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Fiabe

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    00 20/01/2004 11:17
    IL LUPO E L'AGNELLO



    Un lupo ed un agnello, spinti dalla sete, erano giunti allo stesso ruscello. Più in alto si fermò il lupo, molto più in basso si mise l'agnello. Allora quel furfante, spinto dalla sua sfrenata golosità, cercò un pretesto di litigio.
    - Perché - disse - intorbidi l'acqua che sto bevendo?
    Pieno di timore, l'agnello rispose:
    - Scusa, come posso fare ciò che tu mi rimproveri? Io bevo l'acqua che passa prima da te.
    E quello, sconfitto dall'evidenza del fatto, disse:
    - Sei mesi fa hai parlato male di me.
    E l'agnello ribattè:
    - Ma se ancora non ero nato!
    - Per Ercole, fu tuo padre, a parlar male di me - disse il lupo.
    E subito gli saltò addosso e lo sbranò fino ad ucciderlo ingiustamente.
    Questa favola è scritta per quegli uomini che opprimono gli innocenti con f alsi pretesti.

    Fedro






    Rapisca, ti prego, o Signore,
    l'ardente e dolce forza del tuo amore la mente mia
    da tutte le cose che sono sotto il cielo,
    perché io muoia per amore dell'amor tuo,
    come tu ti sei degnato morire per amore dell'amor mio.
    (San Francesco d'Assisi)



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    00 20/01/2004 11:30
    LA VOLPE E L'UVA

    - Che fame! - esclamò la volpe, che era a digiuno da un paio di giorni e non trovava niente da mettere sotto i denti; girellando qua e là, capitò per caso in una vigna, piena di grappoli bruni e dorati
    - Bella quell'uva! - disse allora la volpe, spiccando un primo balzo per cercare di afferrarne un grappolo. - Ma com'è alta! - e fece un altro salto. Più saltava e più le veniva fame: fece qualche passo indietro e prese la rincorsa: niente ancora! Non ce la faceva proprio. Quando si accorse che tutti i suoi sforzi non servivano a nulla e che, continuando così, avrebbe potuto farsi deridere da un gattino che se ne stava a sonnecchiare in cima alla pergola, esclamò:
    - Che bruffa uva! È ancora acerba, e a me l'uva acerba non piace davvero!
    E si allontanò di là con molta dignità, ma con una gran rabbia in cuore.


    Fedro








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    00 21/01/2004 11:29
    La cicala e la formica



    L'estate passava felice per la cicala che si godeva il sole sulle foglie degli alberi e cantava, cantava, cantava. Venne il freddo e la cicala imprevidente, si trovò senza un rifugio e senza cibo.

    Si ricordò che la formica per tutta l'estate aveva accumulato provviste nella sua calda casina sotto terra. Andò a bussare alla porta della formica.

    La formica si fece sulla porta reggendo una vecchia lampada ad olio.

    - Cosa vuoi? - chiese con aria infastidita.

    - Ho freddo, ho fame….- balbettò la cicala. Dietro di lei si vedeva la campagna innevata. Anche il cappello della cicala ed il violino erano pieni di neve.

    - Ma davvero? - brontolò la formica - lo ho lavorato tutta l'estate per accumulare il cibo per l'inverno. Tu che cosa hai fatto in quelle giornate di sole?

    - Io ho cantato!

    - Hai cantato? - Bene… adesso balla!

    La formica richiuse la porta e tornò al calduccio della sua casetta, mentre la cicala, con il cappello ed il violino coperti di neve, si allontanava, ad ali basse, nella campagna.


    Jean de La Fontaine








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    00 17/02/2004 11:45
    Il lupo e il pastore

    Un lupo andava al seguito di un gregge di pecore, senza far loro alcun male. Il pastore, sulle prime, lo teneva a bada come un nemico, e lo sorvegliava con estrema diffidenza. Ma quello ostinatamente lo seguiva, senza arrischiare il minimo tentativo di rapina. Così gradatamente il pastore si convinse di avere in lui un custode, piuttosto che un nemico intenzionato a danneggiarlo. Un giorno ebbe bisogno di recarsi in città, gli lasciò le pecore in custodia e partì tranquillo. Ma il lupo seppe cogliere l'occasione: si lanciò sul gregge e ne fece strage sbranandone una gran parte. Il pastore, quando fu di ritorno e vide la rovina del suo gregge, esclamò: - Mi sta bene! Quale stupidità mi ha spinto ad affidare le pecore ad un lupo?

    Allo stesso modo, coloro che affidano i propri beni a persone avide naturalmente li perdono.

    Esopo








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    00 02/03/2004 17:04
    Il lupo e l'agnello


    Un agnello si dissetava alla corrente di un ruscello purissimo. Sopraggiunse un lupo in caccia: era digiuno e la fame lo aveva attirato in quei luoghi.
    < Chi ti dà tanto coraggio da intorbidare l'acqua che bevo? > disse questi furioso.
    < Sire... > rispose l'agnello < io sto dissetandomi nella corrente sotto di lei, per ciò non posso intorbidare la sua acqua!>
    < La sporchi> insisté la bestia crudele < E poi so che l'anno scorso hai detto male di me.>
    < Io?! Ma se non ero nato> rispose l'agnello.
    < Se non sei stato tu, è stato tuo fratello.>
    < Non ho fratelli.>
    < Allora qualcuno dei tuoi; perché voi, i vostri pastori e i vostri cani ce l'avete con me. Me l'hanno detto: devo vendicarmi.>
    Detto questo il lupo trascinò l'agnello nel fitto della foresta e se lo mangiò.

    Jean de La Fontaine






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    00 02/03/2004 17:06
    La rana gonfiata e il bue
    Una volta una rana vide un bue in un prato. Presa dall'invidia per quell'imponenza prese a gonfiare la sua pelle rugosa. Chiese poi ai suoi piccoli se era diventata più grande del bue. Essi risposero di no. Subito riprese a gonfiarsi con maggiore sforzo e di nuovo chiese chi fosse più grande.

    Quelli risposero: - Il bue.

    Sdegnata, volendo gonfiarsi sempre più, scoppiò e morì.

    Quando gli uomini piccoli vogliono imitare i grandi, finiscono male.

    Fedro







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