STORIA DELLA SALVEZZA : MEDITAZIONI
PREMESSA
Per sapere che cosa significa essere salvati immaginiamo di essere su una barca in balia delle onde. La tempesta sta per sommergerci, vediamo la morte in faccia e ci prende la disperazione.
Improvvisamente, come in un sogno, appare un rimorchiatore della Guardia Costiera. Dopo un po’, avvolti in una coperta calda con una tazza di tè bollente in mano, pian piano ci rilassiamo e cominciamo a godere un momento di benessere: siamo salvi.
La nostra vita quotidiana, non è così diversa da un viaggio in mare. Trascorriamo ogni giorno navigando a vista, cercando di evitare scogli, secche, contenti se splende il sole, un po’ meno quando piove. Ma anche la nostra vita può essere scossa da una tempesta, da un evento che rischia di annientarci. È in quei momenti che si rivela la nostra fragilità, il nostro limite: una malattia, un dispiacere sentimentale, un rovescio finanziario, uno sgarbo subito … Ognuno di noi, nella propria esistenza, ha incontrato almeno uno di questi scogli. Ma è proprio in queste situazioni che possiamo sperimentare la presenza provvidente di Dio che ci viene incontro per toglierci da questa situazione drammatica: per salvarci, per farci sentire la Sua presenza e portare il nostro intimo ad una situazione di benessere spirituale che ci permetterà di superare i marosi della vita.
C’è però un problema di fondo. Dio ci viene incontro, mi viene incontro nella misura in cui io lo conosco. Se non lo conosco o lo conosco solo superficialmente, come posso pensare di relazionarmi in modo significativo con Lui? Dio viene spesso vissuto come una entità lontana e assente, spesso muta nei fatti umani.
Ma è vero che Dio è muto? C’è mai stato qualcuno con cui ha parlato a tu per tu?
La risposta è “sì”. Dio ci parla e ha iniziato a farlo un giorno ben preciso nella storia dell’umanità iniziando da un uomo che, accogliendo quella parola, ha dato il via a una processo inarrestabile che avrebbe cambiato il corso dell’umanità: l’uomo si chiamava Abramo: con lui inizia la storia della salvezza.
Queste meditazioni sono la sintesi di un ciclo di incontri tenuti presso il Centro di Spiritualità San Domenico di Taggia e fanno parte di un cammino di crescita nell’esperienza cristiana.
Iniziare una lettura-riflessione sulla storia della salvezza richiede un atteggiamento particolare: avere già in partenza la fiducia che Dio ha parlato e può continuare a parlare ad ogni persona che cerca con sincerità e ha un desiderio puro di comprendere, capire. Il nostro filo rosso, il conduttore di questo cammino, è la Bibbia. Perché è attraverso la Bibbia che si può conoscere ciò che Dio rivela all’uomo. Certo non è una partenza sempre facile per chi è istintivamente abituato a vedere tutto in chiave critica. Possiamo immaginare la prima classica obiezione:
“Come possiamo essere sicuri che la Bibbia contiene veramente la Parola di Dio?”
Queste meditazioni non possono e non vogliono affrontare questo e altri problemi simili. Pensatori straordinari, non solo uomini di chiesa, hanno da secoli affrontato, dibattuto e risolto tutte le questioni che la “ragione” incontra nel momento in cui affronta criticamente il tema della Rivelazione e della sua trasmissione.
Rimandiamo il lettore interessato a questi studi specifici.
Noi al contrario ci poniamo sul versante della fede o comunque dell’assenza di pregiudizi.
Il cammino di conoscenza che proponiamo pertanto richiede solo due condizioni: la disponibilità all’ascolto e l’umiltà di valutare attentamente e serenamente quanto esposto.
Non possiamo tuttavia esimerci dal chiarire alcuni concetti basilari.
SPECIFICITÀ E UNICITÀ
DELLA BIBBIA
Per prima cosa è opportuno sgomberare il campo da fraintendimenti e luoghi comuni. La Bibbia non è un trattato di teologia né un libro scolastico; non è neppure un catechismo o un romanzo epico o un romanzo religioso. Non è un trattato dell’uomo su Dio. Non è una raccolta di pensieri e sentimenti su Dio. A dire il vero non è neppure un libro.
Che cos’è allora la Bibbia? La risposta è semplice e complessa al tempo stesso. È semplice se la viviamo con fede. Complessa se la affrontiamo con atteggiamento critico e prevenuto. Perché la Bibbia contiene una serie di esperienze di fede vissute e tramandate nei secoli per far conoscere ciò che Dio rivela di sé all’uomo. Ribadiamo: la Bibbia trasmette delle esperienze che qualcuno ha vissuto nella carne. Una esperienza-conoscenza di Dio che si dà nella storia in modo progressivo, che cresce nella vicenda storica del singolo e delle generazioni successive e che si è sviluppata nell’arco di circa millecinquecento anni. Essendo un’esperienza, la narrazione biblica ha conservato anche i caratteri culturali dell’epoca in cui è avvenuto il fatto e la mentalità dei protagonisti, cose che, ovviamente, con il passare dei secoli sono profondamente cambiate.
La Parola di Dio non è quindi pura e semplice cronaca di un evento ma il racconto di un’esperienza qualificata che diventa paradigma di riferimento per gli ascoltatori, o meglio, per chi la accoglie, appunto, come Rivelazione.
Risulta chiaro allora il motivo per cui nella Bibbia ci siano racconti apparentemente contradditori e in conflitto con il modo di pensare di noi contemporanei: questa è in realtà una garanzia per noi, perché i narratori non si sono mai preoccupati di dare allo scritto uno stile unitario, estetico, bensì hanno voluto registrare il passaggio della storia in tutti i suoi aspetti, come dicevamo, anche i più contradditori, alla luce della presenza di Dio.
LA STORIA DELLA SALVEZZA
Dal nostro punto di vista la salvezza è l’esperienza salvifica che l’uomo ha vissuto attraverso l’incontro con Gesù Cristo. La narrazione evangelica presenta numerosi racconti in cui qualcuno, nella sofferenza, come il cieco nato o la vedova di Nain che ha visto resuscitare il figlio, ha sperimentato attraverso l’incontro con Gesù l’esperienza straordinaria della guarigione miracolosa.
Tutta la Bibbia è densa di episodi in cui vediamo l’irrompere di Dio nella vita degli uomini per condurli alla piena realizzazione di sé. E questo è il punto nodale: Dio interviene nella storia del singolo e della collettività per portare il singolo e quindi la collettività alla piena realizzazione di sé. Per questo nella Bibbia non ci sono documenti, ma esperienze umane, concrete, fisiche.
Da quando Dio ha parlato ad Abramo è iniziata una progressione continua della Sua rivelazione nei nostri confronti. Cercheremo di conoscere le varie tappe di questo processo perché è fondamentale capire come e perché Lui abbia agito così.
C’è una storia che dobbiamo conoscere, e questa storia contiene il fatto, la comprensione del fatto e la sua trasmissione. In questo senso la Bibbia diventa normativa perché contiene in sé anche la corretta valutazione di un fatto, ci dice come questo debba essere interpretato e che cosa può significare per noi. La Scrittura ci dice, per esempio, che Abramo ha incontrato Dio, e ci racconta come questo è successo. Parla di un’esperienza certa, una verità vissuta, che travalica il tempo, lo spazio, la storia.
È, quindi, un’esperienza vissuta che diventa per noi normativa, canonica. Attraverso l’esperienza di Abramo noi vediamo come Dio può interagire con noi, possiamo avere indicazioni preziose per la nostra vita spirituale e fisica.
STORIA E METASTORIA
IL TEMPO DELL’UOMO
E IL TEMPO DI DIO
Un altro concetto importante che dobbiamo prendere in esame è il rapporto tra storia e metastoria.
Nella storia della salvezza si incontrano due persone: Dio e l’uomo.
Dal punto di vista dell’uomo la storia è ciò che egli sperimenta in questo mondo durante la sua vita terrena, scandita da quello che i greci chiamavano il kronos, il tempo, cioè l’alternanza dei cicli cosmici. Ma se guardiamo il tempo dal punto di vista di Dio passiamo ad un altro piano perché Dio è l’Eterno, colui che è al di là del tempo e dello spazio e guida la storia da un punto che è oltre la storia. Dio, che vive nell’eterno, scandisce questa storia temporale attraverso il kairos, il tempo di Dio a noi inaccessibile.
Ne abbiamo un richiamo nel Vangelo secondo Giovanni quando Gesù dice: “Abramo vide il mio giorno e se ne rallegrò”. E ancora in Isaia che vide la Passione di Gesù.
Il kairos è il piano provvidenziale che Dio ha progettato dall’eternità, è l’eternità che diventa storia. È un tempo che abbraccia tutta la creazione, dall’uomo all’escathon, la fine della storia.
Il tempo di Dio si interseca con la nostra storia perché, a differenza di noi, Egli sa quando è il momento di intervenire e si inserisce nel nostro flusso vitale.
RAPPORTO TRA STORIA SACRA E STORIA PROFANA
La Scrittura ci dice che c’è un solo Dio che è Signore di tutta la storia e che vuole salvare tutti gli uomini. C’è una sola storia in Dio, ed è la Storia della Salvezza.
Quando Dio parla ad Abramo, non si rivolge solo al patriarca ma a tutta l’umanità.
La Storia della salvezza può essere capita bene solo se è messa in relazione con la storia profana.
Ma è importante, a questo punto, capire cos’è la salvezza.
La salvezza, che deriva dal latino salus, sinteticamente potrebbe essere definita salute dell’anima. Quando non siamo amici di Dio, non siamo in buona salute, siamo malati. Ebbene, Dio vuole darci la salute dell’anima, il benessere spirituale. È il Suo dono per ognuno di noi. E la salute dell’anima è la piena realizzazione di sé.
Quando diciamo che Dio vuole salvarci, significa che Dio vuole darci la piena realizzazione di noi stessi. Questa realizzazione è possibile perché Dio ci vuole portare gradualmente al pieno incontro con Lui. La salvezza è quindi la piena realizzazione di sé, che si può attuare nella nostra vita solo in proporzione alla nostra comunione con Dio. Per realizzare questo stato Dio ci dona lo spunto iniziale di un cammino a tappe che si può sviluppare solo attraverso la nostra collaborazione nell’insieme delle vicende storiche che noi viviamo nel nostro quotidiano.
La Bibbia è il nostro “manuale” di riferimento e la storia raccontata nella Scrittura ci deve servire a capire che cosa dobbiamo fare per realizzare la nostra storia.
Perché ognuno di noi, ogni cristiano, è chiamato personalmente a scrivere la propria storia della salvezza. È una storia scritta con Dio Padre in Gesù Cristo per mezzo dello Spirito Santo. Per iniziare questa storia Dio è venuto tra noi, si è incarnato, ci ha fatto il dono della Sua vita, ha cancellato i nostri debiti e ci invita a incamminarci dietro a lui.
Per questo Dio attende una nostra risposta, attende che concretamente ognuno di noi decida di camminare con Lui. È un cammino a tappe che comporta anche delle prove da superare, sono le difficoltà di ogni vita. Difficoltà che possono essere vissute individualmente, Dio non si impone. Ma se vissute con lui attraverso una vita teologale fatta di Fede, Speranza e Carità, queste prove non solo saranno superate ma diventeranno occasione di salvezza, anzi, di benessere.
Nota molto opportunamente il biblista Ravasi che la Bibbia, in realtà, non finisce con l’ultimo versetto dell’Apocalisse: sarà terminata solo quando ognuno di noi aggiungerà la sua storia. La Bibbia ci aiuta a scrivere la nostra storia.