00 23/12/2003 17:32
IL TRAVAGLIO DI GEKO
E' chiaro che tutto successe quando Ned conobbe Geko, l'inventore del sito, e Geko gli propose di collaborare anche con Angel ed Elmore, e Klint se ne ebbe a male. Ned non aveva mai lavorato con lui, aveva lavorato solo con Klint, e questo Endik lo sapeva, eeh se lo sapeva, lo sapeva e lo arguiva, eeh se lo arguiva, lo arguiva e lo supponeva, eeh se lo supponeva, lo supponeva e lo presagiva, eeh.
Napo conobbe Klint ancor prima di lavorare con Ned ed Endik, e ciò Geko lo immaginava, e se ciò lo immaginava voleva dire che ciò lo presagiva, e se ciò lo presagiva voleva dire che ciò lo presentiva, e se ciò lo presentiva voleva dire che ciò lo intuiva, e se ciò.
Kedàr lavorava in un grande caffè del centro, e Farah, tutte le mattine, gli faceva trovar pronte pinne, maschera e boccaglio. Gindik invece, che era maniscalco, quei pochi soldi che faceva erano fatti suoi dove li metteva, certamente non in scarpe.
Questo a Geko non sfagiolava, e se non sfagiolava non sfagiolava (totalino sfagiolamenti: tre). Geko solo allora prese il capo e capì: scappò di casa e dopo un lungo travaglio tornò. Allora gli chiesero dove fosse stato tutta la notte, e lui dopo un lungo travaglio rispose; subito dopo lo mandarono a cena senza dormire: lui s'addormentò e lo picchiarono. Dopo un lungo travaglio pianse.
Da allora Geko non fa più niente senza un lungo travaglio.
Lui, che era sempre stato ottorinoceronte in uno zoo con sette rino; lui, che la prima volta che baciò un nano disse: "sa di tappo"; lui, che riusciva a fare l'autostop solo con il medio, e più che passaggi prendeva sberle; lui, che credeva che le balle fossero bugie che stanno nelle mutande.
A quel punto cheffare? Dove andare? Cheppensare? Telefona a Tizio, telefona a Caio, trova occupato perché è al telefono con Sempronio, chiedi in giro, parla con uno, parla con due, esci con tre, vai a sinistra, vai a destra, torna indietro, sbatti contro un platano, non ci sbattere, lui finisce sotto un'auto ma invece di fare il ferito comincia a fare il meccanico.
Quale soddisfazione maggiore per lui che inventare il motore a scoppio e, dopo averlo messo in moto, notare con una punta d'orgoglio che non è scoppiato? Quale delusione invece quando, poco dopo, si cavò un occhio con la punta d'orgoglio!
Approdò comunque al motore vero e proprio. Questo aveva ben più di quattro tempi, e cioè: accensione, scintilla, scoppio, soccorso, ambulanza, fuga, arrivo, scarico e camera di rianimazione.
Era fatto di ghisa anodizzata (cioè con una corda di metallo) ed era composto da un verricello a forma di Indianapolis che trainava un ingranaggio a pista sferica elicoidale (di quelli che comunque li tocchi ti fai male). Al posto dei pistoni, va detto, c'erano due stantuffi che invece che su e giù andavano qua e là, e creavano una spinta propulsiva all'esterno pari alla forza lavoro di mille api regine prima della caduta della monarchia e quindi con un grave problema sociale.
L'assale che conduceva dal pignone all'albero del cambio era a gomito, quindi capace di farsi spazio in ogni situazione; e la boccola sottostante a becco d'asino, per diminuire l'attrito con le due valvole della testa che erano a seno di farfalla.
Altra curiosità era che il cambio a coppia era privo di figli, ma dotato di bilanciere multiplo a papussa per un migliore bloccaggio e una maggiore comodità del piede.
Il filo del gas era collegato con la bombola di casa, quindi era della lunghezza della strada che si intendeva fare e non un centimetro in più (e ciò serviva ovviamente anche come antifurto).
I suoi primi esperimenti di motore a scoppio fanno capire come tra meccanica e ingegneria il passo fosse breve, soprattutto se l'inventore aveva le gambe corte come lui.
Capisco che potrebbe sembrare la storia di un uomo agnostico e blasfemore. Invece è la storia di un uomo povero dentro ma ricco in giardino. Simpatico a suo dire, insomma per tutti bislacco.
Lui sapeva che il nostro corpo è una macchina perfetta, ma quando vide un tizio trainare una roulotte s'insospettì. Erano le ore piccole (e finalmente i nani riuscirono a mettere l'orologio) e dal cielo cadeva Biancaneve.
Va anche detto che la prima volta che vide un piatto di spaghetti pensò alla versione più impegnativa del gioco shangai.
Comunque un bel dì, che viene dopo il bell'a, il bel bì e il bel cì, decise di iniziare una nuova e straordinaria avventura.


Il seguito (se vorrete) alla prossima puntata.
Yawurza.

K.


P.S. - Special thanks to A.B.
Yawurza.

[Modificato da bvzk 23/12/2003 17.38]