Atleta indiana non supera test sessuali
La medaglia d'argento negli 800 metri femminili ai Giochi asiatici, appena conclusisi in Qatar, potrebbe essere revocata perché l'atleta in realtà sarebbe un uomo. La 25enne indiana Santhi Soudarajan, infatti, non ha superato i test genetici ai quali è stata sottoposta dagli organizzatori per accertarne l'identità sessuale dopo le proteste e i dubbi sul suo genere sessuale sollevati dalle rivali. Ora rischia la squalifica.
Nel mondo dell'atletica non sono una rarità, purtroppo, le squalifiche per doping, ma per aver falsificato la propria identità sessuale, un po' di più. L'ultimo caso in ordine di tempo, ma non l'ultimo, riguarda un'atleta indiana che non ha superato il test genetico sul sesso d'appartenenza: insomma gareggiava tra le donne, mentre in realtà era un uomo. Secondo il "Times of India" il test, condotto da un equipe di medici che include ginecologici, endocrinologie, psicologi e uno specialista di medicina interna, ha stabilito che l'atleta "non possiede le caratteristiche sessuali di una donna".
I test sessuali non sono obbligatori durante gli eventi organizzati dalla Iaaf (Federazione internazionale di atletica leggera), ma possono essere comunque richiesti agli atleti. La 25enne indiana Santhi Soundarajan ha accettato, evidentemente convinta che non ci fossero problemi, di sottoporsi ai test, e invece il clamoroso risultato ha fatto scoppiare un caso, che ora coinvolge l'intera squadra indiana. A questo punto la giuria dei Giochi Asiatici dovrà stabilire se toglierle la medaglia conquistata. Ma non è la prima volta che si sollevano dubbi sul sesso dell'atleta indiana, che era già stata sottoposta ad un test genetico ai precedenti Giochi in Corea. In quella occasione, dopo aver vinto la medaglia d'argento, il test mostrò invece che Santhi, premiata come atleta dell'anno nel suo Paese, era una donna. L'atleta indiana, che proviene da una famiglia poverissima dello stato del Tamil Nadu, ha già ricevuto un premio in denaro di 30 mila euro, più una televisione, dal governo locale dello stato indiano per la medaglia conquistata in Qatar. Già nel 1999 una giocatrice di calcio della nazionale indiana fu privata della medaglia d'argento per lo stesso motivo.