Volevo proporre un altro argomento di discussione, ma mi compiaccio del fatto che questa sia decollata alla grande (manca solo l’opinione di Orodreth!
) e sarebbe un peccato lasciarla così.
Per cominciare una precisazione cronologica per l’elfo scuro… quando ho avviato il dibattito, l’
ULTIMA sessione era quella giocata a casa mia, non da te (guarda bene la data
)! Questa precisazione è importante per capire le radici della discussione.
Infatti non poteva esserci alcun riferimento a ciò che è avvenuto nella sessione successiva, che peraltro c’entra assai poco. In ogni caso la mia idea è stata l’unica proposta per non far insospettire i pirati al momento della loro fuga (non era assolutamente finalizzato ad estorcere informazioni); poi non confondete i “buoni” con i “santi” o i “martiri”. Il perdono non è l’unica strada per il bene… se poi i “buoni” sono favorevoli alla pena di morte, non sono poi tanto più buoni di chi minaccia un tuffo in mare
(che, ribadisco, SE poi fosse avvenuto, dal punto di vista dei pirati, sarebbe stato sicuramente meglio della prigione o della pena di morte)!
Tornando al vero tema di discussione, secondo me
il libero arbitrio è nella scelta tra il bene e il male, non tanto all’interno di questi. Cosa significa che se scelgo il male allora scelgo di seguire la volontà di Sauron? E’ ovvio, perché Sauron è il male. D’altra parte se scelgo il bene, scelgo la volontà dei Valar, la musica degli Ainur, quindi la scelta mi priva di una parte di libertà: non sono più libero di fare ciò che voglio e seguendo la strada del bene, alla fine seguo il disegno dei Valar. Insisto,
la libertà è nella scelta!
Ma il nocciolo della questione non è tanto sulla scelta che il giocatore fa per il suo personaggio, quanto
sulla possibilità di scegliere che al giocatore viene offerta, e che DEVE essere offerta nel gdr, qualunque esso sia e qualsiasi l’ambientazione a cui si gioca, in quanto, sebbene anche l’ambientazione sia molto, molto importante, il concetto stesso di gdr sta un gradino più in alto; altrimenti si rispetta l’ideologia tolkeniana, ma si rinuncia a giocare di ruolo: a questo punto molto meglio leggersi direttamente il libro! Un conto è desiderare la strada del bene, altro è seguirla perché si è costretti “dall’ambientazione”: a parte che un buon master non dovrebbe scegliere per i giocatori e poi siete sicuri che il giocatore riuscirebbe a giocare il suo personaggio coerentemente con questa “sua” (?) scelta? Secondo me, il fatto che la scelta del male possa portare a seguire gli stessi fini di Sauron non è in contraddizione con le possibilità del gdr, anzi, come dice anche Durin, è proprio qui che si crea lo spazio per giocare personaggi malvagi.
A proposito della redenzione, mi trovo del tutto d’accordo col nano (bravo, l’esempio è calzante), come a proposito dei messaggeri dei Valar; Imparoo, dovresti approfondire i tuoi studi sul mondo tolkeniano, ora che ti sei laureato… ma attento agli insegnamenti dell’emerito professore-nanaccio!
Altro spunto di riflessione: siete proprio sicuri della malvagità di Gollum? Dividere il mondo in buoni e malvagi è troppo riduttivo, nel senso che ci sono dei personaggi al limite di tali confini. Per gli orchetti o per le grandi aquile è facile stabilire, ma per gli uomini queste categorie cominciano ad essere troppo strette: non sempre chi usa metodi poco ortodossi ha come finalità il male… oppure un fanatico servitore del bene può invero dirigere i propri passi verso l’abisso oscuro! E tornando a Smeagol, probabilmente per lui non s’è trattata proprio di una scelta consapevole (anche se la maniera con cui si è appropriato dell’anello…), è stato il potere dell’oggetto a renderlo schiavo, non la sua scelta di rivolgersi al male. Ricordate:
è stata la pena a fermare la mano di Bilbo (ed è forse anche per questo che poi l’hobbit è riuscito cmq a svincolarsi dal suo potere malvagio)…
non siate troppo ansiosi di elargire morte e giudizi.
Infine, eccovi un esempio di personaggio (anzi, eroe) che pur scegliendo di compiere azioni malvagie, non è assolutamente schiavo del male (in questo caso di Melkor, di cui Sauron è il più grande servitore), anzi è il suo maggior nemico: Curufinwe, ai più noto come
Feanor. Egli è un eroe della narrativa tolkeniana, anzi direi che è il personaggio chiave da cui prendono vita tutte le storie della Terra di Mezzo raccontate dallo scrittore inglese. E’ pur vero che compiendo azioni riprovevoli in ultima analisi aiuta il disegno del suo nemico, ma di certo il suo fine è l’annientamento di Morgoth: d’accordo, non è lo stereotipo dell’eroe buono senza macchia, eppure non è affatto uno schiavo del male! Come dice il suo stesso nome è uno
spirito di fuoco e per questo sfugge ad una semplice e riduttiva classificazione tra buoni e malvagi; in realtà (direi fortunatamente) anche in Tolkien ci sono figure (e in questo caso si tratta di una figura di spicco!) che si svincolano da un’impostazione manichea del mondo. Il personaggio di Feanor richiederebbe una discussione a parte, ma questo non è il momento per farla. In ogni caso, tornando al tema principale di discussione, seppure si scegliesse di sacrificare lo spirito del gdr per esigenze di coerenza con la narrativa tolkeniana, ecco un controesempio per coloro che sostengano che secondo Tolkien il compimento di un’azione malvagia renda completamente schiavi del male.
Ash nazg durbatuluk, ash nazg gimbatul, ash nazg thrakatuluk agh burzum-ishi krimpatul