E' vero che tra noi cattolici il sentirsi più buono è specifico del tempo natalizio ma tant'è..., e poi Pasqua è più importante del Natale e stimola la... risurrezione.
Riprendo dunque, a distanza di molto tempo, questa sezione e questo thread. Anche se devo esprimere la mia perplessità per tale disinteresse diffuso, dimostrato dai foristi. Giacché se è vera quell'immagine reclamistica di perbenismo che la Socità WT coltiva continuamente (vedi quegli attestati sparsi nelle riviste, tipo: tutti dovrebbero essere come voi... allo stadio, dopo il convegno, non c'era neanche la cartina di una caramella... ha restituito il portafogli trovato, e dentro c'era una bella somma... magari avessi tutti gli operai coscienzioni come i Testimoni... ecc...) se è vera, dicevo, ci sarebbe da aspettarsi che fossero molti gli ex che, restando geovisti di dentro, venissero a testimoniare i benefici perlomeno di formazione morale che la WT ha impartito loro.
Invece no, perché? Preferiscono starsene in disparte, come disso o disassociati a rivangare il passato o vogliono gettarsi tutto dietro le spalle cercando un nuovo reinserimento nella società?
Mah, sia fatta la loro libertà! Io tiro fuori un'altra cosina meritevole e chiedo aiuto ai più volenterosi perché io non ho fatto direttamente l'esperienza nel Movimento.
Dunque io direi che una cosa lodevole coltivata strenuamente dai Testimoni di Geova è la preoccupazione per la rettitudine della fede, non solo propria ma anche dei propri fratelli, e di quelli che ancora non sono nel movimento.
La prima, spinge i padri a farsi catechisti della propria famiglia (magari si facesse anche in casa cattolica!);
La seconda li spinge ad andare in soccorso di quei fratelli che vedono minacciati nella loro "integrità" da dubbi inculcati da estranei (non si fanno problema di accorrere su invito telefonico se un TG si trova in difficoltà perché sta parlando con un cattolico ben preparato. Di corsa arriverà il fratello che ha più accurata conoscenza a dargli man forte). Il che, anche se per me è ovviamente a servizio dell'errore, dice coerenza e amore a ciò che si crede. Quindi merita rispetto e ammirazione.
La terza li spinge a dedicare tutte quelle ore di tempo che sappiamo alla predicazione (e anche qui direi che se ogni parrocchia avesse solo 5 adulti che facessero altrettanto con la stessa assiduità, avremmo di sicuro meno "lontani" nelle nostre untità territoriali).
C'è da imparare in questo.
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est modus in rebus