Il Gazebo

Mario Luzi

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  • danzandosottolaluna
    00 04/03/2006 17:19



    -Già goccia la grigia rosa il suo fuoco -


    Già goccia la grigia rosa il suo fuoco
    il fuoco rapito fumido di pioggia,
    sulla calce dei muri ciechi ove il fioco
    tuo bagliore s'appoggia.

    Già strepe sui grevi banchi di breccia
    nei recinti angosciosi dissono attutito
    il tuo piede cupo di cui l'eco s'intreccia
    col fiume dal lento corso Cocito.

    La mano ne rovi vizzi è una fiamma
    crepitante di febbre vitrea semiviva,
    nel tuo sguardo un autunno langue e s'infiamma,
    sol che l'anno riviva.



    -Fiume da fiume-

    Si pasce di se il fiume, bruca
    serpeggiando
    le sue
    quasi essiccate sgorature,
    visita
    le sue
    quasi aride pozzanghere,
    si trascina ai suoi già putridi ristagni
    finche, poco più oltre
    un poco lo confortano
    misteriosi trasudamenti,
    lo irrorano frescure,
    umori, vene
    dal più profondo
    del suo cuore sotterraneo
    ed eccolo
    rinasce esso dalle secche,
    ora, si lascia dietro la sassaia
    della sua quasi estinzione
    per il suo nuovo cammino -
    si muove verso se stesso il fiume,
    si sposta dentro il suo cangiante bruco
    ed entra, fiume nuovo
    uscito dalle sue ceneri
    nei luoghi dove opera
    la primavera e non c'è
    fiore né gemma, non c'è ancora
    ma c'è quella radiosa incandescenza
    di luce e opacità nel bianco dell'aria,
    c'è, ed ecco si diffonde, quella trepidante animula
    e quel chiaro sopra la linea degli alberi,
    quel già più festoso scintillamento delle acque.
    C'è tutto "quello". E c'è
    lui fiume,
    ne vibra intimamente
    il senso. C'è questo, c'è prodigiosamente.



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    00 31/03/2006 17:38





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    [Modificato da Aronne1 06/04/2006 20.02]

  • danzandosottolaluna
    00 02/10/2006 10:55


    ALLA VITA

    (da La barca, 1935)


    Amici ci aspetta una barca e dondola
    nella luce ove il cielo s'inarca
    e tocca il mare,
    volano creature pazze ad amare
    il viso d’Iddio caldo di speranza
    in alto in basso cercando
    affetto in ohni occulta distanza
    e piangono: noi siamo in terra
    ma ci potremo un giorno librare
    esilmente piegare sul seno divino
    come rose dai muri nelle strade odorose
    sul bimbo che le chiede senza voce.

    Amici dalla barca si vede il mondo
    e in lui una verità che procede
    intrepida, un sospiro profondo
    dalle foci alle sorgenti;
    la Madonna dagli occhi trasparenti
    scende adagio incontro ai morenti,
    raccoglie il cumulo della vita, i dolori
    le voglie segrete da anni sulla faccia inumidita.
    Le ragazze alla finestra annerita
    con lo sguardo verso i monti
    non sanno finire d'aspettare l'avvenire.

    Nelle stanze la voce materna
    senza origine, senza profondità s'alterna
    col silenzio della terra, è bella
    e tutto par nato da quella.





    LA BARCA, L'INCANTATA...

    (da Dottrina dell'estremo principiante, 2004)


    La barca, l'incantata
    carpenteria
    tra acqua ed aria,
    sole e meria.
    Lo so
    t'intenerisce l'erba
    di quella primavera
    fresca, con poche folgori,
    però non puoi brucarla
    se non col desiderio,
    non può altro che infliggervi
    il morso della sua non-possa
    la memoria quasi libidinosa.

    Ti strazierebbe il cuore
    oggi quella pastura,
    infinito era il recinto
    di te, agnello, lo è ancora
    se non che troppo secolo è passato
    lì sopra con le sue nubi
    dove tu, perso, hai belato.
    Addio, ora ben altro è il prato.

    La sua ultima poesia:

    (1 marzo 2005)


    Il termine, la vetta
    di quella scoscesa serpentina
    ecco, si approssimava,
    ormai era vicina,
    ne davano un chiaro avvertimento
    i magri rimasugli
    di una tappa pellegrina
    su alla celestiale cima.

    Poco sopra
    alla vista
    che spazio si sarebbe aperto
    dal culmine raggiunto...
    immaginarlo
    già era beatitudine
    concessa
    più che al suo desiderio al suo tormento.
    Sì, l' immensità, la luce
    ma quiete vera ci sarebbe stata?
    Lì avrebbe la sua impresa
    avuto il luminoso assolvimento
    da se stessa nella trasparente spera
    o nasceva una nuova impossibile scalata...
    Questo temeva, questo desiderava