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The Arcade Fire

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    necropolitan
    Post: 862
    Registrato il: 15/09/2004
    00 05/06/2005 14:18
    THE ARCADE FIRE: scheda e recensione live (by ALED83 e GAGARIN)
    Il Canada ci dimostra che non è solo la terra che ha dato i natali a gente come Avril e Alanis, la dimostrazione vivente sono loro i The Arcade Fire, la band del futuro, un futuro tinto di nero, ma che si apre anche a spiragli di bianco d'azzurro...una sorta di arcobaleno nascosto dietro una coltre di grigiore, ma basta guardare meglio, l'arcobaleno ti colpirà...
    ...Si è gia detto tutto,forse troppo su questi canadesi un po’ tristi che iniziano dal loro funerale una carriera che si preannuncia scoppiettante…a noi comunque pare che la loro fine sia parecchio lontana…




    Allora cerchiamo di mettere un po’ d'ordine alle notizie che ci sono pervenute:
    Gli Arcade Fire sono una band canadese di recente formazione, si sono incontrati tutti a Montreal nel 2003; la Band è formata da Win Butler, Régine Chassagne, Richard Parry, Tim Kingsbury, Will Butler, Sarah Neufeld, e Jeremy Gara. Il Nucleo iniziale è formato proprio da Win e da Régine che da soli cominciano a scrivere molte canzoni, lei impara a suonare negli anni antecedenti alla formazione del gruppo Piano, chitarra, mandolino, flauto, percussioni. Loro due sono il punto di partenza e la parte pensante del fenomeno Arcade Fire. Ma Régine e soci possono essere definiti però più che una band un collettivo, il numero dei componenti infatti è abbastanza elevato e attorno al progetto ruotano numerosi musicisti che hanno contribuito all'album, nei live comunque in genere si presentano in sette (i membri ufficiali). Le influenze palesate dalla “band” sono innumerevoli, facendo un giro, leggendo qualcosina qua e là vi accorgerete che gli Arcade ora sono accostati a questa ora a quella band…segno di un raro eclettismo musicale. Dall’album vengono fuori ad esempio gli Echo and Bunnymen un po’ ovunque, gli echi New Wave si sprecano; ma a noi interessa soprattutto quello che dai Franz hanno preso, quello che hanno "rubato" ad Alex e Nick comunque sembra abbastanza visibile, a parte che per le influenze ‘80 abbastanza palesi, forse sono i cambi di ritmo (marchio a fuoco di Kapranos) ricercati spesso nell’album che riportano alla mente la band di Glasgow (vedi il finale di Wake Up,oppure Crown of Love).




    Una band dalle mille sfaccettature, difficile da analizzare, gli Arcade non hanno una collocazione ben precisa nel panorama musicale...ascoltando le canzoni vengono in mente le più svariate influenze, dai primi Cure, alla migliore tradizione rock (britannica o americana…), addirittura reminiscenze di musica popolare in Neighbourood#2 (Laika) ascoltando quella specie di fisarmonica che tira le battute per tutta la canzone, mutevoli che di più non si può, ascoltate Back Seat,sembra un estratto di Björk!; Funeral è un album molto particolare sin dal nome, riesce a stupire e allo stesso tempo riesce a mettere d’accordo tutti…la relazione con i Franz è nitida, molti hanno accostato gli Arcade ai Franz, benché diversissimi nei due gruppi abbiamo delle forti analogie, a volte il cantato ricorda molto gli scozzesi (più Nick che Alex), i cambi di ritmo repentini (di cui abbiamo gia parlato), forse nei Franz ritroviamo una sorta di essenzialità, di semplicità che negli Arcade è assente, loro vanno più per le lunghe (melodie più complesse e arrangiamenti abbastanza arditi).



    L'eclettismo della band è il punto di forza maggiore,ci regalano vere e proprie perle di musica contemporanea, arrivano in fatto di emotività forse dove i Franz non sono ancora arrivati, ne perdono un po’ in fatto di impatto sonoro. Nella stupenda Neighbourhood#2 (Laika) riescono a toccare delle corde dell'anima in modo molto delicato, la canzone a tratti suona molto rock, in altre parti il cantato melodico ricorda molto la tradizione della musica popolare. Addirittura in termini di paragoni musicali potremmo non fermarci mai, potremmo citare addirittura Tom Waits (l'intro di Crown of love ricorda Mr.Waits...), in altri pezzi si fanno addirittura portavoce di una sorta di ribellione all'amore spietato (Rebellion), nell'album c'è più di un pezzo degno di nota,Wake Up, Accidents, Neighbourood#2 e Neighbourood#3, che, più che canzoni sono delle vere e proprie mini opere, oserei definirle una sorta di concept songs (un po’ difficile come concetto,ma rifletteteci) ...insomma questi Arcade non hanno punti deboli, forse l'unico difetto al quale potremmo appigliarci è un'immediatezza, una freschezza che manca, a volte eccedono negli arrangiamenti (troppo pomposi), pur essendo al primo album suonano gia vecchi, ma questo potrebbe anche essere un pregio, sta a voi deciderlo...Concludo nell'affermare che sicuramente gli Arcade Fire sono una proposta valida e fuori dal coro unanime di quelle band preconfezionate, non si identificano in una sola corrente, sono eccentrici, mutevoli, sicuramente una band degna di essere menzionata e che si distingue sin dal primo ascolto. Li attendiamo fiduciosi alla seconda prova, questo non è un Funeral...l'album l'avrei chiamato "New Born" (ma è gia stato usato...)




    People say that your dreams
    are the only things that save ya.
    Come on baby in our dreams,
    we can live our misbehavior.

    Every time you close your eyes
    Lies, Lies!


    Rebellion (Lies) - The Arcade Fire

    [Modificato da franzferdinand 12/06/2005 13.42]

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    franzferdinand
    Post: 276
    Registrato il: 21/04/2004
    00 12/06/2005 13:40
    "The Arcade Fire Live @ Transilvania 24/5/05" by GAGARIN
    Stupefacente. Poco altro si può dire di questo spettacolo, perchè di spettacolo si tratta. Ogni dettaglio è curato e ricercato, eppure tutto appare così vorticoso, gli Arcade Fire trascinano il pubblico con loro, prendono ognuno per mano e lo portano, non bisogna fare altro che lasciarsi accompagnare e godere di questo spettacolo. Le canzoni del disco acquisicono nuova forma in versione live, si possono cogliere più sfumature, probabilmente date da una presenza scenica inaspettatamente forte.



    Guadagna il palco Final Fantasy (un componente della band) armato di violino e di una camicia da boscaiolo. Saluta il pubblico, è timidissimo, attacca un giro con il violino, sbaglia, chiede scusa e ricomincia. Ripete la stessa frase quattro volte, intanto sta campionando, mette in loop quello che ha suonato e comincia con un'altra frase finchè non inizia a cantare. Sono canzoni dal suono rock, alcune ballate, di qualche canzone lui stesso campiona una base ritmica ottenuta picchiettando le corde con l'archetto. Intanto intrattiene il pubblico con qualche battuta tra una canzone e l'altra, si è sciolto grazie agli applausi del pubblico. Suona per mezz'ora, alla fine viene sommerso di applausi, se li è meritati, è stato un ottimo aperitivo.



    Qualche minuto di attesa e salgono tutti e sette (assente il fratello di Win) sul mini-palco del transilvania. Parte l'arpeggio iniziale di Neighborhood #2, forse la loro canzone più famosa. Non ci potrebbe essere inizio migliore, la fisarmonica conquista il pubblico che non può fare altro che lasciarsi trasportare. Anche loro si fanno conquistare dalle loro stesse canzoni, si agitano come degli ossessi sul palco che a mala pena li contiene. La gente balla, loro rispondono dando spettacolo nello spettacolo: il percussionista (ancora non so tutti i nomi) tiene il ritmo picchiando con violenza le bacchette su ogni dove, dalla struttura che regge le luci all'ormai mitico casco rosso che li accompagna in ogni live. Dietro di lui Final Fantasy aiuta il batterista nella sua ardua impresa: troppa roba da menare con forza e solo due braccia per poterlo fare. Solo Sophie al violino mantiene il suo ruolo per tutta la durata del concerto, gli altri non suonano lo stesso strumento per più di due canzoni. Si continua con Wake Up, altra canzone che mette a dura prova gli strumenti e le voci dei sette. E' il turno di Haiti, tutti incantati dalla voce fanciullesca di Régine, completamente rapita da se stessa, se il Transilvania fosse crollato lei starebbe ancora cantando. Suonano due vecchie canzoni (non ne sono sicuro, non ho ancora recuperato tutto il loro materiale precedente), poi arriva Crown of Love e l'impianto del transilvania non regge alla potenza che riescono a sfoderare, gli ampli friggono. Fino a quel momento l'acustica era stata accettabile, anche loro tecnicamente non sono ineccepibili, ma il tutto passava assolutamente in secondo piano; con Crown of Love però si intuisce appena la parte strumentale, è troppo poco per un locale che ospita l'unica data italiana di un tour mondiale. Fenomenale carrellata delle varie Neighborhood restanti, non mi dilungo perchè rischio di ripetere le solite cose, passando per Rebellion dove sprigionano una forza sonora degna di un concerto da stadio, fino alla perla finale: At The Back Seat. Canzone da me un po' snobbata, anche riascoltandola adesso mi stupisco di quello che sono riusciti a inscenare al concerto. Canta Régine con la sua solita voce delicata ma dai picchi intensi, lei è completamente assente. Non saprei spiegare bene cosa sia successo, loro hanno suonato la canzone esattamente com'è sul disco, eppure non è stata la stessa cosa: forse vedere loro che erano come dei fantasmi sul palco, dopo tanto dimenarsi probabilmente la quiete che hanno mostrato ci è stata fatale. Durante il finale di At The Back Seat tutti e sette si sono assicurati bene il proprio strumento al corpo e sono scesi fra la folla. Suonavano mentre camminavano lenti fra la platea, la gente che si scostava appena per farli passare per poi richiudersi subito dopo il loro passaggio. Tutta la camminata è stata accompagnata da un applauso veramente sentito, che li ha accompagnati fino al backstage."

    by GAGARIN