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messaggio delle guide alpine e vulcanologiche

  • Messaggi
  • marco tomasello
    00 10/08/2005 11:55
    Da diverse settimane si parla con insistenza, soprattutto attraverso articoli apparsi sul quotidiano La Sicilia, della creazione di un “terzo polo turistico” sull’Etna. Con tale baldanzosa espressione si intende in realtà la costruzione di una nuova stazione di sci da aggiungersi alle altre due già esistenti sui versanti di Nicolosi e Linguaglossa.
    Tale supposto “terzo polo turistico” dovrebbe sorgere sul fianco nord occidentale dell’Etna uno dei territori più belli della nostra Montagna, l’ultimo lembo rimasto incontaminato dall’aggressione di asfalto e cemento cui sono stati oggetto gli altri versanti del vulcano etneo. Per capire la portata di questo indiscriminato assalto basti riflettere sul fatto che L’Etna, alto poco più di tremila metri s.l.m. ha, non una né due o tre, ma ben sette strade asfaltate che si inerpicano fino a superare i millecinquecento metri di quota, cioè la metà della sua altezza, oltre a due strade sterrate che ne raggiungono la sommità. Assalti di tale portata non si registrano in alcuna montagna delle Alpi né altrove nel nostro pianeta. A ciò si aggiunga che l’Etna non è una semplice montagna ma è un vulcano attivo, anzi, come tutti i depliant turistici si affrettano a ricordare, il più alto vulcano attivo d’Europa, sicuramente il più bello, vario ed affascinante territorio vulcanico di tutto il Mediterraneo. Un gioiello che tutto il mondo, a partire dalla comunità scientifica, ci invidia. Un laboratorio naturale che abbiamo il dovere di tutelare e valorizzare e NON il diritto di scempiare costruendo un ennesima strada asfaltata, un’altra inutile funivia con il corollario di strutture ricettive che ci troveremo a pagare profumatamente ogni volta che le inevitabili colate laviche le andranno a distruggere.
    Il fascino e la vocazione turistica del territorio etneo non si realizzano, come vorrebbero farci credere, trasformando la nostra montagna nel fallimentare scimmiottamento delle stazioni sciistiche alpine, ciò non può funzionare e per più di una ragione: gli inverni siccitosi con assenza o scarsità di neve, l’impossibilità di innevamento artificiale, la presenza di costanti attività eruttive che, quando non distruggono le strutture, rendono molto spesso le nostre, già scarse, nevi non sciabili. Gli sciatori nostrani, certamente non numerosi, hanno già ben due alternative a Nicolosi e Linguaglossa, stazioni sciistiche per le quali è previsto, in tempi brevi, il ripristino ed il potenziamento. Gli sciatori del nord Italia o del nord Europa non verranno mai a fare le settimane bianche sull’Etna, assolutamente non programmabili, con il rischio di non trovare neve e senza un’adeguata varietà di piste, preferiranno rivolgersi alle più vicine e valide Alpi. Verranno invece, gli escursionisti ed i turisti per cercare qualcosa che essi non potranno trovare né sulle Alpi né altrove, a cercare quel territorio unico al mondo, quegli aspri panorami creati dalla mutevole natura vulcanica. A cercare i boschi di faggi e di pini che resistono alle offese eruttive e si insediano a formare nuovi lembi di verde e contendere spazi vitali alle sciare del vulcano.
    Noi siciliani dovremmo rivendicare con orgoglio la bellezza del nostro territorio e, se si vuole proiettare l’Etna nel business turistico più di quanto non lo sia già, bene, ma che sia l’Etna con il suo paesaggio forte e poetico, i suoi boschi e le sue sciare, e non una risibile imitazione di Cortina d’Ampezzo. Ogni territorio deve sviluppare le proprie caratteristiche e peculiarità. I veneti non coprirebbero certo di roccia lavica le loro Dolomiti solo per imitare un vulcano che non hanno.
    Ma c’è qualcos’altro, immensamente più importante, il versante nord occidentale dell’Etna, che ha come punto culminante Punta Lucia, è il solo fazzoletto di territorio dell’intera la Sicilia orientale dove è ancora possibile ritrovare una dimensione non urbanizzata, e quasi selvaggia. Tale stato è assolutamente unico e da salvaguardare. Da salvaguardare e difendere non per il bene effimero di un bosco o di una semplice macchia di astragali, ma per il bene più concreto di noi siciliani. L’esistenza di luoghi dove sia possibile camminare per alcune ore senza sentire rumore di motori, puzza di gas di scarico e senza incontrare strade asfaltate è per gli esseri umani un esigenza di primaria importanza, è un’esigenza per la mente e per lo spirito, aliquote della nostra umanità che vengono troppo spesso dimenticate o peggio sacrificate in nome del discutibile vantaggio economico di pochi.
    Per questo si deve dire NO al terzo polo dello scempio che farebbe arricchire solo coloro che lo costruiscono ed impoverire tutti gli altri siciliani ed amanti dell’Etna sparsi per i quattro angoli della Terra e si ad infiniti altri poli tutt’intorno l’Etna che sviluppino un turismo basato sull’intelligenza senza distruggere irreversibilmente la risorsa più unica ed importante della nostra Sicilia
  • Piero
    00 09/09/2005 13:18
    Cos'è, le guide hanno paura di perdere il lavoro?
    Si al terso polo!
  • prrrrrr
    00 10/09/2005 08:52
    ignoranza & ipocrisia
    Scritto da: Piero 09/09/2005 13.18
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    > Cos'è, le guide hanno paura di perdere il lavoro?
    > Si al terso polo!
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    Ignorante!!! Impara prima a scrivere,falso ipocrita!