00 01/02/2005 12:31
[SM=g27964] Debutta a Ginevra la nuova coupé 2 + 2 disegnata da Giugiaro. La Lancia avrà la nuova Delta Brera è un nome che evoca immediatamente una delle più importanti Accademie del mondo, posta nel cuore di Milano, dove architettura, pittura, scultura e ornato sono sempre stati materie di insegnamento e di evoluzione artistica. Facile, dunque, per uno stilista come Giorgetto Giugiaro arrivare a immaginare e, poi, a identificare un’Alfa Romeo con un’Accademia di Belle arti. Visto il prototipo al Salone di Ginevra 2002, il compito di Giugiaro sembrò perfettamente riuscito e il nome Brera perfettamente adatto alla coupé 2 + 2 che l’Alfa intendeva produrre: una messe di riconoscimenti internazionali, inoltre, mise in evidenza il piacere con cui la critica aveva accolto la vettura. L’Alfa Romeo Gtv Brera (speriamo che il nome resti, perché è davvero bello) è ora pronta al debutto sul mercato come prodotto di serie: la vetrina sarà sempre quella di Ginevra. La vettura mette in risulato, ancora di più, il «sunto» stilistico di Giugiaro che ha realizzato un prodotto sportivo di straordinaria bellezza e purezza di linee. Cambiano, ovviamente, i parametri meccanici rispetto al prototipo, che aveva sotto il cofano un motore 8 cilindri di 4000cc da 400 cavalli. FOTO---http://www.corriere.it/gallery/Cronache/vuoto.shtml?2005/01_Gennaio/brera/1&1[SM=g27964] La meccanica della Brera stradale è basata su quella dell’Alfa 157 (l’erede della ormai mitica 156); il sistema delle sospensioni è sofisticato, con avantreno a quadrilateri deformabili e retrotreno multilink; le due porte sono «normali» e non ad ala di gabbiamo, come aveva raffinatamente disegnato Giorgetto Giugiaro, riprendendo una soluzione applicata a certe supercar; la carrozzeria è quella di una Gtv 2 + 2 con i posti posteriori fruibili, lunga 4 metri e mezzo, larga un metro e 80, alta un metro e 30. In altre parole, una sportiva vera, dall’inimitabile piacere di guida, caratterizzata da una linea assolutamente italiana e unica: difficile trovarne, sui mercati internazionali, una che possa reggerne il confronto.
La gamma dei motori (in posizione anteriore e trasversale) prevede unità potenti, benzina e diesel. Per le versioni d’ingresso, la Brera disporrà del propulsore 2.2 Jts, cioè a iniezione diretta di benzina, da 185 cavalli e cambio selespeed (che ha i pulsanti per le cambiate sul volante); oppure del 2.4 Jtd Multijet da 180 cavalli. La trazione è anteriore, ma al top della gamma ci dovrebbero essere le versioni «integrali» con motori V6 benzina di 3200cc da 280 cavalli e diesel tre litri da 250.
La Brera, che si potrà comprare all’inizio di novembre, si rivolge agli alfisti più evoluti ma, al tempo stesso, fedeli a certe tradizioni stilistiche della marca di Arese. Per esempio, il vetro posteriore inclinato della prima Gt. In secondo luogo, con Brera è evidente l’intenzione dell’Alfa di produrre una sportiva di consistenti e grosse cilindrate come si conviene a una marca che, antecedente agli anni Ottanta, dominò sulle piste di tutto il mondo. In altre parole, il ritorno a una missione che può essere portata avanti solo con automobili di una certa consistenza.
Siamo di fronte all’inizio di una nuova strada per l’Alfa Romeo? Può darsi, il momento ricco di incognite, che il Gruppo Fiat sta attraversando, ci obbliga, pur nel fondamentale ottimismo, a rimanere con i piedi sui... prodotti di oggi e dell’immediato domani. In altre parole, alla Fiat Idea e Croma e alle nuove Alfa 147, 157, Brera. Che mettono a nudo le intenzioni del vertice del Gruppo: quello di far produrre ai marchi le vetture che, per le loro caratteristiche, in passato ne hanno decretato il successo. E, cioè, vetture concrete per Fiat, sportive per Alfa Romeo, eleganti e raffinate per Lancia. Quest’ultima, che vende piccole come Ypsilon e Musa e grandi come Thesis, non ha ancora una media-compatta per rivaleggiare con Audi, Mercedes, Bmw. Ma è attesa, per fine 2006, una nuova Delta. Che ripropone il mito del nome.