[domanda]: Prima di tutto, sembra che oggigiorno la musica sia molto commercializzata; soldi e notorietà sono due dei maggiori incoraggiamenti che spingono la gente a fare il proprio lavoro e a creare musica. Con i Pennywise è sempre stato diverso. E’ sempre stato qualcosa che ha più a che fare con dei principi e cose di questo genere. Quindi, come band, qual è la musica che vi colpisce, cos’è questo vostro amore per la musica?
[risposta] Fletcher Dragge: “Penso che ai nostri primi tempi il punk o ti piaceva o non ti piaceva. Non era di moda essere un punk cocker, quindi lo eri e basta. In pratica era come se fosse o no dentro di te. Per quanto mi riguarda quando ascoltai per la prima volta del punk capii che quello faceva per me, sapevo che era quello il genere musicale che avrei suonato per il resto della mia vita. E, tornando a quei giorni, penso che bisognasse veramente essere appassionati del punk perché era davvero pericoloso. Tutti ti odiavano. Eri un emarginato, nessuno a scuola ti apprezzava. Non piacevi ai tuoi insegnanti, né ai poliziotti. Era una grande scommessa, la tua intera vita sarebbe stata dedicata a stare in questo tipo di scena e ovviamente alla fine mettevi su una band. Se eri abbastanza coinvolto volevi davvero far parte di un gruppo, così da ragazzo finivi per fondarne uno. Quindi iniziammo tutti a suonare e questo andò avanti per alcuni anni. Jimmy è stato in diverse punk band; Jason, il nostro bassista, anche lui era in delle punk band. La scena sembrò spegnersi per poi avere una specie di ritorno. Per quanto ci riguarda, eravamo soliti sentirci dire dai nostr amici cose del tipo ‘Perché lo stai facendo? Dai, dovresti avvicinarti di più a questa o quest’altra band, non andrete da nessuna parte’. Rispondevamo che non ci interessava, che facevamo ciò che ci piaceva: amiamo questo genere. Ci piace essere in grado di esprimerci. Non avevamo una contratto discografico, diffondemmo da soli il nostro primo singolo e da soli suonammo per un paio di anni. Alla fine siamo arrivati alla Epitaph e abbiamo iniziato a migliorare sempre più. Avevamo ancora tutti un posto fisso di lavoro, non abbiamo mai sognato di andare in Europa o Giappone o cos’altro, né di ricavare dalla musica il nostro sostentamento. E’ davvero una cosa bellissima ma come hai detto tu molte band sono motivate solo dal fatto di essere pagate, di non fare niente e diventare famosi. Ed è davvero triste perché è davvero dozzinale e ripugnante, e l’integrità della scena ne è stata decisamente danneggiata. Non so nemmeno se la chiamerei ancora una scena punk rock, perché il punk rock significava essere diversi, ribelli, essere se stessi ed essere contrari alla religione. Ora tutti quelli che sostengono di essere punk rock stanno firmando per delle major. Ma insomma! Non c’era nessuna major con Black Flag e Descendents, per ritornare ai miei tempi. Dovevi lottare perché eri un artista e dovevi autoprodurti le tue cose e farti tutto da solo. Ora è così, voglio andare su una major, voglio fare un sacco di strada, voglio fare questo e quest’altro. E’ piuttosto triste, la gente è interessata a diverse cose per diverse ragioni. Non posso proprio pestare la gente perché fa quello che vuole finchè questo li fa felici. Ma noi siamo sempre stati interessati alla musica e prima di tutto al messaggio che può dare e al divertimento. Non so, forse è una risposta un po’ lunga..”