Il Gazebo

Tashunca Uitco (piccolo collage-omaggio a Principe Nero)

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  • danzandosottolaluna
    00 14/07/2005 17:56






    Gli spiriti non dimenticano


    Questo è uno dei più bei libri sui pellerossa e sul vecchio west. E' stato scritto da un giornalista italiano che vive e lavora negli Stati Uniti "e questo è buono".
    Vittorio Zucconi, questo è il suo nome, ha saputo conquistare la fiducia della tribù del grande condottiero Sioux Cavallo Pazzo e ha ottenuto il permesso di parlarne dopo aver consultato montagne di documenti perlopiù non accessibili a tutti.

    Ne è risultato uno splendido libro biografico che non ha pari anche per via della forma romanzata con la quale l'autore ci racconta le vicende di Cavallo Pazzo e dei suoi Sioux Oglala, fino all'epilogo della battaglia del Little Big Horn e della successiva breve fuga e infine la cattura e la chiusura nella riserva dove sarà ammazzato per mano di un altro pellerossa


    http://www.farwest.it/Libri/gli_spiriti_non_.htm


    L'opinione di un utente del web


    "Qualche settimana fa sotto il consiglio di un amico , mi sono ritrovato a leggere il libro di Zucconi " gli spiriti non dimenticano " , la storia di Cavallo Pazzo e la drammatica lotta dei Sioux per la sopravvivenza del loro popolo , la storia di un mito tanto lontano e tanto diverso dagli stereotipi di vita cui noi adesso ci rifacciamo che non si può non rimanere affascinati dalla sua epopea.............
    Forse sarà stata la suggestione ma quando l'autore narra della sua visita a casa dello sciamano per la cerimonia d'invocazione dello spirito di questo grande uomo e guerriero ad un certo punto dice che iniziato il rito non pareva più di stare chiusi in una piccola cantina davanti ad un totem improvvisato , ma pareva di stare nelle grandi praterie sotto il cielo stellato , ed è proprio quello che succede al lettore , o almeno quello che è successo a me , perchè da quel momento ho vissuto ogni parola di questa storia con un coinvolgimento che raramente avevo provato nella lettura di un libro.
    Man mano che si procede con la lettura si scopre un popolo eccezionale , s'impara a rispettarlo , a capire meglio ogni gesto di un Sioux....... si scopre quanto a volte sia falsa la storia raccontata dai vincitori ; a tal proposito è utilissimo leggere il reale resoconto della battaglia di Little Bighorn , e capire chi in realtà sia il generale (che generale non era) Custer e come abbia fatto massacrare centinaia di uomini per la ricerca della sua personale gloria . Cavallo Pazzo è stato uno dei pochi capi (anche se lui non era realmente un capo indiano) ad arrendersi senza essere stato sconfitto , era un guerriero invincibile , colui a cui avevano consegnato la Lunga Lancia , la lancia del Grande Spirito , che una volta arresosi deve subire l'umiliazione di essere avvicinato per arrestarlo da uno dei suoi migliori amici , Piccolo Grande Uomo , che lui fa finta di non vedere......insomma un uomo a cui la memoria storica non renderà mai abbastanza giustizia.
    Bellissima è la narrazione della sua morte : gli avevano mentito , volevano ucciderlo , ma lui aveva capito , tenta di ribellarsi e finisce " casualmente " su una baionetta.....il cielo si oscura ed un rombo assordante rompe il silenzio....il Tuono era venuto a riprendersi suo figlio.
    Gli spiriti non dimenticano è uno di quei libri che ti lasciano qualcosa , che ti fanno sentire più maturo alla fine della lettura , e che ti lasciano dei forti interrogativi ed un pò di vergogna .........come abbia potuto l'uomo bianco distruggere una delle civiltà più belle e affascinanti che mai siano apparse sulla terra , ed avere ancora il coraggio di parlare di giustizia e di rispetto tra i popoli è una domanda che stride nella mente...... come ci siamo permessi di imporre ad altri popoli il nostro modo di vivere , senza avere il minimo rispetto della loro storia e della loro cultura.....
    il tutto in una frase di Cavallo Pazzo che , prima di altri , aveva capito quanto fosse inutile trattare con chi voleva impadronirsi della terra su cui lui e i suoi discendenti avevano cacciato per secoli e secoli : " le parole non hanno mai ucciso un bisonte .... ".
    Riflettiamo amici su quanto è costata all'umanità intera la nostra stupida presunzione... "


    [IMG]http://www.bookplanet.it/data/101/images/8804458240.jpg
    [/IMG]


    Usa, iniziativa del repubblicano McCain: ai "pellerossa" andrà
    il riconoscimento dei torti subiti. Ma c'è chi fiuta la truffa
    L'America chiede scusa
    per le stragi degli Indiani
    di VITTORIO ZUCCONI



    IL RIMORSO dell'Uomo Bianco non poteva che venire dall'Arizona, dalla frontiera degli Apache guerrieri, dei Navajos tessitori, degli Hopi e Zuni agricoltori, dei canyon abissali e dei monti consunti dall'acqua fino a sembrare tumuli immensi nel deserto. Il suo tardivo desiderio di chiedere scusa all'Uomo Rosso per quello che non potrà più essere disfatto doveva muovere da qui, dalle terre del grande massacro e della grande bugia. Scolpita dal cinema dei vincitori nella storia dei vinti e dimenticati dalle nuove generazioni.

    Sarà infatti su richiesta del senatore dell'Arizona, John McCain, politico che guarda con occhio umido di commozione al passato e con occhio lucido di ambizione al possibile futuro presidenziale, che il Senato degli Stati Uniti chiederà formalmente scusa ai discendenti dei 10 milioni di Nativi sterminati nelle "Indian Wars" dell'Ottocento. "Bello. Poi si dovrà vedere come queste scuse si tradurranno in fatti e in risarcimenti", ha detto un altro senatore, Sam Brownback, Schiena Bruna, del Kansas: che, come Indiano, ha applaudito alla risoluzione unanime di "apology", di perdono, passata dalla Commissione Affari Indiani del Congresso. Ma ha preso troppe scottature dai "grandi nonni" di Washington, come li chiamavano i suoi antenati, per fidarsi delle lacrime di coccodrillo e dei pezzi di carta.

    Centotrent'anni di silenzio e spallucce, quanti ne sono trascorsi dalle operazioni finali di pulizia etnica nel lontano West e nel Sudovest da parte dei soldati blu contro gli ultimi Sioux e Apache, giustificano certamente lo scetticismo di Sam Schiena Bruna. E i 200 milioni di dollari che l'amministrazione di George Bush ha tagliato dalle sovvenzioni federali alle tribù bisognose nella finanziaria 2005 non testimoniano di profondi pentimenti concreti da parte del Grande Capo Bianco. Negli Stati come l'Arizona di McCain, dove vivono - e votano - 600mila cittadini di sicura discendenza Indiana, nel New Mexico, dove sono il 15% della popolazione, nell'Oklahoma, dove fu deportata a forza e ancora abita in miseria profonda la massima concentrazione di "nativi americani", la fede nella parola dei conquistatori, scritta e ignorata in cataste di inutili trattati di pace, è comprensibilmente scarsa.

    Ha sicuramente scosso la memoria storica di McCain, repubblicano moderato ed eroe di guerra torturato per cinque anni a Hanoi, la decisione presa tre mesi or sono dal consiglio nazionale delle tribù, che ha deciso di appoggiare lui per la successione dell'indifferente Bush. I 4 milioni e 119mila "Nativi Puri" indicati dal censimento 2000, figli cioè di genitori entrambi indiani, non sono una quantità trascurabile di elettori, in vista delle primarie repubblicane e delle elezioni 2008.

    Ma se lo "staremo a vedere" di molti leader tribali è spiegabile, l'iniziativa di McCain, il repubblicano "buono" in questi tempi di repubblicani che fanno i "cattivi", è comunque apprezzabile. La risoluzione di scuse che il Senato approverà, ora che la Commissione l'ha sottoscritta unanime, non restituirà terre, diritti, praterie ai discendenti di Geronimo, l'Apache inseguito dal generale Crook, o a Tashunka Uitko, Cavallo Pazzo, il messia degli Oglala Sioux ucciso in un campo di prigionia, né l'onore a Osceola, l'ultimo condottiero dei Seminole dalla Florida, la sola tribù ufficialmente mai sconfitta e mai arresasi agli invasori bianchi.

    Neppure il perdono chiesto agli Ebrei per i secoli di maledizione agli "assassini di Cristo" ha restituito le vite e le proprietà bruciati in secoli di pogrom, inquisizioni e di stermini. Ma la "apology" del Senato, della camera alta americana, restituirà ai primi abitatori del continente, che l'Europa ebbe la pretesa di "scoprire" quasi 10mila anni dopo che loro l'avevano già scoperta, almeno qualcosa che la cultura del vincitore gli aveva rubato. Restituirà loro la storia.

    Sarà la certezza non della santità, poiché non tutte le tribù indiane erano fatte di miti vasai e di operosi contadini come, testimonia anche il nome "Apache", che nella lingua dei loro vicini Navajo, significa "nemico", ma di un diritto stravolto e di una giustizia negata. Non si tratta dunque di pietismo, o di buonismo da cinema con la coda di paglia, ma di restituzione di una memoria storicamente corretta, che il tempo andava sbiadendo.

    L'epopea, e la tragedia, delle "Indian Wars", le guerre di conquista del territorio nordamericano, si stavano scolorendo nella indifferenza del cinema e della letteratura popolare, che dopo i decenni di western all'insegna dei "musi rossi" e la brusca correzione degli anni '70 con la filmografia del Bianco crudele, aveva abbandonato questo capitolo. Si sono aperti, finalmente, musei, come il nuovissimo inaugurato nel centro di Washington, a pochi passi dal Museo dell'Olocausto ebraico, ma non esiste museo che possa competere con Hollywood o con gli albi a fumetti che hanno formato la memoria delle generazioni anziane, come quella di McCain, una memoria che non si rinnova più nei ragazzi che dell'Iliade Rossa nulla o poco sanno.

    La "questione indiana" è stata accantonata o annegata nel nuovo oro verde, i tappeti da gioco nei casinò aperti a centinaia nelle riserve indiane dopo una sentenza della Corte Suprema e una legge sponsorizzata, nel 1998, dallo stesso senatore McCain. Nei 411 casinò sorti in territori tribali, dalla miserabile baracca con quattro tavolini e due roulette nelle "Maleterre" dei Sioux in Dakota al faraonico Foxwood del Connecticut che attrae giocatori fino da New York, 18 miliardi di dollari ogni anno scorrono nelle casse di tribù che si sono scoperte un popolo di croupier e fanno ormai paura a Vegas e ad Atlantic City. Tanti dollari da avere spinto proprio il Senato e McCain a preparare una nuova legge per limitare questa nuova corsa al casinò degli ex guerrieri che stanno assediando i forti del gioco.

    Proprio mentre McCain chiederà scusa per quello che fu fatto ai "pellerossa", secondo la formula spregiativa del tempo, si ripete in forma allegorica ma concreta la scena che milioni di consumatori hanno assorbito nei cinema fumosi, la carovana circondata dall'agguato. Las Vegas si è vista scavalcare nel 2004 dai casinò indiani per la prima volta, 15 miliardi incassati contro 18. Ovunque, nel West come nell'Est, si scoprono minuscole tribù e microscopiche riserve dove potrebbero sorgere altre case da gioco, garantite dalla exterritorialità che arricchisce gli Indiani che vivono accanto alle città e lascia nella miseria gli Indiani confinati nelle terre spopolate del West, dove soltanto gli impegni di assistenza pubblica, promessi dai trattati e mai davvero rispettati, possono ripagare quel debito per il quale oggi l'America si scusa.

    Un pasticcio storico immenso, complicato dal jolly del gioco d'azzardo, tessuto nella tela di una convivenza irrisolta tra un popolo espropriato che riaffiora tra le fessure delle leggi e un popolo di espropriatori che ora si scusa ma non si può pentire degli effetti. La "questione indiana" rimane, come la questione nera, aperta.

    Le scuse ufficiali nascondono una nuova fregatura, come sospetta Schiena Bruna, di colui che i Lakota Sioux chiamavano il "Uasichu", colui che si mangia tutto la polpa e lascia agli altri le ossa. L'Uomo Bianco. Scuse contro casinò? Scusaci tanto, Toro Seduto, ma al gioco della storia devi perdere ancora tu.


    (28 maggio 2005)




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    principenero717
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    00 15/07/2005 03:01
    Non ho parole, davvero.
    Ti mando un grande abbraccio.
    Questo è un regalo prezioso ........[SM=x515524]
  • danzandosottolaluna
    00 18/07/2005 18:05


    E' la tua "bella Mente" il dono più prezioso per noi...[SM=x515620]
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    principenero717
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    00 19/07/2005 21:22
    Di alla mia gente che ora non posso fare più nulla per loro.

    Con queste parole, il grande Capo indiano, appoggiato alla nuda terra, la Sua terra, strinse le mani della madre e chiuse gli occhi.

    Liberò l'anima agli spazi infiniti, scelse il cavallo più veloce e dipinse il suo corpo con i segni sacri della pioggia e della grandine.

    I suoi cari lo aspettavano nel prato più vasto e rigoglioso, migliaia di bisonti correvano liberi, non più vittime della crudeltà dei bianchi.

    C'erano migliaia di tende ad aspettarlo ed i bambini felici correvano attorno al suo cavallo, urlando il suo nome.
    La donna che aveva amato in gioventù, non aveva più la mortale ferita al petto e lo aspettava fuori dalla sua tenda.

    Scese da cavallo, accarezzò il capo dei bimbi e baciò la donna.

    il grande capo era tornato dalla sua gente, la gente libera, massacrata dai bianchi, nella casa del Grande Spirito ....
  • zzuccarata
    00 30/07/2005 23:58
    [SM=x515524]
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    CharlesTrockley
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    Wizard & Elf
    00 04/08/2005 16:54


    Raccogliete materiale varamente prezioso.[SM=g27811] [SM=x515524]