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scaricare da internet è reato o no???

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    Beatrixxx
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    00 02/04/2004 11:11
    boh.. ci sono opinioni discordanti...
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    Beatrixxx
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    00 02/04/2004 11:13
    riporto qui degli articoli che ho trovato in internet:

    questo è il primo:

    E’ stato approvato dal Consiglio dei Ministri il decreto che prevede la destinazione allo spettacolo di risorse finanziarie assegnate al ministero per i Beni e le attività culturali.
    I fondi verranno destinati in parte al fondo di garanzia per il cinema e in parte alle attività teatrali, liriche e musicali.
    Il ministro Giuliano Urbani ha dichiarato che "con l'approvazione della riforma del sostegno pubblico al cinema si pone fine alle logiche assistenzialistiche e clientelari con cui lo Stato finanziava le produzioni cinematografiche. Non potendosi però eludere gli impegni presi dall'Amministrazione con la precedente legge il Consiglio dei Ministri ha deciso di integrare i fondi destinati alle attività cinematografiche gestiti dalla Banca Nazionale del Lavoro, che da 600 milioni di euro erano scesi a meno di 80 milioni di euro in soli sette anni, per colpa di una politica dissennata nei prestiti a produzioni cinematografiche che in media hanno avuto circa 500 spettatori, una pesante eredità del passato cui la riforma del cinema approvata dal Governo pone termine".

    Nel decreto anche nuove norme contro la pirateria cinematografica su internet, responsabilizzando i gestori dei servizi telematici e inasprendo le sanzioni contro chi scarica dati protetti a fini di lucro, commercializzando copie digitali non autorizzate di film.
    "La pirateria audiovisiva è un furto - ha dichiarato il Ministro Urbani - e come tale deve essere trattata. I diritti d'autore devono essere difesi, altrimenti la proprietà intellettuale è destinata a scomparire, provocando nel lungo periodo la morte di ogni produzione culturale. Come ogni innovazione tecnologica, il web apre nuove e interessanti frontiere, che però non devono diventare un far west senza leggi. Esaltando eccessivamente la libertà di internet, rischiamo infatti di navigare in futuro in una rete priva di contenuti, un Mar Morto cibernetico prosciugato di idee".

    Il testo infine rende operativa la Società per l'Arte, Cultura e Spettacolo, Arcus Spa, che vedrà dunque assegnate somme pari al 3% delle risorse destinate allo sviluppo delle infrastrutture fisiche del Paese per sostenere la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale italiano. Arcus potrà contare già dal 2004 sulla disponibilità di contrarre mutui per almeno 80 milioni di euro.






    =Beaxx=

    quando il sistema ti chiude ogni spazio non rimane che la musica per esprimere la tua rabbia ---Virus 1984

    ogni società fonda il suo immobile dominio
    sull'invisibilità di ciò che sta accadendo
    la decontestualizzazione è il gioco del sistema
    ti chiude la gabbia, si tiene le chiavi
    ti accusa di violenza quando spacchi la catena...!!! --–Pornoriviste

    Sono fuori dai vostri percorsi obbligati
    Non credo in niente, non voglio subire
    Vivo per me, solo per me, contro chiunque mi faccia tacere!!!! ---Skruigners


    [Modificato da Beatrixxx 02/04/2004 11.26]

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    Beatrixxx
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    00 02/04/2004 11:14
    e questo è il secondo:

    Dopo sei mesi di dibattito in commissione e in aula, a sorpresa, l'Europarlamento ha varato una legge di protezione del diritto d'autore in cui si esplicita che "atti commessi in buona fede dai consumatori - come lo scaricare musica da Internet per fini personali - non saranno perseguibili". Pare poca cosa, invece e' un'autentica rivoluzione.




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    Beatrixxx
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    00 02/04/2004 11:16
    ora cerco qualcosaltro......
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    Beatrixxx
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    00 02/04/2004 11:17
    Settantacinque persone indagate per violazione del diritto d'autore e ricettazione, e un esercito di tremila utenti del web che in questi giorni vengono identificati e denunciati per gli stessi motivi. Ma l'inchiesta della Guardia di finanza di Milano sui pirati della rete di cui Repubblica è venuta a conoscenza è senza precedenti anche per la svolta radicale che segna nell'approccio giudiziario alla circolazione via Internet di musica, video, software. Unendo tecniche sofisticate di indagine informatica alle modifiche legislative entrate in vigore il mese scorso, si è arrivati a colpire non solo i siti che diffondono materiale coperto da copyright, ma anche lo scambio diretto tra utenti della rete, il peer-to-peer che costituisce - dopo l'offensiva americana contro Napster e i suoi successori - il principale canale di circolazione del "sapere elettronico".

    Il primo spunto è venuto dagli annunci di compravendita su alcuni newsgroup di appassionati. Da qui, coordinati dal pubblico ministero Gianluca Braghò, i "baschi verdi" della Finanza sono partiti all'assalto degli account di posta elettronica e dei server che distribuiscono materiale tutelato dall'articolo 171 della legge sul diritto d'autore che vieta lo scambio di opere, anche se questo avviene senza fini di lucro. A commettere reato, recita la legge entrata in vigore il 29 aprile 2003, non è solo chi "pone in commercio, vende, noleggia" ma anche chi "cede a qualsiasi titolo" materiale protetto: anche se è gratis, anche se è il freeshare che da sempre imperversa sulla rete. È stata un'indagine tecnicamente ostica, costretta a inseguire quasi sempre "Ip dinamici", indirizzi il cui destinatario reale cambia domicilio elettronico ogni cinque minuti, e account solo apparentemente italiani, dietro i quali si celano inafferrabili siti moldavi, lituani e di altri paesi dell'Europa orientale.
    Ma da un ufficio affollato di terminali in una caserma periferica della Finanza, una squadra di marescialli diventati segugi informatici è riuscita ugualmente a ricostruire passo dopo passo le tracce dei pirati del web. Con decreti concessi dal giudice per le indagini preliminari, per la prima volta sono stati intercettati in modo massiccio anche i messaggi di posta elettronica - spesso criptati - che fornitori e clienti si scambiavano: i gestori dei server sono stati costretti dalla Guardia di finanza ad inaugurare dei "lock", delle caselle-ombra di posta elettronica cui arrivavano in copia tutti i messaggi destinati agli indagati.

    Una volta entrati nel cuore delle "pagine archivio", quelle con l'elenco dei prodotti accessibili (musica in formato Mp3, film di prima visione, software di ogni genere e l'immancabile porno), i finanzieri hanno quindi potuto stilare un elenco degli utenti finali. E seguire, sempre attraverso le intercettazioni informatiche, le tracce che avevano lasciato. Un lavoro minuzioso che ha portato all'individuazione di tremila persone, downloader che negli ultimi mesi avevano scaricato tutto il possibile. "Questi soggetti non sono hacker, né pirati - spiega il comandante della Squadra pronto impiego delle Fiamme Gialle, Mario Leone Piccinni - sono gente comune. Professionisti, studenti, impiegati. I casalinghi, li chiamiamo noi". Al momento molti dei tremila sono ancora ignoti. Gli investigatori sono riusciti a identificarne circa duecento.

    Ma è significativo che tra questi ci siano anche due marescialli dei carabinieri, un messo comunale e un ricercatore universitario. Mano a mano che vengono identificati, i "casalinghi" - che si connettono alla rete da tutta Italia - vengono denunciati alla procura di competenza che valuterà se procedere anche per il reato di ricettazione, cioè per detenzione di materiale di provenienza illecita, oltre che per quello della violazione del diritto d'autore. L'inchiesta che ha già assunto dimensioni cospicue rischia però ora di raggiungere numeri difficili da gestire. Perché buona parte del materiale trovato nei siti che sono stati messi sotto sequestro negli ultimi giorni proveniva da canali frequentati in modo massiccio. "Ci siamo accorti - spiegano gli inquirenti - che quasi tutti gli archivi si nutrivano da siti molto diffusi, come Kazaa, Gnutella, Winmx, Morpheus", luoghi della rete che gli investigatori definiscono "sostanzialmente incontrollabili". "Due giorni fa - dice uno dei cibermarescialli - intorno alle nove di sera erano collegati alla rete di Kazaa più tre milioni di utenti": un oceano di contatti in cui la caccia ai pirati si annuncia un'impresa titanica.

    (30 maggio 2003)

    fonte repubblica.it, articolo di cipx

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    Beatrixxx
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    00 02/04/2004 11:19
    Scaricare, o non scaricare...


    La battaglia per il rispetto dei diritti d'autore su Internet continua senza tregua, nei tribunali soprattutto, ma anche in Rete, a volte con sistemi "non proprio ortodossi"... Il fenomeno dello "sharing", ovvero della condivisione e dello scambio di file digitali (musicali e non) in Internet che hanno reso così popolare Napster ed i suoi "eredi", non accenna a diminuire. Anzi. Le major discografiche, pur forti della causa vinta due anni fa contro il "diavolo blu" pioniere dello scambio gratuito di mp3 sul Web, non riescono infatti a circoscrivere e limitare la diffusione di sistemi p-2-p che, secondo loro, rappresentano la causa principale del calo dei profitti nel settore.

    Il vero nemico, dunque, sono i software e le reti di scambio dei file, i cosiddetti network p-2-p. Che negli ultimi mesi si sono moltiplicati diventando sempre più complessi, completi e "inattaccabili". KaZaA, Grokster, Morpheus, WinMX, eDonkey e quanti altri... sono tutte reti "globali", sparse nel mondo, praticamente intoccabili per le associazioni del copyright. I sistemi p-2-p hanno imparato dagli errori e dalle debolezze di Napster e si sono adeguati. La loro natura è assolutamente multinazionale, e loro reti decentralizzate e "incontrollabili". KaZaA è il miglior esempio di quanto stiamo dicendo: il software è stato creato da tre programmatori dell'Estonia su commissione di una società olandese che ha ideato il progetto, ma che a sua volta ha venduto il sistema ad una società la cui sede è situata sull'isola Vanuatu, nell'Oceano Pacifico, i cui dirigenti lavorano in Australia. Una causa contro KaZaA, dunque, coinvolge non meno di cinque Paesi. E c'è da notare che sempre più utenti utilizzano la versione "modificata" del software, battezzata "KaZaA Lite", che non incorpora spyware e che è distribuita da un hacker che non ha mai fornito sufficienti indizi per essere identificato (e quindi perseguito). Il suo nome d'arte è Yuri e si sa solo che vive in Russia...

    Finora abbiamo potuto assistere solamente ad una grande confusione legale. Chiuso Napster, la lobby dei discografici non ha ottenuto nessuna grande vittoria: una sentenza risolutiva di un tribunale USA nella causa contro Grokster secondo cui i software di scambio non sono illegali per sé, sebbene possono essere utilizzati per attività illegali, nonché una contro-causa da parte di KaZaA che si dice vittima di una "persecuzione" e intenzionata a diventare una rete legale di distribuzione di musica, dunque concorrente (almeno online) delle stesse major discografiche e dei loro servizi. Ed una crescente antipatia verso le società discografiche da parte dei 43 milioni di utenti quotidiani dei servizi di scambio file, i quali – certamente – sono convinti di non commettere alcun reato e di non fare nulla di male se scaricano gratuitamente un file musicale facilmente reperibile in Internet.

    Ma la legislazione in materia è cambiata, negli USA ed in Europa (sebbene la direttiva europea in materia sia stata ufficialmente recepita solamente in due Paesi su quindici). Più poteri agli ispettori, pene più severe ai trasgressori e, soprattutto, l'obbligo per i provider Internet a fornire i nominativi delle persone che partecipano allo scambio di file. Si è appena concluso negli USA il primo processo nell'ambito del quale è stato applicato questo obbligo. L'operatore Verizon ha dovuto infatti comunicare alla RIAA, l'associazione statunitense per il rispetto dei diritti d'autore che insieme alle cinque major discografiche conduce questa battaglia infinita, i nomi e gli indirizzi di quattro persone "colpevoli" di aver scaricato musica attraverso i network p-2-p. Stessa sorte toccherà ad Earthlink, un altro ISP statunitense che ha difeso fino all'ultimo l'identità di un suo cliente "scaricatore". Non potendo colpire i network, dunque, le major fanno la guerra agli utenti finali.

    Ebbene, in molti si sono chiesti che cosa se ne farà mai la RIAA di questi nominativi... Se deciderà di portarli in tribunale creerà un precedente, certo, con buone possibilità di vincere ma rischia di inimicarsi i 43 milioni di utenti di cui parlavamo poche righe più su e che già giudicano con antipatia queste vicende giudiziarie. Il risultato potrebbe essere controproducente. Pertanto, proprio ieri in riflesso a queste paure, la RIAA ha annunciato di aver deciso semplicemente di inviare delle lettere di diffida a questi utenti, "sconsigliando" loro di continuare l'illegale attività di "condivisione" (sharing) dei file su Internet (non dunque di "download"), che però è parte essenziale del sistema di scambio 1:1. Un po' come stanno già facendo i "paladini" del diritto attraverso i vari servizi di scambio, inviando messaggi pop-up a chi condivide i file ed avvisandoli che stanno commettendo un reato.

    La strategia per combattere l'illegalità appare quindi chiara: colpire chi fornisce i contenuti e non chi scarica, offrendo al contempo contenuti legali attraverso i propri servizi di distribuzione, online ed offline. A prezzi più giusti ed abbordabili, aggiungeremmo noi. La pirateria su Internet può essere combattuta e vinta, e sicuramente non attraverso l'aumento indiscriminato dei prezzi dei CD e dei DVD. Come fare, allora?

    Una cosa è certa, però: le reti di scambio gratuito hanno cambiato il nostro modo di fruire la musica. Far chiudere un servizio come KaZaA o Morpheus non servirà a cancellare il fenomeno; ce ne sono ancora troppi pronti ad adeguarsi e prendere il loro posto nel cuore degli utenti, diventando magari più completi e sofisticati. Come EarthStation5, un nuovo software che – sull'esperienza di Verizon – promette di proteggere l'utente finale che scarica e condivide utilizzando un sistema di crittografia e mascheramento dell'indirizzo IP, rendendo praticamente impossibile l'identificazione (e la persecuzione legale) del cliente. La battaglia delle major discografiche, cui si sono unite da poco anche le principali case cinematografiche di Hollywood, si fa sempre più difficile.


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    Beatrixxx
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    00 02/04/2004 11:21
    Se io masterizzo un cd per uso personale so di andare contro all'art. 171 bis, però in questo art. viene detto che è sanzionabile chi duplica ai fini di lucro … nel mio caso, cosa mi potrebbe succedere.C'è una legislazione particolare per questo? Grazie dell'attenzione ...

    Lo scopo di lucro previsto dalla disposizioni di cui all'art. 171 bis della legge sul diritto d'autore, cui si riferisce la lettrice, si ha anche nel caso in cui la copia venga eseguita per uso personale. Infatti il lucro di cui parla la legge può consistere tanto nel guadagno quanto nel risparmio che si consegue, indebitamente, facendo una copia pirata in luogo di acquistare l'originale.
    Quindi incorre nelle sanzioni previste dalla norma in questione non solo chi duplica a scopo di rivendita opere protette da diritto di autore (copyright), come i cd musicali, ma anche chi fa una sola copia per uso personale. Ovviamente, il comportamento sarà valutato in modo diverso dal giudice, perché sicuramente un conto è il comportamento di chi allestisce una piccola "industria della copia" e un conto quello di chi copia un cd magari per un amico, ma in ogni caso si ha pur sempre un reato.
    Anche chi si limita semplicemente ad acquistare un cd musicale duplicato da altri commette un reato, punito peraltro piuttosto gravemente, quello della ricettazione, che è perseguito dalla legge e dai giudici con particolare vigore perché è ritenuto fornire linfa alla delinquenza. In altri termini, si considera che se non ci fossero acquirenti di opere piratate, non ci sarebbero nemmeno coloro che si organizzano per gestire e fare le copie. Oggigiorno, con il proliferare di internet, dei collegamenti telematici e con la diffusione dei protocolli peer to peer tipo gnutella, seguiti al capostipite Napster, si può senz'altro dire che quotidianamente avvengono milioni se non miliardi di copie illegittime di opere coperte da diritto d'autore. Si tratta di un fenomeno contro il quale, tecnicamente, per il momento non si può fare nulla o quasi ma che rimane comunque reato e come tale punito in tutti i casi in cui viene accertato, come ad esempio nei casi in cui su un computer sequestrato dalle Autorità, magari per motivi diversi, vengono rinvenuti files musicali.
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    Beatrixxx
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    00 02/04/2004 11:24
    Ma l´Italia non ci sta e scaricare musica non è reato

    BRUXELLES - «Scaricare» musica in rete non sarà più un reato. Almeno in Europa, anche se in Italia un nuovo decreto del ministro Urbani sembra andare in direzione contraria. E parte la battaglia dei consumatori. Tutto nasce dalla nuova direttiva europea che il parlamento di Bruxelles ed il consiglio dei ministri della Ue hanno appena varato: una direttiva sulla tutela dei diritti di proprietà intellettuale che va ad incidere in un campo più vasto, ma in parte analogo, a quello del decreto Urbani. La direttiva comunitaria ha lo scopo di armonizzare le normative nazionali sugli strumenti usati per garantire il rispetto di questi diritti e di funzionare da deterrente nei confronti di chi pratica la contraffazione e pirateria. Circa il campo d´applicazione della direttiva, come era emerso da testi ufficiali pubblicati al momento dell´accordo-base raggiunto martedì in Parlamento e poi subito tradotto in direttiva dal Consiglio, le misure devono essere applicate unicamente agli atti commessi «su scala commerciale». Ciò significa che gli atti commessi in buona fede dai consumatori - come lo scaricare musica da Internet ad uso personale non saranno perseguibili. Inoltre, i deputati e i ministri europei si sono pronunciati contro l´ applicazione di sanzioni penali, prevedendo solo provvedimenti amministrativi e civili al posto di una lunga lista prevista dal testo originario preparato dalla Commissione europea, che considerava anche l´introduzione di pene restrittive della libertà (compreso l´arresto). Sulla questione interviene «Telefono Blu» di Federconsumatori: «Non abbiamo fatto in tempo a gioire per la corretta posizione della Unione Europea che riconosce il diritto di scaricare dal web per uso personale, come negli Usa, Giappone ecc., che a rovinare la festa arriva questo decreto legge sullo spettacolo, che nel capitolo riguardante la pirateria prevede la sanzione amministrativa anche per i ragazzi e le ragazze che lo facciano appunto per uso personale. Telefono Blu invita tutti ad una sincera ed onesta disobbedienza civile che parte dall´inviare email di protesta al Ministero. Direttamente dal sito www.telefonoblu.it per la musica si potrà aderire alla iniziativa e fare il passaparola. Il decreto ha 60 giorni per essere promulgato, e noi faremo di tutto per cambiarlo». L'Adige
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    Beatrixxx
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    00 02/04/2004 14:38
    allora.. che ne pensate???

    ancora cmq non sembra niente di definitivo... spero che però x lo sharing x uso personale sia definitiva presto una risposta positiva!!!

    LASCIATECI IN PACE NON FACCIAM NULLA DI MALE IN FONDO BASTEREBBE LEGALIZZAREEEE[SM=x297465] (tratta dalla canzone dei Violent Tomatoes[SM=x297545] )
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    °°mya
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    00 06/04/2004 20:09
    io ho sentito dire che scaricare musica non è reato!! basta non vendere i cd![SM=x297414]

    quindi se è così... EVVAI!!![SM=x297461]
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    Beatrixxx
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    00 07/04/2004 08:55
    davvero????[SM=x297437]
    ma che bella notizia che mi dai!!![SM=x297417] [SM=x297417] [SM=x297417]
    speriamo che sia così!!![SM=x297533]
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    Beatrixxx
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    00 07/04/2004 12:47
    eheheh!!!![SM=x297420]

    la retromarcia di urbani!!!!!

    Sull'onda delle proteste, il ministro decide di cancellare le sanzioni per il download ad uso personale. Il testo sarà dunque corretto. Soddisfatta l'opposizione ma rimangono cauti i provider. La Carlucci pensa ad una nuova tassa


    02/04/04 - News - Roma - La guerra non è ancora vinta ma i sostenitori delle libertà digitali tirano un sospiro di sollievo. Il ministro Giuliano Urbani ha infatti invitato i deputati che stanno esaminando il suo decreto alla Camera a cancellare dallo stesso le sanzioni previste a carico degli utenti o, più precisamente, a non sanzionare il download di file ad uso personale.

    Il nuovo approccio presentato ai deputati della Commissione Cultura che stanno esaminando il provvedimento ha incontrato l'apprezzamento di maggioranza ed opposizione. Fin dal suo primo apparire il decreto aveva sollevato una enorme quantità di critiche e nelle scorse ore era emerso un orientamento diffuso, anche nella maggioranza, per apporre modifiche sostanziali al testo messo a punto dal titolare del dicastero dei Beni culturali e approvato dal Consiglio dei Ministri. Oltre al ministro delle Comunicazioni Gasparri, rilievi e perplessità su alcuni aspetti del decreto erano stati espressi anche dalla relatrice del provvedimento in Commissione, Gabriella Carlucci (Forza Italia), e dal suo collega di partito Antonio Palmieri.

    "La decisione del Governo - ha dichiarato Franca Chiaromonte, deputata diessina membro della Commissione - rappresenta un primo passo verso l'apertura di una discussione che dovrà, senza alcun dubbio, riguardare i molti altri lati deboli di questo provvedimento: l'attribuzione al dipartimento della pubblica sicurezza di poteri di indagine spettanti all'autorità giudiziaria; l'uso di terminologie incoerenti con le definizioni previste dalle normative europee; l'assegnazione implicita ai provider di funzioni a carattere ispettivo che non possono certo riguardare chi svolge un'attività imprenditoriale; il rischio della violazione della privacy degli utenti di Internet e, infine, la evidente disparità di trattamento e di tutela delle opere protette dal diritto d autore".

    Alla dichiarazione dell'on. Chiaromonte, che ha ripreso in toto le tesi già sostenute nella questione pregiudiziale presentata dall'opposizione per impedire l'esame del decreto, e poi ritirata, ha fatto seguito anche una presa di posizione di altri esponenti dell'opposizione. Secondo il senatore Fiorello Cortiana, presidente dell'Intergruppo Bicamerale per l'Innovazione Tecnologica, "la disponibilità della maggioranza e del presidente della VII Commissione Adornato, in accordo con il Ministro Urbani, a eliminare le sanzioni contro chi scarica file per uso personale dal decreto è un passo importante per evitare una criminalizzazione di massa di milioni di cittadini. Ora aspettiamo di vedere il testo della proposta emendativa della maggioranza. Le decine di migliaia di firme contro quella scelta e la mobilitazione del popolo della rete hanno ottenuto un primo riscontro".

    Nei prossimi giorni, dunque, la Commissione continuerà a lavorare sul decreto seguendo nuove direttrici. Da un lato si renderà omogeneo il trattamento per tutte le opere dell'ingegno e non solo per quanto riguarda i film, ma dall'altro si dovrebbe riuscire a superare il nodo che nel DL Urbani impegna i provider a svolgere un ruolo che non è quello del fornitore di servizi.

    Su questo punto lo stesso Cortiana ha voluto sottolineare come, nonostante la lettera di Urbani, rimanga "assolutamente critico il passaggio del decreto che prevede che i provider, uno dei settori in crescita della nostra economia, divengano impropriamente i mastini di internet, controllori degli utenti in lesione della loro privacy. È dannoso confondere la questione del libero accesso ai contenuti e la questione della pirateria commerciale, oggi in mano alle organizzazione criminali. Ma questo richiede un approfondimento che potrà essere fatto in ambito legislativo, non attraverso un decreto legge d'urgenza".

    Rimangono peraltro molto cauti proprio i provider. L'associazione AIIP contattata da Punto Informatico, in attesa di conoscere più approfonditamente già nei prossimi giorni l'orientamento della Commissione anche alla luce della posizione espressa dal Ministro, ha ribadito la propria preoccupazione per la formulazione dell'articolo 1, di cui già da più parti è stata chiesta la cancellazione, e, più in generale, per la non sufficiente distinzione tra fornitori di accesso e fornitori di servizi.

    Riserve dei provider sono peraltro prevedibili anche rispetto ad una possibilità ventilata dalla Carlucci ieri, quella dell'imposizione di una "quota" tratta dai ricavi dei fornitori di connettività che andrebbe a compensare le copie fatte non a fini di lucro, similmente a quanto accade con le imposte sui supporti di registrazione, una sorta di nuova tassa su internet che, però, deve ancora essere discussa.





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    Beatrixxx
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    00 07/04/2004 12:48
    Simmy avevi ragione... l'hanno detto davvero!!!![SM=x297416]
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    vAmPiRoZ
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    00 09/04/2004 12:51
    Da quanto so (forse l'avete già scritto sopra ma non ho voglia di legger tutto) scaricare si può, ma esclusivamente ad uso privato.
    A questo punto la domanda diventa:
    Messa così, condividere files è illegale, perchè non è ad uso privato, quindi, da chi scarico?
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    Beatrixxx
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    00 09/04/2004 18:09
    penso che "ad uso privato" si intenda che non li vai a vendere in giro... se io ti passo qualcosa a te non te la faccio pagare.. non ne ricavo un profitto.. quindi rimane ad uso privato!!![SM=x297521]

    altrimenti sarebbe slo una fregatura visto che lo sharing è effettuato esclusivamente da un utente all'altro..!!!![SM=x297552]