Nel 1993 ho subito un intervento di riduzione del seno: portavo un'ottava e il peso di questa enormità che avevo attaccata davanti mi ha saldato 4 vertebre cervicali e ora ho una lieve ingobbatura della colonna vertebrale all'altezza del collo che tengo coperta con i capelli. Sono calata 2 cm per questa saldatura. E poteva andare sempre peggio.
Il medico che mi ha operato ha fatto il tutto molto bene perchè nonostante i miei capezzoli fossero sul tavolino operatorio io il mio secondo figlio l'ho allattato per 26 mesi.
La riduzione mammaria è un intervento predisposto al fine di migliorare l’aspetto di mammelle voluminose mediante la riduzione del loro volume e il loro rimodellamento.
L’intervento produce inoltre la riduzione di sintomi quali dolore, senso di fastidio alle mammelle, alle spalle, al collo ed alla porzione alte della colonna vertebrale.
La riduzione mammaria si esegue in ricovero e generalmente richiede 3 o 4 giorni di ospedalizzazione, l’intervento dura circa 3 ore.
A volte la mammografia può essere necessaria prima dell’intervento per assicurarsi che non siano presenti patologie nella mammella.
Eventuali lesioni benigne potranno essere asportate in corso d’intervento. La riduzione mammaria viene eseguita in anestesia generale, disegni e misurazioni sono parti integranti ed essenziali in preparazione all’intervento; si eseguono prima dell’anestesia a paziente in posizione eretta, rappresentano una guida per le incisioni durante l’operazione quando la paziente è in posizione supina.
L’intervento consiste nella rimozione di parte della cute e del tessuto sottostante della mammella, spostando l’areola più in alto e rimodellando i rimanenti tessuti in una configurazione più piccola e più alta.
Come per la mastopessia le cicatrici lasciate da questo intervento, tendono a rendersi meno evidenti col tempo ma sono permanenti.
Le incisioni chirurgiche sono 3, una periareolare, una nel solco mammario e un’altra verticale che le unisce.
Occasionalmente può essere necessaria una revisione delle cicatrici (per ottenere un risultato estetico ottimale), eseguita in anestesia locale con un piccolo intervento. Il dolore è raramente intenso, più comunemente è rappresentato da senso di fastidio, comunque vengono prescritti analgesici, se necessario.
E’ presente un modesto grado di edema (gonfiore) che inizia a diminuire il terzo e quarto giorno dopo l’intervento, può persistere anche per settimane.
Una medicazine di sostegno è praticata al momento dell’intervento e viene rimossa dopo 48 ore per essere sostituita da un reggiseno confortevole del tipo utilizzato per le attività sportive, che dovrà essere indossato per 3 mesi giorno e notte.
Le suture vengono rimosse in 5’ e 12’ giornata. Le attività lavorative e sociali saranno abbastanza limitate per le prime due settimane dopo l’intervento, per lo stesso periodo di tempo è bene evitare di guidare la macchina.
Le pazienti sottoposte a mastoplastica riduttiva non devono allattare dopo l’intervento, l’allattamento infatti provoca un ingrossamento della mammella che vanifica il risultato dell’intervento. In alcuni casi l’allattamento sarà impossibile per via della rimozione di gran parte delle ghiandole.
Le complicanze sono rare, se si verifica sanguinamento dopo l’operazione il sangue può accumularsi nella mammella, questo richiederà l’apertura di una delle ferite al fine di rimuovere il sangue accumulato e prevenire ulteriori sanguinamenti.
Le infezioni si verificano molto raramente e generalmente rispondono bene al trattamento antibiotico. La perdita di sensibilità del capezzolo è generalmente temporanea, si riacquisterà col tempo, solo in rarissime occasioni può essere permanente.
La perdita parziale o totale di un capezzolo è estremamente rara, ma è riportato qualche caso nella letteratura medica.
Qualora dovesse accadere, può essere eseguito in un tempo successivo, un intervento ricostruttivo con risultati soddisfacenti. Asimmetrie possono essere riscontrate nella forma, dimensioni o posizione dell’areola.
In genere sono di modesta entità e possono essere corrette agevolmente in anestesia locale non prima dei sei mesi dall’intervento.
Tutto questa spiegazione l'ho copiata dal sito www.amiciobesi.it e mi sembra molto esauriente come spiegazione, ma se qualcuno ha intenzione di affrontare questo tipo di operazione posso sicuramente raccontare ancora nei minimi dettagli quello che mi hanno fatto, sono qui.
ciao a tutti.