Il Gazebo

l'androide

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    sottolestelle
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    00 25/11/2006 13:40







    Sembra una donna vera, ma non lo è. E' un androide, somigliante in tutto e per tutto (anche nel comportamento) ad un persona. A realizzarla è stato il Dipartimento di Ingeneria dell'Università di Osaka. L'androide è esposto al Simposio tecnologico di Tokyo



























































































    che ve ne sembra?

    la poesia o 1 metrica folosofica, sarà indifferente nel relazionarci?

    o anche: 2 uova + 2?













  • danzandosottolaluna
    00 25/11/2006 18:41


    ecco qui, finalmente, l'androide domestico



    Potrà spolverare, apparecchiare la tavola e lavare i piatti:
    è Valerie, l'androide 'casalingo' che Chris Willis, web master di androidworld.com, ha cominciato a costruire in Texas (USA) ispirandosi alle fattezze femminili.

    [SM=g27811] [SM=g27811]

    P.S.
    le domande finali al tuo post...
    sempre a farci lambiccare il cervello, eh? [SM=g27828]

  • zzuccarata
    00 07/12/2006 10:14



    (SATERINA : IO E CATERINA)


    Un androide per fare l'amore

    I robot? Saranno partner perfetti. Parola di uno studioso. Che adora gli scacchi

    di Paola Santoro



    Qualcuno - il Kinsey Institute for Research in Sew, Gender and Reproduction dell'Università dell'Indiana - si avventura in un preciso 2016, qualcun altro - la School of Design della Canergie Mellon University - più vago, parla del prossimo decennio. Di certo c'è che è solo questione di tempo. Lo sostengono fermamente sessuologi e ricercatori sull'intelligenza artificiale: manca poco, e avremo a disposizione partner cibernetici in tutto rispondenti ai nostri desideri e molto, molto simili a noi. Uno dei massimi teorizzatori della materia si chiama David Levy, e da decenni studia l'intelligenza artificiale, soprattutto quella applicata al gioco degli scacchi. Ora, poiché in questione ci sono le relazioni sia sentimentali che sessuali tra robot ed esseri umani, vi chiederete forse cosa c'entrino gli scacchi. Abbiamo la risposta: ogni ricerca, ogni ipotesi di trasformazione delle macchine, è partita da lì, da quegli elaboratori che, pur allo stadio primario di sviluppo, vincono sugli uomini-campioni. I più autorevoli studiosi della materia sostengono che Deep Blue, il computer che ha battuto Kasparov, "pensa" agli scacchi più o meno come un organismo monocellulare "pensa" al gradino appena superiore nella sua possibile scala evolutiva, ovvero la sequenza di proteine. Autore di Robots Unlimited, Life in a virtual age (A.K. Peters Ltd, Massachusetts, 35 dollari), un accurato compendio di storia della robotica dalle origini (50 anni fa) ai nostri giorni, David Levy non batte ciglio, né mostra alcun accenno di ironia quando afferma di credere che "già nel 2020, nel peggiore dei casi, ci saranno robot in grado di mostrare l'intera gamma delle emozioni umane. E forse persino qualcuna che noi non conosciamo ancora". Distinto e serio, Levy è stato anche il vincitore nel 1997 della Loebner prize competition di New York, una sorta di campionato mondiale in cui si confrontano computer in grado di fare conversazione più o meno come gli uomini. I suoi pronostici più a lunga scadenza sono anche più stupefacenti: "Entro il 2050 sperimenteremo una società in cui gli esseri umani e i robot sensibili potranno fare sesso e persino sposarsi. E saranno nozze riconosciute legalmente, a partire, probabilmente, dagli Stati Uniti, in particolare dallo Stato del Massachusetts (quello del Mit, dove le ricerche nel settore sono più spedite, ndr), e dal Giappone, ovvero dai Paesi in cui sono in corso le ricerche più avanzate. La rivoluzione avverrà esattamente come è successo per i legami socialmente riconosciuti tra persone dello stesso tempo: un processo lento e graduale...". Obiezione: anche se di sesso diverso, parliamo pur sempre di legame tra persone. Levy replica tranquillo: "Ci stiamo lentamente muovendo verso un'era in cui il rapporto tra robot e umani non sarà più considerato in termini schiavo-padrone. Perché le macchine saranno programmate non soltanto per soddisfare i nostri desideri concreti, come farci servire un drink o tagliare l'erba del prato, ma anche per rapportarsi ai nostri sentimenti. Interagiranno con noi non solo in senso funzionale, ma anche personale". Levy lo ha scritto nel suo libro e l'ha spiegato, pochi mesi fa, a Genova, in una conferenza alla Scuola di Robotica: ci daranno, e riceveranno, amore. E amandoli, non potremo fare a meno di desiderarli fisicamente. "Saranno programmati in modo da essere intuitivi, grazie alla capacità di archiviare dati su cosa funziona, nell'amplesso, e cosa no. Saranno amanti sempre più abili da un incontro all'altro, perché saranno in grado di registrare ogni dettaglio, dalle nostre esclamazioni di piacere alla frequenza degli orgasmi. E miglioreranno le prestazioni, volta per volta". E qui si apre un mondo. Le applicazioni possibili sono decine. "I robot potrebbero essere programmati per svolgere il ruolo che oggi è delle prostitute: dare piacere senza troppe complicazioni. O fare da nave scuola con i principianti. Oppure ancora potrebbero lavorare come "terapisti" sugli imbranati, e insegnare loro come soddisfare i propri partners. Ma non solo: potrebbero funzionare da prova sul campo per chi ha dubbi sulla propria omosessualità. E poi non ci sarà più il rischio di trasmettersi malattie sessuali, perché "'loro" saranno dotati di congegni autopulenti". In questo quadro idilliaco, almeno sessualmente parlando, e stando alla particolarissima educazione sentimentale di mister Levy, restano comunque alcuni grandi quesiti di matrice etica. E sarà proprio su questi che si svolgerà il dibattito: chi sarà responsabile dei robot? Chi li ha prodotti? Chi li ha brevettati? Chi ha innestato il processore? E poi: che tipo di obblighi morali avremo noi umani nei loro confronti? "L'evoluzione sociale e legislativa fornirà le risposte. Si occuperà la roboetica di sviluppare il dibattito", taglia corto Levy. Quanto a noi, ci resta una domanda: perché mai, potendo scegliere tra tanto bendidio, dovremmo continuare a rotolarci tra le lenzuola con i nostri banalissimi e umanissimi compagni? Levy ci risponde così: "Migliaia di anni fa la gente poteva innamorarsi, sposarsi e fare sesso soltanto con chi abitava nello stesso villaggio. Da quando possiamo muoverci liberamente e facilmente, ci possiamo confrontare con nazionalità diverse. Ecco, io vedo l'idea dei robot press'a poco come se si trattasse di un'altra razza. La scelta del compagno sarà solo più ampia. E poi", ed è qui che Levy ci stupisce, "mica tutti sono alla ricerca della perfezione".


  • danzandosottolaluna
    00 23/12/2006 15:59
    Quanto a noi, ci resta una domanda: perché mai, potendo scegliere tra tanto bendidio, dovremmo continuare a rotolarci tra le lenzuola con i nostri banalissimi e umanissimi compagni? Levy ci risponde così: "Migliaia di anni fa la gente poteva innamorarsi, sposarsi e fare sesso soltanto con chi abitava nello stesso villaggio. Da quando possiamo muoverci liberamente e facilmente, ci possiamo confrontare con nazionalità diverse. Ecco, io vedo l'idea dei robot press'a poco come se si trattasse di un'altra razza. La scelta del compagno sarà solo più ampia. E poi", ed è qui che Levy ci stupisce, "mica tutti sono alla ricerca della perfezione".


    ho un po'... paura! [SM=x515625]
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    00 28/07/2007 12:58
    Gli androidi non sostituiranno MAI gli umani
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    00 28/07/2007 13:09

    gli esseri umani magari no, ma i giapponesi forse si, sono uguali.. [SM=g27828]
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    00 28/07/2007 13:15
    [SM=g27828]

    .. [SM=x515622] ma sono le macchine che assomigliano molto ai giappenesi o sono i giapponesi ... uhm [SM=g27825]