00 11/09/2006 09:23
Il quarterback dei Pittsburgh Steelers, campioni Nfl di football, è stato impersonificato dall'imitatore Jackson, che approfittava della somiglianza per scroccare conti e attirare ragazze
L'altra sera allo Spirit, locale di grido di Chelsea, nessuno ha fatto caso ai chili in più e gli anni in meno sul volto di quel Mick Jagger un po' troppo socievole che accettava cocktail costosi e baci non sempre casti di eccitate ammiratrici. Peccato che il leader dei Rolling Stones non si trovasse neppure a New York. Era un suo imitatore. Ha fatto fessi tutti, inclusi i buttafuori che poco dopo lo hanno scortato in un taxi quando la situazione stava sfuggendo loro di mano. In America li chiamano «impersonator» e per qualche attimo di celebrità, ma non solo (spesso sono anche protagonisti di vere e proprie truffe organizzate), non indugiano a spacciarsi per Tizio o Caio. Basta che siano ricchi e famosi. Nel football, ormai, il fenomeno è diventata una vera piaga: 24 casi accertati quest' anno, 37 quello passato (primato assoluto) e 32 nel 2003. E chissà quanti mai scoperti. Così alla National Football League sono corsi ai ripari e, come responsabile della sicurezza per debellare il bubbone, hanno assunto Milton Ahlerich, per venticinque anni agente della Fbi. Certo, in Italia sarebbe dura, anche per uno molto somigliante, entrare al Pineta di Milano Marittima e spacciarsi per Vieri o Inzaghi. Ma, nel football, i giocatori vengono spesso immortalati con il volto coperto dal casco e camuffati da spesse armature. Così i tifosi più distratti non sempre hanno chiaro in mente il volto del proprio beniamino.
IL FATTACCIO - Brian Jackson è un vero maestro dell'imitazione. E se la polizia lo ha scoperto e arrestato è solo per un peccato di presunzione. Già, perché spacciarsi per qualcun altro, negli Usa (ma non solo), è un reato grave. Jackson, ragazzone di quasi due metri per oltre un quintale, ha la corporatura da giocatore di football e una vaga somiglianza con il quarterback dei Pittsburgh Steelers, Ben Roethlisberger.
A luglio è entrato in una famoso locale notturno di Pittsburgh e ha ordinato da bere per tutti: "Sono Roethlisberger, apri un conto a mio nome!", ha detto, appositamente con poca discrezione, al barista. Poi a fare il resto ci ha pensato la semioscurità del locale e l' irrefrenabile voglia della gente comune di far crepare d' invidia i colleghi d' ufficio il giorno dopo: "Oh, ma lo sai che ieri sera sono stato in compagnia di...". In un attimo Jackson-Roethlisberger è stato circondato da stupende signorine. Un trucco riuscitogli chissà quante volte in passato. Ma quel giorno Jackson aveva ecceduto con la vodka, perché, a un certo punto, aveva raccontato di essere Brian St. Pierre, l' altro quarterback degli Steelers. In effetti, St. Pierre e Roethlisberger si assomigliano molto, potrebbero essere pure scambiati per fratelli, ma rappresentare due persone nello stesso posto deve essere sembrato troppo persino a qualche ammiratrice sbronza che lo circondava. È così che Jackson ha tirato mattina in una scomoda cella invece della suite che aveva prenotato, a nome di Roethlisberger ovviamente. In manette è finito pochi giorni fa pure il sosia di Curtis Martin, running back dei New York Jets. Anche in questo caso l' impersonator aveva intenzione di sfruttare il nome altisonante del giocatore per fini di "rimorchio". Ha solo avuto la sfortuna di incappare nel locale in un caro amico di Martin che ha messo fine alla sua breve carriera. A Ty Law, cornerback dei New York Jets, l'anno scorso campione con i New England Patriots, è andata peggio. Un impostore, spacciandosi per lui, si è recato in due agenzie della sua banca e con una patente falsificata è riuscito rubargli 20mila dollari. A fregarlo, però, è stata la voglia incontrollabile di essere famoso: uscito di banca, "riconosciuto" da un nugolo di fan, non ha resistito alla tentazione di firmare autografi e farsi fotografare. Niente di più facile, poi, per la polizia acciuffarlo con le istantanee ancora fresche di stampa. In verità, le celebrità tendono a scansare l' attenzione della gente e sono restie ai bagni di folla. Se un giorno qualcuno, avvicinandovi, dirà di essere Francesco Totti o Kakà e vi chiederà un prestito, dubitate e prendete tempo. Potrebbe trattarsi di un semplice imitatore.

fonte: www.gazzetta.it
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