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LA CRAVATTA

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  • Nicolo74
    00 05/07/2004 11:37
    Partiamo con la cravatta...

    Si dice che la cravatta sia un accessorio assolutamente inutile, ma circa 600 milioni di uomini in tutto il mondo la portano regolarmente. Una statistica ci riporta che ogni uomo possiede in media 20 cravatte.


    Capita spesso, soprattutto quando si è in ritardo e il nodo ci fa impazzire, di chiederci nervosamente di chi fosse stata l'idea di inventare la cravatta. Steenkerke, una cittadina del Belgio, rivendica l'onore di avere "inventato" la cravatta ;il giornale tedesco Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung riporta un aneddoto interessante legato a vicende del 1692 quando gli inglesi sferrarono un attacco a sorpresa contro le truppe francesi di stanza lì, a Steenkerke.; "gli ufficiali francesi non ebbero il tempo di vestirsi per bene e in fretta e furia si legarono al collo la sciarpa dell'uniforme con un nodo lento e infilarono le estremità della sciarpa nelle asole della giacca. Voilà, era nata la cravatta nella sua forma originale". Tuttavia la cravatta nella moda militare non era certo senza precedenti. E' noto che numerosi eserciti, anche dell'estremo oriente, usassero mettersi sciarpe o fazzoletti al collo per determinare il proprio rango. Forse però le sciarpe più famose erano quelle dei croati che combattevano per Luigi XIV, re di Francia. Durante una parata tenuta a Parigi in occasione di una vittoria, i francesi furono così ammirati delle sciarpe dei croati che le chiamarono cravates, dal croato hrvat, "croato", e cominciarono a portarle anche loro. "Da allora in poi", scrive il giornale tedesco, "la moda delle cravatte continuò a diffondersi, anche se i soldati di Steenkerke furono i primi a trasformare la sciarpa in una cravatta annodata".
    L'autorevole giornale tedesco non ha certamente torto, tuttavia determinare una data e un luogo dell'invenzione della cravatta è sicuramente un compito arduo. In questo caso l'analisi sincronica può risultare dubbia e fallimentare mentre un approccio diacronico ci darebbe più soddisfazioni.
    Se prendiamo in considerazione le sculture dei faraoni egiziani di più di 4000 anni fa, notiamo che i re portavano ampi collari di pietre preziose. Inoltre, in molte scoperte egiziane sono state ritrovate intorno al collo delle mummie una specie di amuleti a forma di corda chiusa ad anello, che poteva essere d'oro o di ceramica e che serviva a proteggere il defunto dai pericoli dell'aldilà.
    E' dunque evidente la difficoltà di trovare un elemento di rottura significativo che abbia determinato un passaggio stilistico da una semplice stoffa annodata al collo ad un prototipo di cravatta. Tuttavia la tesi croata citata sopra sembra essere quella che trova più riscontri.





  • Nicolo74
    00 05/07/2004 11:38
    Metodi di lavorazione e materiali impiegati:


    Le cravatte possono essere confezionate in due modi:

    un modo che prevede la lavorazione in modo totalmente artigianale, dove vengono impiegati tessuti e materiali pregiati per un prodotto di alta qualità. E lavorazioni totalmente meccanizzate dove viene richiesto un modo qualitativo standard.

    In linea sommaria la cravatta è composta da tre parti principali:

    la parte anteriore detta ' pala' che è la parte più in vista;

    il tassello ovvero la parte centrale;

    il codino la parte finale.

    Essenziale è il metodo di taglio che deve avvenire a 45° onde evitare cedimenti delle trame dei tessuti e quindi un rollio della cravatta finita. Esistono vari tipi di taglio a seconda del modello prescelto; i modelli più utilizzati sono:

    del tipo lineare, dove i due lati scorrono equidistanti per tutta la lunghezza della cravatta;

    del tipo a bottiglia, i lati della cravatta salgono equidistanti e si raccordano fino ad assottigliarsi proprio sotto il nodo;

    tecnicamente questa configurazione, che riproduce la sagoma di una bottiglia permette di fare il nodo relativamente stretto pur mantenendo una buona larghezza della gamba grande con un effetto notevole di ampiezza.

    Le tre parti, pala, tassello e codino, vengono unite tra di loro attraverso cuciture meccaniche; una volta unite le tre sezioni, si sistema al centro della pala e del codino una fodera e viene inserita l'anima interna detta anche ' interno' e cucita o meccanicamente o manualmente.

    Successivamente si applicano le eventuali etichette o un eventuale passante costituito dallo stesso materiale della cravatta.

    L'anima interna o interno della cravatta è un invenzione relativamente recente, poichè si è rilevata la necessità di poter usare tessuti più leggeri; possono essere in lana, viscosa poliestere e misti.



  • Nicolo74
    00 05/07/2004 11:39
    G]I tessuti più usati per la produzione di cravatte sono:

    Broccato:

    Tessuto di seta di grande pregio eseguito con telaio jacquard; i motivi del disegno risultano essere in leggero rilievo sul fondo e sono ottenuti con l'impiego in trama di filati in oro e argento;

    Cangiante:

    Tessuto di seta ad armatura taffetà tinto in filo. Ordito e trama sono di diverso colore e la prevalenza dell'uno o dell'altro secondo la posizione produce l'effetto cangiante.

    Crèpe del Chine:

    Caratterizzato da una superficie increspata ottenuta con un ordito di seta greggia senza torsione e una trama di crespo di seta greggia.

    Jacquard:

    Nome con cui si disegnano tutti i tessuti operati eseguiti con telaio munito di macchina jacquard. Sono lavorate a jacquard tutti i tessuti da cravatta decorate con motivi in leggero rilievo.

    Reps:

    Tessuti a coste, in genere longitudinali di seta.

    Twill:

    Tessuto classico di seta eseguito a telaio con filati greggi, quindi tinto in pezza e stampato successivamente.



  • Nicolo74
    00 05/07/2004 11:40
    Dopo questa breve introduzione,
    mi sembra doveroso rendere omaggio a
    chi della cravatta ha fatto un arte

    MARINELLA

    Vi propongho anche una breve intervista a Maurizio Marinella estratta dal sito:






    Soltanto quattro cravatte, tra le migliaia prodotte, uguali tra loro. Circa trecento raffinate fantasie e varianti di colore offerte settimanalmente ai propri estimatori. Un unico piccolo negozio, immutato da più di ottant'anni, per servire teste coronate e presidenti di stato, alti esponenti della politica, dell'imprenditoria e dello spettacolo. Una tradizione risalente al 1914, quando don Eugenio Marinella decise di offrire alla Napoli più elegante degli inizi del secolo, dalla bottega aperta lungo la Riviera, qualcosa di unico: raffinati articoli importati dall' Inghilterra e capi esclusivi realizzati su misura. Una produzione successivamente concentratasi sulle cravatte, considerate tra le più belle al mondo, e passata alcuni anni fa da Luigi Marinella, figlio di don Eugenio a Maurizio, rappresentante della terza generazione della famiglia.
    Domanda. Oscar Wilde disse che una cravatta ben annodata è il primo passo importante nella vita di un uomo. Quanti anni aveva quando ha imparato a farsi il nodo alla cravatta?
    Risposta. A me la cosa è venuta naturalmente, anche perché entrai in negozio all'età di otto anni, all'inizio per respirare questa atmosfera, poi per prendere sempre più parte alla vita dell'attività insieme a mio nonno e mio padre. Ho avuto davvero molto presto la mia prima cravattina.

    D. Il suo è un lavoro più da artigiano o da manager?

    R. Un giusto compromesso fra tutto. Non sono abituato a stare dietro alla scrivania a fare lo stilista, sebbene anche questo rientri tra i miei compiti, è soprattutto necessario che io stia in negozio per capire le esigenze e i desideri del cliente, le variazioni da apportare a disegni, forme e colori nel corso degli anni.

    D. Quando decideste di limitare la vostra produzione alle cravatte?

    R. Inizialmente dal nostro laboratorio uscivano anche camicie e papillon. Alle prime abbiamo rinunciato una quindicina di anni fa, anche per problemi di spazio, mentre il nostro interesse nei confronti dei papillon è scemato con il diminuire delle occasioni per indossarli. A causa della caduta in disuso di "divise" come smoking e frac, ormai quasi nessuno è in grado di farsi il nodo. E noi abbiamo sempre fornito rigorosamente papillon da annodare.

    D. E quali sono le tendenze più recenti in fatto di cravatte?

    R. La cravatta che misura 9 centimetri e mezzo nel punto più largo è rimasta inalterata negli anni, è quella standard. Fino a due anni fa si tendeva a portare cravatte molto importanti, larghe, pesanti, adesso siamo entrati in una nuova fase in cui molti prediligono cravatte di 9 centimetri, o anche di 8 e mezzo.

    D. E per quanto riguarda il nodo?

    R. Ce ne sono vari tipi. Dipende dal colletto. Spesso si usano colletti importanti, con un doppio bottone, che richiedono un nodo che si inserisca bene in quello spazio. E in questa direzione va anche la forma della cravatta, più alta al collo. Viceversa ci sono colletti molto piccoli, o fisici minuti come quelli dei nostri clienti giapponesi, su cui una cravatta troppo ricca stonerebbe. Non si deve mai dimenticare che, al di là delle mode, la cravatta non è frutto di un calcolo matematico ma nasce sulla base delle esigenze di chi la indosserà. Ecco perché è fondamentale la sensibilità di chi sta dietro al banco per saper rispondere alle esigenze del cliente.

    D. Quali tipologie di cravatta proponete?

    R. Da noi è possibile trovarne confezionate, di tipo classico, o richiederne una su misura. Stabiliamo con il cliente il tipo di tessuto, la lunghezza, la larghezza e il tipo di interno, da cui dipende la consistenza della cravatta. Più leggera, più pesante o completamente sfoderata. Abbiamo tre tipi di interni, leggero, medio e pesante, ciascuno dei quali si può combinare con uno degli altri per un totale di sei possibilità.

    D. Acquistate tutte le stoffe in Inghilterra?

    R. Sì, e si tratta si tratta di un'abitudine, di una tradizione di famiglia cui sono molto affezionato. Sebbene anche in Italia, soprattutto nella zona del comasco, ci siano ottime aziende di tessuti, io conservo questa nostra usanza "storica "e vado ogni due mesi nel Kent o vicino a Manchester, dove due antiche stamperie realizzano i nostri disegni.

    D. Qual è la componente british e quale quella napoletana nel risultato?

    R. Da sempre noi Marinella abbiamo trasfuso nella cravatta la nostra "napoletanità" realizzando direttamente i disegni, stampando, scegliendo i tessuti da importare e creando fisicamente le cravatte. Seguiamo direttamente tutti i passaggi, compreso il rapporto diretto con il cliente.

    D. In che modo distribuite i vostri articoli?

    R. Riceviamo molte ordinazioni telefoniche, soprattutto dai clienti che serviamo da anni. In tutta Italia teniamo in alberghi prestigiosi presentazioni su invito. I clienti hanno la possibilità di scegliere tra centinaia di pezze di pura seta, gli squares, quella da cui ricavare la propria cravatta. Operazione che può disorientare un po', la prima volta, e che vede spesso l'intervento complice dei vecchi clienti, prodighi di consigli nei confronti dei nuovi.

    D. Quante cravatte contiene il guardaroba ideale?

    R. Una ventina. Dieci a piccole fantasie, quattro a tinta unita, una blu, immancabile, qualcuna rigata e qualcuna di lana, che sta tornando molto in auge. In linea di massima si possiedono trenta, quaranta cravatte. Alcuni nostri clienti ne hanno trecento o quattrocento. Fatto singolare tuttavia, ci si affeziona ad alcune di esse e si usano sempre le stesse quattro o cinque.

    D. E quali sono le sue preferite?

    R. Può sembrare strano ma personalmente non ne posseggo molte. Per tradizione noi Marinella non abbiamo mai preso niente dal negozio. È stato un nostro credo ?l fatto di dare il meglio al cliente. Altrimenti gli faremmo una concorrenza sleale, avendo la possibilità di scegliere per primi. Invece le nostre cravatte non devono essere mai significative, mai rappresentative, La cravatta più bella è quella che dobbiamo mettere a disposizione degli altri. Così io indosso quelle che hanno piccoli difetti, che presentano qualche sgranatura, qualche sbavatura nel disegno e non possono essere vendute.

    D. La cravatta è un articolo che ben si presta ad essere regalato. È un'abitudine tanto sbagliata?

    R. Essendo un oggetto molto personale riflette il carattere e lo stato d'animo di chi lo porta. Per questo motivo, nel caso in cui si voglia regalare una cravatta, è meglio orientarsi verso una tipologia classica, dai disegni piuttosto piccoli.

    D. Avete mai contemplato l'ipotesi di aprire altri negozi Marinella?

    R. È una possibilità che può averci tentato, ma l'idea di una signorina anonima che dietro al banco consegna le nostre cravatte sconosciuta ai clienti, ci sembra le privi di una componente "affettiva " assolutamente indispensabile.

    Decalogo della cravatta


    1. Le misure. La cravatta giusta va dagli 8,5 ai 9,5 centimetri nel punto più largo. Per quel che riguarda la lunghezza, entrambe le estremità dovrebbero arrivare allo cintura.

    2. Il nodo. Le dimensioni variano a secondo del periodo, dei gusti personali, del tipo di colletto. L'importante è fare attenzione a non stringerlo troppo, pena l'effetto "impiccato". Ricordare di disfarlo sempre la sera e di appendere la cravatta ben tesa durante la notte.

    3. La stoffa. Seta jaquard per le regimental, seta più leggero tipo foulard per gli stampati e fantasie per le cravatte più eleganti. Lana o righe o scozzesi per l'abbigliamento sportivo invernale.

    4. Il colore. La cravatta deve "staccare" dall'abito e dalla camicia, ma senza esagerare. Deve essere di colore più scuro della camicia e più intenso dello giacca.

    5. L'occasione. Regola generale è preferire una cravatta chiara e di fantasia al mattino, uno più scuro la sera.

    6, La scelta deve essere un atto irrazionale. Seguire l'istinto, senza chiedere consiglio ad altri.

    7. Da evitare. Tutt'altro che consigliabili i disegni molto grandi e vistosi e le cravatte con un unico disegno centrale, in considerazione del fatto che la cravatta rivela il carattere, quelle smorte ed anonime privano il proprietario anche del beneficio del dubbio. Ancora una volta in medio stat virtus.

    8. Da preferire. Optare per cravatte in tinta unita o colori decisi o con piccoli disegni pois, losanghe, quadretti, rombi, piccole stampe cachemire oppure a righe trasversali di due o tre colori al massimo.

    9. La camicia. Mai sovrapporre una cravatta dal disegno fitto su una camicia o quadretti o abbinare il "tutto righe" di una cravatta regimental, una camicia rigata e una giacca in tessuto operato.

    10. Da non fare mai. È un'inutile quanto anacronistica affettazione portare la cravatta e il fazzoletto da taschino coordinati. Evitare sempre un aspetto d'insieme troppo curato e lezioso.


    Vi consiglio caldamente se passate da Napoli di fermarvi da Marinella, vivrete un esperienza unica, sentirete il profumo delle creazioni artiginali, resterete affascinati dalla passione e dalla competenza con cui Maurizio in persona vi guiderà nella creazione della vostra cravatta o di quella da donare ad una persona speciale, unica come l' opera che gli regalerete...
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    zophiel
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    00 05/07/2004 11:47
    Marinella è uno dei più famosi...
    Cmq se volete interessarvi all'arte del vestire vi suggerisco un sito Noveporte

  • Nicolo74
    00 05/07/2004 11:54
    Re:
    :smiles83:

    Scritto da: zophiel 05/07/2004 11.47
    Marinella è uno dei più famosi...
    Cmq se volete interessarvi all'arte del vestire vi suggerisco un sito Noveporte




    conosco molto bene l' ordine delle Noveporte...nasce nella mia terra...
    grazie per aver inserito il link...


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    zophiel
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    Re: Re:

    Scritto da: Nicolo74 05/07/2004 11.54
    :smiles83:

    conosco molto bene l' ordine delle Noveporte...nasce nella mia terra...
    grazie per aver inserito il link...





    Di niente!
    Lo conosco bene anch'io ma per altri motivi... :smiles45:

    Il sito è aggiornatissimo, non puoi neanche immaginare quanto lavoro ci sia dietro!!! Per gli amanti del genere è una fonte infinita di sapere!!! :smiles84: