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La pratica religiosa dei Celti era governata da una casta sacerdotale composta!da drùidi, vati e bardi.

Questa suddivisione esprime, nella sua successione, anche una graduatoria di merito. All'interno di ogni tribù i druidi facevano parte della classe dominante, insieme con i guerrieri e il sovrano. Poiché erano esentati dalle imposte e godevano di altri cospicui privilegi, è comprensibile che numerosi giovani cercassero di entrare nella congregazione. Il che, tuttavia, non era facile, e il periodo di. apprendistato poteva durare anche vent'anni. Alla classe sacerdotale, con incarichi molto più modesti, appartenevano anche i vati, il cui compito principale era quello di. interpretare i vaticini derivanti dai sacrifici. Praticavano, inoltre, la medicina e conoscevano il potere delle erbe.

I bardi erano i poeti e i letterati,importanti in una cultura basata principalmente sulla tradizione orale, in quanto la poesia, accompagnata dalla musica, facilitava l'apprendimento e la memoria. È interessante notare come i Celti, pur conoscendo la scrittura, privilegiassero la trasmissione orale delle conoscenze, ritenuta più incisiva e duratura.

Secondo Cesare, i druidi insegnavano "che le anime non muoiono, ma trapassano dall'uno all'altro". E Lucano aggiungeva: "Se noi interpretiamo bene i vostri canti, la morte non è che una pausa in una lunga vita". l'anima, dunque, era immortale e dopo la morte di una persona si reincarnava in un altro essere umano. Si capisce, quindi, il coraggio – spesso temerario - dei Celti in battaglia, che essi affrontavano senza il timore della morte.

Gli dei e le dee erano numerosi. Fra i più importanti il dio Lug o Lugh - corrispondente al Mercurio della mitologia romana - cui furono dedicate parecchie città fra cui Lugdunum (Lione). Particolarmente onorato l'equivalente di Vulcano, che prendeva il nome di Gobanon in Gallia e di Goibniu in Irlanda. Le dee, raffigurate spesso con cornucopie, fiori e frutta, garantivano la fertilità della terra.

Non si ha la sensazione, forse anche dovuta aLLa mancanza di fonti letterarie, che questi dei fossero onorati con preghiere o cerimonie, salvo il fatto che i Celti continentali effettuavano senza risparmio sacrifici rituali umani, anche di massa. Non è chiaro, tuttavia, se questi sacrifici venissero praticati per rendere onore agli dei, per propizia re particolari sviluppi di vicende con cui gli dei avevano poco a che vedere, oppure per soddisfare l'innata ferocia. Tutti i guerrieri celti, per esempio, erano temibili cacciatori di teste, che conservavano in casa o portavano con sé a testimonianza del proprio valore, come viene spesso ricordato nei cicli mitologici irlandesi.


Non dobbiamo però dimenticare che tutto quello che sappiamo sulla religiosità celtica è stato tramandato da autori classici, greci e latini, che non si preoccuparono di fornire un quadro complessivo di riferimento e sono responsabili della assimilazione degli dei celtici agli dei dell'Olimpo, in realtà confondendo caratteristiche abbastanza diverse.

Si ringrazia
Hobby & Work Italia Editrice
Irlanda & Scozia Storia, Cultura, Tradizioni

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