fu combattuta orribilmente dagli americani negli anni 70 nel Vietnam,
    quando il Nord diviso combatté per lunghi anni contro il Sud,
    quest’ultimo appoggiato militarmente dall’esercito americano,
    che nella conoscenza mediale degli orrori e misfatti infiniti delle sue truppe,
    imposero alla coscienza collettiva dell’opinione pubblica americana,
    la totale ribellione, rigetto e rifiuto nella prosecuzione del loro impegno militare,
    che si concretizzò con il ritiro definitivo delle sue truppe dal Vietnam del Sud.
    Una nuova e chiara informazione della barbarica aggressione dei sovietici,
    doveva cominciare ad esistere anche grazie all’interesse ed appoggio esterno degli americani,
    cosi a pari demeriti ed orrori i comunisti nel mondo,
    avrebbero cessato non solo di osannare sempre e soltanto gli orrori del passato altrui,
    ma divenire ed essere pubblicamente e sfacciatamente un cattivo esempio di,
    “ esportazione ideologica imperiale e guerrafondaia ” (termini da loro riservati agli americani)
    Gli avvenimenti del dopo furono chiaramente pubblicamente e diversamente manifesti,
    e costrinsero amaramente il grande esercito sovietico,
    all’abbandono e ritiro definitivo delle sue mire espansionistiche in Afghanistan.

    A futura memoria è utile ricordare necessariamente,
    che Piazza Tienmamen (Cina) è ancora una ferita aperta nei nostri cuori,
    che soltanto la LIBERTA’ del popolo cinese potrà risanare,
    anche se le recenti aperture governative potrebbero portarci a ben sperare,
    evitando il succedersi delle NEFASTE PROFEZIE che ci tramandano:
    “ Tragico caotico e mortale flusso epocale di emigranti, (Marea Gialla)
    facenti parte di un grande popolo in forte bisogno di libertà,
    che determinerà la disintegrazione della propria identità territoriale,
    con la pericolosa destabilizzazione dell’intera area regionale,
    creando nei paesi ospitanti grandi problemi di ordine pubblico sociale ed economico,
    instaurando la creazione ed accettazione di un nuovo razzismo sociale.”
    Credo che non facciano riferimento al defunto impero sovietico, (essendo Marea Gialla)
    che ci ricordano l’ex annessione forzata delle 25 repubbliche asiatiche e caucasiche,
    perché l’attuale democratizzazione delle stesse non evidenzia queste spinte sull’emigrazione.

    Questa mia ulteriore espressione di libero pensiero interiore,
    rientra nel rispetto dovuto verso il lettore.
    A questo punto è legittimo sentirmi porre da parte vostra una domanda precisa:
    “Cosa pensi del Comunismo? “
    L’applicazione dell’ideologica Comunista nel mondo,
    specialmente in Europa con la sua lunga e martoriata storia millenaria,
    fatta di continui ed interminabili conflitti interni ed esterni,
    è stata il male peggiore che l’umana coscienza sociale e collettiva,
    abbia mai potuto conoscere, sopportare, resistere, soffrire….e morire nei silenzi,
    durante l’unico ed eccezionale periodo di lunga pace tra i popoli e nazioni europee.
    Senza alcun ombra di dubbio può essere classificata, (l’ideologia comunista)
    il più grande OLOCAUSTO ed OBBROBRIO che il genere umano,
    abbia mai potuto generare ed ingannevolmente divulgare e diversamente promozionare,
    nella falsità dei suoi veri contenuti ideologici politici e pratici,
    sapendo volutamente che privava le libertà dei popoli,
    schiacciati e repressi da una ideologia che nel suo credo esistenzialista e Fondamentalista,
    Istituzionalizza-va la repressione delle libertà individuali.
    Purtroppo milioni e milioni di esseri umani oggi sono assenti perché defunti da tempo,
    ad opera degli stessi numerosi compagni fedeli all’Ideologia del Razzismo Comunista,
    che ancora OGGI nel mondo non accettano ne consentono o concedono,
    alcuno spazio di libertà individuale e popolare,
    perché reprimono ogni forma di espressione di libertà nella violenza e sopraffazione,
    rappresentata dall’autorità militare che è il braccio vigile soffocante e silenziosamente mortale,
    dell’Impero Ideologico Comunista.
    Un triste esempio dei nostri giorni?
    Cina, Corea del Nord, Cuba, Vietnam, Myanmar. (ex Birmania)

    Questa Amara Realtà Dittatoriale,
    che si nasconde dietro l’ingannevole nome del Partito Comunista,
    non può essere assimilata o appartenere a nessun genere della politica dei partiti,
    perché nelle realtà storiche (i succitati paesi sono una ennesima conferma)
    viola le norme basilari di tutte le Costituzioni Democratiche,
    in esercizio e funzione nei paesi liberi a suffragio popolare.
    Tutte le nostre Costituzioni ottemperano nel loro interno codici primari ed invalicabili, sull’obbligo del rispetto dei diritti umani e delle libertà individuali,
    con normative in tutela e garanzia delle sovranità popolari.
    Il buon senso deve obbligarci nel pretendere ed esigere una unanime abiura,
    attraverso manifestazioni di vera solidarietà per quei paesi ancora oggi,
    sottoposti e schiacciati dalla sua arrogante dittatura,
    mentre l’impegno di tutti i governi liberi della Terra,
    deve pretendere ed imporre anche attraverso l’applicazioni di sanzioni speciali,
    il rispetto universale dei diritti umani e delle libertà politiche.
    È opportuno che le disinformazioni o interpretazioni buoniste cessino di esistere,
    anche nei paesi liberi (Italia compresa) dove si vuole ancora legittimare nei parlamenti sovrani,
    la loro non democratica ed anticostituzionale presenza,
    adducendo ingannevoli ed assurdi principi,
    di diversa applicazione ideologica sul territorio nazionale,
    mentre la loro ipocrisia continua a vestirsi di apparente democrazia pace e libertà,
    chiamandosi addirittura in causa per la difesa dei diritti sui lavoratori e delle minoranze,
    che storicamente sono state le prime categorie,
    a pagare con il proprio sangue i loro diritti da sempre negati dall’ideologia comunista.

    Il comunismo è stato e nel tempo sarà amaramente annoverato negli annali della storia,
    come il più grande genocidio ideologico a sfondo razzista in apparenza politico,
    che il genere umano dalla sua primordiale e difficile esistenza,
    abbia mai potuto subire oltraggiosamente ed amaramente pagare con la propria vita.
    Ogni forma di istintiva ribellione, non condivisione e mal accettazione,
    imposta dalla rigida dittatura ideologia,
    ha trovato attraverso la strumentalizzazione e devianza psicologica di migliaia di compagni,
    dei perfetti esecutori delle sue più nefaste brutalità,
    rappresentate per similitudine soltanto alla malvagità del Male Supremo.
    Ieri come oggi tutti i tutori e mentori dell’Universo Comunista,
    sono portatori e mietitori di morte delle libertà negli individui e nei popoli.
    Risvegliare e portare in specifica conoscenza tutto il mondo libero,
    dei grandi mali perpetrati dal perenne inganno ideologico del partito comunista internazionale,
    è un obbligo sociale culturale e morale di tutti gli uomini liberi di buona volontà,
    che sanno veramente amare la Libertà, la Verità e la Giustizia non politica:
    altro assurdo ed incivile cavallo di battaglia messo in atto anche contro le democrazie.

    Vi siete mai posti queste domande?.
    Ci vuole veramente tanto coraggio per condannare per sempre il Comunismo?
    Perché non allinearlo nella sua reale ed evidente brutalità repressiva e delle libertà individuali,
    espresse e condannate storicamente da tutti i popoli contro il fascismo e nazismo,
    oggi fortunatamente non esistenti in nessun governo del mondo?
    Accettare ancora in silenzio il comunismo senza una condanna storica,
    appare chiaro una connivenza ideologica di coloro che sognano ancora il trionfo del male.
    Allora concedetemi e non meravigliatevi del mio naturale rigetto contro il comunismo,
    compreso tutte le dittature ancora esistenti sulla Terra.
    Ragioni ed ideali che mi imposero in tutti questi lunghi anni,
    una silenziosa ma determinante ingerenza. Fine.
    -------------------------------------------------------------------------------------------------------------
    Disamina.
    Nello sviluppo e benessere futuro di tutte le società mondiali,
    non bisogna negare l’indispensabilità primaria della ricerca ed evoluzione in Dio,
    che non si può esprime liberamente con l’applicazione generale delle moderne teorie di mercato,
    a vantaggio esclusivo del capitalismo sfrenato,
    accentrato in pochissime multinazionali e corporazioni.
    Le loro strategie economiche mirano soltanto al raggiungimento,
    di egemonie di mercato sul consumismo di massa,
    basate per il loro arricchimento esclusivo in divenire sempre più egoisticamente esagerato,
    mentre la cruda realtà della fame dei popoli sottosviluppati del terzo e quarto mondo,
    resta delegata alle singole coscienze in odore di solidarietà amore e rispetto verso i deboli.
    La mortificazione di uno STATO DI DIRITTO in vergognosa attesa,
    deve Ribellarsi ed Imporsi nelle diverse priorità,
    rappresentate dalle numerose esigenze sociali e vitali dei singoli popoli.
    Un vero STATO DEMOCRATICO deve ERIGERSI in difesa ISTITUZIONALE,
    per la dignità ed equità sociale in rispetto ed obbligo che deve al suo popolo sovrano:

    “ assumendo in gestione professionale con finanza pubblica,
    la meta delle strutture di ricerca e fabbricazione dei prodotti sanitari”

    “ facilitando e promuovendo gli accessi all’istruzione,
    con verifiche capillari sul rispetto degli obblighi scolastici e didattici ”

    “ ponderando la reale esigenza territoriale prima dell’offerta sull’edilizia popolare ”

    “ intervenendo nelle aree di massimo disagio occupazionale,
    con un assegno mensile fisso di indigenza erogato per legge dopo le opportune verifiche,
    soltanto dal Segretario Generale in servizio nei singoli comuni,
    (eliminando di fatto enti associazioni e sindacati a conduzione clientelare e politica)
    in alternativa con l’attuazione e la realizzazione in loco di posti di lavoro finanziati dallo Stato,
    inizialmente in competenza gestionale di un vero professionista eletto dal consiglio comunale,
    per essere in seguito delegata in responsabilità controllata agli stessi lavoratori ”

    Questo ultimo intervento deve mirare alla ridistribuire delle risorse lavorative del paese,
    dove la produzione dei prodotti debbono essere inseriti nel loro contesto di “regionale consumo”
    o reale esigenza di mercato aperto strategicamente all’esportazione dei vicini paesi stranieri,
    in rapporti di export-import da sviluppare o consolidare.
    Ancora oggi per me resta incomprensibile l’esistenza di un vantaggio economico,
    di prodotti fabbricati al Nord
    mentre debbono percorrere più di 1.800 chilometri per arrivare al consumo del Sud.
    La rivalutazione e ridistribuzione delle risorse lavorative del paese serve principalmente,
    per attenuare il grande problema delle disparità occupazionali ed economiche della nazione.
    Il capitalismo ed il socialismo democratico debbono imparare a convivere,
    dividendosi i relativi compiti di sviluppo ed assistenza sociale.
  • H'ERMES
    00 11/11/2005 19:17
    LA GIORNATA DEL SILENZIO STAMPA
    Il 9 novembre è stata dichiarata per legge parlamentare italiana:
    “ La giornata della libertà “
    in ricorrenza dell'abbattimento del muro di Berlino avvenuto il 9 novembre 1989.
    Evento simbolo per la liberazione di Paesi oppressi ed auspicio di democrazia,
    per le popolazioni tuttora soggette ai totalitarismi.

    Merita una ulteriore riflessione,
    come viene amministrata la libertà dell’informazione in Italia.

    Giornalisti in sciopero il 9 e il 10 novembre 2005,
    proclamato dalla Federazione nazionale della stampa italiana in seguito alla rottura con la Fieg,
    per il rinnovo del contratto nazionale.

    Lo sciopero è costituzionalmente garantito,
    però non è la prima volta che detti scioperi filoguidati politicamente,
    sono proclamati in prossimità di ricorrenze ad interesse nazionale,
    chiaramente politicamente non le loro,
    però questi scioperi hanno messo volutamente a tacere,
    tutte le cerimonie commemorative ed ufficiali in programma,
    negando al pubblico la conoscenza di questa nuova ricorrenza,
    che vuole essere un messaggio di LIBERTA’ dei popoli.

    Il sindacato dovrebbe essere libero dalle interferenze e pressioni politiche,
    continuando cosi perde il suo valore e fiducia delle classi operaie.
  • Mefisto3
    00 12/11/2005 10:06

    Il sindacato dovrebbe essere libero dalle interferenze e pressioni politiche, continuando cosi perde il suo valore e fiducia delle classi operaie.




    Il primo articolo del sindacato (tutti per intenderci) dice testualemte così:
    "il sindacato nasce, cresce per difendere i lavoratori/e dai partiti politici, dai datori di lavoro!"

    Bello vero? Peccato che non sia per niente attinente al LORO primo articolo, chissà perchè.....


    Mefisto
  • H'ERMES
    00 26/07/2007 01:00
    Re:

    Scritto da: Mefisto3 12/11/2005 10.06

    Il sindacato dovrebbe essere libero dalle interferenze e pressioni politiche, continuando cosi perde il suo valore e fiducia delle classi operaie.




    Il primo articolo del sindacato (tutti per intenderci) dice testualemte così:
    "il sindacato nasce, cresce per difendere i lavoratori/e dai partiti politici, dai datori di lavoro!"

    Bello vero? Peccato che non sia per niente attinente al LORO primo articolo, chissà perchè.....


    Mefisto


    A MO DI MEMORIA:
    FAUSTO BERTINOTTI ex sindacalista,
    FRANCO MARINI ex sindacalista,
    GIORGIO NAPOLITANO ex sindacalista.
    Siamo diventati una repubblica ex sindacalista.